![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
(Prima parte) Introduzione La più affascinante, la più leggiadra delle idrometeore, gioia immensa della nostra infanzia. La poesia dei paesaggi innevati! Mi vengono in mente i versi di Orazio: “ Vedi come per l'alta neve candido Sciogli il freddo, altri legni al focolare A Taliarco (I, 9), traduzione di Paolo Buffalino Ma la neve adornamento magico della natura di cui illustreremo le caratteristiche principali, non è solo suggestione ma anche, attraverso il turismo invernale, risorsa economica fondamentale per molti paesi di montagna ed è pure positivo elemento dal punto di vista idrogeologico, agricolo e forestale, anche se ovviamente può produrre fastidi, disagi e problemi nelle nostre città. La formazione della neve La formazione della neve, come peraltro quella della pioggia, è un fenomeno molto complesso. Le nuvole sono costituite di microscopiche goccioline d’acqua (droplet) del diametro di 10-50 micron, formatisi dall’aggregazione di miliardi di molecole di H2O del vapore saturo o soprasaturo attorno a dei nuclei di condensazione costituiti da grani di pulviscolo atmosferico ( sale marino, solfati o nitrati), denominati nuclei di Aitken. Nelle nuvole a temperatura positiva, le gocce di pioggia (diametro 0,5- 0,2mm) si formano per urto reciproco (coalescenza) delle “droplet”. In quelle a temperatura negativa avvengono altri fenomeni:
Se la temperatura dell'aria negli strati più bassi è > di 0°C su un sufficiente spessore, i fiocchi fondono e continuano la loro caduta sotto forma di gocce pioggia; in caso contrario raggiungono il suolo e, se questo è sufficientemente freddo, generano un accumulo di neve La mutevole forma dei cristalli Il primo scienziato che trattò dei cristalli di neve ponendosi delle domande sulla ragione della loro simmetria esagonale fu Keplero agli inizi del 600’. Nel 1635 Cartesio diede la prima descrizione di alcuni tipi di essi, assai accurata compatibilmente con il fatto di poterli osservare al più attraverso una semplice lente. Nel 1665 il fisico inglese Hooke pubblicò un grosso volume, intitolato “Micrografia”, contenente disegni di piccoli oggetti e di particolari, risultato di una enorme quantità di osservazioni fatte con il microscopio, da poco inventato. Tra questi figuravano vari tipi di cristalli di neve, con evidenziati dettagli che mai si erano visti prima. Nel 1931 i microfotografi americani W. A. Bentley e W.J. Humphreye diedero alle stampe un famoso volume : “Snow Crystals” contenente 2000 immagini di cristalli; tale opera, un classico è stato ristampata di recente. Ancora, negli anni 30’, il fisico nucleare giapponese Ukichiro Nakaya fece approfonditi studi sulla loro natura riuscendo anche a produrli artificialmente. Il suo fondamentale lavoro è stato pubblicato nel 1954 con il titolo “Snow Cristals: Natural and Artificial” La morfologia.dei cristalli di neve è determinata sopratutto dall’ambiente (grado di soprasaturazione, temperatura) dove si sviluppano, secondo lo schema indicato qui sotto:
Tali morfologie sono state classificate nel 1951
dalla Commissione Internazionale della Neve e del Ghiaccio come indicato
in figura 3 . Vi si evidenziano 7 tipi principali: a piastre (plates), a
stelle (stellar crystals), a colonne (columns), ad aghi (needles), a
dentriti spaziali (spatial dentrites), a colonne a cappello (capped
columns), ed a forma irregolare (irregular particles), cui si aggiungono
tre tipi di precipitazione ghiacciata: neve granulosa friabile (graupel),
gragnuola (ice pellets) e grandine (hail).
Riportiamo ancora, qui di seguito, alcune belle immagine dei tipi caratteristici ricavate dal sito www.snowCristal.com (“A field guide to failing snow”)
Continua nel
prossimo numero |
||||||||||||