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22 GIUGNO 2021, NUBIFRAGIO STRAORDINARIO A TORINO
E CALDO ESTREMO AL SUD ITALIA

Daniele Cat Berro, SMI / Redazione Nimbus
24 giugno 2021

 


Dopo una primavera fresca e tardiva - in Italia e su gran parte d'Europa - giugno 2021 si sta mostrando decisamente caldo per effetto di anticicloni subtropicali allungati dal Nord Africa talora fino all'Europa nord-orientale. Le anomalie di temperatura media del periodo 1-22 giugno variano da circa +2,5 °C sulle Alpi a circa +1 °C in zona ionica, dove ora però si sta concentrando l'intensa ondata di calore che in questi giorni scorsi (22-24 giugno) ha portato estremi inconsueti fino a:

44,4 °C a Enna
(superato il precedente record di 42,9 °C del 24 luglio 2009);
44,5 °C a Comiso (precedente: 43,5 °C il 12 luglio 2012) e Augusta (sfiorati i 45,1 °C del 24 luglio 2002);
44,6 °C a Caltagirone (precedente: 44,3 °C il 25 luglio 2009)
(fonte: stazioni rete SIAS con serie dal 2002).

Tuttavia il mese, come spesso avviene, sta trascorrendo anche frequentemente temporalesco sulle regioni del Nord, lambite da impulsi di aria più umida e instabile da Sud-Ovest sul bordo dell'anticiclone attualmente disteso con asse tra Centro-Sud Italia e Balcani.

In questo contesto spicca, tra gli altri, lo straordinario nubifragio che nel tardo pomeriggio di martedì 22 giugno ha investito Torino.
 

L'impressionante "colonna" di precipitazioni rovesciata dal cumulonembo sui quartieri centro-orientali di Torino ripresa dal grattacielo Sanpaolo in Corso Inghilterra, in direzione Nord-Est. Al centro, Piazza XVIII Dicembre (stazione di Porta Susa), all'estrema destra la Mole Antonelliana.
Si noti, proprio dietro la Mole, il ricciolo creato dall'impatto al suolo della colonna di pioggia e correnti fredde discendenti (microburst), che tendono ad estendersi e irradiarsi in maniera concentrica in tutte le intorno al centro di scroscio (foto Franco Vinetti, via pagina FB Tornado in Italia).


Un dettaglio colto in direzione Nord-Est dal palazzo della Città Metropolitana, sempre in Corso Inghilterra (foto Emanuela Sarzotti).
 

Il temporale, rigenerante per circa tre ore con nuclei in moto da SW a NE, ha scaricato sulla stazione ARPA Piemonte di Via della Consolata - riferimento per la prosecuzione della serie meteorologica storica del centro città - ben 75,0 mm in un'ora e 94,2 mm in 3 ore.
Valori molto simili al pluviometro, sempre ARPA, dei Giardini Reali, e perfino superiori alla stazione del gruppo TorinoMeteo in Corso Regio Parco, ben 105 mm in 3 ore.

Inevitabili, con tali intensità di scroscio, inondazioni di strade e sottopassi (urban flood) e forti disagi al traffico, anche per schianti di rami dalle alberate, peraltro in ora di punta pre-serale.
 



L'immagine satellitare nel canale visibile (fonte: Eumetsat, via Sat24) alle ore 18:15 locali mostra il vasto sistema temporalesco a multicella che si estende da Torino fino ai laghi prealpini. A Sud del Po prevalgono il sereno e il caldo intenso, con punte di quasi 45 °C in Sicilia!
 

Frame del radar ARPA Piemonte (basato al Bric della Croce sulla collina torinese), ore 17:20 locali: i colori gialli e rossi indicano i settori più attivi del sistema temporalesco, disposto con asse SW-NE, su Torino centro, con elevata probabilità di grandine frammista alla pioggia. Un secondo nucleo intenso è presente in cintura Sud, intorno a Carignano.
 

Concentrandosi sul dato della Consolata, questo risulta il massimo rilevato in tre ore dal 1928, anno in cui a Torino-centro si avviò la registrazione continua delle precipitazioni con apparecchi a bascula, ovvero pluviografi meccanici (sedi Ufficio Idrografico di via Gropello e Corso Inghilterra) oppure pluviometri automatici (rete ARPA Piemonte da fine Anni Ottanta).

Dalle informazioni in nostro possesso, su nessun pluviometro della città era mai caduta tanta pioggia in così poco tempo.

Seguono in classifica, con un certo distacco rispetto all'episodio recente, questi eventi, tutti degli ultimi anni (quantità cadute sempre in 3 ore e alla Consolata):

- 11 agosto 2010, 86,6 mm (83,9 mm ai Giardini Reali)
- 9 luglio 2011, 80,8 mm
- 17 agosto 2020, 81,8 mm


 

Serie annua delle massime precipitazioni in 3 ore a Torino-centro (1928-2006 stazioni UIPO, 2007-2021 stazione ARPA Piemonte di Via della Consolata).
Il metodo di valutazione degli estremi è invariato nel tempo (precipitazioni cadute in sequenze qualsiasi di 180 minuti, e non per "blocchi" fissi di tre ore) e - assumendo che l'affidabilità degli apparecchi impiegati sia rimasta costante, e che lo spostamento delle stazioni di riferimento dai pressi di Porta Susa alla Consolata (circa 1,5 km a Est) non abbia comportato rilevanti variazioni nel comportamento delle piogge - risulterebbe evidente un incremento delle intensità dei massimi annuali dagli Anni Duemiladieci, con al vertice l'evento del 22 giugno 2021.
 

L'aumento di intensità e frequenza dei rovesci violenti per effetto del riscaldamento di atmosfera e oceani è ben noto a livello teorico e nei modelli di previsione del clima futuro in quanto in un pianeta più caldo:
1) l'evaporazione da suoli, foreste e mari avviene più rapidamente;
2) l'atmosfera può contenere più vapore acqueo (+7% per ogni grado °C di incremento termico secondo l'equazione di Clausius-Clapeyron, vedi qui), ingrediente fondamentale delle precipitazioni.

A differenza dell'aumento delle temperature, evidente pressoché in tutto il mondo (ad eccezione di una ristretta zona del Nord Atlantico intorno all'Islanda), la maggiore intensità e concentrazione delle precipitazioni per il momento emerge in maniera irregolare sul territorio, Italia inclusa, dove regioni limitrofe mostrano andamenti contrastanti, come indica questo articolo pubblicato nel 2019 su Geophysical Research Letters.

Tuttavia a scala globale gli aumenti di frequenza e intensità degli episodi sembrano prevalere sulle diminuzioni
, secondo questo studio apparso sempre nel 2019 su Water Resources Research, in linea con quanto previsto per il futuro dai modelli di simulazione del clima.

Inoltre, l'artificializzazione del suolo - che pare purtroppo inarrestabile... - contribuisce ad aumentare la vulnerabilità dei territori a parità di magnitudine degli episodi pluviometrici, tramite il rapido ruscellamento delle acque meteoriche sui terreni resi impermeabili, e l'aumento dei beni sottoposti a danno.

Per approfondire la storia della meteorologia torinese,consigliamo il volume
"Il clima di Torino" di Gennaro Di Napoli e Luca Mercalli (2008, ed. SMS), acquistabile sul Meteoshop SMI.

Vedi anche l'approfondimento di ARPA Piemonte sul nubifragio torinese del 22 giugno 2021.
 

GRAZIE A...

ARPA Piemonte, per la capillare misura dei parametri meteorologici che consentono di proseguire la lunga serie di dati torinesi cominciata nel 1753 (1802 per le precipitazioni).

Gennaro Di Napoli, storico socio e collaboratore SMI, che insieme a Luca Mercalli ha recuperato e analizzato con grande accuratezza l'enormità di informazioni riguardanti tre secoli di clima torinese.

 

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