Maggio 2019 in Italia sta proseguendo
fresco, instabile e spesso piovoso, soprattutto tra il Nord-Est e
l'Appennino Settentrionale, con nevicate talora a quote sotto i 1000
m.
Responsabile è una configurazione meteorologica che dagli ultimi
giorni di aprile vede rinnovarsi saccature protese dalla
Scandinavia al Mediterraneo, accompagnate da aria artica.
Dopo i precedenti episodi del 28-29
aprile e 5-6 maggio, un nuovo fronte freddo ha varcato le Alpi la sera
di sabato 11 maggio 2019, annunciato da grandinate che hanno
colpito Novara, l’Astigiano e soprattutto vaste zone della pianura
lombarda (tra cui l’aeroporto della Malpensa), devastando le
coltivazioni. Anche il vento tempestoso ha fatto danni a edifici e
la caduta di un albero ha ucciso due pescatori a Urago d’Oglio
(Brescia).
Dopo aver interessato soprattutto le
Prealpi venete (100 mm a Belluno-aeroporto tra sabato 11 e domenica
12, con nevicate in calo a 1200 m; fonte
ARPA Veneto),
le precipitazioni più intense si sono concentrate sull'Appennino
dal Modenese, al Casentino, al Montefeltro, dove tra domenica 12 e
lunedì 13 maggio sono caduti oltre 100 mm d'acqua a causa dello
sbarramento orografico dei venti da E-NE richiamati dalla depressione
"Zacharias" in spostamento verso il Sud Italia.
Si è così originata una notevole
piena dei fiumi emiliani, romagnoli e marchigiani compresi tra il
Secchia a Nord-Ovest e il Metauro a Sud-Est;
gli allagamenti e i danni maggiori sono avvenuti lungo il Montone
nel Forlivese (rottura di un argine presso l'A14 e inondazione di
Villafranca di Forlì martedì 14 maggio) e il Savio tra il
Cesenate e il Ravennate.

Sequenza di immagini
del Secchia in piena lunedì 13 maggio 2019
intorno a Modena (f. Luca Lombroso, in collaborazione con
Aeroclub
Sassuolo, pilota istruttore Alessandro Lucchini e Stefano Marras).
Il fiume ha invaso per lo più aree golenali normalmente allagabili
durante le piene, e le casse di espansione progettate proprio per
laminare i deflussi.







Esondazione del
Secchia in corrispondenza della linea ferroviaria ad alta velocità
Milano-Roma.

Il colmo di
piena del Secchia a Modena - Ponte Alto è transitato
nel pomeriggio di lunedì 13 maggio con un livello di 10,47 m,
lievemente inferiore al caso del
12 dicembre 2017
(10,63 m, massimo del periodo di misura dal 2003;
fonte
Annali Idrologici ARPA Emilia-Romagna).

13 maggio 2019: il F.
Montone in piena a Forlì
(f. Renzo Zilio, via pagina FB
Ass. Emilia Romagna Meteo).

Il F. Montone a Ponte
Vico (Ravenna) ha di gran lunga superato il livello di allarme,
toccando gli 8,83 m alle h 18 del 13 maggio 2019, primato del
periodo di osservazione iniziato nel 1999 (precedente: 8,22 m l'11
aprile 2005;
fonte
Annali Idrologici ARPA Emilia-Romagna).

La rottura di un
argine del Montone presso l'attraversamento dell'autostrada A14 ha
determinato l'esteso allagamento dell'abitato di Villafranca di Forlì.
La falla è stata rimarginata la sera del 14 maggio 2019
(f. Daniele Lega, via pagina FB
Ass. Emilia Romagna Meteo).

13 maggio 2019:
veduta serale del Savio in piena a Cesena
(f. Ass. Radio Soccorso Cesenatico, via pagina FB
Ass. Emilia Romagna Meteo).
.

La saturazione dei
suoli a seguito delle piogge intense della prima metà di maggio 2019
ha determinato anche numerose frane sull'Appennino Romagnolo:
qui la strada provinciale tra Verghereto e Bagno di Romagna
(via pagina FB
Ass. Emilia Romagna Meteo).
.


Precipitazioni
giornaliere del 12 e 13 maggio 2019 in Emilia-Romagna.
Sui rilievi del forlivese si sono superati i 120 mm in 48 ore: punta
di
122 mm a Corniolo, alle falde del M. Falterona (bacino del Bidente,
a breve distanza dallo spartiacque con il bacino dell'Arno)
(fonte:
ARPA EMR, Servizio Idro-Meteo-Clima).
VENTI TEMPESTOSI:
190 KM/H SUI RILIEVI DELLO SPEZZINO
Il marcato gradiente
barico tra il potente anticiclone “Nevy” (valori intorno a 1040 hPa
tra la Manica e il Mare del Nord,
straordinari per maggio) e le depressioni al Centro-Sud Italia ha
innescato l'irruzione di venti fortissimi tra Nord e Nord-Est:
la bora ha soffiato fino a
197 km/h sul Ponte di Pag (Croazia) e la tramontana a
190 km/h a Casoni di Suvero, su un'altura tra la bassa Val di Vara
e la Lunigiana (fonte:
ARPA Liguria).
14 MAGGIO 2019: GOCCIA FREDDA E NEVE A 600 METRI
Alleviatasi l'emergenza
dovuta alle piene fluviali, nella notte tra martedì 14 e mercoledì 15
maggio 2019 una goccia fredda (depressione ricolma di aria fredda che
si evidenzia maggiormente alle quote medie della troposfera) è
giunta da Nord sull'Italia, con isoterme di -1 °C attorno a 1400 m
di quota sopra la Valpadana.
I fenomeni sono stati per
lo più moderati, ancora una volta più presenti sulle zone esposte alle
correnti nord-orientali, ma a stupire è stata soprattutto la quota
delle nevicate, che si sono spinte a imbiancare l'Appennino
settentrionale talora fin sui 600 m sul versante
romagnolo, fatto decisamente inusuale a metà maggio.
Al mattino la neve è apparsa anche ai 670 m della Città di San Marino,
pur senza accumularsi al suolo.
All'alba sempre del 15 maggio le temperature minime sono scese sotto i
5 °C in molte località extraurbane della Pianura Padana, e talora
perfino
sotto i 2 °C nel Parmense.
In centro a Parma (P.le
Santa Croce), l'osservatorio universitario ha rilevato una minima
di 6,7 °C (7 °C sotto media): l'ultima volta nella seconda
decade di maggio accadde nel 1991 (6,6 °C il giorno 17), ma il
record fu di 4,9 °C il 12 maggio 1928 (serie dal 1878).
Quanto a Modena,
ecco la
notizia e il
comunicato stampa dell'Osservatorio Geofisico sulla situazione di
questo periodo.
All'osservatorio
"Serpieri" di Urbino la minima del 15 maggio è stata di 3,4
°C, anche in questo caso lontana dal primato mensile di -1,4 °C
stabilito a inizio maggio 1957 (quando peraltro caddero 2 cm di neve,
mentre questa volta è solamente piovuto in città, e le montagne si
sono imbiancate dai 900-1000 m).
Notevole, comunque, la
sensazione di freddo che si avvertiva soprattutto nelle ore centrali
del giorno: nel primo pomeriggio i
termometri segnavano 9-11 °C sulla costa romagnola, con raffiche di
bora a 50-60 km/h!
E all'osservatorio di
Pontremoli (Lunigiana), nonostante l'efficace radiazione solare di
maggio, nel pomeriggio del 15 la temperatura massima non è
riuscita a salire sopra i 12 °C (8 °C sotto media), inibita dal forte
vento di tramontana (il 15 maggio più freddo a Pontremoli fu quello
del 1984, con Tmin 3 °C, Tmax 11 °C, 18 mm di pioggia e vento da Nord).

L'imbiancata di circa 5 cm al mattino del 15
maggio 2019 ai 1280 m dell'Eremo
di Monte Carpegna, al confine tra Romagna e Marche.

Sotto una bora impetuosa, la neve ha imbiancato a quote
insolitamente basse anche le Alpi Dinariche Settentrionali, a una
quarantina di chilometri da Trieste, già martedì 14 maggio 2019. Qui
sopra, la bufera di neve
sotto il Monte Snežnik, a 1100 m al confine tra Slovenia e
Croazia.
FREDDO IN EUROPA, MA
CALDO ECCEZIONALE IN RUSSIA, BANCHISA ARTICA AI MINIMI STORICI, E
BIOSSIDO DI CARBONIO A 415 PPM
Mentre in Europa
centro-meridionale continuano a rinnovarsi discese di aria fredda
artica, un caldo estremo e ben più sorprendente interessa la Russia,
dove l'ondulazione del flusso atmosferico propone la risalita di aria
subtropicale.
Domenica 12 maggio 2019
temperature minime di 0 °C si sono misurate in diverse località di
pianura dalla Scozia alla Valle del Reno, al contrario punte di
30-32 °C (oltre 20 °C sopra media!) hanno raggiunto latitudini di 65°
Nord, nella tundra russa a poche centinaia di chilometri dalle
coste ancora ghiacciate del Mare Artico!
Intanto, in aprile 2019
la
banchisa artica ha raggiunto un minimo storico di estensione
per la stagione, e in questi giorni la
concentrazione di biossido di carbonio (CO2)
all'osservatorio del Mauna Loa ha toccato la soglia di 415 ppm per
la prima volta in almeno 3 milioni di anni.
Come già specificato nell'approfondimento sull'episodio
del 5-7 maggio 2019, questo freddo europeo locale non
contraddice il riscaldamento globale...
ed è bene non confondere i concetti di "tempo" e "clima".

La carte delle
anomalie di temperatura in Europa nella prima metà di maggio 2019
evidenzia con efficacia la situazione di blocco che vede da un lato il
frequente riproporsi di saccature fredde in Europa (blu-verde, zone
con temperature fino a oltre 3 °C sotto media), dall'altro la risalita
di aria molto calda più a Est, sulla Russia fino a latitudini artiche
(in rosso scuro, punte di oltre +6 °C rispetto alla media tra la zona
di Mosca e i Monti Urali, nella prima qundicina del mese)
(fonte:
Weatherbell).
RINGRAZIAMENTI
Un ringraziamento a chi ha condiviso
dati e informazioni con la redazione di Nimbus, in particolare i soci
e collaboratori SMI Luca Lombroso (osservatorio di
Modena, Università di Modena e Reggio Emilia), Paolo Fantini (osservatorio Università di Parma),
Maurizio Ratti (osservatorio
di Pontremoli), Piero Paolucci (Osservatorio
"Serpieri" di Urbino) e Renato R. Colucci (CNR
ISMAR Trieste e
Unione Meteorologica del Friuli-Venezia Giulia).
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le ricerche su scienze dell'atmosfera, clima e ghiacciai,
e la salvaguardia degli osservatori meteorologici storici

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