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PREVEDERE IL TEMPO E' UNA COSA SERIA:
RICORDO DI STEFANO GALLINO (1969-2015)

04.08.2015


Giovedì 30 luglio 2015 è morto in tragiche circostanze, togliendosi la vita,
Stefano Gallino, 46 anni, valido previsore dell'ARPA Liguria ed esperto di meteorologia marina.

La redazione di Nimbus si unisce al dolore di familiari e colleghi, ed eccone di seguito un ricordo del socio SMI Roberto Pedemonte (Genova).




Stefano non c’è più. Ho ancora nella mente il volto sorridente che aveva alla presentazione in Palazzo San Giorgio e alla libreria Feltrinelli del suo bellissimo libro sulle mareggiate liguri, realizzato insieme al collega Luca Onorato e ad Alessandro Benedetti.

Il suo lavoro al Centro Meteo della Regione Liguria lo aveva introdotto in tutte le case, durante i collegamenti televisivi settimanali del TG3, per illustrare il tempo del fine settimana. Ciascuno aveva avuto modo di comprendere quanto fosse entusiasta, appassionato e competente.

Eppure, a poche ore dalla tragica ed ennesima inondazione che ha colpito il cuore di Genova, il 9 ottobre 2014, la carta stampata, le televisioni, il web e i politici, ma non solo questi, non hanno avuto il minimo tentennamento nel vibrare colpi bassi e, come spesso accade, incompetenti, per diffamare in un sol colpo l’opera del Centro Meteo, dimenticando quanto di positivo questo avesse prodotto nel corso della sua lunga attività. Accuse che venivano inferte anche da persone che operano nel mondo della meteorologia (talvolta manipolate con i consueti “taglia e incolla” redazionali).
Qui non intendo esaminare come sia stata affrontata l’evoluzione dell’evento alluvionale, vorrei invece rimarcare come sia facile "cavalcare la tigre".
Come sia comodo esprimere giudizi sulla condotta delle persone, a fatti avvenuti.

Ritornando a quei giorni che hanno seguito l’evento, era comune leggere sulle pagine dei mezzi d’informazione ciò che “gli esperti” avrebbero fatto se, in quelle occasioni, fossero stati ufficialmente deputati a prendere decisioni in merito. Parole che godono di poco fondamento perché quando non si hanno responsabilità è fin troppo semplice trarre conclusioni, individuare soluzioni e decisioni. Tanto, qualsiasi cosa venga sostenuta, non sarebbe sottoposta ad alcuna indagine. È fin troppo facile versare la colpa su chi, messo all’angolo, ha sempre svolto il proprio lavoro con impegno, serietà e onestà.

Le previsioni del tempo sono tali: previsioni. Presagi, come si chiamavano un tempo, sempre più attendibili con il progresso della tecnologia e della conoscenza, ma mai certezze. Questa disciplina ha ancora molti passi da compiere per fornire risultati altamente affidabili a scala locale sui quali porre le basi per elaborare analisi sempre più utili alla comunità.
Le sicurezze del dopo lasciamole ai tanti parolai di questa scienza che, ormai, annovera migliaia e migliaia di “esperti”. Ho già avuto modo di esprimere la mia rabbia in passato, ma questa volta, la messa alla berlina da parte di ignoranti, ha colpito a fondo la sensibilità di una persona che ingiustamente si è trovata a dover parare colpi scagliati da ogni dove.

Ricordo che alcune settimane dopo i tragici fatti, incontrai Stefano con sua madre nel centro cittadino e, in quell’occasione, mi disse quanto quegli attacchi lo avessero ferito e addolorato, come se gravassero su di lui e sui suoi colleghi le colpe di decenni di ignavia, di inerzia e di negligenza di schiere di uomini pubblici. Gli avvoltoi dell’alluvione genovese hanno reclamato la vita di una persona sensibile, entusiasta del proprio lavoro e professionalmente retta e competente.

Che l’onda sia ancora e sempre con te, ovunque tu sia, caro Stefano.

Genova, 4 agosto 2015

Roberto Pedemonte

 

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