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Seconda parte Descrizione dei risultati ottenuti Esame critico delle caratteristiche Nella Tab. 3 seguente sono riassunti i risultati sperimentali relativi agli strumenti oggetto dello studio dopo gli opportuni interventi di pulizia e regolazioni.
Nella successiva Tab. 4 sono riportati gli intervalli di oscillazione dei parametri * e * medi per i soli strumenti modello SIAP per cui è stato possibile effettuare una taratura anche prima della completa pulizia.
Tab. 4 – Risultati sperimentali per il solo modello SIAP Alcune cinsiderazioni sui modelli SIAP e LASTEM Per i modelli SIAP, è stato possibile effettuare dei controlli in situ e,
successivamente, si è potuto effettuare una taratura dopo una completa
pulizia in laboratorio, mentre per i modelli LASTEM si è operato
attraverso il solo controllo in situ. Nel grafico di fig.3 sono riportati
i parametri sperimentalmente ricavati per i pluviometri modello LASTEM
che presentano, rispetto al modello campione, una ampia variabilità
imputabile prevalentemente ad una mancanza di manutenzione e controllo. La
fig.4, relativa invece ai valori sperimentali ottenuti sui modelli SIAP,
rappresenta in modo evidente l’efficacia dell’intervento di manutenzione
che ha consentito di riportare i valori medi dei parametri
Fig.3 – Parametri sperimentali per pluviometri LASTEM
Fig.4 – Parametri sperimentali per pluviometri SIAP Il pluviometro Salmoiraghi I pluviometri modello Salmoiraghi presentano un singolare comportamento dinamico rispetto ai modelli esaminati sinora tale da non poter esprimere la curva di taratura attraverso l’equazione (1) in tutto il campo di funzionamento. Come infatti si può notare osservando i grafici delle figure 5 e 6 che seguono, ottenuti sulla base dei soli due modelli esaminati, per le basse intensità di pioggia si ha un comportamento simile agli altri modelli in cui l’errore aumenta all’aumentare dell’intensità di pioggia. Nel caso invece di piogge medioalte si ha un marcato recupero dell’errore.
Fig.5 – Curve di taratura dei pluviometri SALMOIRAGHI
Fig.6 – Curve di errore dei pluviometri SALMOIRAGHI Questa tipologia di strumenti rientra comunque nella classe di pluviometri a bascula meritatamente alla tecnica di misura della pioggia sebbene la conformazione della vaschetta ed il meccanismo di riempimento non siano assimilabili agli altri pluviometri esaminati. Essendo questi strumenti non molto diffusi sul territorio preso in considerazione dagli autori, si è ritenuto rimandarne l’approfondimento successivamente. Il pluviometro modello ETG Il pluviometro modello E.T.G. rappresenta un classico strumento a bascula avente però la singolare caratteristica, unica fra tutti quelli esaminati, di associare ad ogni scatto della vaschetta, un valore di pioggia corretto in funzione dell’intensità. Dall’analisi fatta, è emerso che tale correzione non tiene conto però della reale curva di taratura dello strumento. Le figg. 7 e 8 rappresentano la curva di taratura e dell’errore rilevate in laboratorio.
Fig.7 – Curve di taratura dei pluviometri ETG
Fig.8 – Curve di errore dei pluviometri ETG In particolare, la curva di correzione dell’errore è assunta di tipo lineare definita secondo una retta passante per i punti I=0 mm/h (cui corrisponde un errore nullo) ed I=120 mm/h (cui corrisponde, nello strumento esaminato, un valore sperimentalmente pari a circa il 15 % in meno del valore reale). La logica di correzione del dato è matematicamente “discreta” e prevede che ad ogni movimento della bascula, nell’ipotesi che l’intensità di pioggia tra due rovesciamenti consecutivi sia costante, venga calcolata la quantità di mm di pioggia persa tenendo conto della curva di correzione dell’errore. Quando le iesime differenze, sommate progressivamente, concorrono a formare una quantità di pioggia di 0.2 mm, corrispondente ad una basculata unitaria, quest’ultimo valore è automaticamente sommato alla quantità di pioggia registrata sino a quel determinato istante. Curva di taratura e curva dell'errore di tutti i modelli esaminati Nelle figure 9,10 e 11 sono riportate le curve di taratura espresse
secondo le funzioni
I/IR e i parametri
Fig.9 – Parametri
Fig.10 – Curve di errore di tutti i pluviometri esaminati
Fig.11 – Curve di taratura di tutti i pluviometri esaminati Modalità di correzione dei dati di pioggia Caso in cui sia nota la curva di taratura In linea generale, se non si interviene dall’esterno con procedure apposite, i pluviometri a bascula sono strumenti il cui tempo di campionamento è variabile e la misura dell’intensità di pioggia caduta può essere effettuata solo successivamente al rovesciamento della vaschetta. Per poter procedere ad una correzione istantanea della pioggia caduta, si può intervenire di volta in volta attraverso i valori forniti dalla curva di taratura propria dello strumento sui valori da esso registrati nell’intervallo di tempo tb che intercorre tra due successivi rovesciamenti, nell’ipotesi che in tale intervallo l’intensità di pioggia rimanga costante. Nel caso in cui la strumentazione non sia in grado di fare ciò automaticamente, diventa fondamentale la scelta del parametro tc per eventuali correzioni a posteriori. Il grafico di fig. 12 riporta il valore di tb [s] in funzione di I[mm/h] consentendo di valutare l’intervallo di tempo tra due successivi basculamenti e quindi di determinare il numero di basculate possibili nel tempo tc scelto in funzione delle intensità di pioggia.
Fig.12 – Andamento di tc in funzione di I
Fig.13 – Errori di conteggio delle bascule Il grafico di fig.13 fornisce la stima dell’errore e% dovuto al conteggio di +/- una bascula in funzione dell’intensità di pioggia per alcuni valori di tc. Tale errore diminuisce all’aumentare di tc suggerendo, in prima analisi, l’adozione di tempi lunghi di acquisizione. L’aumento di tc, comporta che il valore assoluto dell’intensità diminuisca all’aumentare dell’intervallo di campionamento. Ne consegue che, per tutti i modelli esaminati, ad eccezione degli strumenti ETG e Salmoiraghi, una minore efficacia della correzione. Tale considerazione diventa di fondamentale importanza nella correzione e valutazione delle piogge nel campo di eventi pluviometrici particolarmente intensi. Dal momento che l’errore dovuto all’errato conteggio degli scatti può essere positivo o negativo compensandosi mentre l’errore dovuto alla correzione dell’intensità è sempre negativo, ne consegue che per minimizzare l’errore il tempo tc deve essere il più piccolo possibile. Quindi se tc = tb oltre ad eliminare l’errore dovuto al conteggio delle bascule quest’ultimo risulta essere ridotto al minimo. Nella Fig.14 vengono riportate a titolo di esempio le due curve cumulate, reale e corretta, nel caso di un evento particolarmente intenso.
Fig.14 – Curve cumulate evento del 23.09.1993 - Stazione di Villa Cambiaso - Genova Correzioni secondo la classe degli strumenti Una volta individuata la classe d’appartenenza dello strumento è possibile operare come segue: Classe I: per questa classe di pluviometri è possibile una correzione a posteriori con l’ipotesi che l’intensità di pioggia rimanga costante durante il tempo di campionamento tc. Classe II: anche questi strumenti permettono una correzione della pioggia a posteriori sebbene più efficace della Classe I. Infatti, si ha la possibilità di conoscere il tempo ti d’ogni basculata e quindi per differenza il tempo tb. In questo caso la correzione consiste nel modificare la Ir con la curva di taratura dinamica per ogni basculamento nell’ipotesi che l’intensità di pioggia rimanga costante durante il tempo tb intercorso tra due rovesciamenti. Particolare attenzione bisogna porre nella misura dell’intervallo tra due rovesciamenti in quanto eccessive approssimazioni comportano errori non trascurabili soprattutto nella valutazione dell’intensità di pioggia nel caso di eventi intensi con conseguente errore di correzione. Classe III: questa classe di strumenti, nell’ipotesi che l’intensità di pioggia rimanga costante tra due basculate successive, permette la correzione del dato di pioggia attraverso la curva di taratura dinamica tra due successivi rovesciamenti della vaschetta. Tale correzione può considerasi la massima ed efficace possibile per i pluviometri a bascula in commercio. Conclusioni Da quanto precedentemente esposto si perviene alle seguenti considerazioni e conclusioni:
Bibliografia BECCHI, I. (1970). “Sulla possibilità di migliorare le misure
pluviometriche”. Pubbl. Istituto di Idraulica Università di Genova. · Acquedotto di Savona |