SASSUOLO
Colture vitivinicole distrutte, i danni ammontano a
miliardi - Tantissime vetture sono state ammaccate, fuori
uso due semafori
Si fa sempre più probabile la richiesta dello stato di calamità naturale per l'uragano che si è abbattuto su Sassuolo domenica sera. Una prima indiretta conferma arriva dai vigili del fuoco, che hanno sospeso la numerazione delle chiamate perchè erano troppe, proprio come accade nei casi limite. I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte e nella mattinata.
I danni più gravi sono probabilmente quelli dell'agricoltura. Incalcolabile, ma certamente quantificabile in miliardi, il disastro provocato sulle coltivazioni, specialmente quelle vitivinicole, ormai prossime alla vendemmia e spazzate via dall'eccezionale grandinata dell'altra sera. In diversi punti della città il ghiaccio depositato ha raggiunto i trenta, quaranta centimetri di altezza. Ieri mattina, quasi venti ore dopo il nubifragio, in molti prati della zona di Braida c'erano ancora mucchi di grandine che non ne voleva sapere di sciogliersi.
I chicchi di grandine ieri mattina, 20 ore dopo la
tempesta
Chicchi grossi come albicocche hanno provocato gravi danni anche ad automobili e strutture. Diversi i parabrezza spaccati dalla violenza della grandinata, che ha anche distrutto il semaforo di viale della Pace e danneggiato quello di via
Braida.
I danni alle strade e alle case sono stati provocati soprattutto dagli allagamenti: la furia del temporale è stata tale che le grondaie non sono riuscite a sopportare l'afflusso di acqua, anche perchè in parte intasate dal fogliame portato dal vento. Sono state decine le chiamate ai vigili del fuoco per allagamenti nelle case e sono continuate per tutta la notte.
Attimi di paura li hanno vissuti due automobilisti che si sono ritrovati nel sottopassaggio di Braida invaso dall'acqua, senza riuscire ad uscirne. La violenza del temporale infatti ha colto di sorpresa anche i vigili, che pochi attimi dopo hanno chiuso il sottopasso (soggetto agli allagamenti in questi casi eccezionali) e aiutato i proprietari a tirare fuori a traino le loro macchine.
Il sottopasso Braida chiuso
I vigili urbani hanno anche liberato le bocchette in diverse strade che si stavano allagando (ma non sono riusciti a evitare che in molte zone, via Peschiera per esempio, l'acqua tracimasse ugualmente) e sono intervenuti in due case private che avevano le cantine sott'acqua, in via san Francesco e via
Respighi.
I pompieri, aiutati nella notte anche da due unità venute da Modena, hanno continuato anche ieri mattina a soddisfare le chiamate dei cittadini, svuotando con pompe le case allagate e liberando, con la sega a motore, diverse strade dagli alberi caduti.
E' stata un'autentica emergenza, come a Sassuolo non se ne erano forse mai viste, affrontata con buoni risultati ma non sufficienti secondo Luca Caselli, di Alleanza nazionale, che ha già inoltrato un'interrogazione al sindaco: «La polizia municipale - dice Luca Caselli - si è trovata purtroppo del tutto impreparata di fronte all'emergenza, con una sola auto in servizio, e ha dovuto ricorrere a due pattuglie di Modena. Le opere di pulizia sono state insufficienti: anche il giorno dopo le strade erano piene di detriti e fogliame. Credo sarebbe opportuno predisporre un piano comunale di intervento per i vigili e per la Sat in casi eccezionali come questo, che preveda anche il rapido reperimento del personale per fronteggiare le emergenze e chiedo al sindaco di attivarsi in questo senso».
Per tutta la giornata di ieri le operazioni di pulizia, ripristino e aiuto a chi ha lamentato danni sono continuate.
REGGIO
EMILIA
Allagamenti, primi rimedi: dopo il nubifragio il Comune farà installare pompe più potenti
Danni ingenti e raffica di proteste, sotto accusa il sistema fognario
Dopo il nubifragio che ha ridotto le strade reggiane in fiumi e i sottopassaggi in laghi, l'amministrazione comunale annuncia i primi provvedimenti. Mentre i cittadini contano gli ingenti danni, provocati dall'acqua in abitazioni, aziende e negozi, e protestano contro il sistema fognario della città, i tecnici di Comune, Agac e Bonifica studiano i rimedi per evitare conseguenze devastanti. Un progetto da 370 milioni è già pronto per risolvere il problema del sottopassaggio di via Makallè, mentre negli altri punti a rischio verranno installate pompe più potenti, per poter aspirare maggiori quantità d'acqua.
Fiumi d'acqua che scorrono sulle strade e che, in prossimità dei sottopassaggi, formano veri e propri laghi. Una scena purtroppo ricorrente, che appare ogni volta che piove con una certa intensità, come in occasione del nubifragio di domenica. Un problema che può avere conseguenze drammatiche per chi, come è accaduto a tre persone in via Makallè, si trova bloccato nell'auto sommersa.
Il torrente che si è formato durante il nubifragio lungo
via Makallè
Un pericolo che impone una riflessione e, soprattutto, un intervento deciso e immediato del Comune.
Dopo le drammatiche richieste d'aiuto fatte domenica ai vigili del fuoco, ieri i cittadini hanno preso di mira il centralino dei vigili urbani. Telefonate di protesta, nelle quali molti reggiani hanno chiesto spiegazioni sull'efficienza del sistema fognario della città e su ciò che può e deve fare il Comune per risolvere la situazione, diventata insostenibile e pericolosa.
I RISCHI. In occasione del nubifragio del 5 agosto, due famiglie erano rimaste bloccate in auto nel sottopassaggio di via Cisalpina. Domenica è toccato ad altre tre persone, che hanno rischiato grosso in via Makallè, dove l'acqua ha raggiunto due metri d'altezza. Le conseguenze sono state devastanti per i negozi e gli scantinati del «colosseo» di via Sforza, dove ieri mattina gli inquilini stavano ancora pulendo: «E' la quarta volta che si allaga il laboratorio - spiega Amedeo Polito - Abbiamo una causa in corso ma, nonostante un progetto già pronto, il Comune non si decide a sistemare le fogne. Domenica sera siamo scesi tutti in strada, per cercare di fare qualcosa, ma la forza dell'acqua era tale da impedire ogni intervento».
Ieri i tecnici del Comune sono usciti per valutare i danni nei punti dove domenica sera la situazione è apparsa più critica. L'assessore ai lavori pubblici Giuseppe
Davoli, intanto, spiega il piano d'intervento già predisposto dal Comune per risolvere i problemi d'allagamento più gravi.
VIA MAKALLE'. «E' il punto più critico - ammette Davoli - e richiede un'opera immediata. Il tubo è troppo piccolo e non è in grado di smaltire una portata d'acqua straordinaria come quella di domenica. C'è un progetto già pronto, dal costo di 370 milioni di lire, che consentirà di portare l'acqua sulla nuova condotta di via Fanti e di risolvere la situazione. L'obiettivo è di finire l'intervento entro l'inizio della prossima estate».
SOTTOPASSAGGI. Laghi d'acqua e situazione d'emergenza anche negli altri sottopassi della città, dove il sistema di pompe di sollevamento - gestito
dall'Agac - non è bastato per far defluire l'acqua prima che raggiungesse altezze insuperabili: «Certi nubifragi, che un tempo avvenivano a distanza di anni, ora si ripetono ciclicamente. A fronte di questo mutamento - aggiunge Davoli - occorre fare verifiche matematiche e adeguare gli impianti, in modo da contrastare il fenomeno in tutti i sottopassaggi della città. Anche in questo caso, l'intervento deve essere fatto entro l'estate 2001».
ZONA INDUSTRIALE. «Quello della zona industriale di Mancasale - spiega l'assessore - è un problema che dobbiamo risolvere ma, per sostituire la rete, servono tempi più lunghi. Abbiamo già coinvolto Agac e Bonifica, per studiare la situazione e vedere se ci sono strozzature che creano disagi particolari. In questo caso, interverremmo subito. Qualche lavoro verrà fatto anche in altre zone, come nei quartieri più bassi di Rivalta».
ALBERI. «Grazie a un buon programma di potatura - conclude Davoli - siamo riusciti a contenere il numero delle cadute di alberi e rami. In alcune zone abbiamo avuto qualche problema, ma decisamente ridotto rispetto al
passato».
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