Giovedì 10 giugno
2021 l'équipe della Società Meteorologica Italiana e dell'Ente Parco Nazionale
del Gran Paradiso - in collaborazione
con IREN Energia e nel quadro delle campagne di misura del
Comitato
Glaciologico Italiano - ha condotto i consueti rilievi di spessore e
densità del manto nevoso per la determinazione del bilancio invernale
sul ghiacciaio Ciardoney.
Sul versante
piemontese del Gran Paradiso la stagione di alimentazione nevosa
2020-21 si è rivelata mediocre: a causa della prevalenza di alte
pressioni o di venti provenienti tra Ovest, Nord e Nord-Est, sono
state poche le occasioni di nevicate abbondanti, per lo più
limitate agli episodi del 4-6 dicembre 2020, 1-5 gennaio e 10-11
maggio 2021, unici eventi di significativo sbarramento orografico da
Sud e Sud-Est.
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10 giugno 2021, ore 9: correnti da Nord-Est in quota associate a una
moderata instabilità atmosferica, per quanto ridotta rispetto ai
giorni precedenti, favoriscono il rapido sviluppo di nubi cumuliformi
sopra i rilievi, ma sul Ghiacciaio Ciardoney ancora splende il sole.
Una maggiore nuvolosità si addenserà nelle ore centrali, perturbando
in parte il recupero in elicottero di personale e attrezzature.
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Stefano Cerise (ispettore del Corpo di Sorveglianza del Parco
Nazionale del Gran Paradiso) e Raffaella Miravalle (guardaparco)
durante i carotaggi per la valutazione della densità del manto nevoso
al Colle Ciardoney. Qui lo spessore massimo della neve è di 370 cm (il
3 giugno 2020 era di 435 cm) con densità di circa 660 kg/m3,
equivalenti a uno strato d'acqua di 2455 mm.
In questo sito, alla quota più elevata del ghiacciaio (3100 m), si
misurano di solito gli spessori e le densità del manto più elevate, a
causa del maggiore accumulo e compattazione della neve per effetto
eolico. Sul resto del ghiacciaio gli spessori si riducono
progressivamente, mostrando andamenti piuttosto omogenei (morfologia
regolare e scarso rimaneggiamento da parte del vento), con densità
solitamente dell'ordine dei 400-450 kg/m3, all'inizio di
giugno.
Sul ghiacciaio la neve era spessa da un massimo di
375 cm (Colle Ciardoney) a un minimo di 220 cm in
corrispondenza del cambio di pendenza presso il sito di misura n. 3
(settore mediano), mentre verso la fronte a 2900 m come di consueto
gli spessori tornavano ad aumentare, avvicinandosi talora ai 300 cm,
per locali effetti di accumulo eolico o di valanghe cadute dal
versante destro (Grande Uja di Ciardoney).
L'accumulo medio tradotto in acqua equivalente (ponderato
rispetto alle superfici di pertinenza dei singoli punti di misura) è
stato valutato in 1180 mm, un valore modesto rispetto alla
media di 1623 mm (periodo omogeneo 2012-2020 con utilizzo del
catoriere "Valtecne"), come non si era più rilevato dalla stagione
2011-12 (730 mm).
Durante l'esecuzione del
carotaggio al Colle Ciardoney si è riscontrata una tenace crosta
(da fusione-rigelo e/o da vento) all'incirca a 2 m di profondità,
corrispondente con buona probabilità alla superficie del manto rimasta
a lungo esposta agli agenti atmosferici durante il lungo periodo
pressoché privo di precipitazioni tra febbraio e marzo 2021.
Un'altra crosta, più profonda, era probabilmente riconducibile al
primo strato nevoso formatosi con le
perturbazioni, anche alluvionali, del 2-5 ottobre 2020 (55 cm
di neve alla stazione meteorologica a 2850 m).
Più a valle, lungo il ghiacciaio, invece non si riscontravano
rilevanti croste
interne, e il manto era ormai umidificato, ammorbidito e probabilmente
isotermo lungo tutto il suo spessore.

Serie degli
accumuli invernali specifici sul ghiacciaio Ciardoney, espressi in mm
di lama d’acqua equivalente, nelle stagioni idrologiche dal 1991-92 al
2020-21:
il valore di 1180 mm del 2020-21 si colloca al 27% sotto
la media del periodo 2012-2020: l'utilizzo nel tempo di tubi carotieri con caratteristiche diverse
potrebbe aver introdotto disomogeneità nella serie degli accumuli
invernali, con possibili sottostime in alcune annate antecedenti il
2012 (anno di adozione dell'ottimo carotiere "Valtecne"),
ma non vi
sono comunque dubbi che gli accumuli nevosi di diversi inverni
recenti, segnati da importanti precipitazioni, figurino tra i più
abbondanti dal 1992, in particolare il 2016-17 e il 2017-18 (benché poi sempre vanificati dalla massiccia
fusione di stagioni estive troppo calde). Eventuali disomogeneità
nella valutazione degli accumuli invernali in ogni caso non inficiano
la stima del bilancio complessivo, che dipende dalla misura della
sporgenza dal ghiaccio delle paline ablatometriche a metà settembre.
Le temperature fresche della primavera 2021 (medie
stagionali tra 1 e 2 °C sotto
media ad alta quota), dovute alla ricorrenza di depressioni dal
Nord Europa e alla latitanza di periodi anticiclonici salvo a fine
marzo-inizio aprile, hanno rallentato l'avvio della fusione nivale,
ma in ogni caso gli spessori nevosi residui alle porte dell'estate
sono modesti dopo un inverno magro di precipitazioni e, qualora
l'estate risultasse troppo calda come negli anni recenti, il
ghiacciaio soffrirebbe di nuovo importanti perdite di massa.
Si tratta però di
una situazione in marcato contrasto con quella di altri settori
alpini e in particolare delle Alpi orientali, dove la concomitanza
tra freddo inconsueto degli ultimi mesi e frequenti perturbazioni da
Ponente (che hanno lasciato sottovento le Alpi Torinesi) si è tradotta
in un innevamento straordinario (vedi la notizia sulle
misure al Ghiacciaio orientale del Canin, Alpi Giulie).
Sul Ghiacciaio del Basòdino
(Canton Ticino, confine con la Val Formazza) già il 20 aprile 2021,
prima che nuove nevicate incrementassero la coltre nevosa, si misurava
uno spessore medio di 358 cm di neve, equivalente a circa 1500 mm
d'acqua, vicino alla media del periodo 1992-2020 (informazioni
Giovanni Kappenberger, glaciologo ed ex-previsore MeteoSvizzera).
Anche sul versante
nord-occidentale del Gran Paradiso, al Ghiacciaio del Grand Etret
(Valsavarenche), il Corpo di Sorveglianza del Parco ha riscontrato una
situazione migliore che al Ciardoney, probabilmente a causa di
maggiori apporti nevosi con situazioni da Nord-Ovest che privilegiano
le Alpi interne, nonché del corposo evento del 10-11 maggio che sulla
cresta tra alta Valle Orco e Valsavarenche è stato parimenti intenso
(accumulo nevoso, misurato il 28 maggio 2021, di 1426 mm di
acqua equivalente, nella media degli ultimi 22 anni; vedi il
report
compilato dall'Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso).
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Colle Ciardoney: l'elicottero
della ditta
Airgreen (Cafasse, TO) deposita personale e attrezzature per
l'esecuzione del bilancio di massa invernale.
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Colle Ciardoney:
Daniele Cat Berro rileva lo spessore nevoso (qui pari a 370 cm)
tramite sonda da valanga.
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Colle Ciardoney: Gabriele Savio (socio SMI e collaboratore esterno
CNR-IRPI, Torino)
e Stefano Cerise (PNGP) estraggono il contenuto del carotiere per la
pesatura dei campioni di neve.
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Colle Ciardoney: altre immagini dell'estrazione e della pesatura dei
campioni di neve (tramite dinamometro, qui sopra).
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La guardaparco Raffaella Miravalle sorregge una delle "carote" di neve
estratte
al Colle Ciardoney.
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Ore 9,30: terminate le operazioni al Colle Ciardoney, si scende lungo
il ghiacciaio verso la fronte per proseguire con i sondaggi di altezza
neve e con l'esecuzione di un secondo carotaggio per la valutazione
della densità del manto in corrispondenza del sito di misura n. 3.
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Sul pianoro antistante la fronte si notano i primi segni di avvio
della fusione nivale con cenni di affioramento del laghetto in destra
orografica e di altre pozze temporanee, tuttavia il torrente glaciale
è ancora quasi completamente nascosto dalla neve, salvo un breve
tratto.
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Ore 11: il gruppo operativo sul ghiacciaio si unisce a quello dedito
alla manutenzione della
stazione meteorologica Campbell (elettricisti Diego Marzo e Davide
Bonaudo).
Le apparecchiature e la connettività internet via radio sono in piena
efficienza, tuttavia la webcam per la teleosservazione del manto
nevoso, in avaria dal 14 marzo 2021, presenta un guasto elettronico la
cui risoluzione è in programma entro inizio estate.
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Gabriele Savio provvede alla "messa in
bolla" del collettore del pluviometro e alla pulizia del sistema
basculante da polveri e muffe accumulatesi da fine estate 2020.
L'attuale carenza di neve nella zona del Ciardoney si evidenzia anche
confrontando i dati di spessore nevoso all'asta nivometrica
presso la stazione meteorologica a quota 2850 m (pianoro antistante la
fronte del ghiacciaio): al sopralluogo del 10 giugno 2021 la neve era
spessa 100 cm, assai meno rispetto alla media del giorno che è di
164 cm (periodo 2013-2020), e superiore solo al caso del 10 giugno
2015 (65 cm).
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Il margine del pianoro proglaciale presso cui si trova la stazione
meteorologica è anche opportuno per la teleosservazione del manto
nevoso tramite webcam, poiché la morfologia pianeggiante e la
posizione lontana da asperità riduce le irregolarità del manto nevoso
dovute all'azione del vento. Negli ultimi nove anni, solo nel 2015
si era osservata meno neve che nel 2021 alla data del 10 giugno.
Già tra metà gennaio e metà marzo 2021, prima che la webcam smettesse
di funzionare, si misurava uno spessore nevoso davvero modesto,
compreso a seconda dei momenti tra 85 e 100 cm, rispetto ai 150-180 cm
normali per la stagione.
L'avaria della webcam ha determinato la mancata acquisizione delle
immagini dal 15 marzo 2021 in poi: a breve si tenterà una
ricostruzione degli spessori nevosi giornalieri in base all'andamento
meteorologico riscontrato sul posto e in località limitrofe.
Terminate le operazioni, le nubi cumuliformi - che fino
a quel momento sovrastavano la zona con base prossima ai 3000 m - si
sono improvvisamente addensate anche a valle della stazione
meteorologica (lato Val Soana), avvolgendo così il gruppo di lavoro
ormai pronto al rientro in elicottero alla base della centrale di
Rosone.
Nell'impossibilità del recupero, si è deciso di scendere a piedi
attraverso le morene del ghiacciaio, in gran parte innevate, fino
all'altezza del Bivacco Revelli (2598 m), dove il miglioramento della
visibilità ha infine permesso l'intervento degli elicotteristi della
ditta Airgreen (Cafasse,
TO).
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Scendendo lungo la morena destra in direzione del Bivacco Revelli
affiorava lo strato di neve colorata dalla polvere sahariana caduta
il 6-7 febbraio 2021, che invece alle quote superiori era ancora
nascosta dalla neve più bianca e pulita caduta nei mesi successivi, in
particolare tra metà aprile e metà maggio.
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Nel
tragitto verso il Bivacco Revelli è stato possibile osservare da
vicino il rock-glacier (ghiacciaio roccioso) di Geri,
proveniente dal versante settentrionale del Monte Gialin (3270 m) e
sovrastato da un glacionevato alla base della parete Nord della
montagna. Si tratta di un ampio corpo di detriti rocciosi di pezzatura
varia (fino ad alcuni metri), in origine, e probabilmente ancora oggi,
contenente ghiaccio al suo interno.
Il lento movimento (attuale o solo passato) dell'ammasso
roccioso-glaciale verso valle è responsabile della formazione di lobi
e cordoni concentrici resi ancor più visibili a inizio estate dalla
neve residua nei rispettivi avvallamenti.
Indagini geofisiche permetterebbero di verificare l'effettiva presenza
di ghiaccio sepolto - oggi sulle Alpi in via di riduzione, come quello
in superficie, a causa delle temperature più elevate - e di studiarne
la natura (ghiaccio interstiziale per il congelamento di acqua
all'interno dell'ammasso detritico, lenti di ghiaccio sedimentario
attribuibili a un antico ghiacciaio in seguito sepolto dal detrito
roccioso, o coesistenza/sovrapposizione di entrambi?). Al momento non
ci risulta siano stati effettuati studi in questa località.
Sulle Alpi piemontesi rock-glaciers e permafrost sono oggetto di
ricerca di
ARPA Piemonte e del
Dipartimento di
Scienze della Terra dell'Università di Pisa, con particolare
attenzione alle Alpi Marittime.
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Al
Bivacco Revelli, in attesa del recupero in elicottero.
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Bivacco Revelli: la nuova segnaletica dei sentieri della Valle di
Forzo - realizzata dall'Ente
Parco Nazionale del Gran Paradiso in collaborazione con il
Comune di Ronco Canavese - contempla anche
l'indicazione della stazione meteorologica al Ghiacciaio Ciardoney!
L'accesso a piedi da Forzo comporta una faticosa marcia di circa 5 ore
per la sola salita (1700 m di dislivello, 2000 m fino al Colle
Ciardoney).
Segui in in tempo reale la situazione
sul Ghiacciaio Ciardoney (dati
meteo e webcam)
Devolvi il 5 per mille alla SMI,
sosterrai le ricerche sul Ghiacciaio Ciardoney!

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