UN ESTRATTO
L'inverno
I prati, le case, le piante e la montagna sono coperti di neve, e uno stormo di corvi segna altra neve. In cima a una casa, proprio sotto il colmo, si apre una finestra, ma non si può vedere chi è, l'antro resta nero. Due ragazzi che passano per la strada guardano in su, dicono:
«Cosa vuoi?»
«Ho la neve nelle ossa, lo sapevo bene io».
La vecchia donna richiude la finestra. Sotto la neve, il nostro bosco pare piùi fitto. Ogni tanto, la neve farinosa che va tranquillamente accumulandosi sui rami alti dei larici e degli abeti si fa peso, e curva il ramo, poi cade e scuote altra neve di altri rami piùi in basso e trasforma l'albero in una nuvola bianca. I rami liberati dal peso della neve oscillano un poco nell'aria e tornano lentamente a imbiancarsi per altra neve che cade.
Ai piedi degli alberi, fra un tronco e l'altro, è tutto nero. Una volta, dietro al secondo larice c'era un lupo fermo sulle gambe divaricate, che guardava la neve e il paese. Adesso, sotto la mia finestra è solo un gatto che si muove nella neve con passi guardinghi, annusa e va via.
Giù in cucina mi dicono che avrà cominciato alle quattro.
Sarà destino o no ma comincia sempre alle quattro. La Maria del Serafino, che si alza sempre a quell' ora, senza aspettare che dalla valle venga su il suono dell'avemaria, ha aperto la gelosia che cominciava a graneggiare. Quando i giovanotti avevano ancora il coraggio di voltarsi dall'altra parte sotto le coperte, lei mandava già le sue vacche alla fontana. Vi dico, il tempo che tuffassero il muso nell'acqua della fontana, che già mi tornavano nella stalla con tre dita buone di neve sulla schiena.
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