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ATLANTE
DELLE NUBI

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Corso multimediale di meteorologia


RIVISTA DI METEOROLOGIA, CLIMA E GHIACCIAI
  

 CLIMATOLOGIA LOCALE 
RIFLESSIONI SULLA PRIMA DECADE 2001 IN APPENNINO SETTENTRIONALE
Note di cronaca
A cura di
Maurizio Ratti, stazione meteorologica UCEA di Pontremoli (MS), 251 m s.l.m. Fotografie di Giovan Battista Mazzoni

L’inverno si trascina in crisi d’identità, giocando a fare l’autunno. Basterebbe questa frase a descrivere la meteo-settimana trascorsa. I passaggi epocali hanno sempre evocato nell’uomo chissà quali aspettative di cambiamento: non si può dire che il passaggio al XXI secolo e al terzo millennio sia stato determinante per le condizioni atmosferiche, almeno quelle europee! 

Siamo a Gennaio, ma continua a prevalere un andazzo novembrino: le rare giornate di correnti nordiche e asciutte non riescono ad avere ragione del persistente respiro zonale dall’Atlantico. Il trionfo dell’umidità è innegabile e tutti, credo, ne abbiamo abbastanza ormai. E quando si vede Mosca, il 9 Gennaio, con una temperatura minima di +1°C, cosa si può pretendere a due passi dal Mediterraneo? Si vede che tormente e ghiacci si sono sfogati negli USA, in Canada e Siberia, dove comunque sarebbero stati forti geli anche senza bisogno che gli elementi infierissero a tal punto. 

In attesa, dunque, di veder mimose in fiore entro S.Geminiano, si conclude oggi la prima decade di Gennaio, con la scontata anomalia termica positiva e un livello di precipitazioni già pari a quello mensile. Togliete martedì 9 e un po’ d’acqua è caduta ogni giorno. Giovedì 4 la neve è scesa sui rilievi oltre quota 1000. Giusto il tempo di vedere l’Appennino tutto bianco la mattina presto del 5, poi le nubi invadenti hanno ripreso possesso del nostro cielo. L’Epifania e domenica 7 il flusso sciroccale ha investito l’Italia, con le conseguenze di sempre (ma ogni volta non mancano ooh di meraviglia): bagni in Sicilia, piogge al Nord e pioggia anche in montagna, disdetta! Fosse stato Agosto, 40 gradi a Palermo e a  Reggio Calabria e vallate alpine sotto i nubifragi. La Lunigiana, grigia e triste più che mai sotto un tappeto di nembostrati, si è presa altri 25-30 mm in entrambi i giorni festivi.

Le correnti da SE hanno recato temperature minime intorno ai 9-10°C e massime fino a 14-15°C, valori che in giornate piovose dovrebbero riscontrarsi a fine Ottobre o a metà Aprile, e invece èccotele a tradimento quasi nel cuore dell’Inverno. Anomalie passeggere, d’accordo, ma sempre o quasi dello stesso segno…il colpo non si può dare sempre al cerchio, c’è anche la botte!

Approfittando dell’unico giorno un po’ decente (martedì 9), saliamo in montagna per una camminata di qualche ora. Il crinale tra Cirone e Cisa è spazzato dal vento da SW, il sereno non durerà molto. Siamo a 1400 m, l’orizzonte limpido permette di scorgere un tratto di Alpi Marittime e Cozie, che spuntano lontane dietro l’Appennino Ligure; poi, volgendo lo sguardo a NW, si riconosce il Monte Rosa e infine a Nord, le Alpi Orobie e Retiche: le più alte vette visibili, in quella direzione, non possono essere che il Bernina e l’Ortles. Lo sguardo verso il basso, ci mostra invece una Val Parma con qualche prato ancora verdeggiante! La visibilità sul mare è meno perfetta, la massa d’aria sta cambiando di nuovo e vapori cominciano ad addensarsi sul versante lunigianese. Al tramonto scendiamo a Pontremoli, sperando che le schiarite, già ridotte rispetto al mattino, resistano il tempo minimo per poter osservare l’eclissi di luna. Niente da fare: alle 20 il cielo è già inesorabilmente coperto… e di nubi compatte, contro le quali neppure la “luna rossa” ha potuto alcunché. 

 


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