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PRIMA ANALISI DELL'ALLUVIONE DEL 2-3 OTTOBRE 2020
IN ALTA VAL TANARO (CUNEO)

Fabio Luino - CNR IRPI Torino

6 ottobre 2020
 


L'alta valle Tanaro è stata pesantemente colpita dall’evento di piena del Tanaro e di alcuni tributari nella notte fra il 2 e 3 ottobre. Le intensissime precipitazioni nel settore alto, cadute a partire dalle ore 10 del 2 ottobre, nel giro di poche ore hanno contribuito ad aumentare a dismisura la portata del Tanaro.

Se ipotizzassimo che il nubifragio, concentratosi sulle pendici dell’alta valle, abbia avuto la stessa intensità di quella registrata a Limone Piemonte (distante solo pochi chilometri), vale a dire 515,4 mm dalle ore 10 alle 22 (ora solare), potremmo giustificare la risposta quasi immediata dell’asta torrentizia dell’alto Tanaro.

In generale, avendo rilevato i danni sia nel 1994, sia nel 2016, posso affermare che nel tratto Ceva-Ormea l’evento di piena è stato leggermente inferiore al 1994, ma superiore al 2016.

Venerdì notte ad Ormea sono iniziati i primi problemi: il centro abitato è stato interessato da una piena rilevante del Torrente Armella, un laterale sinistro, che creò già problemi nel 1994 e nel 2016, ma inferiori a quelli di inizio ottobre 2020. Molto materiale legnoso, imprudentemente abbandonato sulle sponde dopo essere stato tagliato, è stato preso in carico dalle acque e trasportato fino in paese (Fig. 1).

Fig. 1 - Ormea: T. Armella a monte del paese. Verso le ore 2 del 3 ottobre ha inondato l’abitato trasportando molto materiale flottante: le acque hanno asportato le ringhiere dei ponti e sono penetrate con forza entro i locali delle case ubicate lungo le sponde. L’Armella è un torrente con un bacino di pochi km2 che diede già problemi nel 1994 e nel 2016.


Scendendo verso valle, il Tanaro ha nuovamente inondato l’abitato di Garessio. La causa principale è sempre la presenza al centro del paese del Ponte Odasso, un attraversamento massiccio a tre arcate, con due poderose pile in alveo, che fu la causa dell’alluvione dell’abitato nel 1994 e nuovamente nel 2016 (Figg. 2-3).
 

Fig. 2 – Garessio: attività commerciale nella piazzetta prospiciente la sponda sinistra del Tanaro presso il Ponte Odasso. Come nel 1994 e nel 2016 i locali sono stati totalmente inondati.
 



Fig. 3 - La possente struttura del Ponte Odasso. Le ringhiere, ricostruite dopo l’evento del 2016, sono state nuovamente asportate. La luce delle tre arcate si è sempre dimostrata insufficiente al deflusso delle portate straordinarie anche per la presenza di notevole materiale flottante (vedi Fig. 2).


A valle, anche l’abitato di Bagnasco ha subito danni. Il famoso ponte romano, pesantemente danneggiato nel novembre 1994 e poi ricostruito, ha nuovamente resistito all’impatto del deflusso. Gli architravi sul lato destro sono stati però abbattuti (Fig. 4). Anche gli edifici, ubicati a pochi metri dalla sponda sinistra, sono stati pesantemente inondati come nei precedenti eventi di piena: nonostante la loro ubicazione sia stata più volte segnalata come a rischio idraulico elevato, gli edifici continuano a essere presenti e ostinatamente occupati dai loro proprietari (Fig. 5).
 

Fig. 4 – Il ponte romano di Bagnasco, già parzialmente demolito dalla piena del novembre 1994, ha resistito, salvo il parziale crollo degli architravi.
 

Fig. 5 – Bagnasco. Capannone industriale inondato (visto da valle) in sponda sinistra: è visibile un ingente volume di materiale legnoso accatastato contro e all’interno dell’edificio. Anche questa costruzione subì danni ingenti nelle precedenti piene del Tanaro.

Proseguendo verso valle s’incontra l’abitato di Nucetto. La situazione è apparsa molto simile a quella del 1994. Tutta l’area in sponda sinistra è stata inondata. A differenza dell’alluvione di 26 anni fa, ora esiste un muro di contenimento in sponda sinistra. Una volta sormontato, le acque di piena hanno comunque invaso le abitazioni creando una sorta di grande piscina al punto che, il giorno seguente (Fig. 6), le acque di ristagno nell’area cintata erano più alte del livello del Tanaro.

Fig. 6 – Nucetto: zona prospicente il Tanaro vista, verso monte,
dal ponte principale del paese.


Anche la cittadina di Ceva, più a valle, è stata ampiamente inondata nell’area pianeggiante che negli anni ’50 era denominata “Polesine”. Questa zona è oggi intensamente edificata e ogni qual volta il Tanaro esonda, sia in sponda sinistra, sia in sponda destra, provoca grandi danni a case di civile abitazione, attività commerciali, scuole e persino alla sede della protezione civile.
 

Fig. 7 - Ceva. Abitazione in sponda sinistra, a pochi metri dal Tanaro (che scorre oltre il muro d’argine segnato con la freccia blu). Mentre nel 1994 il livello delle acque era penetrato nell’appartamento del primo piano, questa volta è giunta "solo" all’altezza indicata dalla freccia bianca.
 

Fig. 8 - Ceva, sponda sinistra, in zona Oltretanaro, presso il campo sportivo. Anche in questa occasione, come nel 1994 e 2016, le acque hanno alluvionato un’ampia area e inevitabilmente il pian terreno e le cantine delle villette.
 

Fig. 9 – Ceva. Sponda destra del Tanaro largamente inondata: con la freccia bianca è indicato l’edificio adibito ad asilo infantile.
 

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