L'ESTATE 2012 IN ITALIA: RARO CONNUBIO DI CALURA E SICCITA'
05.09.2012 - Redazione Nimbus
L’anomala e persistente influenza degli anticicloni subtropicali tra il
Mediterraneo centro-orientale e i Balcani ha fatto sì che in Italia
l’estate 2012 abbia conquistato la seconda posizione tra le più calde
dal 1800, dopo il caso del 2003, con una anomalia di +2.3 °C a scala
nazionale sul trimestre giugno-agosto.

Carta delle
anomalie dell'altezza del geopotenziale (m) alla superficie isobarica di
500 hPa, periodo 1° giugno – 31 agosto 2012: si nota, in colore giallo,
la fascia degli anticicloni subtropicali inusualmente vigorosi ed estesi
mediamente con asse SW-NE dal Nord Africa verso i Balcani e la Russia
meridionale. Con tale configurazione le ondate estive di caldo intenso
sono risultate più frequenti a Sud del Po, un po' meno lungo le Alpi e
al Nord-Ovest, ma dove la stagione è stata pur sempre ben più calda
della norma.

Distribuzione delle anomalie termiche secondo le analisi dell’ISAC-CNR:
le massime deviazioni dalla norma, oltre + 3 °C, sono state osservate
sull’Italia centrale, un po’ più contenute invece sulle Alpi
occidentali, rimaste più al margine delle grandi strutture
anticicloniche (salvo nella
seconda metà di agosto),
nonché all’estremo Sud, dove la massiccia influenza delle masse d’aria
nord-africane è più normale.

Temperature
medie del trimestre giugno-agosto a Torino dal 1753: l’estate del 2012
si colloca qui al terzo posto tra le più calde con una Tmed di 24.9 °C,
appena 0.1 °C sotto il recente caso del 2009 e a 1.8 °C da quello
epocale del 2003. In ogni caso fa riflettere l’incalzante ricorrenza di
stagioni estive estremamente calde avute dagli Anni 2000, in accordo con
la tendenza al riscaldamento globale.

Ancora più
anomala la calura estiva in Emilia Romagna. Temperature
medie del trimestre giugno-agosto all’osservatorio geofisico di Modena
dal 1860: qui, come a scala nazionale, l’estate 2012 è in seconda
posizione dopo quella del 2003, con una Tmed di 27.3 °C.

Elenco delle
10 stagioni estive più calde a Torino (inizio serie nel 1753), Modena
(1861)
e Pontremoli (1929): di queste, rispettivamente 7, 8 e 5 si sono concentrate dal 1990 in poi.
Particolarmente anomala è stata la persistenza del gran caldo, ma
durante la stagione sono stati stabiliti anche nuovi primati di
temperatura massima giornaliera, eccone alcuni relativi alla rete
dell’Aeronautica Militare (in
parentesi l’anno di inizio della serie storica di riferimento):
36.4 °C a Verona-Villafranca il 30 giugno, nuovo primato mensile
(1951).
38.2 °C a Istrana (TV) il 2 luglio, nuovo primato mensile (1951).
40 °C a Perugia il 30 giugno, eguagliato il primato assoluto
(1967)
41.4 °C a Enna il 7 agosto, nuovo primato assoluto (1951, serie
tuttavia con alcune disomogeneità).
41.8 °C a Cagliari il 6 agosto, nuovo primato mensile (1951).
Inoltre, 45.1 °C si sono toccati a Mineo, nell’entroterra
catanese (rete SIAS) il
12 luglio.
Alla calura si è affiancata, su quasi tutto il paese, una
straordinaria carenza di precipitazioni, essendo il flusso
perturbato atlantico costantemente relegato a latitudini d’oltralpe.
Della siccità hanno sofferto in particolare la bassa Valpadana e il
versante tirrenico. A inizio agosto la portata del Po a
Pontelagoscuro (Ferrara) è scesa a un minimo di circa 400 m3/s,
poco più della metà del normale e simile al caso già estremamente critico del 2003
(fonte Autorità di Bacino del Fiume Po).

Distribuzione delle anomalie pluviometriche
secondo le analisi dell’ISAC-CNR:
si tratta dell’undicesima estate più secca dal 1800 in Italia, con la metà della
precipitazione mediamente attesa. Solo alcune zone alpine orientali
hanno registrato apporti normali o perfino lievemente superiori, ad
esempio l’Alto Adige, dove in particolare il mese di luglio ha visto
rovesci frequenti (luglio più piovoso dal 1921 a Vipiteno, con 230 mm
d’acqua, seguito da un’alluvione la sera del 4 agosto).

Particolarmente drastica la siccità in Emilia-Romagna, dove fiumi e coltivazioni sono seccati. Ecco le
precipitazioni raccolte a Modena-osservatorio geofisico dall’inizio del
2012: fino al 31 agosto appena 178 mm di pioggia e neve fusa, pari al
47% del valore medio calcolato sul trentennio 1961-90 (380 mm), e minimo
assoluto dal 1830 sia per l’estate (9 mm nel trimestre giugno-agosto),
sia per i primi 8 mesi dell’anno.

L'osservatorio di Pontremoli stava per
registrare l'estate più secca dall'inizio delle misure pluviometriche
nel 1920 (appena 21 mm dal 1° giugno al 25 agosto), quando un violento
nubifragio si è abbattuto nella notte del 26 agosto scaricando ben 134
mm in circa 3 ore. Dall'inizio dell'anno al 31 agosto il totale è stato
di 757 mm di pioggia e neve fusa, pari al 79% del normale.

Diversa la situazione a Torino, dove le
piogge primaverili e i numerosi temporali estivi hanno fatto sì che al
31 agosto la cumulata toccasse i 631 mm, perfino lievemente superiore al
normale (tuttavia anche in Piemonte la siccità si è fatta sentire sui
settori meridionali della regione, dalle Alpi cuneesi, ora però
interessate da forti piogge a inizio settembre, all'Alessandrino).
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