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L’inverno del 2004 ha richiamato più volte
l’attenzione della cronaca per le ripetute
ondate di freddo e le nevicate che hanno
proposto scenari inconsueti in gran parte
dell’Italia. La situazione barica su scala
continentale è stata complessivamente
contrassegnata da conformazioni favorevoli
all’ingresso nel Mediterraneo di correnti fredde
attraverso la porta della bora; queste, poi,
dall’alto Adriatico hanno puntato decisamente a
sud tagliando in diagonale l’Italia. Di
conseguenza i fenomeni più vistosi si sono
concentrati essenzialmente sui settori
orientali, sul centro e sul meridione della
Penisola. In Liguria gli avvenimenti hanno preso
una piega sensibilmente diversa: il più delle
volte si è rimasti al margine dei flussi
perturbati e sebbene non sia stato possibile
sottrarsi agli effetti della generale
instabilità, questa si è presentata in modo
abbastanza attenuato, in particolare
sull’estremo ponente. Dicembre
E’ iniziato all’insegna del maltempo a causa di
una profonda saccatura estesa dalla Scandinavia
alle coste del nord-ovest africano. La
contemporanea presenza di una massiccia area di
alta pressione sull’est europeo ha determinato
una situazione di blocco meteorologico che vista
a priori attraverso le indicazioni dei modelli
matematici aveva allarmato non poco i servizi di
Protezione Civile, inducendoli a proclamare uno
stato di allerta meteo. In realtà gli effetti
del maltempo si sono limitati ad una serie di
giornate grigie con piogge diffuse generalmente
deboli, che hanno provvidenzialmente rifornito
le falde idriche senza causare particolari
traumi al territorio. I flussi aerei provenivano
da sud ovest e le temperature sono restate,
ovviamente, superiori alle medie stagionali. Gennaio. Lo schema generale seguito dalla circolazione atmosferica non ha differisce molto da quello di dicembre: continuano a dominare i flussi freddi in discesa al Mediterraneo dal bordo orientale di anticicloni con massimi posizionati molto a nord dell’arco alpino. Il giorno 2, l’approfondirsi di un minimo ad ovest della Corsica crea le condizioni per un peggioramento da cui scaturiranno deboli precipitazioni, a carattere nevoso anche a quote molto prossime alla costa. Il pronto aumento della pressione sull’Atlantico e sulle regioni baltiche ha poi isolato le regioni settentrionali italiane dai flussi perturbati riportando nuova stabilità e temperature rigide. Il giorno dell’Epifania segna l’inizio del ritiro dello scudo di alta pressione; si apre così la strada all’ingresso di flussi occidentali collegati ad un esteso vortice depressionario molto attivo sul nord Atlantico. L’influenza sul clima della Liguria è stata piuttosto marginale: ha portato all’instaurarsi di una spiccata variabilità, ma senza fenomeni degni di nota. La variabilità ha contrassegnato tutta la parte centrale del mese ed al grande movimento di corpi nuvolosi trasportati dai flussi atlantici, sono state sporadicamente associate deboli piogge specialmente sul levante. Effetti molto più vistosi, e non pochi problemi, si ebbero al centro ed al sud come conseguenza dell’instaurarsi sul basso Tirreno di una vivace area depressionaria. Il giorno 22 un’ondata aria artica ha investito le regioni di nord-est e dal 23 si avvia anche in Liguria una fase moderatamente perturbata che giunge sino a fine mese, evidenziata da nevicate nell’immediato entroterra e da piogge generalmente deboli sul ponente, anche moderate sul levante. Febbraio.
L’inizio di Febbraio vede una situazione di
blocco anticiclonico sul Mediterraneo centrale
che propone, insieme alla stabilità atmosferica,
una sequenza di giornate opache a causa di
deboli flussi sciroccali che addensano spessi
corpi nuvolosi e foschie lungo la costa. Lo
stato del cielo migliora sola dal giorno 7 per
merito di correnti secche e fredde associate ad
un sistema frontale in discesa verso sud.
Successivamente un solido campo anticiclonico
sulla Francia riporta stabilità e garantisce
alcuni giorni soleggiati, prima che il ristagno
atmosferico riproponga la comparsa di foschie e
nubi basse da cui si staccano sporadiche gocce
di pioggia. Il giorno 19 ricompare la neve sui
monti, ma il fenomeno più interessante del mese
è senza dubbio l’abbondante precipitazione di
polvere sahariana depositata a terra dalla
pioggia il giorno 21 dopo aver sorvolato il mare
provenendo da SW sulle ali del vento attivato da
una circolazione ciclonica posizionata sulla
penisola iberica. |