a cura di Massimo Riso


Avendo raggiunto lo scorso numero un significativo numero di test compilati è stato possibile fare una statistica attendibile.
Statistiche delle risposte:

Quiz N°

Risposta N°1
%

Risposta N°2
%

Risposta N°3
%

Risposta
esatta

Percentuale
risposte esatte

1 12,1 63,6 24,2 3 24,2
2 9,1 0 90,9 3 90,9
3 30,3 36,4 33,3 3 33,3
4 39,4 33,3 27,3 1 39,4

Mi ha sorpreso la risposta al quiz N°1, il 63,6% ha selezionato la risposta N°2 anziché la N°3. Ciò penso sia dovuto alla errata interpretazione che i mass media spesso danno ai termini che definiscono la copertura del cielo, inducendo a sua volta la gente ad una errata interpretazione dei bollettini meteo.
La stragrande maggioranza (il 90,9%) ha risposto correttamente alla domanda sulla grandine.
C'era da aspettarsi un 33,3% (percentuale esattamente casuale) alla domanda sull'onefoscopio.
Molto bassa la percentale delle risposte esatte sulla brina di fondo, poco superiore alla casualità del 33,3%, questo è un termine che chi pratica lo scialpinismo non può non sapere, e la risposta forse risiede proprio qui, poche sono le persone che praticano lo scialpinismo. Però siccome alla maggioranza delle persone che si interessano di meteorologia piace la neve, pensavo che conoscessero di più le definizioni che la riguardano.


Quiz N° 1: 
Con il termine "Abbastanza soleggiato" quanto soleggiamento in percentuale deve esserci durante il giorno?


 
 20-40%

 
 40-60%

 
 60-80%
 
  Il 60-80% corrispondono a circa 2/8 - 3/8 di copertura nuvolosa.
 
  Quiz N° 2: 
Come si forma un chicco di grandine?
 

 
Sono gocce di acqua che gelano mentre dall'alto della nube scendono a una quota più bassa dove è presente un'inversione termica ad una temperatura inferiore allo zero.

 
Sono fiocchi di neve che cadendo incontrano uno strato di aria dove si fondono e successivamente entrano in una inversione termica ad una temperatura inferiore allo zero dove rigelano sotto forma di ghiaccio.
 

 
Sono cristalli di ghiaccio che cadendo si scalda per il bombardamento di particelle di acqua sopraffusa che gela sul cristallo, questo viene poi riportato in quota da correnti ascensionali ripetendo il ciclo fino a quando cade al suolo.
 
 
 

La grandine rappresenta il caso estremo dell'accrescimento dei cristalli di ghiaccio che avviene con il processo di brinamento. Durante la sua caduta, il bombardamento del cristallo da parte delle goccioline sopraffuse deve essere così forte che la temperatura alla superficie del cristalli aumenta fino a 0°C e una parte dell'acqua raccolta rimane allo stato liquido (liberazione di energia per il processo di congelamento). Tale acqua alla superficie del cristallo gela dopo che il chicco di grandine in formazione è stato portato nuovamente a quote elevate. I chicchi di grandine, infatti, percorrono molto probabilmente un ciclo di sali-scendi seguendo le forti correnti verticali presenti in un cumulonimbus. Sul cristallo si formano così strati alternati di ghiaccio opaco (ghiaccio con aria rinchiusa) e ghiaccio trasparente (ghiaccio puro) fino a quando cadono definitivamente a terra.

(Tratto da: il tempo in montagna, Giovanni Kappenberger e Jochen Kerkmann, Zanichelli editore).

 


Quiz N° 3: 
Che cosa è on onefoscopio?

Uno strumento che misura la visibilità al suolo.
Uno strumento chi in base all'inclinazione dei fumi risalenti dal suolo deduce la velocità del vento in quota.
Uno strumento che in base allo spostamento delle nubi misura i venti in quota.
 
  Prima dell'uso delle radiosonde l'onefoscopio era utilizzato per valutare lo spostamento delle nubi e per dedurre i venti in quota stimando l'altezza della nuvolosità.

Nell'immagine a lato: osservazione delle nubi con l'aiuto dell'onefoscopio.

Tratto da:
il tempo in montagna
Giovanni Kappenberger e Jochen Kerkmann
Zanichelli editore.


Quiz N° 4:
Nei bollettini nivologici (delle valanghe) è spesso nominata la brina di fondo, che cosa è? E perché è pericolosa?
 
Umidità che salendo dal fondo del manto nevoso e incontrando un particolare gradiente termico, trasforma e ingrandisce i cristalli di neve, creando uno strato a bassissima coesione che rende il pendio instabile.
 
Umidità che cristallizza sul fondo del manto nevoso diminuendo drasticamente l'aderenza dello stesso al terreno, facendo così scivolare gli strati di neve soprastanti.
 
Umidità che cristallizza sul fondo di ogni cristallo di neve, riducendo la coesione fra di essi, rendendo così instabile il pendio.
 
 

BRINA DI FONDO

Quando il terreno è ricoperto da uno spesso strato di neve, alle nostre latitudini la temperatura del terreno è intorno a 0°C, mentre la superficie esterna della neve può essere anche di molti gradi sotto lo zero, per cui l'aria sale dal terreno, relativamente caldo e umido, verso la superficie esterna molto fredda, l'aria raffreddandosi condensa l'acqua in eccesso sulle pareti dei cristalli incontrati, si ha il metamorfismo da gradiente termico.
Ma il gradiente termico non è costante all'interno del manto nevoso, vi possono essere strati, anche di un solo centimetro di spessore, in cui il salto termico è molto più alto, all'interno di questo strato l'umidità non si limita a condensarsi sui cristalli ma li trasforma nella forma e nella dimensione, diventano molto grandi e fragili, e fra un cristallo e l'altro rimane molto spazio vuoto; il manto nevoso che prima era compatto e stabile ora rimane diviso da uno strato fragilissimo a bassissima coesione.
Per una persona che vi transita sopra, apparentemente non è cambiato nulla, ma ora tutto il manto nevoso è diventato instabile e pericolosissimo.

 

 

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