GHIACCIAI 
GLI ANNI NERI DEI GHIACCIAI
di Daniele Cat-Berro - SMS 
In  "Annuario  CAI  - Sez. Rivarolo Canavese", 1999

La recente agonia dei ghiacciai alpini, iniziata nella seconda metà degli Anni Ottanta dopo circa quindici anni di condizioni favorevoli, è ora in fase di notevole e ulteriore aggravamento. Come già era successo nel 1990, 1991 e 1994, il 1998 ha presentato a fine estate scenari preoccupanti sulle nostre montagne: vaste distese di ghiaccio spogliate di ogni traccia di nevato già nel mese di luglio, annerite dal detrito trascinato a valle dalle piogge cadute anche in alta quota; couloir un tempo nevosi tutto l’anno, trasformati in pericolosi solchi rocciosi e detritici; pozze d’acqua e laghetti sparsi sulla superficie dei ghiacciai un po’ a tutte le quote. Tutto questo grazie a un’estate rovente preceduta da una stagione piuttosto avara di neve. L’inverno 97/98, nelle Alpi Occidentali, è stato caratterizzato da prolungate fasi asciutte e insolitamente calde anche in quota, che hanno drasticamente ridotto il manto nevoso costituitosi con le nevicate del 15-19 dicembre e del 19 gennaio: nei caldi pomeriggi di febbraio la neve fondeva in gran copia rendendo i monti di giorno in giorno più tristemente brulli. Le successive nevicate di aprile, anche se abbondanti, non hanno potuto dare un contributo determinante, per la mancanza dell’importante fondo nevoso invernale e per il caldo ormai estivo di maggio. L’estate, infine, è stata la più calda mai registrata in parecchie località alpine , con notevoli "picchi" soprattutto tra l’8 e il 12 agosto. Ai 3480 metri del Plateau Rosa, la temperatura media estiva è stata di 3.0 °C, contro un valore normale calcolato sul trentennio 1961-90 pari a 0.1 °C, conquistando così l’infausto primato di media stagionale più elevata dall’inizio dei rilevamenti nel 1952 (massimo precedente: 2.6 °C nell’estate 1991); anche molti valori giornalieri hanno superato i massimi storici: i 14.0 °C dell’11 agosto, se per un soffio non sono riusciti a superare il record assoluto di 14.2 °C del 2 luglio 1952, hanno invece costituito il nuovo primato per il mese di agosto (massimo precedente: 12.8 °C il 17 agosto 1987).

In pianura la canicola è stata intensa, ma non eccezionale: dai dati di Torino e Moncalieri si evince come l’estate 98 si sia collocata al 5° posto nella graduatoria delle più anormalmente calde dal 1864.

Il caldo intenso e prolungato, unito alla mancanza di rigelo notturno anche a 4000 metri ha provocato una rapida e ingente fusione non solo del nevato, ma anche di moltissimo ghiaccio sottostante. Le misure che vengono effettuate al Ghiacciaio Ciardonei, nel massiccio del Gran Paradiso hanno evidenziato perdite di spessore nei 3 mesi estivi fino a 7 metri presso il settore frontale a 2900 metri, e di 2 metri presso il Colle Ciardonei a 3140 metri, determinando il bilancio di massa più negativo dall’inizio delle misure nel 1992!

Altra conseguenza, come già accennato, è la formazione di piccoli laghi presso la fronte dei ghiacciai o, addirittura sulla loro superficie fino a quote di 3500-3700 metri: così si segnalano nuovi specchi d’acqua sulla calotta ghiacciata del Ciarforon, poco sotto la vetta della Croce Rossa nelle Valli di Lanzo, sul Ghiacciaio del Rocciamelone, fino ad arrivare a quello presso la fronte del Gran Neyron occidentale, dalla superficie di quasi un ettaro. La loro pericolosità consiste in possibili svuotamenti con improvvise e violente onde di piena, oppure in infiltrazioni d’acqua che, lubrificando la superficie di contatto roccia - ghiaccio, incrementano il rischio di collasso di una parte o addirittura di tutto il ghiacciaio.

Il 1999 è stato un altro anno molto negativo per il glacialismo, anche se in misura minore rispetto al 98; fanno eccezione alcuni settori della Valle d’Aosta (es. il Gruppo del Rutor), e il versante svizzero delle Alpi, a causa delle abbondantissime nevicate di febbraio. L’estate 1999, nonostante la brutta impressione data dalla persistente nuvolosità e dalle frequenti piogge, è ancora stata moderatamente più calda del normale: la temperatura media stagionale di 1 °C a Plateau Rosa ha superato di 0.9 °C la media trentennale (negli ultimi dieci anni solo le estati 1993 e 1995 sono risultate più fresche); anche in pianura si sono registrate anomalie moderatamente positive: i 23.5 °C di Torino superano la media di 1.1 °C.

Attualmente i pronostici eseguiti dalla comunità scientifica internazionale sul futuro del clima corrispondono bene alla realtà, dal momento che a livello globale ogni anno che passa si chiude con una temperatura media più elevata di quello precedente; d’altra parte pare che questo non sia altro che un piccolo assaggio di quanto ci potrebbe attendere con i nuovi scenari del "riscaldamento globale", in particolare per quanto riguarda la conseguente estremizzazione degli eventi atmosferici...

Approfittiamo dunque, finchè è possibile, delle nostre montagne ancora ricoperte di ghiacci, sognando un inverno di pendii a lungo innevati da percorrere con sci, racchette, o cos’altro vogliate.


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