RECENSIONE
Riuscite ad immaginare un mondo dove la gente non esclami 'Oh Dio!', ma 'Oh Ford!'?. Aldous Huxley sì: nel suo 'Il mondo nuovo' ha immaginato infatti una realtà futura in cui il creatore è appunto una specie di uomo divinizzato di nome Ford che ha dato origine ad una fabbrica di ovuli tramite cui nascono tutti gli abitanti. Niente più famiglie, quindi, ma solo grosse industrie in cui vengono 'prodotti' esseri umani tramite particolari processi chimici e biologici.
Cresciuto in una famiglia dove la scienza era di casa, Huxley si interessò sempre alle possibili evoluzioni della ricerca, soprattutto farmacologica e biologica, e fu sempre attratto dalle 'visioni future' (fu uno dei molti scrittori e artisti che provarono per un certo periodo droghe, anfetamine ed allucinogeni per acquisire, appunto, una maggior carica visionaria). Ed ecco quindi un mondo futuro dominato dalla scienza e dalla regolazione che essa impone alla vita umana: gli uomini sono divisi in classi per nascita, e i componenti di una stessa classe sono tra loro molto simili; ognuno ha un suo ruolo ben preciso nella società e nel mondo del lavoro, divisione che non è mai messa in discussione perchè gli uomini e le donne vengono educati ad apprezzare la realtà che hanno davanti fin dalla prima infanzia. Anche la famiglia non esiste: le persone sono rese sterili da appositi farmaci ed il lavaggio del cervello le convince a non avere un compagno o una compagna fissi, ma a lasciarsi andare per natura a rapporti promiscui. La 'Repubblica' di Platone, quindi, portata nel futuro, con la comunione delle donne e dei beni ma anche una rigida divisione in classi che tutti accettano e apprezzano. Una 'Repubblica' dove non si invecchia mai, non ci si ammala mai, non si soffre di malattie. Ma, come tutti i meccanismi apparentemente perfetti, anche questo si romperà quando il protagonista scoprirà che c'è anche chi vive fuori da questa realtà, allo 'stato brado', avendo figli, potendo ingrassare e in generale potendo essere libero.
Un romanzo con una grande idea di partenza ma in generale lento, un po' pesante (mancano colpi di scena e anche la trama si dipana con fatica) ed in certi punti eccessivamente tecnico dal punto di vista biologico. Buona comunque l'edizione Oscar Mondadori, che oltre al bel disegno di Escher in copertina aggiunge i saggi di 'Ritorno al mondo nuovo', dove Huxley rianalizza le sue profezie trent'anni dopo averle scritte.
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In questo romanzo Huxley si immagina uno stato totalitario, in cui regna la stabilità sociale ed il senso di appartenenza alla comunità. Quest’ordine eccessivo è garantito dalla standardizzazione genetica, dal condizionamento postnatale mediante ipnopedia, da una grande serie di divertimenti e dal soma, una droga che non ha effetti collaterali.
Per quanto riguarda la standardizzazione vengono applicate sia l’eugenetica che la disgenetica. Non facciamoci spaventare dalle parole difficili: eugenetica è un termine coniato dallo scienziato Galton, cugino di primo grado del grande biologo Darwin. Il contributo più importante dato da Galton alla scienza fu quello di intuire che misurando la distribuzione delle altezze di un determinato campione di individui si trovava che l’istogramma era approssimato da una curva gaussiana. Galton per eugenetica intendeva una branca della genetica che selezionasse i caratteri ereditari favorevoli ed eliminasse quelli sfavorevoli.
Ma ritorniamo al romanzo di Huxley. L’eugenetica in questo mondo fittizio serve a procreare individui Alfa e Beta, dotati intellettualmente e fisicamente. La disgenetica avviene tramite il processo Bokanovsky, in cui da un ovulo solo si generano 96 gemelli omozigoti. Agli individui nati tramite questo procedimento viene dato meno ossigeno. Grazie quindi a manipolazione genetica e carenza di ossigeno vengono prodotti gli individui gamma, delta, epsilon, appartenenti alle caste sociali inferiori.
La maggior parte delle donne sono sterili. Sia uomini che donne hanno l’obbligo della promiscuità sessuale. Le famiglie non esistono più, perché Freud ha insegnato che al loro interno nascono sempre complessi e conflitti. Con l’ipnopedia, ovvero con l’apprendimento durante il sonno, gli individui vengono istruiti moralmente e vengono condizionati. I momenti individuali di scontentezza vengono eliminati tramite una grande serie di divertimenti(cinema odoroso, golf elettromagnetico, etc) e l’assunzione di soma. Una pasticca di questa droga dà senso di gioia, 3 pasticche producono invece un sonno rigenerante. Eppure questo libro di Huxley è stato definito una utopia negativa, perché anche questo tipo di società non è perfetta. Infatti gli appartenenti a questa comunità non hanno cultura, perché chi legge è un pessimo consumatore. Per la stabilità sono costretti a rinunciare all’arte, alla scienza ed alla religione. Tutti sono apparentemente felici, ma ognuno ha perduto la propria individualità. Anzi oserei direi che l’individualità di ognuno è stata inibita totalmente, è stata troncata sul nascere. A turbare questo società idilliaca sarà John, un giovane vissuto tra i selvaggi, ma figlio naturale di due persone civilizzate. John rivendicherà il diritto di essere infelice e lo preferirà a quello di avere una felicità falsa, costruita, prefabbricata. Chiederà poesia, pericolo, peccato: in una parola sola libertà individuale.
Nell’edizione Mondadori troviamo non solo questo romanzo, ma anche “Ritorno al mondo nuovo”, ovvero una raccolta di saggi di Huxley, in cui riesamina dopo trent’anni le profezie che si sono avverate. La frase che mi ha colpito di più riguarda la propaganda. Huxley scrive: “la vittima della manipolazione mentale non sa d’essere vittima. Invisibili sono le mura della sua prigione ed egli si crede libero”. Ritengo che sia molto interessante, anche se a mio avviso sono presenti delle forzature in questi saggi. Devo dire ad esempio che una profezia non si è avverata. Ne “Il mondo nuovo” lo scrittore sceglieva l’introduzione dell’automobile modello T di Ford come data della nuova era. Da questo punto di vista non è stato lungimirante. Il fordismo è finito. Il taylorismo e la cosiddetta organizzazione scientifica del lavoro sono ormai teorie desuete, che nessuno applica più. Consiglio di leggere a questo proposito un libro del professore Giuseppe Bonazzi, intitolato “Il tubo di cristallo”. Bonazzi considerando come variabili il grado di tecnologia ed il tipo di produzione stabilisce che alla fabbrica fordista tradizionale è seguita la fabbrica ad alta automazione, che è stata successivamente soppiantata dalla fabbrica integrata, per arrivare infine alla fabbrica giapponese.
Una profezia che invece si è avverata è stata l’uso dell’eugenetica da parte di uno stato. Infatti lo stato nazista sterminò 6 milioni di ebrei nei campi di concentramento. Gli ebrei non avevano certo caratteri ereditari sfavorevoli, però Hitler riteneva erroneamente ed arbitrariamente che fossero inferiori. Hitler lo sappiamo tutti: era un folle sanguinario. Però i presupposti su cui si basava l’eugenetica erano razzisti ed esclusivistici già da prima. Huxley lo aveva intuito benissimo, visto e considerato che suo fratello era presidente della Società Eugenetica Britannica. Già prima dell’avvento al potere di Hitler c’erano scienziati di ogni nazionalità, che portando alle estreme conseguenze il darwinismo, volevano sterilizzare categorie di persone che loro consideravano inferiori. Huxley aveva intuito tutto questo già nel 1932, così come aveva intuito l’enorme influenza della propaganda sia sui singoli individui che sulle masse.
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