CONCENTRAZIONE DI CO2: UN DATO IMPORTANTE
PER CAPIRE I CAMBIAMENTI CLIMATICI
La concentrazione
atmosferica di CO2 - anidride carbonica o diossido di
carbonio, il principale tra i gas a effetto serra incrementati dalle
attività umane - viene registrata con continuità dal 1958 all'osservatorio
del Monte Mauna Loa, a 3396 m nelle Hawaii, ed è un indicatore che
permette di apprezzare la sempre più grave impronta antropica sugli
equilibri del clima ("curva
di Keeling", dallo scienziato americano che ne avviò le misure oltre
sessant'anni fa; vedi
qui la sua biografia).

L'osservatorio di chimica atmosferica
posto sotto la vetta del Monte Mauna Loa, nell'isola di Hawaii, la
principale dell'arcipelago (la stazione e i laboratori sono a quota 3396
m, la sommità della montagna a 4169 m).
Viene gestito dalla
NOAA, Earth System Research Laboratory.
Le emissioni antropiche di CO2 continuano ad aumentare,
e secondo l'International
Energy Agency nel 2018 hanno raggiunto un
massimo
storico di 33,1 miliardi di tonnellate da utilizzo di
combustibili fossili (considerando anche le emissioni di diossido di
carbonio da deforestazione e cambiamento d'uso dei suoli, nonché il
rilascio di altri gas serra come metano dall'apparato digerente dei
ruminanti negli allevamenti, dalle coltivazioni di riso, ecc... si
arriva a emissioni complessive di oltre 53 miliardi di tonnellate di CO2
equivalente, in base all'Emissions
Gap Report dell'UNEP).
Dalle ricostruzioni paleoambientali (analisi dei ghiacci polari e dei
sedimenti oceanici) sappiamo che
negli ultimi 3 milioni di anni, prima dell'era industriale,
la quantità di CO2 nell'aria non era mai salita oltre le 300
ppm (parti per milione), mentre oggi è ormai stabilmente oltre 400
ppm.
Stiamo innescando cambiamenti climatici che, in assenza di rapidi tagli
alle emissioni, rischiano di
stravolgere gli ecosistemi terrestri su scale di tempi geologici,
come sempre più spesso ribadito dalla comunità scientifica.
Per aumentare la consapevolezza del problema climatico e ambientale,
così determinante per il nostro futuro, ogni settimana pubblicheremo
sui bollettini meteo inviati via email l'aggiornamento della
concentrazione di CO2 al Mauna Loa, rappresentativa della
situazione mondiale, confrontata con quanto rilevato nello stesso
periodo un anno prima e 10 anni prima.
La quantità fluttua regolarmente tra primavera (massimo annuo) e autunno
(minimo) a seguito dell'attività fotosintetica delle piante
nell'emisfero boreale, ma ciò che conta per il clima sono le variazioni
a lungo termine.
Altre risorse
Webcam del Mauna Loa
Inventario italiano delle emissioni di gas serra 1990-2016 (ISPRA)
Inventario europeo delle emissioni di gas serra 1990-2016 (EEA)
European Environment Agency - Visualizzatore emissioni serra
Atlante
mondiale del carbonio e delle emissioni serra

La celebre "curva di Keeling"
rappresenta le concentrazioni di CO2 registrate dal 1958 al
Mauna Loa. Allora le quantità erano già aumentate rispetto all'era
preindustriale (quando si attestavano intorno a 280 ppm), e nella
primavera 2019 si avviano a sfiorare le 415 ppm, valore che secondo le
ricostruzioni paleoambientali non si è mai visto in almeno 3 milioni di
anni.
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