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    a cura di Roberto Pedemonte

Da questo numero prende il via una rubrica dedicata al tempo che ha fatto, nei tre mesi della stagione considerata dalla cronaca meteo e dalle notizie dal mondo, in alcune località italiane ed europee. Con questa iniziativa si vuole consegnare alcune tabelle che, anche a titolo di pura curiosità, indicheranno il comportamento che hanno manifestato alcune variabili meteorologiche nei siti indicati, raggruppati geograficamente: nord-ovest, nord-est, centro, sud e isole per le località italiane; alpine o vicine ai confini e altre distribuite su tutto il continente per le estere. Le stazioni esaminate, come vedrete, potranno variare da un mese all’altro perché non sempre si rendono disponibili i dati completi per ciascun giorno e per ogni stazione considerata. Verranno perciò inserite nelle tabelle solo le località per le quali verrà soddisfatto il requisito della completezza dei dati.

Unico elemento che viene calcolato dai dati di base synop resi disponibili dalla NOAA, ente dal quale sono ricavati tutti i dati pubblicati in questa rubrica (unica eccezione Genova Albaro i cui valori sono rilevati dalla stazione dell’Istituto di Idraulica del Dipartimento di Ingegneria Ambientale dell’Università), è la Temperatura Wind Chill. L’interazione tra vento e temperatura, computata secondo la nuova formula utilizzata dal National Weather Service statunitense, assume valenza numerica significativa con temperatura basse e/o vento sostenuto; a parità di temperatura la TWC, in °C, sarà inversamente proporzionale alla velocità del vento. La TWC che viene considerata in questa rubrica è quella media, ovvero il valore medio mensile calcolato sulla base dei valori medi giornalieri di questo parametro.
Tale indice naturalmente non ha effetto sul congelamento dell’acqua nelle tubature o nel radiatore dell’auto ma indica a quale grado di raffreddamento il corpo umano deve adattarsi, e quindi consente di valutare in quale maniera ci si dovrebbe appropriatamente vestire. L’adeguata copertura degli abiti, nei casi di temperature basse e vento sostenuto, è un’importante pratica da non dimenticare, per mantenere il corpo opportunamente riscaldato.
Negli Stati Uniti è uso comune utilizzare questo indice nelle consuete previsioni meteorologiche, per avvertire dell’evenienza di particolari situazioni. Questa consuetudine da noi non è ancora entrata, se non sporadicamente, nei normali canali di previsione del tempo.

Il NWS, dal novembre 2001 utilizza una nuova formula per il calcolo dell’indice del raffreddamento da vento (Temperatura Wind Chill –TWC) che sostituisce quella presentata nel 1945 da Siple e Passel (in uso anche in Canada). Nell’autunno del 2000, l’Ufficio per il Coordinamento Federale dei Servizi Meteorologici americano (OFCM), ha istituito un gruppo formato da studiosi di numerose agenzie federali, di comunità accademiche e della Società Internazionale di Biometeorologia per aggiornare e standardizzare a livello internazionale l’indice wind chill. La nuova formula, elaborata con l’uso della tecnologia più sofisticata e di modellistica computerizzata, fornisce con più precisione il risultato per il calcolo del pericolo causato dai freddi venti invernali e dalle basse temperature. Sono stati condotti test clinici presso l’Istituto di Medicina Ambientale di Toronto, in Canada, e i risultati ottenuti sono stati impiegati per migliorare l’accuratezza della nuova formula e per la determinazione di valori soglia.
La standardizzazione del nuovo indice presso la comunità meteorologica fornisce al pubblico maggiore uniformità nella divulgazione delle informazioni.

Nel dettaglio, il nuovo indice TWC, calcola la velocità del vento a un’altezza di circa 1.52 m (altezza media del viso di un adulto) sulla base della lettura di questo parametro presso le stazioni meteorologiche a 10 m dal suolo; si basa sul modello del viso; considera la moderna teoria del trasferimento del calore (perdita di calore del corpo verso l’esterno durante i giorni freddi e ventosi); considera calma di vento la soglia di 5 km/h; utilizza uno standard calibrato per la resistenza dei tessuti cutanei; assume che non vi sia la presenza del sole (per es. cielo notturno sereno).

Tabelle mensili stazioni esaminate

Settembre Ottobre Novembre