In netta contrapposizione con la quiete anticiclonica dei primi 20
giorni di dicembre 2013, nella terza decade del mese l'atmosfera è
divenuta assai agitata in Italia e su gran parte d'Europa.
Protagonista del tempo natalizio è stata infatti la vastissima e
profonda depressione nord-atlantica «Dirk» che, centrata a Nord
della Scozia, ha fatto registrare un nuovo primato di bassa
pressione per le isole britanniche (936.8 hPa a Stornoway,
isola di Lewis: non accadeva dal 1886, quando si scese a 927.2 hPa a
Belfast, Irlanda del Nord).
Di conseguenza, venti tempestosi hanno spazzato Regno Unito e
Francia settentrionale tra il 23 e il 24 dicembre (raffiche a 148
km/h sull'Isola di Wight, 146 a La Hague, 100 a Paris-Charles de
Gaulle), poi la perturbazione associata a «Dirk» ha raggiunto con le
prime piogge il Nord-Ovest italiano la Vigilia di Natale.

Analisi
al suolo, h 00 UTC del 26.12.2013: la depressione "Dirk",
centrata tra Scozia, Islanda e Norvegia, abbraccia gran parte
dell'Europa. Un minimo barico secondario si è isolato inoltre di
fronte alla Costa Azzurra, e in giornata si approfondirà fino a 984
hPa sul Golfo Ligure: un intenso flusso sciroccale di aria mite e
umida interessa l'Italia
(Institut
für Meteorologie, Berlin).
Violente correnti miti e umide da Sud (scirocco) hanno investito
in particolare Alpi e Appennino Settentrionale il giorno di Natale, e
a ridosso dell'arco alpino si è instaurato un marcato gradiente barico
(a mezzanotte del 25 dicembre, differenza di 15 hPa tra i 998 hPa di
Zurigo e i 1013 hPa di Milano-Linate), con intensa situazione di
sbarramento e precipitazioni al Sud delle Alpi, e un
föhn straordinariamente impetuoso e caldo sulla Svizzera
nord-orientale e l'Austria. Raffiche a 110 km/h a Coira
(secondo posto tra le più violente dal 1981, dopo i 113 km/h del 26
settembre 2012), ma punta di ben 208 km/h al Guetsch (2287 m, zona del
San Gottardo); inoltre, 19.1 °C a Salisburgo, qui nuovo record
di temperatura massima per dicembre.
Anche sull'Appennino Tosco-Emiliano il vento da Sud ha soffiato con
grande violenza (ben 211 km/h al Passo di Croce Arcana, e 144 a
Sestola, nel Modenese), e forti raffiche pure a bassa quota (50-60
km/h in Valpadana, 94 a Palermo, 122 a Capo Mele, Ponente Ligure)
hanno determinato mareggiate in Liguria e sospinto una
pronunciata acqua alta a Venezia (livello di 115 cm a Punta
della Salute, alle h 6 di Santo Stefano).

Immagine Meteosat nel canale
infrarosso del 24 dicembre 2013 - ore 14 UTC
(ore 15 italiane). Un esteso corpo nuvoloso si dispiega intorno alla
profondissima depressione "Dirk" centrata a Nord della Scozia, e
inizia a lambire con le prime piogge il Nord-Ovest italiano
(Fonte:
Eumetsat).

Immagine Meteosat nel canale
infrarosso del 25 dicembre 2013 - ore 21 UTC
(ore 22 italiane). La perturbazione è in piena attività
sull'Italia, con forti venti meridionali, miti e umidi, che
determinano piogge intense al Nord e straordinarie nevicate sulle Alpi
centro-orientali (Fonte:
Eumetsat).
Le
precipitazioni si sono nettamente intensificate al Nord Italia tra
Natale e Santo Stefano, in particolare sui pendii montuosi
perpendicolari al flusso meridionale negli strati medio-bassi della
troposfera, dapprima sull'entroterra ligure di Ponente e la testata
della Val Tanaro, poi sull'Appennino Ligure, la Lunigiana e lungo i
rilievi dall'alto Piemonte alle Alpi Giulie.
In tre giorni, dal 24 al 26, si sono rilevati massimi
pluviometrici di ben 476 mm a Barcis (PN), 448 mm a Piampaludo (SV),
411 a Cansiglio-Tramedere (BL), 341 a Tolmezzo (UD), 333 a Torriglia
(GE), 311 a Verbania-Pallanza (fonti:
ARPA Liguria,
ARPA Piemonte,
ARPA Veneto,
Osmer-FVG).
In alcuni casi le precipitazioni cadute in 24 ore sono state
eccezionali per il mese di dicembre, sopratutto tra il Canton
Ticino e il Varesotto (a Locarno-Monti 129.6 mm di pioggia,
superato il record di 105.4 mm del 9 dicembre 1954).
Quantità giornaliere straordinarie per l'inverno, di oltre 200 mm, si
sono rilevate pure sull'Appennino settentrionale e sulle Prealpi
venete-friulane (254 mm il 25 dicembre a Piampaludo, 274 mm il 26 al
Cansiglio).
All'Osservatorio di Pontremoli (MS) sono caduti nei 3 giorni
194 mm di pioggia, e in passato solo nel 1935 si ebbe un
periodo natalizio tanto perturbato e piovoso (217 mm dal 24 al 27
dicembre di quell'anno).
Solo la caduta della neve in montagna ha evitato deflussi fluviali
pericolosi, che hanno riguardato solo alcuni bacini posti per lo più
sotto i 1000 m, come ad esempio quello del Bormida, lungo cui
si è sviluppata una notevole piena culminata ad Alessandria attorno al
mezzogiorno del 26 dicembre con un livello di circa 8,5 m (fonte:
ARPA Piemonte).
Il
limite delle nevicate ha fluttuato molto a seconda dei momenti e
delle vallate: mediamente collocato a 1200-1400 m, è talora
salito a 1800-2000 m il giorno di Natale, ma in alcune valli il
rovesciamento dell'aria fredda sotto gli intensi rovesci ha prevalso
sul flusso mite sciroccale, portando un po' di neve fradicia fin sui
fondovalle, come avvenuto a Domodossola, a quota 270 m.
Al di sopra dei 1500 m la nevicata è stata imponente,
soprattutto dal Monte Rosa verso Est, con apporti di neve fresca
diffusamente prossimi o superiori a un metro e mezzo in
un paio di giorni: temporaneamente isolata Madesimo (Val Chiavenna),
diffusi problemi alla circolazione stradale, black-out per la caduta
di alberi sulle linee elettriche a causa della neve umida e pesante,
dalle caratteristiche più autunnali o primaverili che invernali (es.
disagi a Cortina d'Ampezzo in piena stagione turistica).
Sulla
Svizzera italiana la nevicata è stata di entità eccezionale:
tra il mattino del 25 e il mattino del 26 dicembre, 120 cm di neve
fresca in 24 ore a San Bernardino (1639 m, Grigioni), massimo noto
in 61 anni di misura.

27.12.2013: torna il sereno sulle Alpi dopo
le tempeste di vento e neve di Natale e Santo Stefano.
Qui oltre un metro di neve totale al suolo ai 1630 m di Gressoney-La
Trinité (Aosta).
Al vicino osservatorio di Gressoney-D'Ejola (1850 m) lo spessore
nevoso ha toccato un massimo di 168 cm alle h 13 del 26 dicembre, con
un notevole apporto di 40 cm in sole 4 ore tra le h 9 e le h 13 del
medesimo giorno, e di 90 cm in 24 ore tra le h 13 del 25 e le h 13 del
26 dicembre. Qui il massimo apporto giornaliero di neve fresca dal
1927 fu di 120 cm l'1 febbraio 1986 (f. M. Freppaz).
Più
moderati gli apporti nevosi sulle Alpi occidentali (20-50 cm in
media), rimaste in parte in "ombra" rispetto ai venti umidi da Sud, ma
con punte di 50-80 cm sulle Alpi Marittime e in alta Val di Susa, dove
nella tarda mattinata di Santo Stefano due
valanghe provocate da sciatori nel comprensorio di
Bardonecchia hanno causato una vittima.
Attualmente (27 dicembre) secondo l'AINEVA
il pericolo di valanghe è al livello 4 (forte) su gran parte
delle Alpi italiane (in particolare sulle alte valli piemontesi al
confine con la Francia, dalla Val d'Aosta orientale al Trentino, e
sulle Alpi Carniche e Giulie).
Nei giorni intorno al Natale il flusso mite sciroccale si è fatto
sentire, in rapporto al normale, più al Nord che al Sud Italia:
complice il föhn appenninico, all'osservatorio
geofisico di Modena non si era mai avuto un Natale così
caldo dall'inizio delle misure nel 1830 (Tmax 14.8 °C), e perfino
all'alba del 26 si misuravano temperature di 13-15 °C sulla pianura
romagnola, valori degni del mese di settembre...
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