I giorni di metà febbraio 2021 in Italia hanno sperimentato
un'importante irruzione di aria fredda da Est-NordEst, giunta
sotto forma di forti venti di bora incanalati tra il potente
anticiclone "Helida" sull'Europa centrale e la depressione "Wolfram"
diretta dall'Atlantico, al basso Tirreno, all'Egeo (nomenclatura dei
campi di pressione:
Istituto di Meteorologia della Libera Università di Berlino).

Torre
Lapillo (LE), la costa ionica imbiancata di neve domenica 14 febbraio
2021: un evento inconsueto ma non eccezionale
(autore sconosciuto, da
pagina fb Meteonetwork Puglia).
La massa d'aria di origine polare continentale ha fatto ingresso dal
Carso, unita ai primi rovesci di neve, già nel pomeriggio di
giovedì 11 febbraio, propagandosi poi a tutto il Nord e all'alto
Adriatico venerdì 12 (in serata sottili imbiancate di neve fino
in pianura e fondovalle, come a Bologna, Piacenza, Milano, Aosta,
Torino, Cuneo... ma anche a Perugia e Arezzo nella notte seguente),
fino a coinvolgere anche il resto del Paese tra sabato 13 e
domenica 14 con isoterme al livello di 850 hPa (circa 1500 m) di
-10 °C anche al Sud (es. radiosondaggio di Brindisi).
Neve sulle spiagge ioniche, ma non
come nel 2017
In concomitanza di un flusso umido da Ponente, tra
sabato e domenica abbondanti nevicate hanno coperto i rilievi campani
(in Irpinia anche 30 cm a quote di 600 m e 60-70 cm a 1500 m sul Monte
Partenio, presso l'osservatorio
di Montevergine), depositandosi al suolo anche a Benevento e
Avellino.
Fatto più inconsueto, tra domenica e lunedì sotto i
rovesci innescati dall'Adriatic Sea Effect (scorrimento
dell'aria fredda da NE sopra al mare relativamente più caldo) si sono
imbiancati anche alcuni tratti delle coste ioniche della Puglia
(< 5 cm a Porto Cesareo, Torre Lapillo... fiocchi a Taranto) e
della Calabria (intorno a Crotone), mentre su tutto il Nord e il
versante tirrenico tornava sereno. Tuttavia non si è raggiunta la
situazione eccezionale del gennaio 2017, quando sulle coste
salentine si depositarono fino a 20 cm di neve.
Inoltre la neve ha lambito pure la conca di Palermo, pur senza
scendere fin sul centro-città dove la temperatura minima non è mai
scesa sotto i 4,5 °C all'osservatorio
"Vaiana" (le nevicate su colline e montagne della Sicilia
settentrionale sono state causate dal Thyrrenian Sea Effect,
analogo al corrispettivo adriatico).
Subito
tepori al Nord-Ovest
Lunedì 15, mentre la fase fredda culminava all'estremo
Sud, già si avvertiva un marcato addolcimento atmosferico in quota
sulle Alpi occidentali, all'avvicinarsi da SW di un promontorio
nord-africano tiepido (il radiosondaggio di Cuneo-Levaldigi a 850 hPa
ha rilevato temperature crescenti da -8,7 °C alle h 12 UTC del 14, a
ben 10,8 °C alle h 12 di martedì 16, un balzo prossimo a 20 °C in 48
ore!).
Evento invernale ordinario,
salvo alcune eccezionalità locali
L'episodio freddo è stato dunque breve e non
straordinario nel suo insieme, decisamente inferiore per durata e
intensità a quelli recenti del
febbraio 2012,
gennaio 2017 e
fine febbraio-inizio marzo 2018, per citare solo i più recenti.
Nei suoi quattro giorni di durata (12-15 febbraio al Nord, 14-17 al
Sud), si sono osservate temperature nel complesso tra 2 e 5 °C
sotto la media di metà febbraio, con minime negative su quasi
tutto il territorio nazionale - eccetto su ampi tratti di costa
dell'estremo Sud, della Sardegna e del Ponente ligure - ma ben
lontane dai record storici.
Solo localmente sono emersi caratteri più rari,
come la neve sulle coste ioniche, e temperature minime
notevolmente basse nei fondovalle interni e innevati delle Alpi
orientali a quote di media montagna, come alle seguenti stazioni
dell'Ufficio
Idrografico di Bolzano:
-26,3 °C a
Predoi (1450 m, Valle Aurina) il giorno 14, nuovo record
assoluto nella serie dal 1981, che supera il precedente di -25,0 °C
del
7 gennaio 1985.
-28,3 °C a
San Giacomo/Val
di Vizze (1440 m), sempre il 14, record nella breve serie
cominciata nel 2014.
Nella vicina Dobbiaco (1219 m) invece la pur
gelida minima di -22,9 °C è rimasta lontana dai -29 °C del
febbraio 1969, eguagliando quanto registrato il 28 febbraio 2018.
Particolari concomitanze tra serenità del cielo
notturno, aria secca e trasparente, forti inversioni termiche sui
suoli innevati di fondovalle in assenza di vento dopo l'avvezione
fredda possono aver concorso a valori così bassi.
Alcuni altri valori minimi registrati nel
periodo (nessun record battuto; dati rete
Aeronautica Militare):
-7,3 °C a Milano-Malpensa (record -18,0 °C, gennaio 1985, serie dal
1951)
-4,2 °C a Venezia-Tessera (record -13,6 °C, gennaio 1963, serie dal
1961)
-5,6 °C a Firenze-Peretola (record -23,0 °C, gennaio 1985,
serie dal 1931)
-3,9 °C a Pescara-aerop. (record -13,2 °C, gennaio 1979, serie
dal 1947)
-2,8 °C a Roma-Ciampino (record -11,0 °C, gennaio 1985, serie dal
1944)
-6,2 °C a Campobasso (record -10,8 °C, gennaio 1968, serie dal 1959)
1,3 °C a Bari-Palese (record -7,6 °C, gennaio 1947, serie dal 1943)
5,3 °C a Palermo-P. Raisi (record 1,4 °C, gennaio 1962, serie dal
1960)
-0,6 °C a Cagliari-Elmas (record -4,8 °C, gennaio 1981, serie dal
1932).
In generale, nell'insieme d'Italia (e anche su gran
parte d'Europa) non si erano più registrate ondate di gelo
significativo dopo inizio marzo 2018, un intervallo di ben tre
anni, è questa è l'anomalia più rilevante.
Ad esempio, a Trieste (con Tmin -4,0 °C alla stazione AM di
Barcola e -2,5 °C alla stazione
OSMER
del Molo Bandiera) il termometro è tornato sotto
0 °C per la prima volta da tre anni (ultimi casi l'1-2 marzo 2018),
un periodo senza minime negative di lunghezza prima sconosciuta in due
secoli di osservazioni nel capoluogo giuliano (info Renato R.
Colucci,
CNR-ISP e
Società Meteorologica Alpino-Adriatica).

Immagine del satellite
NASA-Aqua
(canale visibile) di domenica 14 febbraio 2021: l'irruzione fredda è
al culmine, e mentre al Nord e sul versante tirrenico della penisola i
cieli si sono rasserenati, sui lati adriatici, ionici, e su quello
tirrenico della Sicilia prevale nuvolosità dovuta sia allo sbarramento
orografico delle correnti tra Nord e Nord-Est, sia alla formazione di
bande nuvolose dirette dal mare verso le coste (ben visibili le
"strisce" parallele di cellette cumuliformi in sviluppo sull'Adriatico
e allineate da NE a SW, a causa dello sviluppo di instabilità e della
cessione di vapore da parte dell'acqua al passaggio dell'aria fredda e
secca sul mare più tiepido). Si nota anche il suolo innevato fin sulle
pianure pedemontane dell'Emilia-Romagna e delle Marche (neve sul
Conero a poche decine di metri al di sopra del mare).
Freddo più anomalo in Europa
centro-settentrionale
Più anomala che in Italia è stata l'ondata di freddo in
Europa centro-settentrionale, dove un gelo molto intenso era già
arrivato nei giorni precedenti: -25,6 °C a Sontra (Turingia) il
10 febbraio 2021, battuto il primato assoluto del gennaio 1963;
-23,0 °C il giorno 11 a Braemar (Scozia), temperatura più
bassa nel Regno Unito in qualunque mese dal dicembre 1995.
Tuttavia il MetOffice
segnala che "dal 1990, quattro anni hanno fatto registrare
minime sotto i -20,0 °C nel Regno Unito, ma nel trentennio precedente
il 1990 tale soglia fu raggiunta e superata in 14 anni [...]
Temperature di questo tipo sono sempre state estreme per il Regno
Unito, ma i dati ci dicono che questi eventi sono diventati meno
comuni".
Pure gli Stati Uniti hanno vissuto una grande
ondata di freddo che, oltre al Midwest, ha coinvolto come raramente
accade anche gli Stati dell'estremo Sud, quali il Texas: ad esempio,
-19 °C il 16 febbraio a Dallas-Fort Worth, non più
rilevati dal 1949 (anche in quel caso, -19 °C), valori secondi solo al
record di -22 °C del 1899. Bufere di neve (innevato
il 79% del suolo statunitense, mai accaduto dall'inizio di
questa statistica nel 2003) e storici black-out della rete elettrica.
Ma a fronte di queste temporanee incursioni gelide -
legate a un vortice polare debole che quest'inverno lascia facilmente
“scappare” aria fredda verso le regioni temperate – le medie
globali continuano a mostrare un pianeta troppo caldo: l'agenzia
meteo americana Noaa segnala il
settimo gennaio più caldo nella serie dal 1880 nel mondo, con
il contributo dei tepori esagerati in Canada (anche 9 °C sopra media).
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