RAI3 CHIUDE "SCALA MERCALLI":
PIU' LA CRISI AMBIENTALE AVANZA, MENO SE NE PARLA!
04.08.2016
di Luca Mercalli

Sì, ormai la voce è
circolata, RAI3 ha chiuso
ScalaMercalli.
Non sono io a dover commentare, lo fa molto meglio
Ferdinando Boero, docente di Zoologia all'Università del Salento:
«Sulle grandi reti generaliste i numerosissimi programmi sulla natura
sono concepiti come mero intrattenimento del pubblico, e non hanno
funzione di elevazione culturale. La convinzione degli autori è che se
si va al cuore dei problemi si attiva il cambio di canale. Poi è
arrivata Scala Mercalli. Luca Mercalli è diventato popolare con Che
Tempo che Fa, prima con le previsioni del tempo, poi con interventi più
argomentati in cui parlava di riscaldamento globale, consumo di suolo,
patrimonio naturale devastato. Fazio spesso lo tagliava: doveva arrivare
Baglioni a cantare la sua ultima canzone… e poi Littizzetto avrebbe
detto culo! e allora sì che si ride. Esimi critici televisivi hanno
stroncato il programma di Luca Mercalli: qualcuno lo ha chiamato
terrorista.
Non ci sono visioni edulcorate di bei paesaggi e di animali dal forte
carisma, a Scala Mercalli. Si parla di tutto quello che di solito si
dice ai summit internazionali, tipo quello di Rio sulla biodiversità, o
l’ultimo di Parigi, sul riscaldamento globale. Con
argomenti, dati, grafici, e testimonianze di ospiti. Di queste cose
parla anche quel terrorista di Francesco, nell’Enciclica
Laudato Sì. Tutto questo, stando agli ascolti, agli italiani non
interessa o, meglio, non abbastanza da sostenere un programma in prima
serata. Raccontare la verità è un servizio pubblico. Ma se non c’è
audience che senso ha?
Sono stato invitato in quasi tutti i programmi dedicati alla natura, ma
solo da Mercalli ho potuto raccontare quello di cui tratta il mio libro
«Economia senza natura. La grande truffa». Persino mostrando dei
grafici, invece che belle immagini colorate. Tutti ci dicono che
l’economia deve crescere, ma la distruzione del capitale naturale che
consegue alla crescita del capitale economico non viene conteggiata.
Chi mostra i benefici e nasconde i costi è un truffatore. I propugnatori
della crescita economica scollegata dalla decrescita della natura sono
dei truffatori, inclusi i critici televisivi che si irritano a sentire
verità scomode.
Come può essere compiuta una democrazia se viene meno l’informazione?
Se i problemi più urgenti (la distruzione delle premesse che permettono
la nostra sopravvivenza) non vengono spiegati, se le conseguenze delle
nostre scelte economiche restano oscure, come può la popolazione
scegliere in modo consapevole? Mercalli ha mostrato quel che sta
avvenendo, e quali saranno le conseguenze se non adotteremo misure
concrete e risolutive che, però, nessuno vuole prendere. Ha anche
mostrato le soluzioni, ma è meglio che non se ne parli... Se in
democrazia la maggioranza della popolazione è disinformata e non riesce
a distinguere i ciarlatani dalle persone competenti, può prendere
decisioni che vanno contro i suoi stessi interessi. Come è successo in
Inghilterra, con Brexit. A volte la scelta è giusta, come è avvenuto per
il referendum sul nucleare, a volte è profondamente errata, come è
avvenuto con il fallimento del referendum sulle concessioni petrolifere.
In democrazia la maggioranza vince, ma non è detto che abbia ragione.
Stiamo minando le premesse che permetteranno prosperità ai nostri
discendenti, e non ci piace sentircelo dire. Mercalli lo dice, e quindi
è meglio che taccia. Scala Mercalli non esiste più. Il tentativo di
migliorare la conoscenza ambientale degli italiani è fallito.
Torniamo alle edulcorate storielle che tanto piacciono ai critici».
Ecco inoltre la
lettera inviata ai vertici RAI da Mario Salomone, presidente
della FIMA - Federazione
Italiana Media Ambientali.
Le
riflessioni di Sergio Ferraris, giornalista scientifico e
ambientale e direttore della rivista
Qualenergia.
La
petizione su «Change» per riaprire la trasmissione.
Un grande
ringraziamento a tutti coloro che mi hanno inoltrato sincere
testimonianza di empatia, empatia per il nostro futuro, per il
nostro pianetino, per i nostri successori. Siete persone di valore.
Il problema della sottovalutazione dell'epocale crisi ambientale che sta
prendendo corpo sotto i nostri occhi è drammatico e purtroppo non solo
italiano. Il giornalista George Monbiot ne scrive sul Guardian,
nel pezzo
«La crisi climatica è già qui, ma nessuno ce lo dice».
Luca Mercalli
Sito
internet della trasmissione

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