di Massimo Riso

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Dopo l'uscita del numero precedente di RLMet mi è venuta l'idea di scrivere un racconto su questa montagna in Val Grana (provincia di Cuneo) dal nome particolare. Mi sono messo di buona lena a scrivere e dopo pochi giorni mi sono accorto che le pagine stavano diventando eccessive per poterle pubblicare su un solo numero. Quando ho posto il problema alla redazione tutti sono stati concordi nel dire: "Non c'è problema, faremo un racconto a puntate."
"Ma come faccio a pubblicare un racconto che non ho ancora finito e di cui non conosco neppure io ancora l'epilogo?" Ribadii.
Roberto mi disse: "La prima puntata secondo te è già pubblicabile?"
"Si." Risposi. Intuivo già dove voleva andare a finire.
"Bene, pubblichiamo questa, intanto vai avanti con il racconto.
"Ma..." Rimasi un po' interdetto; ci pensai un po', poi dissi: "Va bene, la prenderò come una sfida. Ne' io ne' i lettori conosciamo come andrà a finire, sarà una doppia suspense.

Così è nato questo racconto a puntate, vi prometto che non saranno più di tre, nel caso il racconto venisse più lungo, l'eventuale quarta puntata sarà pubblicata insieme alla terza.

Ora scoprite insieme a me che cosa è il "Mistero di Punta Tempesta".

Buona lettura.


Giovedì 20 settembre 2018

Tutto cominciò con un e-mail.
 


Una tipica giornata di "Maccaja" in Val Bisagno a Genova

Era una giornata uggiosa, una di quelle giornate umide con le nubi basse e poca o niente pioggia, solo una leggera pioviggine, a Genova la chiamano "maccaja", accesi il computer per leggere la posta e navigare in po’ in internet, soprattutto per vedere le previsioni del tempo e capire quando finiva questa "maccaja".

Un e-mail, inviata alla mia casella di posta di RLMet mi colpì subito, soprattutto per il titolo: "Strane coincidenze meteorologiche in Val Grana" di un certo Emilio Binardi di Recco.

Aprii subito il messaggio.

"Sono capitato sulla vostra rivista tramite Altavista cercando notizie sul clima della Liguria, non mi aspettavo proprio di trovare una rivista di meteorologia ligure, la cosa mi ha fatto molto piacere, ho letto tutti i numeri cominciando da quello attuale, poi andando sugli arretrati, ho letto anche i precedenti. Una cosa mi ha colpito molto, i racconti, perché non sono normali racconti di meteorologia, ma molti sono a cavallo fra realtà e fantascienza, non si capisce bene dove finisca la realtà e cominci la fantascienza e viceversa; solo dopo aver letto questi racconti mi sono deciso a scriverti, perché forse ho trovato una persona che possa capire quello che ho scoperto sulle particolari coincidenze del clima in Val Grana con le fasi lunari.
Concludo questa e-mail chiedendoti se posso partecipare a una delle vostre riunioni per illustrarvi meglio questa mia scoperta."

Naturalmente la cosa mi incuriosì talmente che gli risposi istantaneamente, invitandolo per il mercoledì successivo.

Mercoledì 26 settembre 2018
Per tutta la settimana pensai continuamente alle "strane coincidenze del clima in Val Grana" e che cosa potessero essere queste coincidenze con le fasi lunari, e soprattutto che cosa potessero aver a che fare con i miei racconti.

La mia curiosità era tale che arrivai alle 17.15, un quarto d’ora in anticipo alla riunione settimanale di meteorologia.

Queste riunioni si svolgono nella sede del CAI (Club Alpino Italiano) sezione Liguria, siamo tutti iscritti al CAI, per cui possiamo usufruire dei locali, inoltre la meteorologia è un argomento che interessa molto gli alpinisti e in genere chi frequenta la montagna, ed è vista di buon occhio questa nostra attività all’interno del Club Alpino.


Una delle nostre riunioni al CAI Ligure

Quando entrai in sede mi sentii chiamare dalla segretaria: "Mario, c’e’ una persona che ti cerca, è quel tipo quello che sta leggendo la bacheca delle gite." Disse indicandomi una persona quasi interamente calva ma con una folta barba nera, non molto alta circa un metro e settanta, vestita con jeans e una camicia di lana a quadri; era intenta a leggere il calendario delle gite sociali e teneva stretta fra le gambe, appoggiata al pavimento, una valigetta tipo ventiquattrore; era una di quelle persone cui è difficile dare l’età, poteva avere 35 anni come 45.

Mi avvicinai alle spalle e feci la classica tosse per richiamare l’attenzione di una persona, quando si voltò mi presentai: "Sono Mario, sei Emilio quello di Recco?" Stavo per dire "Quello delle strane coincidenze." Ma corressi al volo con Recco.

"Si, sono io." E mi diede subito la mano, che io strinsi calorosamente.

Indicando con la mano destra la saletta in cui normalmente ci riunivamo dissi. "Gli altri non sono ancora arrivati, siamo un po’ in anticipo, intanto potremmo sederci e cominciare a parlare un po’".

Io misi la valigetta del computer portatile, che sempre mi portavo dietro alle riunioni di meteorologia, sull’angolo del tavolo, lasciando più spazio possibile a Emilio che aveva già aperto la sua valigetta, il cui interno era diviso in scomparti come i portafogli dei cartoni animati, da questi estrasse un pacco di fogli.

Mentre faceva questa operazione feci la domanda per cui mi rodevo da una settimana: "Intanto mi piacerebbe sapere una cosa, che nesso vi è fra i miei racconti e le strane coincidenze del clima in Val Grana di cui mi hai parlato nell’e-mail?"

"Non è una cosa semplice ne’ breve da raccontare, ma posso dire una cosa, io so che la luna ha una influenza sull’atmosfera così come la ha sul mare." Io annuii di conferma, infatti tutti sanno che la luna genera le maree negli oceani ma molti ignorano che anche l’atmosfera è fortemente influenzata dalla luna, però nessuno fino ad oggi è riuscito a dimostrare se questa influenza genera dei cambiamenti meteorologici. "Ma io ho scoperto una serie di coincidenze fra alcune tempeste che si generano in alta Val Grana e la luna quando è nella fase del plenilunio, e questo fenomeno si accentua, tramutandosi spesso in tragedia per i malcapitati che si trovano in zona, nei pleniluni equinoziali, molte persone sono scomparse; più il plenilunio coincide con il giorno dell’equinozio più la tempesta che si genera è violenta e lunga, ma mai oltre la notte. Qui ho tutta la documentazione di supporto a quanto ti sto dicendo"

Concluse la frase tenendo i fogli con la mano destra e scorrendo le pagine con il pollice della sinistra, si intravedevano grafici, tabelle di dati, fogli fitti di scrittura.

Nel mentre si aprì la porta ed entrarono Rinaldo e Vittorio.

"Ciao, vedo che siete in anticipo anche voi." Dissi alzandomi e andandogli incontro.

"Certo, dopo l’e-mail che mi hai mandato sulle strane coincidenze del clima in Val Grana non resistevo senza saperne di più." Disse Rinaldo mentre entrava nella saletta.

"Lui è Emilio, loro sono Rinaldo e Vittorio."

Dopo aver finito con i saluti dissi. "Manca solo Giovanni e poi siamo al completo, lui però viene di solito un po’ più tardi, possiamo anche incominciare".

"Emilio aveva appena cominciato a raccontarmi delle sue ricerche sul clima della Val Grana, mi stava dicendo che in coincidenza con i pleniluni, in particolar modo quelli equinoziali, nell’alta Val Grana si scatenano delle violente tempeste, che però si esauriscono sempre prima dell’alba, se non ho capito male."

"Esatto." Riprese Emilio estraendo un grafico dal suo plico di documentazione. "Vedete, queste sono le fasi lunari." Ed indicò una linea sinusoidale. "Queste altre sono le tempeste." Indicando un grafico a barre sovrapposto alla sinusoide. "Le barre più chiare sono i temporali, mentre quelle più scure sono normali piogge. Le parti superiori della sinusoide corrispondono ai pleniluni, le parti inferiori ai noviluni, salta subito all’occhio che in corrispondenza dei pleniluni vi è sempre un temporale, non è vero però il contrario, in corrispondenza di un temporale non vi è sempre un plenilunio." Nel mentre tirò fuori un altro grafico. "Se guardiamo il grafico dei temporali, apparentemente non si nota nulla di strano nella loro frequenza, solo se sovrapposto a quello delle fasi lunari si notano le coincidenze."


Il grafico di Emilio, riferito all'anno 2017
La linea sinusoidale sono le fasi lunari, le barre chiare pioggia con temporale, quelle scure pioggie senza temporale.

"Permettimi una domanda." Dissi io guardando perplesso i due grafici sovrapposti. "Come ti è venuto in mente di andare a sovrapporre i temporali con le fasi lunari? Tu stesso stavi dicendo che guardando solo i temporali non si scorge nulla di particolare."

"Beh, se devo essere sincero la coincidenza non l’ho scoperta io, se avete un po’ di tempo vi racconto tutta la storia dall’inizio, così avrete un quadro della situazione il più preciso possibile, e forse capirete il nesso con gli strani racconti che pubblicate sulla rivista."

"Sono tutt’orecchi, e tempo ne abbiamo."

"Si." Disse Vittorio. "Sono le cinque e mezza, abbiamo oltre due ore buone."

"Bene, due anni fa andai in villeggiatura per un mese in Val Grana insieme a mia moglie e ai miei due figli di cinque e sette anni, affittai un appartamentino a Castelmagno, è il posto ideale per andare in villeggiatura con i bambini, lì possono scorrazzare quanto vogliono in mezzo all’aria pura; feci amicizia con una persona anziana che vive lì da sempre, credo che anche i suoi genitori e i suoi nonni fossero di Castelmagno. Una sera discorrendo gli chiesi se per andare sulla Punta Tempesta ci fosse un buon sentiero. Avevo intenzione di fare un’escursione e il nome di quella cima mi aveva colpito, non sto ora a descrivervi l’itinerario per la cima perché esula dal contesto, ma una cosa mi disse alla fine, anche se ha sicuramente più di ottant’anni la sua voce è tutt’altro che da vecchio, ha una voce chiara e tenorile: "Lo sai perché la Punta Tempesta ha quel nome?"

"Veramente no." Gli risposi. "Presumo perché sia un monte in cui facilmente picchiano i fulmini." mai pensavo allora alle tempeste vere e proprie.

"Perché…" mi rispose lasciando un attimo appeso il discorso, poi riprese. "Perché su quel monte si scatenano delle furiose tempeste, e te lo posso confermare per esperienza diretta, anch’io quando ero giovane scalavo le montagne, ero anche un buon alpinista, ora mi accontento di guardarle, ma non me ne cruccio, fin che ho potuto ho scalato cime, vette, sono stato sui 4000 della Valle d’Aosta, ed ai miei tempi ti assicuro non era facile come ora, ma ritorniamo alla nostra Punta Tempesta, quando parlo di montagne perdo sempre il filo del discorso, dicevamo… ah si, su quella montagna si scatenano delle furiose tempeste, vedi questa mano." Mi fece vedere la mano sinistra, gli mancavano tre dita: il mignolo, l’anulare e il medio.

"Vedi, queste dita lo ho perse lassù in inverno, stavo scalando il canalino della parete nord, le condizioni della neve erano pessime, abbiamo perso un mucchio di tempo, il buio ci è venuto addosso, abbiamo dovuto bivaccare in una grotta a metà via, poi si è scatenata la tempesta. Il mio amico è stato sbilanciato dal vento ed è caduto, io ho perso tre dita. Dovetti fare il resto della via da solo. Fortunatamente le tempeste che si scatenano lassù normalmente non durano molto, al mattino il tempo era bello. Per cui, capisci bene, conosco quel monte come le mie tasche, nel bene e nel male."
"Questa è più o meno la storia chi mi raccontò, starlo a sentire è veramente un piacere. Il giorno dopo salii sulla Punta Tempesta, diedi un’occhiata alla parete Nord, il canalino era lì sprofondato nella parete, la grotta non la vidi, ma poteva benissimo essere nascosta dietro a qualche roccia. Non pensai più a quella storia per quasi un anno."

"L’anno scorso ritornai nuovamente in villeggiatura a Castelmagno e conobbi un’altra persona, un certo Dànilo Schiavetti, anche lui è residente a Castelmagno, ma la cosa fondamentale è, che è appassionato di meteorologia, ed ha una stazione meteo, non solo, ma tiene le statistiche anche dei temporali. Quando seppi questo mi sovvenne il racconto del vecchio e la storia della Punta Tempesta, per cui gli chiesi se mi poteva dare i dati della sua stazione meteo e dei temporali, cosa che mi diede senza nessuna difficoltà."

"Da quei dati ho ricavato questi grafici."

"Ma ancora non capisco come sei arrivato a sovrapporli alle fasi lunari." Disse Vittorio.

Nel mentre sentimmo aprire la porta, era Giovanni.

"Ciao Giovanni." Dissi io. "Ora siamo al completo, lui è Emilo, quello di Recco di cui ti ho parlato nell’e-mail."

"Bene, Bene." disse Giovanni mentre gli stringeva la mano. "C’è sempre bisogno di qualcuno che porti qualche idea nuova per la rivista, e da come mi ha spiegato Mario, hai fatto una ricerca sul clima della Val Grana."

"Non proprio sul clima." Iintervenni io. "Ma su particolari tempeste che avvengono in alta Val Grana."

Gli riassunsi brevemente l’esposizione che aveva fatto Emilio, anche Giovanni ripeté la stessa frase. "Ma come ti è venuto in mente di sovrapporre il grafico dei temporali con quello delle fasi lunari?"

"Si, ora ve lo spiego." Riprese Emilo. "Come vi ho già detto all’inizio, questa parte non è merito mio, dovete sapere che mia moglie ha un’amica che è un’astrologa, legge le carte, fa gli oroscopi; io a queste cose non vi credo, però gli astrologi quelli "seri" tra virgolette, conoscono alla perfezione la posizione dei pianeti e della Luna. Una sera, avevo dimenticato il grafico dei temporali in salotto, io ero su una poltrona a leggermi un libro, mentre mia moglie e la sua amica parlavano dei fatti loro; ad un cero punto la sua amica prese il grafico e lo guardò, poi disse: "Ti sei messa anche tu a studiare l’astrologia?"

"No." Rispose mia moglie. " E' di Emilio, e non credo si sia messo a studiare astrologia, lui non crede a queste cose."

Io sentendomi tirare in causa intervenni "No, certo che no, io, come tu ben sai, all’astrologia non vi credo."

"Eppure questo grafico riproduce le fasi lunari, con alcune interferenze che non capisco a cosa siano dovute, non certo a qualche pianeta…"

"Come sarebbe che rappresenta le fasi lunari, questo è il grafico dei temporali che avvengono in Val Grana, la luna c’entra come i cavoli a merenda."

"Eppure ti assicuro che in corrispondenza delle date dei pleniluni c'è sempre una di queste barre più chiare."

"Con i pleniluni? Me ne sei sicura?"
 


Il grafico di Emilio, riferito all'anno 2017, senza le fasi lunari.
Le barre chiare rappresentano pioggia con temporale, quelle scure piogge senza temporale.

Presi il grafico in mano e lo guardai perplesso. Effettivamente sembrava ci fosse una ciclicità nei temporali, potevano effettivamente essere in coincidenza con le fasi lunari.

Mia moglie intanto seguiva la discussione divertita, la sua amica stava intrattenendo una discussione di astrologia con me, io ce aborrivo l’astrologia, e nel momento in cui io osservavo perplesso il grafico intervenne. "Emilio, come mai ti interessi di astrologia, ti sei forse convertito?"

"Un momento." Risposi. "Le fasi lunari c’entrano semmai con l’astronomia, e gli astrologi se ne sono impossessati, ma ora scusatemi devo fare un controllo."

"Ma dove ha preso quel grafico tuo marito?" Sentii mentre uscivo dal salotto ed entravo nel mio studio, non sentii la risposta, ormai un tarlo mi rodeva la testa, dovevo verificare quanto aveva detto l’amica di mia moglie.

Accesi il computer, avevo installato tempo addietro un programma di astronomia, uno di quelli cui inserisci una data e ti restituisce la posizione degli astri. Inserii tutte le date dei temporali, ebbene, scoprii che in corrispondenza dei pleniluni vi era sempre un temporale, ma non viceversa, alcuni temporali erano in date casuali.

Feci così un grafico che sovrapponeva le fasi lunari ai temporali, quello che vi ho fatto vedere prima.

Qui sotto ci deve essere un mistero non indifferente, perché mai solo in una zona così limitata si verificano temporali in concomitanza con i pleniluni? Soprattutto con i pleniluni equinoziali. Perché solo la notte?

"Ora capisci il nesso con i tuoi racconti?" Disse guardandomi negli occhi.

Ci furono alcuni minuti di silenzio totale, ognuno di noi stava assimilando quanto aveva detto Emilo, sembrava troppo inverosimile, ma se i dati che aveva portato erano affidabili allora c’era veramente sotto un mistero.

Nessuno di noi parlava ancora, allungai la mano e presi i fogli con i dati, quasi più per fare qualcosa che per verificarli, poi dissi: "Se siete d’accordo, secondo me dovremmo andare sul posto e verificare i dati."

"Ti assicuro che i dati sono affidabili, la stazione di Dànilo è una Davis, e lui è un tipo meticoloso, non registrerebbe mai un dato di cui non è sicuro."

"D’accordo, d’accordo, ma non intendevo questo tipo di verifica." Dissi io guardando ancora i grafici che avevo in mano. "Ma fare una spedizione meteorologica con tutti gli strumenti possibili alla Punta Tempesta durante un plenilunio."

"Ma se è vero quello che ha raccontato il vecchio." Disse Vittorio. "Sarà pericoloso andare lassù, se non ho capito male molta gente ci ha lasciato la pelle durante quelle tempeste."

"Beh... questo non è esatto." Rispose Emilio "Sono scomparse, il vecchio ha parlato di persone scomparse non di morti."

"E non è forse la stessa cosa?"

"Non saprei, quando il vecchio ha palato di persone scomparse vi era uno sguardo terrorizzato sul suo volto, come se fosse successo qualcosa di …, non saprei, comunque sicuramente qualcosa di spiacevole."

"Te lo avevo detto io che è pericoloso." Disse Vittorio rivolgendosi a me.

"Sentite ragazzi." Intervenne Giovanni. "Non dobbiamo partire domani, se decidiamo di fare questa spedizione sarà una cosa che dobbiamo pianificare per bene, convengo con Vittorio che può essere pericoloso, ma sapendo a che cosa andiamo incontro possiamo prevenire il pericolo e minimizzarlo."

"Giusto." Disse Rinaldo. "E poi non dimenticate che se Emilio ha ragione potrebbe essere una scoperta non indifferente. Una zona di anomalia climatica in relazione con la luna, se riusciamo a provarla ed a misurarne gli effetti può essere davvero una scoperta sensazionale, ricordate che nessuno fino ad oggi è riuscito a mettere in relazione fenomeni meteorologici con le fasi lunari."

"Se permettete…" Intervenne Emilio. "Nella la prossima primavera vi sarà un plenilunio in corrispondenza dell’equinozio, e precisamente sarà il 21 marzo alle ore 1.43’ e se non vado errato sarà di giovedì."

"Bene." disse Giovanni. "Abbiamo sei mesi per preparare la spedizione.

 

Fine prima puntata

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Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale.