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SESTO RAPPORTO IPCC SULLO STATO DELLE CONOSCENZE FISICO-SCIENTIFICHE SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI

9 agosto 2021
SMI/Redazione Nimbus


Il sesto rapporto IPCC ammonisce con maggiore forza dei precedenti che i cambiamenti climatici, già in corso ed evidenti in tutto il mondo, sono inequivocabilmente causati dalle attività umane, e implicano fenomeni ormai irreversibili su scale di secoli e millenni come la deglaciazione e l'aumento dei livelli marini.

La temperatura media globale nell'ultimo decennio è aumentata di 1,1 °C rispetto al periodo 1850-1900 ed è ai massimi da 125 mila anni, gli estremi meteo-climatici sempre più frequenti,
ed entro questo secolo le conseguenze si faranno vieppiù pesanti per ogni grado °C di incremento termico aggiuntivo.
 


"It is unequivocal that human influence has warmed
the atmosphere, ocean and land.
Widespread and rapid changes in the atmosphere,
ocean, cryosphere and biosphere have occurred"


(IPCC, Sixth Assessment Report - WG1, 2021)

 

Lunedì 9 agosto 2021 l'IPCC (Intergovenrmental Panel on Climate Change) ha diramato il primo dei tre volumi del sesto rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici (AR6, Sixth Assessment Report), ovvero quello realizzato dal "Gruppo di lavoro 1" (WGI) e dedicato allo stato delle conoscenze delle basi fisico-scientifiche di un problema globale sempre più palese e scottante.

L'IPCC è un autorevole gruppo internazionale di esperti del clima istituito nel 1988 dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) e dal Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP).

Il suo obiettivo è valutare tutta la letteratura scientifica internazionale sui cambiamenti climatici e di redigere periodicamente dei rapporti di valutazione che facciano il punto sulle conoscenze sul tema, e che servano a guidare politica, società ed economia nel compiere (si spera...) le migliori scelte strategiche per la mitigazione e l'adattamento, dunque mettere al riparo noi e gli ecosistemi dagli effetti più nefasti dei cambiamenti climatici ormai in corso.

I precedenti cinque rapporti erano stati pubblicati nel 1990, 1995, 2001, 2007 e 2013-14, e l'attuale sesto ciclo verrà completato prossimamente con la pubblicazione dei rapporti del secondo e terzo gruppo di lavoro, dediti rispettivamente a impatto, adattamenti e vulnerabilità (febbraio 2022) e mitigazione (marzo 2022)  
 

PREOCCUPAZIONI CONFERMATE

Il Sesto rapporto IPCC è nato appoggiandosi sul precedente del 2013 di cui costituisce un aggiornamento, poiché negli ultimi anni si sono aggiunti migliaia di nuovi studi e modellizzazioni che hanno affinato le conoscenze sul funzionamento della complessa "macchina climatica" terrestre, sulla risposta del sistema-Terra alle forzanti climatiche antropiche (oggi prevalenti) e naturali, dunque sull'evoluzione dei parametri atmosferici (temperature, precipitazioni...), ambientali e marini (livelli, acidità, salinità degli oceani...), e sulle loro possibili evoluzioni future in base a differenti scenari di emissioni di gas-serra e riscaldamento.

In sostanza tutte le preoccupazioni già descritte nelle precedenti edizioni del rapporto sono confermate e semmai accentuate da una migliore e più dettagliata comprensione scientifica che non lascia più alcun dubbio sul nostro ruolo climalterante e sulla gravità della situazione.

Ecco di seguito un elenco non esaustivo delle principali informazioni e messaggi, rimandando per i dettagli alle versioni originali (in inglese) della sintesi per i decisori politici e del rapporto integrale.


LE EVIDENZE: MAI COSI' CALDO IN 125 MILA ANNI,
PIU' ESTREMI METEO, MENO GHIACCIO, LIVELLI MARINI IN AUMENTO

* E' inequivocabile che l'influenza umana abbia riscaldato atmosfera, oceani e terre emerse. Estesi e rapidi cambiamenti sono avvenuti anche nella criosfera (ghiacciai, ghiaccio marino, permafrost) e nella biosfera.




I cinque scenari emissivi 2015-2100 (SSP, Shared Socioeconomic Pathways) di biossido di carbonio (CO2), metano (CH4), protossido di azoto (N2O) e biossido di zolfo (SO2) considerati nel Sesto rapporto IPCC.
 

* Le temperature globali in superficie nel decennio 2011-2020 sono state 1,1 °C più calde rispetto al periodo preindustriale 1850-1900 (1,6 °C sui continenti e 0,9 °C sugli oceani).

* E' probabile (likely) che le precipitazioni medie globali siano aumentate in terraferma dalla metà del Novecento, che le attività umane siano responsabili della distribuzione spaziale delle variazioni di precipitazioni, e che le traiettorie delle tempeste delle medie latitudini si siano spostate verso entrambi i poli dagli Anni Ottanta.

* E' molto probabile (very likely) che l'aumento dei gas-serra sia il principale responsabile del riscaldamento nell'ultimo quarantennio, del ritiro dei ghiacciai e della banchisa artica (-40% di ghiaccio marino intorno al Polo Nord in settembre nel 2010-2019 rispetto al 1979-1988, superficie ai minimi da un millennio) e della fusione superficiale della calotta della Groenlandia, mentre ci sono meno evidenze sul contributo umano alla perdita di massa glaciale dell'Antartide.

* E' virtualmente certo (virtually certain) che le ondate di caldo siano divenute più intense e frequenti, che dagli Anni Settanta anche gli oceani globali si siano riscaldati tra la superficie e 700 m di profondità, e che le attività umane siano la causa principale dell'acidificazione delle acque marine superficiali e dell'aumento dei livelli oceanici (in quest'ultimo caso nell'ultimo mezzo secolo).

* I livelli marini globali sono cresciuti di 20 cm tra il 1901 e il 2018, con un incremento medio che è passato da 1,3 mm/anno nel 1901-1971
a 3,7 mm/anno nel 2006-2018.

* A causa delle temperature più elevate in entrambi gli emisferi le zone climatiche si sono spostate verso Nord e la stagione vegetativa nella fascia extratropicale boreale si è allungata di 2 giorni al decennio dagli Anni Cinquanta.

* Negli ultimi cinquant'anni le temperature sono aumentate più rapidamente che in ogni altro cinquantennio degli ultimi duemila anni almeno, e le temperature del decennio 2011-2020 (+1,1 °C dal 1850-1900) superano ormai quelle del più recente massimo termico di durata plurisecolare, ovvero l'Optimum Termico Olocenico di circa 6500 anni fa (tra +0,2 e +1,0 °C rispetto al 1850-1900), e rivaleggiano anche con il precedente interglaciale di 125.000 anni fa (periodo Eemiano, tra +0,5 e +1,5 °C rispetto al 1850-1900). 



Evoluzione delle temperature negli ultimi due millenni (sinistra) e confronto tra l'andamento osservato dal 1850 e quello simulato al calcolatore considerando le sole forzanti naturali (destra), che dimostra come il riscaldamento degli ultimi decenni sia spiegabile solo prendendo in considerazione le attività umane (clicca sull'immagine per ingrandire).


* Nel 2019 le concentrazioni atmosferiche di CO2 erano le più elevate da almeno due milioni di anni (+47% dal 1750, variazione di origine umana che in meno di tre secoli è comparabile con quanto avvenuto per cause naturali molto più lentamente, in diversi millenni, tra le ere glaciali e interglaciali).

* La deglaciazione globale intervenuta dal 1950 circa non ha eguali da almeno due millenni.

* La frequenza è l'intensità delle piogge forti è aumentata in molte delle regioni continentali, ed è probabile che il cambiamento climatico antropogenico ne sia la causa principale.

* E inoltre probabile che la proporzione dei cicloni tropicali più violenti (categorie da 3 a 5) rispetto al totale sia aumentata negli ultimi quarant'anni, e in generale che l'influenza umana sul clima abbia accresciuto l'occorrenza di eventi meteorologici estremi.


IL FUTURO: FENOMENI SEMPRE PIU' IRREVERSIBILI
ALL'AUMENTARE DELLA TEMPERATURA

* Le temperature globali del periodo 2081-2100, rispetto al 1850-1900, è previsto che aumentino di:

1,0-1,8 °C nello scenario più favorevole a basse emissioni (SSP1 - 1,9);
2,1-3,5 °C nello scenario intermedio (SSP2 - 4,5);
3,3-5,7 °C nello scenario più critico a emissioni molto elevate (SSP5 - 8,5).

* L'ultima volta in cui le temperature terrestri sono state 2,5 °C o più sopra i livelli del 1850-1900 fu oltre tre milioni di anni fa!

* Nello scenario a emissioni più elevate (SSP5) è molto probabile che la soglia globale di +1,5 °C rispetto all'era preindustriale (che l'Accordo di Parigi auspica di non superare) potrebbe essere raggiunta in maniera prolungata (non solo in un singolo anno) già a breve termine, entro il 2040.

* Con un riscaldamento medio di 4 °C, le ondate di calore di ricorrenza attuale circa decennale si verificherebbero pressoché ogni anno.
 

Distribuzione delle variazioni di temperatura nelle varie regioni del mondo per diversi livelli di riscaldamento medio planetario. In tutti i casi si nota come le regioni artiche saranno interessate dagli aumenti termici più intensi, anche superiori a +7 °C nel caso di media globale a +4 °C
(clicca sull'immagine per ingrandire)
.


* A scala globale gli eventi di precipitazione giornaliera estrema potranno aumentare del 7% per ogni grado °C di incremento termico.

* In tutti gli scenari considerati il Mar Glaciale Artico potrà divenire libero dai ghiacci a fine estate in almeno un anno già prima del 2050, con maggiori frequenze negli scenari a emissioni più elevate.

* Rispetto al precedente (quinto) rapporto IPCC si sono rafforzate le evidenze che il ciclo dell'acqua continuerà a intensificarsi con il riscaldamento globale, inoltre con tendenza a maggiore variabilità di precipitazioni e deflussi fluviali.

* Le precipitazioni medie globali potranno aumentare fino al 13% a fine secolo rispetto a oggi nello scenario a emissioni più elevate, con incrementi a scala regionale soprattutto alle alte latitudini e nel Pacifico equatoriale, e diminuzioni nelle zone subtropicali.
 

Simulazione delle variazioni delle precipitazioni nel mondo in conseguenza di differenti livelli di riscaldamento. In tutti gli scenari si nota una tendenza a un clima più "bagnato" alle elevate latitudini di entrambi gli emisferi, intorno all'Equatore e nel Sahel, mentre molte regioni subtropicali e temperate, tra cui il Mediterraneo, il Pacifico sud-occidentale (Cile) e il Sudafrica, diverrebbero più secche (clicca sull'immagine per ingrandire).
 

* E' attesa una fusione nivale più anticipata, con maggiori deflussi idrici primaverili a scapito di quelli estivi.

* L'assorbimento di carbonio da parte dei "pozzi" (carbon sinks) terrestri e marini diverrà meno efficace all'aumentare della temperatura, con minore "effetto-tampone" su emissioni e cambiamenti climatici.

* Molti cambiamenti, soprattutto l'aumento dei livelli marini e la deglaciazione, si annunciano irreversibili a scale secolari-millenarie.
Il livello medio degli oceani è atteso che aumenti, entro il 2100, di 28-55 cm nello scenario a basse emissioni, fino a 63-101 cm in quello a emissioni molto elevate, con innalzamenti di oltre 5 m non esclusi al 2150 data l'elevate incertezza nel comportamento delle calotte polari.
 

L'ENNESIMO APPELLO DELLA SCIENZA PER L'AZIONE CLIMATICA:
QUALCUNO ASCOLTERA'?

Il nuovo rapporto IPCC, raccogliendo i risultati della migliore scienza climatica al mondo, rappresenta l'ennesimo appello rivolto alla comunità globale - dalla politica ai singoli individui - per contrastare con urgenza fenomeni che non solo mettono a rischio il benessere, la salute umana, e la stabilità della società e dell'economia, ma che mettono in dubbio perfino la futura abitabilità del pianeta.

Le risposte collettive per ora non sono all'altezza di quanto è necessario, e le uniche speranze sono riposte in un rapido potenziamento delle ambizioni climatiche che verranno discusse a novembre 2021 in occasione della COP26 di Glasgow.


ALTRE RISORSE CONSIGLIATE SUL REPORT IPCC

- Comunicato stampa, messaggi principali e spiegazioni del rapporto, in italiano, sul sito dell'IPCC - Focal Point for Italy;

- messaggi principali dall'IPCC;

- comunicato dell'UNFCC, la Convenzione quadro ONU sui cambiamenti climatici;

- dal giornale britannico "The Guardian", articolo e impressionante video sugli estremi meteo-climatici dell'estate 2021 nel mondo, dalle alluvioni in Germania agli incendi in Nord America.
 



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