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VIGILIA D'ESTATE TEMPESTOSA SU TORINO: IL NUBIFRAGIO DEL 20 GIUGNO 2007
Claudio Castellano e Daniele Cat Berro, SMI – Redazione Nimbus, 22 giugno 2007
Premessa
Da alcuni giorni il Mediterraneo è interessato da un'invasione di aria molto calda proveniente dall'entroterra algerino e libico, associata a un'onda anticiclonica dai geopotenziali molto elevati, oltre i 5900 m a sud della Sardegna. Si tratta quindi di una struttura poderosa molto solida fino a quote elevate, che contribuisce inoltre a innalzare il limite della troposfera fin oltre i 12000 m, e ha provocato dalla giornata di mercoledì un sensibile innalzamento delle temperature al Centro-Sud, con massime di 38 ° su Sicilia e Puglia; al Nord-Ovest l'influenza dell'alta pressione subtropicale è più marginale, e ha avuto il suo apice soprattutto nella giornata di martedì 19 giugno, favorendo comunque un innalzamento delle temperature a 30÷32 °C sulle pianure e una riduzione dell'attività temporalesca presente da una settimana. Nella giornata di mercoledì 20 giugno la struttura di alta pressione si è inclinata leggermente con asse sud-ovest/nord-est, lasciando quindi le regioni nord-occidentali italiane sotto un flusso più sud-occidentale. Mentre sulla Penisola dominavano cielo sereno e caldo molto intenso sul Piemonte fin dalla tarda mattinata si sono addensate nubi cumuliformi sulle Alpi; l'instabilità termo-convettiva ricorrente sulle zone montane nelle ore più calde anche in contesto anticiclonico ha avuto però una rapida degenerazione dopo le 17 con la formazione di una nube temporalesca sulla collina di Torino, che ha trovato una serie di condizioni altamente favorevoli alla sua evoluzione in loco fino a provocare un evento temporalesco di notevole intensità.

Le condizioni favorevoli: calore, umidità e contrasti termici
Nelle giornate estive è del tutto usuale che l'innalzamento dell'aria calda, accentuato soprattutto in prossimità dei rilievi anche per azione delle brezze termiche, provochi condensazione del vapore acqueo con formazione di nubi cumuliformi e talora temporali pomeridiani e serali; in condizioni ordinarie si registra il classico temporale di calore con l'acquazzone anche violento ma di breve durata. Nella giornata di mercoledì 20 i cumuli formatisi sulla città di Torino hanno trovato un ambiente assai favorevole alla loro massima e rapida evoluzione:
  • pur in zona periferica l'alta pressione africana lambiva anche il Piemonte con il suo apporto di aria calda (isoterma di 10 °C a 3100 m e 0 °C a 4100 m sulla verticale della pianura piemontese);
  • l'inclinazione dell'asse dell'alta pressione ha orientato i venti da sud-ovest aumentando fin dalla serata di martedì 19 l'apporto di aria umida a tutte le quote dal Mar Ligure e dal Mediterraneo;
  • i venti da sud-ovest, oltre a umidificare l'aria, contrastavano con una circolazione tra nord-est ed est nei bassi strati per effetto delle brezze termiche, imponendo una sensibile e brusca variazione dei venti intorno ai 2000 m; tale fattore favorisce un'ulteriore accelerazione dei moti verticali;
  • tra la pianura piemontese e le Alpi francesi si è instaurato un moderato gradiente termico e di pressione per la presenza di una depressione sulle isole britanniche


Dalla situazione barica intorno ai 3000 m si nota l'onda calda subtropicale invadere il centro-sud Italia (cupola rossa) e il contrasto termico più accentuato sulle Alpi occidentali

  • in tal modo il Nord-Ovest si è trovato nella fascia di contatto tra la massa d'aria calda subtropicale e quella più fresca atlantica, ove sono favoriti i processi di condensazione nella risalita delle masse d'aria calde e umide presenti sulla pianura; a causa dell'elevato contenuto di vapore acqueo, il calore liberato durante la condensazione ha conferito ulteriore energia al sistema convettivo in formazione, che è potuto così evolvere fino a raggiungere il limite molto elevato della troposfera (intorno ai 12000 m anche sulla pianura piemontese, come rilevato dal radiosondaggio di Cuneo Levaldigi); un limite della troposfera elevato favorisce senz'altro temporali più violenti, poiché consente alla nube temporalesca (cumulonembo) di raggiungere il massimo sviluppo verticale, come d'altronde accade alle latitudini tropicali. Ma i temporali violenti possono ugualmente manifestarsi con limiti della troposfera inferiori al passaggio di fronti di aria fredda scalzanti masse d'aria calde e umide preesistenti. In questo caso però i fenomeni si muovono seguendo il fronte e sono più rapidi.


Il profilo dell'atmosfera da radiosondaggio di Cuneo-Levaldigi,
ore 14 locali (12 UTC) del 20 giugno 2007.

  • Un altro fattore predisponente è stato la posizione di un getto moderato in quota da sud-ovest vicino alle Alpi occidentali; nelle zone periferiche del getto (forti venti a quote intorno ai 9000 m) si ha infatti divergenza dell’aria in alta troposfera, mentre nei bassi strati si crea una zona di convergenza per il sensibile calo della pressione al suolo e i moti convettivi sono favoriti, come da una sorta di aspirazione che rimane fissa per alcune ore sul medesimo territorio.
Gli effetti: dalla collina acqua e fango a torrenti
Nel pomeriggio di mercoledì 20 giugno 2007 il primo nucleo convettivo in pianura si è formato sulla città di Torino attorno alle ore 17 locali, e in particolare sulla collina circostante, grazie probabilmente al maggiore apporto di calore dall'ambiente urbano e dall'umidità collinare; a seguito delle condizioni sopra esposte il cumulonembo si è formato, cresciuto ed estinto pressoché sul posto, portando fenomeni molto violenti, facendo persistere anche i rovesci più intensi su una zona limitata. Il pluviometro ARPA installato ai Giardini Reali, sul limite esterno della cella temporalesca, ha misurato un totale di 64 mm di pioggia in un'ora, di cui 41 in 30 minuti, ma molto probabilmente valori ancora superiori si sono misurati più a est, oltre il corso del Po, tra le collinari Val San Martino e Val Salice, dalle quali si sono attivate colate di acqua, fango e detriti fino ai piedi della collina e Corso Casale; alla confluenza degli abbondanti deflussi collinari si sono creati veri e propri torrenti sulle strade in pendenza che hanno trascinato auto parcheggiate in Corso Gabetti, sul controviale di Corso Casale, nonché inondato aree commerciali, garages e scantinati. L'evento è stato inoltre accompagnato da una violenta grandinata con chicchi dal diametro di 2.5÷3 cm e violente raffiche di vento che hanno abbattuto piante sul Parco Michelotti, Corso Casale e Corso Moncalieri.


Il nucleo temporalesco sul centro città e collina di Torino con i valori a fondo scala
alle 18.20 di mercoledì 20 giugno 2007.

La situazione di rischio temporalesco era stata già delineata da alcuni giorni con il supporto dei modelli che non sono comunque in grado di localizzare con precisione spazio-temporale questo tipo di fenomeni. Sulla base della situazione prevista e dei forti contrasti termici e igrometrici in gioco e il forte rischio di fenomeni particolarmente violenti la zona tra Torino e Canavese è stata però inserita nel codice di vigilanza arancio per la Provincia di Torino poche ore prima dell'evento. Fino alla serata di venerdì 22 la situazione favorirà ancora fenomeni localmente violenti.


Riscontri storici: un nubifragio tra i più intensi, ma non eccezionale

Un nubifragio come quello sviluppatosi nel tardo pomeriggio del 20 giugno 2007, benché molto intenso e responsabile di danni, non è del tutto nuovo per Torino e cintura, poiché dagli archivi storici e meteorologici giunge notizia di episodi analoghi nel passato.

Tuttavia, è da segnalare che l’intensità di precipitazione di 58.4 mm in un’ora rilevata ai Giardini Reali è del medesimo ordine di grandezza dei massimi orari noti nelle serie pluviometriche torinesi, ovvero:

62.2 mm il 24 agosto 1932 (pluviometro UIPO di via Gropello, zona Corso Inghilterra)
63.7 mm il 27 luglio 1819 (pluviometro in Torino-centro)
65.0 mm l’11 agosto 1938 (pluviometro di Millefonti, zona via Nizza)

Nel recente episodio, l’ubicazione dei rovesci più violenti, in zona collinare soggetta a rapido e impetuoso ruscellamento delle acque superficiali, l’interferenza con le accresciute opere antropiche sul territorio, nonché l’intenso traffico in ora serale di punta, hanno certamente contribuito ad aggravare i danni e a generare una situazione di estremo caos sui quartieri orientali della città, lungo il Po.

Ecco infine alcune notizie su altri temporali “storici” in Torino e cintura:

1741, 16 agosto: il medico torinese Giovan Battista Bianchi annota sul suo diario meteorologico la caduta di alberi e distruzione di vetri e tetti per il vento e la grandine grossa come uova.
1904, 11 agosto: una burrasca temporalesca abbatte il genio alato in cima alla Mole Antonelliana, poi sostituito da una stella di 4 m di diametro.
1953, 23 maggio: verso le 19 di un sabato sera, un fortunale abbatte 47 m di guglia della Mole Antonelliana; verrà ricostruita nel 1961. E’ l’evento atmosferico che certamente più ha segnato la memoria storica della città, quanto meno nel corso del Novecento.
1959, 22-23 agosto: in città cade grandine grossa come arance; allagamenti per scrosci ripetuti che scaricano 135 mm di pioggia tra la sera del 22 e il mattino del 23.
1991, 8 agosto: nubifragio pomeridiano su Torino e cintura; a Moncalieri grandine e 80 mm di pioggia, con allagamenti fino a un metro di altezza in strada Genova. Un operaio è travolto e ucciso da un’ondata di acqua e fango durante lavori in condotti sotterranei in zona Molinette.
1998, 15 maggio: tempesta serale di pioggia e vento, 40 mm di pioggia in zona Nord, raffiche a 120 km/h a Caselle. Decine di alberi abbattuti sui viali.
2005, 20 agosto: violenti rovesci temporaleschi allagano Moncalieri, dove il pluviometro del Real Collegio raccoglie 71 mm di pioggia, di cui 57 in un’ora tra le 17.30 e le 18.30, intensità tra le più elevate dal 1865 all’Osservatorio (qui il massimo orario è del 29 maggio 1915, con 66 mm). Ma questa zona è stata del tutto risparmiata dal nubifragio del 20 giugno 2007.

Alcune immagini riprese durante l'evento e poco dopo
nella zona di Corso Casale e dintorni (f. Claudio Castellano).


La nube temporalesca e il fronte di precipitazione
visti dalla sede del CNR-IRPI di Strada delle Cacce (Mirafiori)
alle ore 18.06 (f. Gabriele Savio, CNR-IRPI, Torino).


Effetti del violento ruscellamento in strada Val San Martino
(f. Gabriele Savio, CNR-IRPI, Torino).


Strada val San Martino, soil slip coinvolgente modeste potenze di suolo
(f. Gabriele Savio, CNR-IRPI, Torino).


Deflusso su uno dei principali corsi collinari (Corso Gabetti) 
nella zona "epicentrale " dell'evento
(f.
Marco Oderda)

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