DOVE MI TROVO:  Nimbus Web » Eventi meteorologici » L'alluvione dell'8 settembre 2003 in Puglia

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EVENTO ALLUVIONALE di MOTTOLA, CASTELLANETA, PALAGIANO e MASSAFRA dell’ 08.09.2003
10/09/2003

LA DESCRIZIONE DELL'EVENTO
Antonio Scalera, socio SMI 

Il giorno 8 settembre 2003 un particolare evento di precipitazione molto intensa si è verificato in una striscia di terra compresa fra Taranto e Castellaneta.
L’evento è cominciato intorno alle ore 7,00 ed è terminato alle ore 16,00. È stato costantemente  molto intenso, e accompagnato da colpi di tuono solo verso la fine. Da testimonianze varie si stima che la zona di massima precipitazione è stata quella di Mottola. Gli unici dati ufficiali circa il quantitativo di precipitazione sono riferite a località ben distanti dal luogo colpito:
 

  • 80,6 mm alla stazione meteo dell’Aeronautica Militare di Marina di Ginosa (TA)

  • 109 mm alla stazione meteo dell’Aeronautica Militare di Gioia del Colle (BA

  • 115 mm alla stazione meteo dell’Aeronautica Militare di Taranto, (fonte Tv private)

Ma l’evento più intenso, dove sono assenti pluviometri ufficiali, si è verificato nell’agro di Mottola (387 m), Castellaneta (240 m), Palagiano (40 m) e Massafra (110 m) che sono stati letteralmente investiti da una precipitazione molto intensa che non conosce precedenti a memoria di persone anziane.

Alcune fonti, probabilmente provenienti da pluviometri privati, riferiscono di totali fino a 300 mm di pioggia a Mottola.

A Castellaneta è crollata una parete rocciosa sul ponte sulla gravina (canyon), ma non si sono verificati allagamenti in quanto il paese è su una collina, lo stesso dicasi per Mottola e Massafra che hanno solo visto, durante l’intensa precipitazione, le strade trasformarsi in impetuosi torrenti e alcuni episodi di frane e smottamenti: sulla SS100, nei pressi di Massafra, la furia delle acque, provenienti da una gravina a nord-ovest dell’abitato, ha scalzato parte della sede stradale, mentre grossi massi e detriti si sono riversati sulla SS7 Appia, interrompendo la circolazione per l’abitato di Palagiano. Notevoli danni anche alla sede stradale della vecchia provinciale Mottola-Palagiano

Sulla pianura sottostante è così defluita una grande quantità d’acqua, oltre a quella meteorica, proveniente dalla collina di Mottola le cui colate di fango e detriti erano visibili a chilometri di distanza, sul crinale reso spoglio dai numerosi incendi.

Le conseguenze sono stati numerosi allagamenti alle abitazioni (in alcuni punti più di 2 metri d’acqua a Palagiano) e strade trasformate in torrenti d’acqua che trasportavano auto, frutta,  vegetazione e detriti di ogni genere.

Tracciando un’analisi in base alle testimonianze raccolte, Palagiano è stata investita principalmente da tre grosse colate di acqua che si sono riversate da nord-ovest, da nord e da nord-est del centro abitato, seguendo il corso delle principali gravine e poi, in alcuni tratti, la canalizzazione a opera delle rete stradale traiettoria delle strade; non state sufficienti ad arginare tale deflusso le tre importanti opere idriche eseguite 20 anni fa proprio per arginare eventi del genere a monte di Palagiano (una canalizzazione a fianco della massicciata della ferrovia Bari-Taranto, un'altra canalizzazione a fianco dell’autostrada Bari-Taranto e, infine, una grossa canalizzazione alla periferia nord di Palagiano lungo la SS7 Appia).

Molti quartieri hanno subito l’interruzione di energia elettrica per una notte intera e numerose abitazioni hanno subito lesioni strutturali che le hanno rese inagibili, tra cui un intero condominio di circa 20 famiglie. Pure la rete viaria, compresa quella cittadina, ha subito interruzioni o danni.

Intorno a Palagiano sono crollati due ponti stradali sulla SS106dir e quello della intercomunale sul fiume Lato nei pressi di Castellaneta Marina, che ha subito un parziale isolamento.

Danni alla linea ferroviaria Bari-Taranto per lo scalzamento dal sedime ferroviario nei pressi della stazione ferroviaria di Palagiano.

Danni anche al centro balneare di Chiatona, isolata per il crollo del ponte sulla diramazione della SS106dir che ne permette l’accesso al centro abitato; la strada del sottopasso ferroviario è rimasta sotto 4 metri d’acqua e danni hanno subito le strutture di numerose ville che sono costruite principalmente su terreno sabbioso. Numerosi quartieri allagati anche nella città di Taranto. Il bilancio delle vittime è di due morti e 20 feriti.

Danni ingenti all’agricoltura già tartassata dalla gelata del 7 aprile e dalla grandinata di fine giugno. Nelle zone più depresse e nelle conche l’incanalamento dell’acqua oltre a far saltare i ponti stradali ha scalzato interi vigneti e piantagioni varie. L’erosione del terreno, in gran parte sabbioso, ha creato profondi solchi e voragini; diverse masserie sono state inondate, rimanendo isolate e costringendo gli agricoltori a rifugiarsi sui tetti. Danni anche ai depositi sotterranei di olio d’oliva di alcuni frantoi, così come sommersi dall’acqua sono stati tutti i locali sotterranei di magazzini o rimessaggio.

Sono state centinaia le chiamate ai Vigili del Fuoco; sul posto, oltre al Corpo della Forestale, sono intervenuti avieri e uomini del Comando del Dipartimento Marittimo dello Jonio e del Canale d’Otranto, per un totale di 650 unità, con idrovore e ruspe.

ANALISI METEOROLOGICA DELL'EVENTO
Claudio Castellano, SMI redazione Nimbus
L’evento di pioggia intensa che ha interessato la provincia Taranto è stato provocato da un fronte di aria fredda associato a una circolazione depressionaria presente su tutta l’Italia. La forte avvezione di aria calda nei bassi strati (primi 1000 m) davanti al fronte ha attivato la formazione di nubi a notevole sviluppo verticale (nubi termo-covettive tipo cumulonembi) responsabili di picchi di pioggia molto intensi. Si tratta di un caso di “fronte freddo unito a un’avvezione calda”, a cui generalmente non sono associati eventi molto intensi. Tuttavia grosse celle temporalesche si erano già formate intorno all’alba sullo Ionio e poi migrate verso nord-est con coinvolgimento dapprima della Puglia e poi delle coste albanesi e greche.


Distribuzione della pressione al livello del mare alle ore 12 UTC dell’8 settembre 2003. Una depressione interessa l’Italia e forti venti da sud-ovest nei bassi strati interessano lo Ionio, ove sono già in corso intense piogge associate a sistemi convettivi a mesoscala (MCS, ovvero sistemi temporaleschi di grande estensione e associati a importanti picchi di pioggia, talora persistenti su stesse zone).
Carta elaborata da ETA-model 2003, su gentile concessione de
www.ilmeteo.it


 

Carte delle precipitazioni previste da ETA-model 2003 sull’Italia tra le 00 e le 06 UTC (a destra) e tra le 06 e le 12 UTC (a sinistra). I nuclei blu-scuro e violacei evidenziano le piogge più intense e abbondanti; le elaborazioni del modello evidenziano l’area ionica interessata da forti piogge.
  
(gentile concessione de www.ilmeteo.it)


L’immagina satellitare SATREP dello ZAMG alle ore 12 UTC dell’8 settembre 2003.
Un esteso sistema nuvoloso (CF in WA: fronte freddo unito ad avvezione di aria calda)
è presente sul Sud Italia, con cumulonembi embedded (ovvero “inclusi” nello strato nuvoloso)
responsabili dei picchi di pioggia sulla Puglia e sullo Ionio. (da
http://www.knmi.nl)


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