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12-15 MAGGIO 2019:
ANCORA FREDDO TARDIVO IN ITALIA
E ALLUVIONI IN EMILIA ROMAGNA,
MA CALDO ECCEZIONALE IN RUSSIA


SMI/Redazione Nimbus - 15 maggio 2019

 

Maggio 2019 in Italia sta proseguendo fresco, instabile e spesso piovoso, soprattutto tra il Nord-Est e l'Appennino Settentrionale, con nevicate talora a quote sotto i 1000 m.

Responsabile è una configurazione meteorologica che dagli ultimi giorni di aprile vede rinnovarsi saccature protese dalla Scandinavia al Mediterraneo, accompagnate da aria artica.

Dopo i precedenti episodi del 28-29 aprile e 5-6 maggio, un nuovo fronte freddo ha varcato le Alpi la sera di sabato 11 maggio 2019, annunciato da grandinate che hanno colpito Novara, l’Astigiano e soprattutto vaste zone della pianura lombarda (tra cui l’aeroporto della Malpensa), devastando le coltivazioni. Anche il vento tempestoso ha fatto danni a edifici e la caduta di un albero ha ucciso due pescatori a Urago d’Oglio (Brescia).

Dopo aver interessato soprattutto le Prealpi venete (100 mm a Belluno-aeroporto tra sabato 11 e domenica 12, con nevicate in calo a 1200 m; fonte ARPA Veneto), le precipitazioni più intense si sono concentrate sull'Appennino dal Modenese, al Casentino, al Montefeltro, dove tra domenica 12 e lunedì 13 maggio sono caduti oltre 100 mm d'acqua a causa dello sbarramento orografico dei venti da E-NE richiamati dalla depressione "Zacharias" in spostamento verso il Sud Italia.

Si è così originata una notevole piena dei fiumi emiliani, romagnoli e marchigiani compresi tra il Secchia a Nord-Ovest e il Metauro a Sud-Est;
gli allagamenti e i danni maggiori sono avvenuti lungo il Montone nel Forlivese (rottura di un argine presso l'A14 e inondazione di Villafranca di Forlì martedì 14 maggio) e il Savio tra il Cesenate e il Ravennate.

Sequenza di immagini del Secchia in piena lunedì 13 maggio 2019
intorno a Modena (f. Luca Lombroso, in collaborazione con Aeroclub Sassuolo, pilota istruttore Alessandro Lucchini e Stefano Marras).
Il fiume ha invaso per lo più aree golenali normalmente allagabili durante le piene, e le casse di espansione progettate proprio per laminare i deflussi.

Esondazione del Secchia in corrispondenza della linea ferroviaria ad alta velocità Milano-Roma.


 Il colmo di piena del Secchia a Modena - Ponte Alto è transitato
 nel pomeriggio di lunedì 13 maggio con un livello di 10,47 m,
lievemente inferiore al caso del 12 dicembre 2017
(10,63 m, massimo del periodo di misura dal 2003;
fonte Annali Idrologici ARPA Emilia-Romagna).


13 maggio 2019: il F. Montone in piena a Forlì
(f. Renzo Zilio, via pagina FB Ass. Emilia Romagna Meteo).
 



Il F. Montone a Ponte Vico (Ravenna) ha di gran lunga superato il livello di allarme,
toccando gli 8,83 m alle h 18 del 13 maggio 2019, primato del periodo di osservazione iniziato nel 1999 (precedente: 8,22 m l'11 aprile 2005;
fonte Annali Idrologici ARPA Emilia-Romagna).
 

La rottura di un argine del Montone presso l'attraversamento dell'autostrada A14 ha determinato l'esteso allagamento dell'abitato di Villafranca di Forlì.
La falla è stata rimarginata la sera del 14 maggio 2019
 (f. Daniele Lega, via pagina FB Ass. Emilia Romagna Meteo).


13 maggio 2019: veduta serale del Savio in piena a Cesena
(f. Ass. Radio Soccorso Cesenatico, via pagina FB Ass. Emilia Romagna Meteo).
.

La saturazione dei suoli a seguito delle piogge intense della prima metà di maggio 2019 ha determinato anche numerose frane sull'Appennino Romagnolo:
qui la strada provinciale tra Verghereto e Bagno di Romagna
(via pagina FB Ass. Emilia Romagna Meteo).
.

 

Precipitazioni giornaliere del 12 e 13 maggio 2019 in Emilia-Romagna.
Sui rilievi del forlivese si sono superati i 120 mm in 48 ore: punta di
122 mm a Corniolo, alle falde del M. Falterona (bacino del Bidente,
a breve distanza dallo spartiacque con il bacino dell'Arno)
(fonte: ARPA EMR, Servizio Idro-Meteo-Clima).
 

VENTI TEMPESTOSI: 190 KM/H SUI RILIEVI DELLO SPEZZINO

Il marcato gradiente barico tra il potente anticiclone “Nevy” (valori intorno a 1040 hPa tra la Manica e il Mare del Nord, straordinari per maggio) e le depressioni al Centro-Sud Italia ha innescato l'irruzione di venti fortissimi tra Nord e Nord-Est: la bora ha soffiato fino a 197 km/h sul Ponte di Pag (Croazia) e la tramontana a 190 km/h a Casoni di Suvero, su un'altura tra la bassa Val di Vara e la Lunigiana (fonte: ARPA Liguria).


14 MAGGIO 2019: GOCCIA FREDDA E NEVE A 600 METRI

Alleviatasi l'emergenza dovuta alle piene fluviali, nella notte tra martedì 14 e mercoledì 15 maggio 2019 una goccia fredda (depressione ricolma di aria fredda che si evidenzia maggiormente alle quote medie della troposfera) è giunta da Nord sull'Italia, con isoterme di -1 °C attorno a 1400 m di quota sopra la Valpadana.

I fenomeni sono stati per lo più moderati, ancora una volta più presenti sulle zone esposte alle correnti nord-orientali, ma a stupire è stata soprattutto la quota delle nevicate, che si sono spinte a imbiancare l'Appennino settentrionale talora fin sui 600 m sul versante romagnolo, fatto decisamente inusuale a metà maggio.

Al mattino la neve è apparsa anche ai 670 m della Città di San Marino, pur senza accumularsi al suolo.

All'alba sempre del 15 maggio le temperature minime sono scese sotto i 5 °C in molte località extraurbane della Pianura Padana, e talora perfino
sotto i 2 °C nel Parmense
.

In centro a Parma (P.le Santa Croce), l'osservatorio universitario ha rilevato una minima di 6,7 °C (7 °C sotto media): l'ultima volta nella seconda decade di maggio accadde nel 1991 (6,6 °C il giorno 17), ma il record fu di 4,9 °C il 12 maggio 1928 (serie dal 1878).

Quanto a Modena, ecco la notizia e il comunicato stampa dell'Osservatorio Geofisico sulla situazione di questo periodo.

All'osservatorio "Serpieri" di Urbino la minima del 15 maggio è stata di 3,4 °C, anche in questo caso lontana dal primato mensile di -1,4 °C stabilito a inizio maggio 1957 (quando peraltro caddero 2 cm di neve, mentre questa volta è solamente piovuto in città, e le montagne si sono imbiancate dai 900-1000 m).

Notevole, comunque, la sensazione di freddo che si avvertiva soprattutto nelle ore centrali del giorno: nel primo pomeriggio i termometri segnavano 9-11 °C sulla costa romagnola, con raffiche di bora a 50-60 km/h!

E all'osservatorio di Pontremoli (Lunigiana), nonostante l'efficace radiazione solare di maggio, nel pomeriggio del 15 la temperatura massima non è riuscita a salire sopra i 12 °C (8 °C sotto media), inibita dal forte vento di tramontana (il 15 maggio più freddo a Pontremoli fu quello del 1984, con Tmin 3 °C, Tmax 11 °C, 18 mm di pioggia e vento da Nord).


L'imbiancata di circa 5 cm al mattino del 15 maggio 2019 ai 1280 m dell'Eremo di Monte Carpegna, al confine tra Romagna e Marche.

Sotto una bora impetuosa, la neve ha imbiancato a quote insolitamente basse anche le Alpi Dinariche Settentrionali, a una quarantina di chilometri da Trieste, già martedì 14 maggio 2019. Qui sopra, la bufera di neve sotto il Monte Snežnik, a 1100 m al confine tra Slovenia e Croazia.
 

FREDDO IN EUROPA, MA CALDO ECCEZIONALE IN RUSSIA, BANCHISA ARTICA AI MINIMI STORICI, E BIOSSIDO DI CARBONIO A 415 PPM

Mentre in Europa centro-meridionale continuano a rinnovarsi discese di aria fredda artica, un caldo estremo e ben più sorprendente interessa la Russia, dove l'ondulazione del flusso atmosferico propone la risalita di aria subtropicale.

Domenica 12 maggio 2019 temperature minime di 0 °C si sono misurate in diverse località di pianura dalla Scozia alla Valle del Reno, al contrario punte di 30-32 °C (oltre 20 °C sopra media!) hanno raggiunto latitudini di 65° Nord, nella tundra russa a poche centinaia di chilometri dalle coste ancora ghiacciate del Mare Artico!

Intanto, in aprile 2019 la banchisa artica ha raggiunto un minimo storico di estensione per la stagione, e in questi giorni la concentrazione di biossido di carbonio (CO2) all'osservatorio del Mauna Loa ha toccato la soglia di 415 ppm per la prima volta in almeno 3 milioni di anni.

Come già specificato nell'approfondimento sull'episodio del 5-7 maggio 2019, questo freddo europeo locale non contraddice il riscaldamento globale...
ed è bene non confondere i concetti di "tempo" e "clima".
 

La carte delle anomalie di temperatura in Europa nella prima metà di maggio 2019 evidenzia con efficacia la situazione di blocco che vede da un lato il frequente riproporsi di saccature fredde in Europa (blu-verde, zone con temperature fino a oltre 3 °C sotto media), dall'altro la risalita di aria molto calda più a Est, sulla Russia fino a latitudini artiche (in rosso scuro, punte di oltre +6 °C rispetto alla media tra la zona di Mosca e i Monti Urali, nella prima qundicina del mese)
(fonte: Weatherbell). 
 


RINGRAZIAMENTI
Un ringraziamento a chi ha condiviso dati e informazioni con la redazione di Nimbus, in particolare i soci e collaboratori SMI Luca Lombroso (osservatorio di Modena, Università di Modena e Reggio Emilia), Paolo Fantini (osservatorio Università di Parma), Maurizio Ratti (osservatorio di Pontremoli), Piero Paolucci (Osservatorio "Serpieri" di Urbino) e Renato R. Colucci (CNR ISMAR Trieste e Unione Meteorologica del Friuli-Venezia Giulia).
 


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