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![]() di Roberto Pedemonte |
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NEVICHERA’, NO ANZI PIOVERA’, NO ANZI CI SARA’ IL SOLE Si sperava di non dover tornare su questo argomento ma, purtroppo, i fatti di cronaca meteorologica di quest’inverno, peraltro di non eccezionale valenza, ci impongono alcune considerazioni. Non ci riferiamo ai fatti in se stessi, e neanche solamente alle cronache, spesso romanzate, riportate dai mass media. Ci si riferisce invece alla grande messe di notizie e previsioni meteo che oramai ci giungono da ogni parte. Una vera raffica di informazioni che pervengono anche dalle più disparate e sorprendenti fonti. Moltissimi siti Internet offrono i “presagi” (come venivano denominati una volta) del tempo a breve e medio termine, carte sulle precipitazioni previste per tutta la settimana appena iniziata, rappresentazioni di modelli che forniscono le previsioni delle temperature, della nuvolosità, dell’umidità, della pressione atmosferica, insomma di tutti i parametri meteorologici. Oltretutto sono informazioni aggiornatissime, in continua evoluzione. In televisione ogni canale, da quelli nazionali a quelli regionali, ha la sua bella rubrica di previsione meteo, talvolta abbinata a quella dell’oroscopo (forse anche perché oroscopo è sinonimo di previsione, Zanichelli, 1998), dove alla disamina dello stato del tempo del momento, fa seguito quella sulle condizioni previste per i giorni successivi. Lo stesso avviene sulla carta stampata naturalmente. Sia chiaro, non si è contrari all’informazione, anche a quella di massa, anzi. In un paese democratico è giusto che chiunque abbia la possibilità di dire la sua. Tale “libertà” di espressione tuttavia, specie in un campo come la meteorologia e in particolare le previsioni meteorologiche, può essere dannosa, ritorcersi contro la stessa scienza per la quale, magari, si ha un interesse. L’informazione, se contraddittoria, genera ambiguità da parte di chi ne usufruisce e di conseguenza, senza prendere in considerazione le perdite economiche e talvolta, purtroppo, di vite umane, cagiona mancanza di fiducia verso questa disciplina. Accade che confrontando previsioni relative a un determinato periodo, diciamo i due giorni o addirittura il giorno successivo, si aprano scenari diversi, anche diametralmente opposti, come è accaduto quest’inverno. E non ci si riferisce esclusivamente a informazione redatte da misconosciuti dilettanti, ma anche ad avvisi forniti da organi ufficiali o enti e aziende preposti a tale attività. Non si vuole fare una critica alla previsione singola, per carità, l’errore umano, di calcolo o di valutazione, rientra nella problematica della materia. Prevedere sole per il giorno successivo e, appena alzati la mattina, constatare invece che ci sono 30 centimetri di neve è una previsione sbagliata: anche se grave errore, ci può stare. D’altra parte sono “previsioni” del tempo che farà e non “certezze” del tempo che farà. Quello che si vuole esprimere è che a quell’esempio di previsione sbagliata appena accennato fa da contraltare una previsione corretta mostrata da altra fonte. Decine, centinaia di informazioni che quotidianamente ci vengono erogate sulle previsioni per i giorni successivi mettono in risalto questa differente interpretazione. Ed è una cosa che accade con molta frequenza quella di avere scenari diversi per un medesimo giorno. Non solo difformità su valori previsti di temperatura o di millimetri di precipitazione, ma anche sullo stato generale del tempo che farà. Il problema quindi è: a chi bisogna dare fiducia? Se una persona che si interessa di meteorologia, e conosce appena più a fondo alcune basi, riesce a destreggiarsi in mezzo a questo dedalo di notizie, cosa può fare chi, in altre parole la stragrande maggioranza degli utenti, fa riferimento solo sulle ultime righe di quanto esposto dai previsori e, in pratica, gli interessa conoscere solo se nevicherà, pioverà o ci sarà il sole? Risulta evidente che sia giunta l’ora di regolamentare questo campo di attività. Ci è capitato di leggere, nel forum della rivista SCI, una lettera del sindaco di Aprica. Ecco! Tra i non addetti ai lavori ci sono sicuramente persone come il sindaco che hanno ben chiare queste problematiche e che soffrono nel vedere degenerare la situazione italiana, specialmente se confrontata con altre realtà europee. Ci sovviene una frase di Rudyard Kipling che, parafrasando potremo trascrivere: “Un inglese? Un imbecille. Due inglesi? Due imbecilli. Tre inglesi? Un popolo”. “Un tedesco? Un lavoratore. Due tedeschi? Una birreria. Tre tedeschi? La guerra”. “Un francese? Un eroe. Due francesi? Due eroi. Tre francesi? Un menage”. “Un russo? Una bomba. Due russi? La rivoluzione. Tre russi? Nulla”. “Un italiano? Un bel tipo. Due italiani? Un litigio. Tre italiani? Tre previsioni del tempo”.
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