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SE CAMBIA IL CLIMA, L'UOMO NON C'ENTRA E KYOTO NON S'HA DA FARE.
E' l'opinione del Ministero dell'Ambiente
SMI Redazione Nimbus, 1 Agosto 2005
Il governo canadese ha istituito un sito internet dedicato ai cambiamenti climatici e alle politiche per prevenirli e mitigarli (1). Il governo italiano fa invece di tutto per negarli e il 20 giugno 2005 ha proposto a Roma un convegno con i sigilli ufficiali di Ministero dell'Ambiente, CNR ed ENEA, del quale si dà notizia con un inserto a pagamento di 4 pagine pubblicato sul settimanale Famiglia Cristiana del 24 luglio (2).
Queste pagine anziché fornire informazioni corrette su un tema tanto delicato ed importante, sembra abbiano il solo scopo di fare pubblicità a opinioni già espresse in passato dal Direttore dell'Ufficio Comunicazione del Ministero Paolo Togni e da un esiguo numero di politici, presidenti di enti pubblici e docenti universitari.
Tali opinioni sono in netto contrasto con i risultati riportati in migliaia di articoli pubblicati negli ultimi anni sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, recentemente ricordati anche da un documento delle più importanti Accademie Scientifiche (3), che il Professor Togni e gli altri intervenuti al convegno del 20 giugno, accuratamente selezionati dallo stesso Togni, evidentemente ignorano o fanno finta di ignorare.

Comanda l'uomo o la natura?
Secondo Paolo Togni, il documento di propaganda apparso su Famiglia Cristiana, insieme agli altri 15 inserti "informativi" promessi dal Ministero entro il marzo 2006 sotto il titolo “Ambiente è sviluppo”, “intende sviluppare una cultura ambientale alternativa all'approccio biocentrico o ecocentrico, riportandola su una posizione antropocentrica e teocentrica” , citando fra l’altro a sproposito la Dottrina Sociale della Chiesa. Eppure le leggi della fisica che governano il mondo sono semplicemente universali e non antropocentriche! L'uomo è parte della biosfera, quindi che lo desideri o meno è inserito nell'ambito biocentrico/ecocentrico.

I cambiamenti climatici? Solo effetti naturali, l'uomo non c'entra!
L'ospite di punta del convegno era Richard Lindzen, fisico dell'atmosfera al MIT di Boston esponente della numericamente ridotta ma influente corrente dei climatologi scettici, sulla quale tuttavia grava il sospetto di connessione con le compagnie petrolifere (4), il quale ha affermato che: “la responsabilità dell'uomo in materia di cambiamenti climatici è solo una remota possibilità”. Pur ammettendo come la temperatura planetaria sia in aumento e i gas serra in atmosfera siano in crescita, Lindzen ha concluso che tali segnali “non implicano l'evidenza di un surriscaldamento pericoloso”. E Roberto Buonanno, direttore dell'Osservatorio Astronomico di Roma, ha sostenuto che tale aumento termico è da imputare all'attività solare, destinata ad attenuarsi entro il prossimo cinquantennio. Un’affermazione corredata da un imbarazzante diagramma privo di significato scientifico e dalla pretestuosa pubblicazione di un grafico sull’andamento delle macchie solari dal 1600 a oggi, dove – sebbene sia privo di spiegazioni - in realtà si individua una diminuzione dell’attività solare proprio nel corso degli ultimi decenni di netto aumento termico (5). Franco Ortolani, geologo all'Università di Napoli, ha denominato in modo inedito con “Effetto Serra Romano e Medievale” i periodi a clima mite comunemente noti tra i ricercatori come “optimum termico di età romana e medievale”. Alessio Grosso definito “meteorologo e scrittore”, un freelance esterno alla comunità scientifica, ha affermato che “molti fenomeni presentati come disastrosi sarebbero solo effetto di una amplificazione mediatica”, e che le attuali variazioni climatiche sono da attribuirsi alla normale variabilità naturale.

Il presidente del CNR: siamo soffocati da un eccesso di fisica matematica e di statistica.
Fabio Pistella, presidente di quello stesso CNR che esprime alcuni dei maggiori istituti italiani per lo studio del clima e delle sue variazioni, che non sembra però aver consultato prima del convegno, da un lato chiede di “investire nella ricerca”, richiesta senza dubbio auspicabile in Italia, ma dall'altro sostiene che mancano informazioni “soffocati come siamo da un eccesso di modellismo, di fisica matematica e di statistica. E' necessario tornare a raccogliere dati per inserire informazioni fresche nei modelli”. Eppure sulla Terra mai come oggi è esistita una rete di monitoraggio così fitta e precisa, cui contribuisce lo stesso CNR: stazioni al suolo e oceaniche, sondaggi dell'atmosfera, misure satellitari, dati paleoambientali da carote di ghiaccio, anelli di accrescimento degli alberi, pollini e organismi fossili, licheni, isotopi radioattivi. Migliaia di ricercatori di tutte le discipline scientifiche, sono al lavoro in tutto il mondo per misurare, comprendere e simulare il comportamento del clima.
E è ancor più sconcertante che lo stesso presidente del più importante Ente di Ricerca Italiano affermi, non si sa sulla base di quali informazioni, che “i fenomeni di cambiamenti climatici attuali sono quasi certamente naturali e non antropogenici".

Kyoto non piace all'Italia
In definitiva, Pistella ha così concluso, in accordo con Corrado Clini, dirigente del Ministero dell'Ambiente, “spero che sia passata l'ubriacatura legata a Kyoto e che si cominci a parlare di cose serie e consistenti da affrontare con strumenti proporzionati alla complessità della questione”. L'On. Francesco Nucara, viceministro dell'ambiente, ha infine citato un documento del 1998 che minimizza il ruolo negativo delle emissioni di gas serra, redatto da F. Seitz, già presidente dell'Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti. Sette anni dopo è la stessa Accademia delle Scienze USA che insieme a quelle di Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Russia e Regno Unito sottoscrive un appello rivolto al G8 (giugno 2005) per una azione globale contro i cambiamenti climatici (3).

Allora la colpa è degli scienziati...
La filosofia di base celata dietro questa pubblicità a pagamento sembra voler scaricare sugli scienziati, rei di raccontare fandonie, i problemi di una classe politica italiana che è incapace di gestire, sia a livello nazionale che internazionale, la complessità del Protocollo di Kyoto. Come ricercatori che si interessano direttamente ai complessi problemi dell’ambiente, vorremmo in effetti che si cominciasse davvero a parlare di cose serie, con un dibattito basato su documenti scientifici e non su opinioni originate da nascosti interessi.

Non abbiamo lo stesso punto di vista
Dispiace che il sigillo dello Stato e dei suoi massimi enti di ricerca vengano esibiti (2) in calce ad un documento privo di qualsiasi spessore scientifico, frutto di una discussione priva di contraddittorio. Nessun esponente della ricerca climatica italiana è stato invitato ad esporre i propri dati e il proprio punto di vista. Riteniamo che le affermazioni che escludono l'influenza umana sulle variazioni climatiche debbano essere soggette allo stesso processo di critica e di dubbio che si vuole applicato a quelle contrarie. Nessuno ha la verità in tasca, ma il dogmatismo fa male nell'uno come nell'altro senso. Negare l'influenza delle attività umane sul clima è un argomento debole, che non è verificabile.
Paul Crutzen, premio Nobel 1995 per la chimica, presenta in un recente saggio (6) uno scenario di preoccupazione ben più documentato, in linea con il lavoro dell'IPCC (7), l'organismo internazionale di ricerca sui cambiamenti climatici, espressione del lavoro di oltre 3000 ricercatori indipendenti di tutto il mondo e base scientifica degli accordi di Kyoto. E' vero che esistono difficoltà nel valutare la reazione del sistema climatico all'incremento dei gas serra, ma indubbiamente, trattandosi di un insieme di interazioni di grande complessità che coinvolgono oceani, atmosfera, suolo, vegetali e uomo, ogni cambiamento rilevante delle condizioni fisiche può portare a uno spostamento dall’equilibrio e dunque a sorprese sgradevoli. Un po’ come dire, stiamo somministrando un veleno di cui conosciamo il meccanismo d’azione su un singolo organo, però non sappiamo bene quali saranno i sintomi che manifesterà l’intero organismo. Ciò non costituisce una buona ragione per continuare a somministrare il veleno, mossi da uno zelo ideologico che considera superflua la discussione scientifica (8).

Riferimenti bibliografici
1) Sito del governo del Canada sui cambiamenti climatici
2) Inserto su Famiglia Cristiana
3) Le Accademie delle Scienze sull'effetto serra
4) I segreti della EXXON;  si veda pure GELBSPAN R., 1998 – Clima rovente. Baldini & Castoldi.
5) World Data Center for the Sunspot Index
6) CRUTZEN PAUL, 2005 – Benvenuti nell’Antropocene. Mondadori.
7) Intergovernmental Panel on Climate Change
8) un eccellente sito di dibattito scientifico sui cambiamenti climatici è www.realclimate.org

La protesta dei ricercatori


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