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![]() di Roberto Pedemonte |
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METEOROLOGIA E MASS MEDIA C’è da chiedersi se sia legittimo nutrire qualche speranza affinché, in questo paese, la meteorologia riesca a uscire dal proprio guscio scientifico e presentarsi in modo divulgativo, ma serio, al grande pubblico. Se in altre parole vi sia qualche speranza perché, in questo paese, si riesca a divulgare informazione meteorologica con nozioni scientifiche, anche solo di base. Al di fuori delle rubriche di previsione del tempo la meteorologia viene trattata spesso quasi come scienza occulta, e i suoi addetti, per quanto competenti, svolgono la funzione di meri intrattenitori. E sì che la voglia di informazione meteorologica seria da parte della gente c’è. Basti pensare al successo ottenuto, durante l’ultimo Festival della Scienza di Genova, dal centro Idrometeorologico dell’Arpal ligure che ha accolto centinaia di utenti, molti dei quali desiderosi di approfondire la conoscenza della materia. Nell’editoriale del numero precedente è stato scritto: “…Il tema è “Clima urbano, città e architettura”. Certo il convegno (a pagamento) è pressoché riservato agli addetti ai lavori, ma non si chiede che si debba partecipare alle giornate per essere aggiornati in maniera bilanciata su un particolare aspetto della meteorologia; sarebbe invece un eccellente servizio alla comunità se i mass media avessero la capacità di sintetizzare quanto uscirà da quel dibattito e quindi divulgarlo al pubblico senza enfatizzarne i risultati. Questo è solo un esempio, vicino a noi nel tempo e nei luoghi, ma ci sono decine di tali occasioni di divulgazione ragionata, pronte a venire in aiuto al cittadino lettore, basta saperle cogliere.” Ci si riferiva al XVIII Colloquio dell’Associazione Internazionale di Climatologia che si è tenuto a Genova tra i giorni 7 e 10 settembre appena trascorsi. Qualcuno ha potuto leggere qualcosa di questo evento
su un qualsiasi foglio di carta stampata? Qualcuno ha potuto vedere
anche un breve filmato in qualsiasi telegiornale o potuto sentire anche
un minimo resoconto alle radio (locali, private o pubbliche)? E allora, secondo voi, anche sulla scorta di quanto accennato nei primi capoversi di questo editoriale, è legittimo nutrire qualche speranza affinché, in questo paese, la meteorologia riesca a uscire dal proprio guscio scientifico, e presentarsi in modo divulgativo ma serio al grande pubblico? In questo numero della Rivista presentiamo, tra gli altri interessanti interventi quali la seconda parte dell’articolo sul Clathrate e la prima di uno sulla Forza di Coriolis, il lavoro preliminare che alcuni di noi hanno elaborato sulla base delle campagne sul campo effettuate per studiare il campo termico dell’area urbana di Genova, presentato al convegno di climatologia cui si accennava prima. Buona lettura.
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