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AGOSTO 2020, NUBIFRAGI E TEMPESTE IN ITALIA

Daniele Cat Berro, SMI - Redazione Nimbus, 25 agosto 2020

 

Seppure in un contesto complessivamente più anticiclonico e caldo del normale, durante questo mese d'agosto 2020 nubifragi di eccezionale intensità hanno colpito varie località del Nord Italia in occasione di passaggi di linee di instabilità, insinuatesi per lo più dall'Atlantico.


L'ingente quantità di grandine trascinata dall'acqua nel centro di Verona durante
la tempesta di domenica pomeriggio, 23 agosto 2020 (fonte: www.facebook.com/heraldoverona).


Ecco un elenco degli eventi principali.

- 12 agosto 2020, Chiareggio (Val Malenco, Sondrio): le quantità di pioggia rilevate dai pluviometri non sono così rilevanti (nei dintorni, 10 mm a Chiesa Val Malenco - Alpe dell'Oro, 13 mm a Lanzada - Passo Marinelli, rete ARPA Lombardia), tuttavia sufficienti, in breve tempo, a innescare veloci piene torrentizie. Una colata fangoso-detritica lungo il Rio Novasco travolge un'auto occupata da una famiglia, 3 vittime.
Inoltre, nelle stesse ore, allagamenti a Silandro (Bolzano), e tempesta di pioggia e vento con gravi danni ai frutteti nel Saluzzese (Cuneo).

- 17 agosto 2020, Torino: mentre al Sud culmina un'intensa ondata di caldo nord-africano (42,6 °C a Siracusa-SIAS), al Nord termina la parentesi tranquilla del Ferragosto e un nubifragio allaga in particolare i quartieri centro-settentrionali di Torino scaricando 75,2 mm di pioggia in un'ora in via della Consolata (rete ARPA Piemonte). Si tratta di un valore non distante dal massimo storico (dal 1928) di 83,4 mm dell'11 agosto 2010, in compagnia di un altro gruppo di episodi dello stesso ordine di intensità il 20 agosto 2005 (76,2 mm in un'ora), il 29 agosto 2016 (69,5 mm) e il 21 giugno 2019 (72 mm sempre in un'ora) (*).
Report ARPA Piemonte qui.

Già la notte precedente, tra il 16 e il 17, la statale del Brennero era rimasta interrotta per una colata detritica tra Bolzano e Prato all'Isarco.

Torino - Piazza Vittorio Veneto: visibilità ridotta a poche decine di metri nella fase più intensa del nubifragio del 17 agosto 2020, ore 15:51 locali
(webcam livecam Skyline).
 

- 22 agosto 2020, Merano (Bolzano): verso sera, al passaggio di un fronte freddo si abbatte un furioso temporale, con grandine, strade allagate e alberi schiantati. L'Ufficio Idrografico provinciale rileva 36,5 mm di precipitazione ma soprattutto una raffica di vento a 122 km/h, valore più elevato dall'inizio delle misure nel 2001 in questa stazione.

A Sernio, poco a monte di Tirano (Valtellina), sempre in serata, una colata detritica lungo il Rio Refrecc intasa e sormonta un ponte, interrompendo una strada.

- 23 agosto 2020, Veneto: nel tardo pomeriggio un sistema temporalesco multicellulare colpisce il Veneto e in particolare Verona con gravi danni a edifici e alberate, e sommersione di strade, abitazioni e negozi talora con oltre un metro di acqua e grandine.

Le intensità di precipitazione più elevate, e da record, hanno riguardato la pedemontana veronese con 21,8 e 18,2 mm in 5 minuti rispettivamente a Bardolino e Verona-Parco Adige Nord, ma notevolissimi sono anche gli scrosci che hanno colpito Vicentino e Padovano (57,6 mm in 30 minuti a Malo, Vicenza).
Le distruzioni dovute al vento (interi vigneti rasi al suolo sui colli della Valpolicella) sono attribuibili non al passaggio di un tornado, bensì a potentissime raffiche discendenti dai cumulonembi (downburst), con velocità di 105 km/h a Verona - Parco Adige Nord e 91 km/h a Vicenza-Sant'Agostino. Report ARPA Veneto qui.
 

Padova, 23 agosto 2020, all'avvicinarsi del violento temporale che nei dintorni scaricherà fino a 64 mm d'acqua a Galzignano (f. Milos Lago).


- 24 agosto 2020: nuovi nubifragi e allagamenti a Cortina d'Ampezzo (29 mm tra le h 19 e le 20 a Cortina-Gilardon, rete ARPA Veneto).
A seguito dei forti rovesci della notte precedente (73 mm in 3 h a Roccaforte Mondovì, rete ARPA Piemonte), colata detritica del Rio Bergamini sulla strada per Prato Nevoso (Cuneo).
 



Cortina d'Ampezzo, sera del 24 agosto 2020: acque fangose ruscellate dai versanti irrompono tra gli edifici (fonte: Corriere delle Alpi).
 

Episodi di particolare violenza hanno colpito anche il Sud. Oltre al ben noto caso del 15 luglio a Palermo (134 mm di pioggia in un paio d'ore alla stazione SIAS del Parco Uditore e notevole urban-flood), segnaliamo i nubifragi di sabato 8 agosto a Messina e dintorni (57,8 mm di pioggia in un'ora a Messina-stazione SIAS, record di intensità nella serie dal 2003); colata di fango sulla "Panoramica dello Stretto", un'auto investita ma senza vittime; alluvione-lampo a Barcellona Pozzo di Gotto.

Due giorni dopo, il 10 agosto, è toccato a Randazzo, alle falde dell'Etna (Catania), con uno scroscio di 57,0 mm in un'ora, pure questo un primato orario nella serie dal 2003. L'11 agosto, infine, 59,4 mm in un'ora a Enna,  secondo valore orario dall'inizio delle misure nel 2002 (dopo i 73,8 mm/1 h del 15 ottobre 2003).

Palermo, 15 luglio 2020: inconsueto scenario per la solitamente secca estate mediterranea (precipitazione media di luglio in città: 4 mm), con decine di auto completamente sommerse in Viale Regione Siciliana. L'eccezionale intensità del fenomeno e la rete di drenaggio inadeguata in un territorio estesamente artificializzato hanno concorso a determinare l'alluvione urbana
(fonte foto: Il Fatto Quotidiano).


(*) Riguardo all'episodio torinese, a guardare i dati passati, al netto della più raffinata frequenza di campionamento degli strumenti moderni, eventi di questo tipo parrebbero essersi infittiti nei tempi recenti, dato che nella serie storica dell'Ufficio Idrografico dal 1928 ai primi anni Duemila non si era mai andati oltre i 62 mm orari del 24 agosto 1932.

Questa tendenza a rovesci più violenti e concentrati, se confermata, sarebbe in accordo con quanto teorizzano da tempo i climatologi, e con ciò che d'altra parte prevede la fisica dell'atmosfera: più l'aria è calda (e di questa tendenza siamo certi, con un paio di gradi di incremento della temperatura media annua nell'ultimo secolo in Piemonte), più questa è in grado di contenere al suo interno grandi quantità di vapore acqueo che si può tradurre in scrosci più intensi.
Inoltre l'evaporazione è più rapida e il ciclo dell'acqua di conseguenza è accelerato, e il suolo surriscaldato della città contribuisce probabilmente a rafforzare le correnti ascendenti all'origine delle nubi temporalesche. Tutti ingredienti che vanno nella direzione di estremi di pioggia più ricorrenti. Asfalto e cemento fanno il resto, impedendo l'infiltrazione dell'acqua e favorendo un immediato ruscellamento superficiale con l'innesco di improvvise “alluvioni urbane”.

Il ruolo del riscaldamento globale nel rendere più probabili e ricorrenti rovesci intensi è sottolineato in questo passo dell'autorevole climatologo James Hansen della Columbia University (via web, 2020, non ancora pubblicato):

"Questi cambiamenti [climatici] portano a un incremento della convezione profonda umida, con associate piogge intense. Nel nostro modello, concentrazioni di CO2 raddoppiate determinano un aumento di svariate centinaia di metri dell'altezza delle nubi cumuliformi convettive. Umidità assolute più elevate, dunque più calore latente di condensazione, e una più profonda convezione fanno sì che una più ampia parte delle precipitazioni avvenga sotto forma di intensi temporali, all'opposto delle più moderate piogge che si originano da nubi stratificate estese a larga-scala".

 

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