La Rivista Ligure di Meteorologia ha cambiato
aspetto grafico. Già dal numero precedente avevamo dato un
taglio nuovo alla copertina e da questo numero anche le pagine
interne della rivista avranno la medesima impostazione. Questo
Non significa che siano cambiati i nostri, pur modesti,
obiettivi o che dopo venti numeri nuove idee stravaganti si
siano allignate nelle nostre menti. Più semplicemente, nel
nostro piccolo fertile terreno, abbiamo cercato di apporre
qualche miglioramento grafico (grazie al nostro Massimo Riso),
che renda più leggibile e per certi versi più ammiccante il
contenuto, pur rimanendo, quest’ultimo, fedele a quanto ci
eravamo proposti ormai cinque anni fa (vedi
Editoriale del n° 1).
Nel nostro intento c’è anche quello di aprire
nuove finestre sul mondo della meteorologia senza abbandonare,
anzi cercando di migliorare ciò che riteniamo di buono sia stato
fatto in passato. Oltre alle consuete rassegne e agli
interessanti articoli in questo numero presentiamo la nuova
rubrica “Meteorologia d’altri tempi”. Riportiamo parte
della presentazione per introdurvi a quello che è il nostro
scopo, ovvero “… rivisitare pagine di cronaca e di storia della
meteorologia del passato, tempi in cui l’uso di strumenti,
seppur in crescita, era limitato a pionieri, tempi in cui la
scienza meteorologica, ben lungi dall’essere organizzata e
codificata come al giorno d’oggi, era riserva di pochi
scienziati e appassionati che dedicavano a essa la loro vita.
Studiosi che hanno compiuto, nel corso della loro attività
scientifica, esperimenti rivoluzionari, viaggi pericolosi,
costruito strumenti innovativi o dedicato il loro tempo alla
raccolta delle osservazioni sui fenomeni dell’atmosfera,
descrivendoli, misurandone i valori con apparecchiature non
ancora normalizzate, spesso anche non confrontabili…”.
Ad aprile, come consuetudine, si è svolta
l’Assemblea Generale della Società Meteorologica Italiana,
quest’anno al castello Borello di Bussoleno, splendida dimora
storica medievale in posizione magnifica sulla Valle di Susa e
nuova sede della SMI. Benché l’ubicazione sia terribilmente
periferica rispetto al territorio italiano, abbiamo costatato
che le presenze (una sessantina), si sono mantenute pressoché
stazionarie a confronto di quelle conteggiate negli anni scorsi,
in sedi più “centrali”. D’altra parte un numero maggiore di
partecipanti non sarebbe neanche potuto essere accolto nel pur
ospitale salone del maniero. Ambiente superbo, relatori
interessanti, clima (non solo meteorologico) amicale. Insomma
una bella giornata tra amici, condensata di relazioni, libri,
discussioni meteo, ecc.
Abbiamo altresì notato che seppure il numero
dei partecipanti, come detto, sia rimasto quasi invariato, è
variata, o meglio si è concentrata, l’area di provenienza degli
intervenuti: l’angolo nord occidentale del paese (Piemonte in
testa [ovviamente], qualche ligure, ancora meno emiliani e
toscani, non sapremmo dire da altre regioni, anche vicine!). Un
ritorno alla Subalpina? Possibile che tra i mille e più soci sia
il solito 5% che possa dedicare un solo giorno all’anno,
ripetiamo, un solo giorno all’anno a un incontro che vede
protagonista la scienza amata e che consente di fare la
conoscenza personale di altri che hanno la stessa “passione”
(vedi ancora Editoriale di RLMet n° 1). Diciamo conoscenza
personale perché sebbene via Internet, Posta Elettronica e
Messenger vari sia molto facile e meno dispendioso in soldi e
tempo fare e coltivare amicizie, è solo conoscendoci di persona
che è possibile far progredire la Società, farle intraprendere,
compiutamente, la strada della pienezza del nome che porta. Un
giorno ogni anno da dedicare alla nostra Società dovrebbe essere
sacrosanto. E’ evidente che intraprendere un viaggio dalle
regioni più lontane rispetto alla sede dove si terrà l’Assemblea
non sia agevole e sia anche dispendioso. Ma se ben pensiamo in
quali maniere, anche futili, spesso è speso il denaro, pensiamo
non sia impossibile raccogliere questo invito.
Per chi scrive è così, con la presenza fisica
all’Assemblea Generale, che si consolida l’appartenenza alla
nostra Società. Facciamo uno sforzo. Facciamo in modo che la
prossima sia l’assemblea di tutti i soci.