La massima temperatura registrata sulla Terra
     di Roberto Pedemonte

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PARTE SECONDA

INQUADRAMENTO METEOROLOGICO

Come abbiamo visto, le misurazioni meteorologiche eseguite durante il periodo della colonizzazione italiana in Libia, non possono essere considerate senza tener conto dell’evoluzione degli eventi bellici, che causarono la frammentarietà delle letture dovuta alla difficoltà nel raggiungere le località più isolate e la necessità di difenderle dagli attacchi degli arabo-turchi.

Veniamo ora alla situazione che si presentava a el-Azizìa nel settembre 1922, periodo di relativa tranquillità. La capannina meteorologica era installata in vetta alla collina, sulla terrazza del fortino, a 163 m sul livello del mare, circa 50 m dal livello della piana sottostante e a 5.50 m dal terreno. La capannina, tipo inglese con persiane semplici, ben isolata, era fissata per mezzo di staffe metalliche al piano di calpestio della terrazza che era rivestito con una copertura di cemento catramato. Pluviometro e anemoscopio erano installati nelle vicinanze, sempre sulla terrazza; un anemometro a mano, modello Salmoiraghi, veniva utilizzato a ogni osservazione. Erano inoltre eseguite valutazioni manuali della copertura del cielo e veniva annotata la frequenza dei temporali e della nebbia.

Il 13 settembre 1922 fu registrata una lettura del termometro di 58.0°C, come temperatura massima del giorno. Tale notizia, una volta giunta presso la sede del Servizio Meteorologico Italiano per la Libia a Tripoli, fu subito tema di discussione e, in considerazione della impossibilità temporanea di raggiungere el-Azizìa, per gli accertamenti diretti, da parte del prof. Amilcare Fàntoli, allora capo del Servizio, fu richiesta conferma via radio. La misura venne convalidata dall’Autorità Militare presente nel villaggio. Solo successivamente fu possibile, per Fàntoli, recarsi nella località della Gefàra. Qui constatò, dalle schede di osservazione, che gli unici dati recuperabili erano gli estremi termici e che la loro lettura, il 22 settembre, fu eseguita con un termometro Six-Bellani, in quanto quello a massima in dotazione era guasto, mentre i dati relativi alle altre grandezze atmosferiche non risultavano disponibili.

L’evoluzione del tempo atmosferico che portò al determinarsi di quell’intenso episodio di calore, che ebbe inizio il giorno 11 e terminò il 15, si può riassumere come segue: Il giorno 8 settembre erano presenti un campo livellato di pressione, intorno a 1016 hPa, sulla parte meridionale del Mediterraneo centrale e un’area anticiclonica, con un massimo sulle Isole Britanniche. Nelle ore successive si costituiva una saccatura, formata dalla saldatura di un debole minimo sul mar Ionio con una depressione presente sul Sahara, interessante l’intero bacino centrale del Mediterraneo e l’interno dei paesi africani prospicienti, tra l’anticiclone atlantico, il cui massimo si era spostato verso sud fino fino alla penisola iberica e il Marocco e l’area di pressioni livellate a est. Si formava così un minimo di pressione che, approfondendosi, lentamente si spostava dalla Sicilia verso nord, raggiungendo, nella mattina del giorno 12, l’Italia Settentrionale, con un valore di 1003 hPa. Durante il giorno 12, un fronte presente nell’interno della Tunisia, causava sul Mediterraneo centrale una repentina diminuzione della pressione atmosferica (1007 hPa) seguita però da un altrettanto rapido rialzo, fino a circa 1014 hPa, nella notte del 13 settembre. Tale situazione determinava un richiamo di aria estremamente calda, dal deserto del Sahara verso il mare Mediterraneo. Si instaurava quindi quel fenomeno noto con il nome di “Ghibli” (dal nome della regione meridionale Ghibla), che interessava la regione libica da occidente verso oriente. E’ evidente il carattere esteso del fenomeno comprendente l’intera costa della Tripolitania e, sebbene in minor misura, della Cirenaica, abbracciando una fascia di circa 2000 km. Lo spostamento in questa direzione dell’onda di calore, e la sua lenta perdita di vigore, sono ben rappresentate nella seguente tabella, dove è indicato, per ogni stazione considerata, il più alto valore della temperatura massima e la data del suo verificarsi. Le località sono elencate procedendo da ovest verso est e, a esclusione di el-Azizìa, sono tutte località costiere.

Località

GIORNI

11 set

12 set

13 set

14 set

Zuàra

47.4°

 

 

 

Ez-Zauia

48.0°

 

 

 

Tripoli

 

45.0°

 

 

Sidi el-Mesri

 

45.0°

 

 

Homs

 

44.5°

 

 

El-Azizìa

 

 

58.0°

 

Bengasi

 

 

 

40.5°

El- Fuehàt

 

 

 

42.5°

Barce

 

 

 

42.7°

Cirene

 

 

 

40.0°

Tòbruch

 

 

 

37.0°

Tabella I

L’ondata di calore che ha colpito, con particolare intensità, l’intera area tripolitana, è perdurata alcuni giorni a el-Azizìa, come si può verificare dalla seguente tabella, dove sono indicate le temperature massime raggiunte durante quell’evento.

Località

GIORNI

11 set

12 set

13 set

14 set

15 set

El-Azizìa

50.0°

56.0°

58.0°

53.0°

53.0°

Tabella II

In quel periodo, non essendo ancora state installate stazioni sul versante a mezzogiorno della catena del Gebél, istituite successivamente, tra il 1925 e il 1935, a seguito del normalizzarsi della situazione politica nella regione interna, non si hanno raffronti diretti relativi all’episodio in questione. Tuttavia successivi rilevamenti termici hanno permesso di appurare che, anche senza allontanarci nella ricerca dell’origine della massa d’aria che ha determinato tali valori eccezionali, stazioni in ambiente desertico presenti nelle regioni del Fezzàn, nella Hamàda el Hòmra e nella Sirtica, possono raggiungere temperature superiori a 50°C; la punta massima di 55.2°C fu registrata a Gadàmes nel giugno 1933.

I valori della temperatura, indicati nella tabella I, riguardanti le altre località, sebbene inferiori di molto rispetto quello di el-Azizìa, hanno tuttavia il carattere di eccezionalità. Si riferiscono, infatti, a stazioni ubicate sulla costa, beneficiate quindi dall’influsso delle più fresche acque del mare. A titolo di esempio, i 45.0°C registrati a Tripoli il 12 settembre 1922 (il giorno 11 si raggiunsero 42.5°C) rappresentano il secondo valore più alto registrato nel periodo 1893-1939, durante il quale la temperatura massima estrema fu di 45.5°C, lettura eseguita nel luglio 1919. Se a ez-Zauia il termometro segnò, l’11, 48.0°C, il giorno precedente raggiunse 44.0°C e il 12 ancora 47.0°C; valori estremamente alti. Lo stesso dicasi per Homs, i cui 44.5°C del 12 furono preceduti dai 42.6° del giorno precedente. Se nelle località marine a est di Tripoli, valori estremi più elevati furono registrati in epoche diverse (Sirte 51.0°C, el-Agheila 46.0°C, Misurata Marina 48.9°C, Homs 49.0°C), Tripoli stessa e Zuara, in quel settembre, si avvicinarono moltissimo agli estremi storici. Ciò indica che l’onda di calore abbattutasi in quei giorni del settembre 1922 fu particolarmente tenace nella parte più occidentale della Tripolitania e quindi nelle località poste direttamente a nord della catena del Gebèl, che risentirono più di altre di questa eccezionale onda termica.

VALUTAZIONI CLIMATOLOGICHE

Non deve ingannare il fatto che el-Azizìa abbia raggiunto valori estremi superiori a quelli registrati in località ubicate in pieno deserto, sebbene in altri intervalli di tempo. D’altro canto el-Azizìa è una località già conosciuta in tempi precedenti per le sue caratteristiche di luogo particolarmente caldo. Altresì valori segnatamente alti sono stati registrati strumentalmente in altre occasione. Eccone alcuni esempi.

Valore della Temperatura

Periodo di rilevamento

52.9°

3° decade di giugno 1915

50.4°

1° decade di luglio 1920

55.0°

2° decade di maggio 1922

51.0°

2° decade di luglio 1922

52.0°

1° decade di agosto 1922

57.3°

Agosto 1923

51.2°

Giugno 1926

51.9°

Giugno 1928

Tabella III

 


Orografia di El Azizìa - 1926

Le masse d’aria che detengono attributi propri del clima sahariano, nell’avvezione verso le coste nord africane, tendono a mantenere le loro proprietà, facilitate dall’uniformità del terreno (che raggiunge temperature fino a 70°C) e si presentano quindi, anche dopo aver percorso migliaia di km, in condizioni piuttosto omogenee a quelle originali. Altro fattore da prendere in considerazione, è la particolare ubicazione di el-Azizìa, e della maggior parte della piana della Gefàra, situata ai piedi del ripido massiccio roccioso del Gebèl. Tale fatto determina, per venti provenienti dai quadranti meridionali, già caldi e secchi alla genesi, una compressione dell’aria che, dopo aver transitato alla quota di circa 3/400 metri dell’Hamàda el Hòmra, raggiunge le alte delle creste del Gebél, poste a circa 900 metri s.l.m., si getta nella sottostante piana della Gefàra, compiendo un “salto” di 750/800 metri. Se consideriamo quanto sostiene Amilcare Fàntoli che “… il Ghibli, in Tripolitania, è un vento caldo e secco fin dall’origine, che quando è costretto a sollevarsi di qualche centinaio di metri può bensì essere aiutato, nell’ascesa, dal calore latente che si libera nella condensazione della piccola frazione di vapore acqueo che tuttavia contiene, ma il suo moto resta essenzialmente d’origine meccanica. Inoltre il gradiente termico può diminuire sensibilmente e, perfino cambiare segno, per cui la massa d’aria, in molti casi, risulta termicamente omogenea per lo spessore di qualche ettometro. Ciò tanto più quando il flusso d’aria sahariana persiste da vari giorni e si svolge, su un terreno morfologicamente, e per costituzione, pressoché uniforme (sabbia, rocce e punta vegetazione), sul quale i processi d’irradiazione e di conducibilità non presentano apprezzabili differenze da un punto all’altro” ci risulta comprensibile, quindi, che temperature intorno ai 50°C nelle aree desertiche a sud del Gebél, nel caso di una dinamica meteorologica come quella del caso in trattazione, possano comportare un eccezionale rialzo termico a el-Azizìa che, in considerazione della sua ubicazione, subisce energicamente l’effetto del vento di caduta. Sebbene il fenomeno abbia qualche analogia con il föhn, qui viene a mancare la fase di precipitazione sopravvento che il movimento di sollevamento di una massa umida produce.

CONCLUSIONI

Sebbene il dato di 58.0°C sia accettato universalmente quale temperatura più elevata registrata sulla Terra, ha spesso suscitato discussioni, difficili da dirimere, sia per la precarietà di altri dati meteorologici della stazione reperibili per quei giorni, sia per le modalità di rilevamento del dato stesso. Vi è inoltre da aggiungere che il rivestimento di cemento catramato della terrazza del fortino dove era installata al capannina, con il suo potere radiativo, ben diverso da quello del terreno naturale, potrebbe aver influenzato il valore espresso dal termometro. Da quanto appreso, si ritiene di escludere invece la superficialità della lettura da parte del personale addetto di stanza nella località in quanto una eccezionale onda di calore si è effettivamente abbattuta sulla regione, come testimoniano le registrazioni nelle località viciniori e nella stessa el-Azizìa nei giorni vicini (vedi Tabelle II e III). D’altronde il valore di 57.3°C registrato nell’agosto del 1923 ben rappresenta quali rialzi termici siano in grado di verificarsi a el-Azizìa.

E’ d’obbligo però annotare che Amilcare Fàntoli, nel 1958, analizzando in maniera critica l’episodio, stima in 2°C l’eventuale eccesso della temperatura verificatesi quel 13 settembre, sulla base delle valutazioni accennate precedentemente tanto che, Fàntoli stesso, nel 1967, nella compilazione della tabella relativa alle Temperature massime assolute mensili di el-Azizìa, accetta il valore prima indicato di 57.3°C quale estremo massimo di tutto il periodo considerato per la località, e inserisce un punto interrogativo per l’estremo del settembre 1922, non facendo alcun riferimento, nella parte analitica, al valore di 58.0°C.
Insomma, per dirimere definitivamente la questione sulla più alta temperatura del mondo, forse non ci resta che attendere un valore superiore ai 58.0°C, rilevato in una stazione che si attenga agli attuali standard stabiliti dalla World Meteorological Organization. Nel frattempo manteniamo valido questo “record” che risale ai giorni in cui la Meteorologia si spingeva faticosamente nelle aree più sperdute del pianeta e cercava, aliena da considerazioni belliche o politiche, di uniformare a livello mondiale i suoi metodi. Peraltro, anche per il secondo sito che detiene un valore di temperatura estrema, spesso contrapposto a quello di el-Azizìa (la Valle della Morte in California, presso il Greenland Ranch, il 10 luglio 1913, dove si registrarono 56.7°C), furono avanzate riserve sulla affidabilità del dato.

APPENDICE I

Si ritiene utile pubblicare i valori medi relativi ai principali elementi meteorologici, rilevati nel periodo compreso tra il 1914 e il 1951, fatto debito delle interruzioni dovute a motivi bellici.

Climatologia di el-Azizìa

 

Temperatura media massima °C

Gen

Feb

Mar

Apr

Mag

Giu

Lug

Ago

Set

Ott

Nov

Dic

Anno

periodo

17.5

19.9

22.8

27.5

31.1

35.9

37.5

37.7

35.8

31.1

24.4

18.7

28.3

25 anni

 

Temperatura media minima °C

Gen

Feb

Mar

Apr

Mag

Giu

Lug

Ago

Set

Ott

Nov

Dic

Anno

periodo

5.6

6.4

8.5

11.3

15.1

18.5

20

20

19.4

16.2

11.5

6.8

13.3

25 anni

 

Temperatura media °C

Gen

Feb

Mar

Apr

Mag

Giu

Lug

Ago

Set

Ott

Nov

Dic

Anno

periodo

11.6

13.1

15.6

19.4

23.1

27.1

28.7

28.8

27.6

23.7

17.9

12.7

20.8

25 anni

 

Escursione termica diurna °C

Gen

Feb

Mar

Apr

Mag

Giu

Lug

Ago

Set

Ott

Nov

Dic

Anno

periodo

11.9

13.5

14.4

16.2

16.2

17.4

17.6

17.6

16.4

14.9

12.9

11.9

15.1

25 anni

 

Temperatura massima assoluta °C

Gen

Feb

Mar

Apr

Mag

Giu

Lug

Ago

Set

Ott

Nov

Dic

Anno

periodo

30.1

33.5

38.6

48.3

49.5

55.0

51.0

57.3

58.0

48.6

37.8

30.3

58.0

29 anni

 

Temperatura minima assoluta °C

Gen

Feb

Mar

Apr

Mag

Giu

Lug

Ago

Set

Ott

Nov

Dic

Anno

periodo

-3.2

-2.2

-0.4

1.0

5.4

8.3

12.9

10.4

11.9

5.5

1.3

-0.5

-3.2

29 anni

 

Umidità Relativa media in %

Gen

Feb

Mar

Apr

Mag

Giu

Lug

Ago

Set

Ott

Nov

Dic

Anno

periodo

59

56

50

41

37

34

37

41

47

47

54

59

47

10 anni

 

Frequenza annuale direzione del vento in %

1° quadrante

2° quadrante

3° quadrante

4° quadrante

Calme

25.4

16.8

22.6

24.8

10.4

 

Nuvolosità media in decimi

Gen

Feb

Mar

Apr

Mag

Giu

Lug

Ago

Set

Ott

Nov

Dic

Anno

periodo

4.2

4.2

4.2

3.6

3.4

2.3

0.8

1.2

2.4

3.5

4.4

4.2

3.2

n.i.

 

Quantità precipitazioni in mm

Gen

Feb

Mar

Apr

Mag

Giu

Lug

Ago

Set

Ott

Nov

Dic

Anno

periodo

50.7

37.7

23.2

9.7

3.9

1.3

0.2

0.2

7.2

15.1

25.8

43.3

218.3

29 anni

 

Giorni piovosi totali

Gen

Feb

Mar

Apr

Mag

Giu

Lug

Ago

Set

Ott

Nov

Dic

Anno

periodo

8.1

5.1

5.0

2.0

1.4

0.4

0.2

0.2

1.3

3.5

5.1

7.0

39.3

29 anni

 

Fenomeni vari – frequenza media annua

TEMPORALI

3.0

Periodo 16 anni

NEBBIA

7.0

Periodo 28 anni

NEVE

Si rammenta un solo episodio il 2 febbraio 1915

Periodo 29 anni

Tabella IV

APPENDICE II

Nel periodo della colonizzazione italiana altre stazioni pluviometriche, per scopi prettamente agricoli, furono installate in prossimità di el-Azizìa. Esse funzionarono, con alcune interruzioni, tra il 1929 e il 1949.

Sito

Alt.

Periodo funzionamento

Note

Azienda Pastorale De Micheli

?

Dal 11/1937 al 12/1939

 

Fattoria Evelina De Micheli

118

Dal 9/1935 al 12/1949

A circa 1 km dalla stazione ferroviaria; inattiva da 12/1942 a 9/1943

Società La Bonificatrice – km 49

?

Dal 12/1936 al 12/1938

 

Casa Dux

95

Dal 2/1937 al 12/1939

Inattiva da 12/1938 a 5/1939

Diga Uadi el-Hira gestita dalla Società Agricola Bonifica Azizìa

?

Dal 12/1929 al 4/1939

Inattiva da 11/1933 a 11/1934 e da 3/1938 a 10/1938

Tabella V

TERMOMETRO SIX-BELLANI


Il termometro
Six-Bellani

Si tratta di un termometro a massima e minima, ideato dallo scienziato inglese James Six (1731-1793) verso la fine del XVIII secolo e perfezionato dal canonico monzese Angelo Bellani (1776-1852), tra i primi in Italia ad avviare una produzione "industriale" di termometri di precisione e di altri strumenti per la meteorologia. Nell’ottocento, periodo di massimo utilizzo dello strumento, il pregio principale di questo termometro era quello di fornire le misure senza l’assidua presenza dell’osservatore. E’ costituito da una base, sulla quale è fissato un lungo tubicino a U, con un serbatoio d'alcool alla sua estremità sinistra ed una ampollina all'estremità destra, entrambe perfettamente chiuse. A sinistra e a destra, le ampolle e una porzione dei tubicini annessi sono riempiti di alcool mentre nella parte centrale, il tubicino, è riempito di mercurio. Due piccole barrette metalliche, rinchiuse in sottili boccette di vetro, che si riducono ulteriormente nella parte superiore, possono scorrere liberamente nei tubicini e fungono da indici metallici. Essi sono alloggiati all'interno dei tubicini di destra e di sinistra e separano il mercurio dall'alcool. Gli indici sono costruiti in modo tale che il mercurio (a causa della tensione superficiale) li possa spingere solo verso l'alto. Al crescere della temperatura il mercurio e l'alcool si dilatano, mantenendo stazionario l'indice di sinistra e spingendo verso l'alto l'indice di destra. Al diminuire della temperatura si verifica l'effetto inverso: il mercurio e l'alcool si ritirano, mantenendo stazionaria la posizione che l'indice di destra aveva raggiunto nella precedente dilatazione ed innalzando l'indice di sinistra. Con tali indicatori si è in grado di rilevare la temperatura massima e minima raggiunte nel periodo di misura. Per effettuare una nuova misura si riportano gli indici metallici a contatto col mercurio, agendo dall'esterno mediante una calamita.

BIBLIOGRAFIA

Angelo Del Boca (1986), Gli Italiani in Libia Tripoli bel suol d’amore 1860 – 1922 – Oscar Storia Mondatori, Milano.
Paolo della Cella (1819), Viaggio da Tripoli di Barberia alle frontiere dell’Egitto - Genova
Amilcare Fàntoli (1952), Le piogge della Libia – Ministero dell’Africa Italiana – Roma.
Amilcare Fàntoli (1958), La più alta temperatura del mondo su Rivista di Meteorologia Aeronautica – Anno XVIII, n°3, Roma.
Amilcare Fàntoli (1967), Contributo alla climatologia della Tripolitania - Ministero degli Affari Esteri – Roma.
Touring Club Italiano (1931), Guida delle strade di grande comunicazione – Italia Insulare, possedimenti e colonie – Milano.