DESCRIZIONE (a cura dell'Editore)
Come procede innanzi da l'ardore,
per lo papiro suso, un color bruno
che non è nero ancora e 'l bianco more.
In questa celeberrima metafora dantesca, il bruno è il colore che la carta assume dinanzi alla fiamma che la brucia, è il colore della transizione da intatto a divorato dal fuoco.
Il passo degli uomini sui territori sconosciuti della Terra è stato come una fiamma che, iniziata nel Corno d'Africa, si è estesa a tutte le terre emerse. Innumerevoli esploratori, spinti forse da un disadattamento alla vita quotidiana, si sono inoltrati in territori sconosciuti e remoti, finendo per renderli parte delle terre occupate dagli uomini e quindi anch'essi panorami del quotidiano da cui fuggivano.
L'ambiguità fra la finalità dell'esploratore, che vuole muoversi su spazi incontaminati, e il fatto che facendolo li contamina e rende colonizzabili, dura anche adesso. Ora le zone esposte alla fiamma sono le foreste amazzoniche, l'Antartide, gli abissi marini, ma anche le grotte, che sono le Terre della Notte, e che solo da poco cominciamo ad apprezzare nella loro complessità e delicatezza.
Questo libro parla di questi luoghi che si vanno scurendo, e della contraddizione che vive chi cerca il bianco e, trovandolo, lo annerisce
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