DOVE MI TROVO:  Nimbus Web » Eventi meteorologici » 6 febbraio 2021, polvere desertica


6 FEBBRAIO 2021: SCIROCCO, CALDO ANOMALO
E POLVERE SAHARIANA SULLE ALPI

Daniele Cat Berro, SMI / Redazione Nimbus
6 febbraio 2021

 


La depressione "Tristan" in avvicinamento dalla penisola iberica all'Italia ha richiamato davanti a sé correnti di scirocco che sabato 6 febbraio 2021 - oltre a determinare un episodio di caldo anomalo più marcato al Sud e sulle isole con punte prossime a 30 °C - hanno trasportato grandi quantità di polvere sahariana dall'entroterra algerino alle Alpi.

La vasta nube di polvere desertica ripresa nelle ore centrali di
sabato 6 febbraio 2021 dal satellite NASA-Terra, canale visibile. Sollevata da tempeste di vento nel Sahara algerino, la polvere ha attraversato il Mediterraneo fino a raggiungere prima i Pirenei e poi le Alpi, dove è in parte caduta al suolo insieme a precipitazioni deboli-moderate colorando vistosamente la neve in montagna.
Si notino anche le estese nebbie marittime intorno a Sardegna, Corsica e sullo Ionio, determinate dalla condensazione del vapore contenuto nell'aria tiepida in scorrimento sopra al mare freddo (nebbie d'avvezione).


Fin dal mattino del 6 febbraio il cielo, coperto da estesa nuvolosità stratiforme da fronte caldo, ha mostrato surreali tinte giallo-arancio sulle Alpi. Qui vediamo la situazione presso Saint-Barthelémy, Valle d'Aosta
(f. Rosa Antonella Barrel).




Ancora più appariscente il fenomeno appena oltre il confine italo-francese (qui al Colle del Lautaret, 2058 m, Hautes Alpes), dove già in tarda mattinata del 6 le pur modeste precipitazioni (inizialmente piovose fino a quote di 2000 m e oltre) hanno deposto la polvere desertica colorando vistosamente il manto nevoso (fonte webcam comprensorio sciistico di Serre Chevalier).
 

Carta della pressione al suolo (linee isobare in bianco) e del geopotenziale al livello di 500 hPa (circa 5500 m, scala di colore) alle h 12 UTC del 6 febbraio 2021 (modello GFS, fonte Wetterzentrale). Si nota la saccatura sull'Europa occidentale, sia al suolo, sia in quota, cui è associato il richiamo caldo sciroccale sull'Italia, responsabile delle temperature anomale e del trasporto di polvere desertica.


La massiccia presenza di polvere nell'aria è ben delineata nelle carte del modello Skiron dell'Università di Atene: qui è rappresentata, per le ore 18 UTC del 6 febbraio, la distribuzione delle quantità totali di polvere lungo tutta la colonna atmosferica tra Europa e Africa. Tutta l'Italia è interessata dal fenomeno, ma soprattutto sulle Alpi si toccano valori di oltre 2 grammi al metro quadrato, in parte (e variabilmente sul territorio) trascinati fino al suolo dalle precipitazioni.

L'analisi delle retro-traiettorie permette di ricostruire a ritroso il percorso dei flussi atmosferici a diverse altezze nei giorni precedenti, dunque di risalire alla zona di provenienza di una massa d'aria e delle impurità che contiene. Come spesso accade, sono stati vigorosi venti nord-africani a strappare alle aride lande sahariane svariate migliaia di tonnellate di fini particelle di suolo desertico, che in tre giorni hanno viaggiato verso Nord-Est per tremila chilometri fino ad essere inglobate nelle nubi e a ricadere a terra con le precipitazioni dai Pirenei alle Alpi.

Si noti infatti come ipotetici campioni d'aria che alle h 06 UTC del 6 febbraio 2021 si trovavano sulle Alpi (presso lo Jungfraujoch, Oberland Bernese) ai livelli isobarici di 500, 600 e 700 hPa (circa 5500, 4200 e 3000 m) hanno percorso un tragitto comune di circa 3000 km (immagine in alto) dal giorno n. 4 (3 febbraio) al giorno n. 7 (6 febbraio).

A contribuire di più all'apporto di polvere sono state probabilmente masse d'aria che domenica 31 gennaio si trovavano in vicinanza del suolo nell'entroterra algerino (linea blu, giorno 1 nel grafico qui sopra) e che poi - subendo dapprima un percorso in senso orario, e poi rapidamente diretto verso Nord-Est e comune agli altri due "pacchetti" d'aria - sono state sollevate fino a quote di oltre 5000 m (livello nubi) avvicinandosi all'Europa (fonte: modello GFS, via Wetter3). 


Si tratta di un fenomeno naturale, non dannoso, e perfino importante per gli assetti degli ecosistemi poiché la deposizione di polvere sahariana fertilizza il suolo con rilevanti apporti di fosforo, elemento chiave per lo sviluppo delle piante (leggi il ruolo della polvere sahariana nella fertilizzazione della foresta amazzonica).

Tuttavia sulle Alpi la colorazione del manto nevoso - che dopo essere mascherata dalle nuove nevicate "pulite" successive riemerge a inizio estate sui nevai d'alta quota e sui ghiacciai - determina un abbassamento dell'albedo e dunque della riflettività della neve, accelerandone la fusione.

A tal proposito lo studio «Saharan dust events in the European Alps», coordinato da ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca e apparso nel 2019 sulla rivista «The Cryosphere», analizzando dati raccolti a 2160 m presso Torgnon (Val d'Aosta) ha dimostrato che la deposizione di polveri giallo-rossastre durante le precipitazioni sciroccali può anticipare di oltre un mese la fusione nivale, come avvenuto in particolare nella primavera 2016, a causa del maggiore assorbimento di radiazione solare da parte della superficie nevosa più scura.

Episodi di deposizione di polvere desertica sulle Alpi (e in generale in Italia) si verificano comunemente, anche più volte all'anno con prevalenza dall'autunno alla primavera, ma quello del 6 febbraio 2021 è stato di inconsueta intensità, ricordando quello che il 21 febbraio 2004 interessò in particolare le Alpi Marittime e l'Appennino Tosco-Emiliano.

6 febbraio 2021: atmosfera dal sapore "marziano" nel comprensorio sciistico di Valloire - Valmeinier (Maurienne, Alpi francesi).
Fonte: pagina FB Météo-Alpes.

 

QUASI 30 °C IN SICILIA, STRAORDINARIO
IN PIENO INVERNO

Già nei primi giorni di febbraio 2021 il flusso nord-africano ha determinato un caldo anomalo al Sud Italia, ma le temperature più elevate si sono registrate proprio il 6 febbraio, con 29,5 °C di massima all'osservatorio storico "Vaiana" di Palermo (gestito dall'Università di Palermo e dall'INAF, e recentemente nominato Centennial Station dalla WMO per le sue misure cominciate nel 1791), pari merito con il primato per questo mese stabilito il 24 febbraio 1977 (il caso di quest'anno è tuttavia più significativo, in quanto verificatosi all'inizio del mese e non alla fine, in un contesto più vicino alla primavera).

Inoltre il Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS) segnala il superamento dei precedenti record di temperatura massima per febbraio in ben 32 località (periodo dal 2002 di funzionamento delle stazioni automatiche), non solo sul lato tirrenico che
in queste circostanze è soggetto al foehn in caduta dai rilievi interni dell'isola (29,2 °C a Torregrotta, Messina), ma anche sul settore meridionale.

Sempre il 6, record per febbraio anche alla stazione dell'Aeronautica Militare di Alghero-Fertilia, con massima di 24,3 °C (serie dal 1946).

Tuttavia tepori fuori stagione si sono avvertiti in tutta Italia, tanto che il 5 e 6 febbraio, complici anche i cieli coperti che hanno limitato il raffreddamento notturno, pressoché nessuna località a bassa quota ha registrato temperature minime inferiori a 0 °C.

Ad esempio, la minima di 8,7 °C misurata il giorno 6 all'osservatorio di Parma-Piazzale Santa Croce (info Paolo Fantini, Università di Parma), 7 °C sopra la media del nuovo trentennio di riferimento 1991-2020, è un primato per la prima decade di febbraio nella serie dal 1878 (precedente: 8,0 °C il 1° febbraio 1955).
Anche la minima di 8,1 °C dell'osservatorio di Piacenza-Collegio Alberoni è tra le più elevate mai rilevate in questo periodo dell'anno.

Secondo i radiosondaggi eseguiti agli aeroporti, alle h 00 UTC del 6 febbraio l'isoterma 0 °C era a 2904 m al di sopra di Milano-Linate, a 2855 m a Cuneo-Levaldigi, 2914 m a Udine-Rivolto, 3374 m a Pratica di Mare (Roma), 3495 m a Brindisi e 3846 m a Trapani.

Sulle Alpi, oltre al fenomeno della "neve rossa", si segnala una situazione nivale anomala, di stampo primaverile, con manto nevoso umido e in precoce fusione, e numerose valanghe.


 

Devolvi il 5 per mille alla SMI!
Sosterrai le ricerche su scienze dell'atmosfera, clima e ghiacciai,
e la salvaguardia degli osservatori meteorologici storici


 


Torna indietro

Guida al   sito    |    Contattaci    |    Segnala il sito    |   Credits    |   Copyrights