Seppure in un contesto complessivamente
più anticiclonico e caldo del normale, durante questo mese d'agosto
2020 nubifragi di eccezionale intensità hanno colpito varie località
del Nord Italia in occasione di passaggi di linee di instabilità,
insinuatesi per lo più dall'Atlantico.
L'ingente quantità di
grandine trascinata dall'acqua nel centro di Verona durante
la tempesta di domenica pomeriggio, 23 agosto 2020 (fonte:
www.facebook.com/heraldoverona).
Ecco un elenco degli eventi principali.
- 12 agosto 2020, Chiareggio
(Val Malenco, Sondrio): le quantità di pioggia rilevate dai
pluviometri non sono così rilevanti (nei dintorni, 10 mm a Chiesa Val
Malenco - Alpe dell'Oro, 13 mm a Lanzada - Passo Marinelli, rete
ARPA Lombardia), tuttavia sufficienti, in breve tempo, a innescare
veloci piene torrentizie. Una colata fangoso-detritica lungo il Rio
Novasco travolge un'auto occupata da una famiglia, 3 vittime.
Inoltre, nelle stesse ore, allagamenti a Silandro (Bolzano), e
tempesta di pioggia e vento con gravi danni ai frutteti nel
Saluzzese (Cuneo).
- 17 agosto 2020, Torino:
mentre al Sud culmina un'intensa ondata di caldo nord-africano (42,6
°C a Siracusa-SIAS),
al Nord termina la parentesi tranquilla del Ferragosto e un nubifragio
allaga in particolare i quartieri centro-settentrionali di Torino
scaricando 75,2 mm di pioggia in un'ora in via della Consolata
(rete ARPA
Piemonte). Si tratta di un valore non distante dal massimo storico
(dal 1928) di 83,4 mm dell'11 agosto 2010, in compagnia di un altro
gruppo di episodi dello stesso ordine di intensità il 20 agosto 2005
(76,2 mm in un'ora), il 29 agosto 2016 (69,5 mm) e il 21 giugno 2019
(72 mm sempre in un'ora) (*).
Report ARPA Piemonte
qui.
Già la notte precedente, tra il 16 e
il 17, la
statale del Brennero era rimasta interrotta per una colata
detritica tra Bolzano e Prato all'Isarco.
Torino - Piazza
Vittorio Veneto: visibilità ridotta a poche decine di metri nella fase
più intensa del nubifragio del 17 agosto 2020, ore 15:51 locali
(webcam
livecam Skyline).
- 22 agosto 2020, Merano
(Bolzano): verso sera, al passaggio di un fronte freddo si abbatte un
furioso temporale, con grandine, strade allagate e alberi
schiantati. L'Ufficio
Idrografico provinciale rileva 36,5 mm di precipitazione ma
soprattutto una raffica di vento a 122 km/h, valore più elevato
dall'inizio delle misure nel 2001 in questa stazione.
A Sernio, poco a monte di Tirano (Valtellina), sempre in
serata, una colata detritica lungo il Rio Refrecc intasa e sormonta un
ponte,
interrompendo una strada.
- 23 agosto 2020, Veneto: nel
tardo pomeriggio un sistema temporalesco multicellulare colpisce il
Veneto e in particolare Verona con gravi danni a edifici e
alberate, e sommersione di strade, abitazioni e negozi talora con
oltre un metro di acqua e grandine.
Le intensità di precipitazione più elevate, e da record,
hanno riguardato la pedemontana veronese con 21,8 e 18,2 mm in 5
minuti rispettivamente a Bardolino e Verona-Parco Adige Nord, ma
notevolissimi sono anche gli scrosci che hanno colpito Vicentino e
Padovano (57,6 mm in 30 minuti a Malo, Vicenza).
Le distruzioni dovute al vento (interi vigneti rasi al suolo sui colli
della Valpolicella) sono attribuibili non al passaggio di un tornado,
bensì a potentissime raffiche discendenti dai cumulonembi (downburst),
con velocità di 105 km/h a Verona - Parco Adige Nord e 91 km/h a
Vicenza-Sant'Agostino. Report ARPA Veneto
qui.
Padova, 23 agosto
2020, all'avvicinarsi del violento temporale che nei dintorni
scaricherà fino a 64 mm d'acqua a Galzignano (f. Milos Lago).
- 24 agosto 2020: nuovi
nubifragi e allagamenti a Cortina d'Ampezzo (29 mm tra le h
19 e le 20 a Cortina-Gilardon, rete
ARPA Veneto).
A seguito dei forti rovesci della notte precedente (73 mm in 3 h a
Roccaforte Mondovì, rete
ARPA Piemonte),
colata detritica del Rio Bergamini sulla strada per Prato
Nevoso (Cuneo).
Cortina d'Ampezzo,
sera del 24 agosto 2020: acque fangose ruscellate dai versanti
irrompono tra gli edifici (fonte:
Corriere
delle Alpi).
Episodi di particolare violenza hanno
colpito anche il Sud. Oltre al ben noto caso del 15 luglio a
Palermo (134 mm di pioggia in un paio d'ore alla stazione
SIAS del Parco Uditore e notevole urban-flood), segnaliamo i nubifragi
di sabato 8 agosto a Messina e dintorni (57,8 mm di pioggia in
un'ora a Messina-stazione
SIAS,
record di intensità nella serie dal 2003); colata di fango
sulla "Panoramica dello Stretto", un'auto investita ma senza vittime;
alluvione-lampo a Barcellona Pozzo di Gotto.
Due giorni dopo, il 10 agosto, è toccato a Randazzo,
alle falde dell'Etna (Catania), con uno scroscio di 57,0 mm in un'ora,
pure questo un primato orario nella serie dal 2003. L'11
agosto, infine, 59,4 mm in un'ora a Enna, secondo valore orario
dall'inizio delle misure nel 2002 (dopo i 73,8 mm/1 h del 15 ottobre
2003).
Palermo, 15 luglio
2020: inconsueto scenario per la solitamente secca estate mediterranea
(precipitazione media di luglio in città: 4 mm), con decine di auto
completamente sommerse in Viale Regione Siciliana. L'eccezionale
intensità del fenomeno e la rete di drenaggio inadeguata in un
territorio estesamente artificializzato hanno concorso a determinare
l'alluvione urbana
(fonte foto:
Il Fatto
Quotidiano).
(*) Riguardo all'episodio
torinese, a guardare i dati passati, al netto della più raffinata
frequenza di campionamento degli strumenti moderni, eventi di questo
tipo parrebbero essersi infittiti nei tempi recenti, dato che nella
serie storica dell'Ufficio Idrografico dal 1928 ai primi anni Duemila
non si era mai andati oltre i 62 mm orari del 24 agosto 1932.
Questa tendenza a rovesci più violenti e concentrati, se confermata,
sarebbe in accordo con quanto teorizzano da tempo i climatologi, e con
ciò che d'altra parte prevede la fisica dell'atmosfera: più l'aria è
calda (e di questa tendenza siamo certi, con un paio di gradi di
incremento della temperatura media annua nell'ultimo secolo in
Piemonte), più questa è in grado di contenere al suo interno grandi
quantità di vapore acqueo che si può tradurre in scrosci più intensi.
Inoltre l'evaporazione è più rapida e il ciclo dell'acqua di
conseguenza è accelerato, e il suolo surriscaldato della città
contribuisce probabilmente a rafforzare le correnti ascendenti
all'origine delle nubi temporalesche. Tutti ingredienti che vanno
nella direzione di estremi di pioggia più ricorrenti. Asfalto e
cemento fanno il resto, impedendo l'infiltrazione dell'acqua e
favorendo un immediato ruscellamento superficiale con l'innesco di
improvvise “alluvioni urbane”.
Il ruolo del riscaldamento globale nel
rendere più probabili e ricorrenti rovesci intensi è sottolineato in
questo passo dell'autorevole climatologo
James Hansen
della Columbia University (via web, 2020, non ancora pubblicato):
"Questi cambiamenti [climatici]
portano a un incremento della convezione profonda umida, con associate
piogge intense. Nel nostro modello, concentrazioni di CO2
raddoppiate determinano un aumento di svariate centinaia di metri
dell'altezza delle nubi cumuliformi convettive. Umidità assolute più
elevate, dunque più calore latente di condensazione, e una più
profonda convezione fanno sì che una più ampia parte delle
precipitazioni avvenga sotto forma di intensi temporali, all'opposto
delle più moderate piogge che si originano da nubi stratificate estese
a larga-scala".
Devolvi il 5 per mille alla SMI!
Sosterrai
le ricerche su scienze dell'atmosfera, clima e ghiacciai,
e la salvaguardia degli osservatori meteorologici storici
|