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NUBIFRAGIO E TROMBA D'ARIA IN EMILIA 
Articoli tratti da La Gazzetta di Modena  - Martedì 29 agosto 2000 
MARANO
Case e ditte scoperchiate, compromessi i vigneti per il lambrusco. Dopo la violenta tromba d'aria i tecnici al lavoro per quantificare la portata del disastro. Calamità naturale?

MARANO (MO). Il giorno dopo la tromba d'aria che domenica ha colpito la zona tra Ospitaletto e Casona si contano i danni. Case e fabbriche scoperchiate, alberi sradicati, pali del telefono e della luce divelti, vigneti ko. Il tutto per un ammontare di centinaia e centinaia di milioni. Le associazioni di categoria hanno già provveduto a stimare danni al 60% dei vigneti del Lambrusco Grasparossa.


Un vigneto danneggiato

La tromba d'aria ha spazzato domenica una fascia di territorio, che partendo dall'area compresa tra Denzano e Ospitaletto, prosegue per Rodiano e continua, giù verso il Panaro, fino ad arrivare nella zona di Casona. Chi è stato testimone, parla di un cono di nuvole nere che si avvicinava e di «impressionante furia del vento, con raffiche che in un paio di punti alzavano, come se fossero foglie, le balle rotonde del fieno che si trovavano ancora nei campi».
Ingenti i danni. In località Casona un'intera industria per la produzione di arredamenti risulta priva di copertura e con crolli di parte delle pareti; una staccionata in cemento è stata abbattuta, alberi sradicati.


Mobilificio a Casona con le tegole divelte e cadute nello spiazzo

 A Rodiano, invece, quasi tutte le case hanno subito danni alle coperture e filari di vigneti sono completamente abbattuti, alberi, anche secolari, sono stati sradicati dalla furia del vento, così come pali della luce sono stati divelti. Nell'edificio detto "della Piastrella" è interamente crollata la copertura e parte delle pareti dell'ultimo piano. 


Tetto danneggiato

Alberi sradicati anche nel bosco di castagni che da località S. Gaetano porta a Denzano. E anche a San Gaetano tegole volate via, antenne della televisione spezzate, alberi sradicati e pali del telefono rotti. Uno di questi, di considerevoli dimensioni, si è abbattuto sui fili del telefono ed ha travolto i pali che li sorreggevano spezzandoli, interrompendo nel contempo la strada. Ieri mattina i tecnici del Comune sono stati mobilitati per redigere una stima di quanto ha procurato il maltempo. Si sono tenute riunioni per arrivare agli opportuni provvedimenti dovuti all'emergenza. Il sindaco ha deciso di emettere un'ordinanza, valevole solo per l'area interessata dalla tromba d'aria, secondo la quale i privati potranno compiere gli opportuni lavori di ripristino senza dover seguire il normale iter burocratico della denuncia di inizio attività dei venti giorni. «Stiamo anche compiendo i rilievi - ha aggiutno il sindaco Poggi - per chiedere l'attivazione dello stato di calamità naturale». 

FIORANO
Allagamenti in Comune

FIORANO (MO). Colpita dall'uragano con furia appena minore di quella affrontata dalla vicina Sassuolo, Fiorano ha lamentato numerosi danni e allagamenti domenica sera.
L'evento più grave e in un certo senso spettacolare è stato la caduta di una quercia secolare a Nirano, in un podere privato. L'albero, che non era nè malato nè precario, di grandi dimensioni, è stato letteralmente sradicato dalla forza del vento e si è abbattuto a terra. I vigili del fuoco lo hanno portato via un pezzo per volta. Sempre nella zona di Nirano sono volate tegole dalle coperture di diverse case diroccate. Qualche casa pericolante ha subito ulteriori crolli, sulla cui entità non ci sono ancora informazioni precise. Si trattava comunque di case rurali abbandonate: nessun danno per le persone.
Numerosi sono stati invece gli allagamenti a partire da quelli (piccoli) subiti dal municipio, dove è piovuto all'interno degli uffici all'ultimo piano e si è allagata parte dell'atrio.
E' entrata l'acqua anche alle scuole medie e in diversi altri edifici pubblici della città, ma ancora di più in quelli dei privati: molte le chiamate d'emergenza ai vigili del fuoco e alla polizia municipale.
Anche nella zona di Spezzano e Nirano gravissimi i danni alle coltivazioni, provocati dalla violenta grandinata che ha spazzato via soprattutto l'uva quasi pronta per essere raccolta.
Difficoltà per diverse aziende, sia nel villaggio artigiano che in via Ghiarola nuova, dove neppure la nuova condotta fognaria realizzata alcuni anni fa è riuscita a sostenere la portata di acqua caduta tutta insieme in pochi minuti.
Diversi stabilimenti hanno lamentato allagamenti e qualche danno ai tetti dei capannoni. 

SASSUOLO 
Colture vitivinicole distrutte, i danni ammontano a miliardi - Tantissime vetture sono state ammaccate, fuori uso due semafori

Si fa sempre più probabile la richiesta dello stato di calamità naturale per l'uragano che si è abbattuto su Sassuolo domenica sera. Una prima indiretta conferma arriva dai vigili del fuoco, che hanno sospeso la numerazione delle chiamate perchè erano troppe, proprio come accade nei casi limite. I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte e nella mattinata.


I danni più gravi sono probabilmente quelli dell'agricoltura. Incalcolabile, ma certamente quantificabile in miliardi, il disastro provocato sulle coltivazioni, specialmente quelle vitivinicole, ormai prossime alla vendemmia e spazzate via dall'eccezionale grandinata dell'altra sera. In diversi punti della città il ghiaccio depositato ha raggiunto i trenta, quaranta centimetri di altezza. Ieri mattina, quasi venti ore dopo il nubifragio, in molti prati della zona di Braida c'erano ancora mucchi di grandine che non ne voleva sapere di sciogliersi.


I chicchi di grandine ieri mattina, 20 ore dopo la tempesta

Chicchi grossi come albicocche hanno provocato gravi danni anche ad automobili e strutture. Diversi i parabrezza spaccati dalla violenza della grandinata, che ha anche distrutto il semaforo di viale della Pace e danneggiato quello di via Braida.
I danni alle strade e alle case sono stati provocati soprattutto dagli allagamenti: la furia del temporale è stata tale che le grondaie non sono riuscite a sopportare l'afflusso di acqua, anche perchè in parte intasate dal fogliame portato dal vento. Sono state decine le chiamate ai vigili del fuoco per allagamenti nelle case e sono continuate per tutta la notte.
Attimi di paura li hanno vissuti due automobilisti che si sono ritrovati nel sottopassaggio di Braida invaso dall'acqua, senza riuscire ad uscirne. La violenza del temporale infatti ha colto di sorpresa anche i vigili, che pochi attimi dopo hanno chiuso il sottopasso (soggetto agli allagamenti in questi casi eccezionali) e aiutato i proprietari a tirare fuori a traino le loro macchine.


Il sottopasso Braida chiuso

I vigili urbani hanno anche liberato le bocchette in diverse strade che si stavano allagando (ma non sono riusciti a evitare che in molte zone, via Peschiera per esempio, l'acqua tracimasse ugualmente) e sono intervenuti in due case private che avevano le cantine sott'acqua, in via san Francesco e via Respighi.
I pompieri, aiutati nella notte anche da due unità venute da Modena, hanno continuato anche ieri mattina a soddisfare le chiamate dei cittadini, svuotando con pompe le case allagate e liberando, con la sega a motore, diverse strade dagli alberi caduti.
E' stata un'autentica emergenza, come a Sassuolo non se ne erano forse mai viste, affrontata con buoni risultati ma non sufficienti secondo Luca Caselli, di Alleanza nazionale, che ha già inoltrato un'interrogazione al sindaco: «La polizia municipale - dice Luca Caselli - si è trovata purtroppo del tutto impreparata di fronte all'emergenza, con una sola auto in servizio, e ha dovuto ricorrere a due pattuglie di Modena. Le opere di pulizia sono state insufficienti: anche il giorno dopo le strade erano piene di detriti e fogliame. Credo sarebbe opportuno predisporre un piano comunale di intervento per i vigili e per la Sat in casi eccezionali come questo, che preveda anche il rapido reperimento del personale per fronteggiare le emergenze e chiedo al sindaco di attivarsi in questo senso».
Per tutta la giornata di ieri le operazioni di pulizia, ripristino e aiuto a chi ha lamentato danni sono continuate.

REGGIO EMILIA
Allagamenti, primi rimedi: dopo il nubifragio il Comune farà installare pompe più potenti
Danni ingenti e raffica di proteste, sotto accusa il sistema fognario


Dopo il nubifragio che ha ridotto le strade reggiane in fiumi e i sottopassaggi in laghi, l'amministrazione comunale annuncia i primi provvedimenti. Mentre i cittadini contano gli ingenti danni, provocati dall'acqua in abitazioni, aziende e negozi, e protestano contro il sistema fognario della città, i tecnici di Comune, Agac e Bonifica studiano i rimedi per evitare conseguenze devastanti. Un progetto da 370 milioni è già pronto per risolvere il problema del sottopassaggio di via Makallè, mentre negli altri punti a rischio verranno installate pompe più potenti, per poter aspirare maggiori quantità d'acqua. 
Fiumi d'acqua che scorrono sulle strade e che, in prossimità dei sottopassaggi, formano veri e propri laghi. Una scena purtroppo ricorrente, che appare ogni volta che piove con una certa intensità, come in occasione del nubifragio di domenica. Un problema che può avere conseguenze drammatiche per chi, come è accaduto a tre persone in via Makallè, si trova bloccato nell'auto sommersa.


 
Il torrente che si è formato durante il nubifragio lungo via Makallè

Un pericolo che impone una riflessione e, soprattutto, un intervento deciso e immediato del Comune.
Dopo le drammatiche richieste d'aiuto fatte domenica ai vigili del fuoco, ieri i cittadini hanno preso di mira il centralino dei vigili urbani. Telefonate di protesta, nelle quali molti reggiani hanno chiesto spiegazioni sull'efficienza del sistema fognario della città e su ciò che può e deve fare il Comune per risolvere la situazione, diventata insostenibile e pericolosa.
I RISCHI. In occasione del nubifragio del 5 agosto, due famiglie erano rimaste bloccate in auto nel sottopassaggio di via Cisalpina. Domenica è toccato ad altre tre persone, che hanno rischiato grosso in via Makallè, dove l'acqua ha raggiunto due metri d'altezza. Le conseguenze sono state devastanti per i negozi e gli scantinati del «colosseo» di via Sforza, dove ieri mattina gli inquilini stavano ancora pulendo: «E' la quarta volta che si allaga il laboratorio - spiega Amedeo Polito - Abbiamo una causa in corso ma, nonostante un progetto già pronto, il Comune non si decide a sistemare le fogne. Domenica sera siamo scesi tutti in strada, per cercare di fare qualcosa, ma la forza dell'acqua era tale da impedire ogni intervento».
Ieri i tecnici del Comune sono usciti per valutare i danni nei punti dove domenica sera la situazione è apparsa più critica. L'assessore ai lavori pubblici Giuseppe Davoli, intanto, spiega il piano d'intervento già predisposto dal Comune per risolvere i problemi d'allagamento più gravi.
VIA MAKALLE'. «E' il punto più critico - ammette Davoli - e richiede un'opera immediata. Il tubo è troppo piccolo e non è in grado di smaltire una portata d'acqua straordinaria come quella di domenica. C'è un progetto già pronto, dal costo di 370 milioni di lire, che consentirà di portare l'acqua sulla nuova condotta di via Fanti e di risolvere la situazione. L'obiettivo è di finire l'intervento entro l'inizio della prossima estate».
SOTTOPASSAGGI. Laghi d'acqua e situazione d'emergenza anche negli altri sottopassi della città, dove il sistema di pompe di sollevamento - gestito dall'Agac - non è bastato per far defluire l'acqua prima che raggiungesse altezze insuperabili: «Certi nubifragi, che un tempo avvenivano a distanza di anni, ora si ripetono ciclicamente. A fronte di questo mutamento - aggiunge Davoli - occorre fare verifiche matematiche e adeguare gli impianti, in modo da contrastare il fenomeno in tutti i sottopassaggi della città. Anche in questo caso, l'intervento deve essere fatto entro l'estate 2001».
ZONA INDUSTRIALE. «Quello della zona industriale di Mancasale - spiega l'assessore - è un problema che dobbiamo risolvere ma, per sostituire la rete, servono tempi più lunghi. Abbiamo già coinvolto Agac e Bonifica, per studiare la situazione e vedere se ci sono strozzature che creano disagi particolari. In questo caso, interverremmo subito. Qualche lavoro verrà fatto anche in altre zone, come nei quartieri più bassi di Rivalta».
ALBERI. «Grazie a un buon programma di potatura - conclude Davoli - siamo riusciti a contenere il numero delle cadute di alberi e rami. In alcune zone abbiamo avuto qualche problema, ma decisamente ridotto rispetto al passato».

 

 


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