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Da questo numero prende il via una rubrica dedicata al tempo che ha fatto, nei tre mesi della stagione considerata dalla cronaca meteo e dalle notizie dal mondo, in alcune località italiane ed europee. Con questa iniziativa si vuole consegnare alcune tabelle che, anche a titolo di pura curiosità, indicheranno il comportamento che hanno manifestato alcune variabili meteorologiche nei siti indicati, raggruppati geograficamente: nord-ovest, nord-est, centro, sud e isole per le località italiane; alpine o vicine ai confini e altre distribuite su tutto il continente per le estere. Le stazioni esaminate, come vedrete, potranno variare da un mese all’altro perché non sempre si rendono disponibili i dati completi per ciascun giorno e per ogni stazione considerata. Verranno perciò inserite nelle tabelle solo le località per le quali verrà soddisfatto il requisito della completezza dei dati. Unico elemento che viene calcolato
dai dati di base synop resi disponibili dalla NOAA, ente dal quale sono ricavati
tutti i dati pubblicati in questa rubrica (unica eccezione Genova Albaro i cui
valori sono rilevati dalla stazione dell’Istituto di Idraulica del Dipartimento
di Ingegneria Ambientale dell’Università), è la Temperatura Wind Chill.
L’interazione tra vento e temperatura, computata secondo la nuova formula
utilizzata dal National Weather Service statunitense, assume valenza numerica
significativa con temperatura basse e/o vento sostenuto; a parità di temperatura
la TWC, in °C, sarà inversamente proporzionale alla velocità del vento. La TWC
che viene considerata in questa rubrica è quella media, ovvero il valore medio
mensile calcolato sulla base dei valori medi giornalieri di questo parametro.
Nel dettaglio, il nuovo indice TWC, calcola la velocità del vento a un’altezza di circa 1.52 m (altezza media del viso di un adulto) sulla base della lettura di questo parametro presso le stazioni meteorologiche a 10 m dal suolo; si basa sul modello del viso; considera la moderna teoria del trasferimento del calore (perdita di calore del corpo verso l’esterno durante i giorni freddi e ventosi); considera calma di vento la soglia di 5 km/h; utilizza uno standard calibrato per la resistenza dei tessuti cutanei; assume che non vi sia la presenza del sole (per es. cielo notturno sereno).
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