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11-12 GIUGNO 2019:
NUBIFRAGI ALLUVIONALI IN ALTA LOMBARDIA

Fabio Luino, ricercatore CNR-IRPI Torino
12 giugno 2019

 

Intense precipitazioni hanno colpito l'alta Lombardia lunedì 11 e martedì 12 giugno 2019 sotto un vigoroso flusso di correnti umide e instabili da Sud-Ovest: dapprima la province di Brescia e Sondrio, poi anche quella di Lecco, con particolare violenza, durante la mattinata del 12.

Il Lario, così come il resto dell'area alpina, non è nuovo a fenomeni del genere, soprattutto in questa stagione, quando si manifestano i primi forti temporali estivi. Nella notte fra lunedì 11 e martedì 12 sulla Valchiavenna e il Lago di Como sono stati registrati valori fino a 150-200 mm di pioggia, con punte di 160 mm in sole 12 ore (Madesimo). Sono intensità notevoli che faticano ad essere smaltite da qualsiasi versante alpino.

Nel biennio 2000-2001 il CNR-IRPI di Torino ebbe l’incarico di studiare la Val Pioverna, ai piedi della Grigna Settentrionale (LC), zona che proprio nella notte tra l'11 e il 12 giugno 2019 è stata sede di grandi disagi e danni a causa delle esondazioni di alcuni torrenti e di frane superficiali che hanno colpito case e strade.

Cortabbio (Lecco) al mattino di martedì 12 giugno 2019, invasa da una miscela solido-liquida fuoriuscita del rio Valle della Fusa che attraversa la frazione di Primaluna in un angusto alveo.

Precipitazioni orarie e cumulate nella prima metà di giugno 2019 a Premana (LC), nell'adiacente valle del T. Varrone, anch'essa pesantemente interessata da nubifragi e violente piene torrentizie: tra le h 20 di lunedì 11 e le h 10 di martedì 12 giugno piovono, in 14 ore, ben 209 mm d'acqua, con massimo di 38,6 mm in un'ora e 93 mm in 3 ore (fonte: ARPA Lombardia). 
 

Il rio Valle della Fusa come si presenta di solito, e il 12 giugno 2019.
Il piccolo rio aveva già creato problemi simili nell’agosto 1949
e nel settembre 1993.
 

Lo studio multidisciplinare, che era composto da una indagine storica degli eventi pregressi, da uno studio geomorfologico e da una analisi urbanistica, era finalizzato all’individuazione delle aree urbanizzate maggiormente esposte al pericolo d’inondazione.

Dal 1800 al 2000 si ritrovarono notizie di 99 eventi geo-idrologici, vale a dire uno ogni due anni! Di questi, 29 si sono manifestati esclusivamente lungo l’asta principale, mentre in 26 casi la piena del Torrente Pioverna è avvenuta in concomitanza con quella dei tributari.

Gli eventi maggiormente critici in Val Pioverna sono avvenuti il 23-24 giugno 1951, il 17-19 luglio 1987 e il 27-28 agosto 1996.

Tutti e tre gli episodi sono avvenuti nel periodo estivo (giugno-agosto), quando la frequenza mensile degli eventi è effettivamente elevata (47% del totale) e le precipitazioni medie mensili presentano anch'esse valori cospicui, anche se i massimi annuali degli apporti piovosi si registrano in genere in tarda primavera e in autunno (grafico qui sotto).

Tale considerazione andrebbe effettuata, infatti, anche in relazione alle piogge brevi ed intense, che spesso provocano le piene della maggior parte dei tributari.

Confronto fra le precipitazioni medie mensili registrate al pluviografo di Introbio
e la distribuzione mensile degli eventi di piena del T. Pioverna e sui tributari
nel periodo storico analizzato dal CNR-IRPI di Torino (1800-2000).
 

La distribuzione mensile delle piene dannose del T. Pioverna e dei suoi tributari ha d’altronde messo in evidenza come i mesi di giugno, agosto e settembre annoverino il più alto numero di eventi alluvionali, con il 17% del numero totale delle piene in giugno. Ma, in generale, tutto il periodo da maggio a novembre è caratterizzato da una elevata frequenza di eventi (96%), con un picco nei mesi estivi, tra giugno e settembre (62%).

Durante l’approfondita ricerca storica sono state ritrovate notizie anche sui torrenti di Valle Molinara (4 eventi), Valle Noci (3 eventi), Valle della Fusa (2 eventi nell’agosto 1949 e settembre 1993) che a Primaluna hanno esondato proprio il 12 giugno 2019.

Anche se si moltiplicano le evidenze di incremento dei rovesci più intensi, in Europa e nel mondo, a seguito del riscaldamento globale, in questo caso possiamo dire che non c’è nulla di nuovo sotto... le nubi!
 


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