CLIMATOLOGIA LOCALE 
RIEPILOGO METEOROLOGICO 2000 DELL'EMILIA ROMAGNA
Recensione del Supplemento al n° 3 - anno IV, Maggio-Giugno 2001 di Arpa Rivista
Maurizio Ratti, SMI Sez. Toscana 

PONTREMOLI,10 Gennaio 2002 -
L’Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Emilia-Romagna, in questo supplemento ad ArpaRivista, traccia un consuntivo meteo dell’anno 2000, sulla base di dati delle stazioni del SMR e del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica, più alcune altre di enti diversi.

Dopo un rapido esame degli aspetti meteorologici e delle particolarità climatiche dell’annata nel complesso e dei singoli mesi in generale, viene dato conto dell’andamento medio regionale dei principali elementi del clima(temperatura, precipitazioni, vento, umidità relativa) e dei fenomeni osservati (temporali, nebbia, gelate), con l’avvertenza, giustamente, che il numero dei punti di rilevazione degli stessi non copre in modo ottimale il territorio. Seguono una ventina di pagine di tabelle, grafici e carte tematiche, che si presentano molto bene,relativi all’anno in esame e, per confronto, ai dati normali di un trentennio non meglio identificato. Le ultime pagine sono dedicate ai totali di precipitazioni mensili e annui in un numeroso campione di siti (86, cinque dei quali sopra i 700 m) e alle analisi al suolo alle 00 TMG di 24 situazioni meteo caratteristiche.

Un’attenta lettura del testo e dei numeri che appaiono nelle tavole, fa rilevare alcune imprecisioni e contraddizioni,foriere di dubbi sul grado di affidabilità dei dati, problema comune a quasi tutti gli enti preposti ai rilievi meteo. A pag. 5, per cominciare, a proposito di temperatura, si legge che in montagna il mese più freddo dovrebbe essere Febbraio, mentre Gennaio lo è in pianura. Siamo sicuri che sia così per tutte le località montane emiliano-romagnole? Al Passo della Cisa tale comportamento, si apprende, nel 2000 è stato rispettato: ma, a parte il fatto che le tavole riportino solo la media delle temperature minime (con buona pace dei valori massimi e di quello medio mensile),per Febbraio al valico situato tra il Parmense e la Lunigiana risultano in tav. 4 solo tre giorni con gelate, in accordo con la descrizione di un mese mite fatta a pag. 2 e alla faccia dei -3,9°C di media mensile delle temperature minime,dato fortemente sospetto. 

Discorso analogo valga per le temperature agostane di Febbio, sull’Appennino reggiano, ai piedi del M. Cusna: incredibilmente basse, anche per una località situata in una valle a 1145 m, soprattutto ricordandola calura dell’Agosto 2000; va da sé che a Febbio, unica eccezione nel panorama regionale, Luglio venga definito il mese più caldo dell’anno! In realtà si attribuisce tale comportamento anche a Cervia, ma le tavole fortunatamente smentiscono. 

La difficoltà nel procedere alla misura delle precipitazioni nelle stazioni in vetta alle montagne, fa ritenere fortemente sottostimati i dati pluviometrici di Monte Cimone: pur ammettendo, come è noto in letteratura, che salendo di quota non aumentino proporzionalmente le piogge, i 324,4 mm che sarebbero stati registrati sul “tetto” dell’Appennino settentrionale nell’ultimo anno del XX secolo sorprendono a dir poco, specie se nell’ultima colonna a destra (intestata “Anno”, e che rappresenta, a conti fatti, non il 2000, ma probabilmente il totale annuo normale), campeggia un 2489, pari forse ai mm che vedono cadere all’Abetone. 

Le continue, abbondanti piogge del bimestre Ottobre-Novembre 2000 rendono opinabile anche l’affermazione circa la massima piovosità estiva sul Cimone stesso, attribuita all’attività temporalesca. Peccato che siano solo due i siti appenninici considerati, e che anche al Passo della Cisa la pluviometria sia tanto controversa: nell’arco dell’anno riceve la miseria di 635 mm (località vicine, nel solo mese di Novembre, viaggiano tra 700 e 1200 mm), distribuiti in 63 giorni, 51 in più della frequenza normale, indicazione senza alcun dubbio frutto di una svista clamorosa. Scarto di 51 giorni piovosi anche sul Monte Cimone, ma in negativo. 

Tutto è possibile, ma un grosso punto interrogativo è davvero inevitabile....ed anche uno sguardo alla toponomastica, che in due comuni della pianura modenese - Formiggine (sic) e Campogagliano (sic) - se la passa male. Chissà quale sarà stato il regime pluviometrico del 2000 a Campogalliano: a Campogagliano, da Febbraio ad Ottobre, ogni mese segnala tanti mm quanti sono i giorni che lo costituiscono e in Gennaio, Novembre e Dicembre qualcuno in meno per non stancare troppo.

Sulla rappresentatività climatologica dei dati, con stazioni che, ad es., hanno subito trasferimenti - per limitarci ad uno solo dei problemi insiti nelle serie storiche - altre che funzionano da pochi anni, in contesto extraurbano rispetto agli antichi osservatori cittadini ecc, il discorso si farebbe lungo. 

Concludiamo perciò segnalando la tavola 14, pag. 24,dalla quale si potrebbe frettolosamente concludere che il 2000, a Ferrara, è stato una anno termicamente nella norma(scarto +0,1°C), mentre nella non lontana Marina di Ravenna la temperatura media annua ha ecceduto il suo livello tipico di ben 2,3°C.


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