MAGGIO 2019: FREDDO LOCALE,
RISCALDAMENTO GLOBALE
20.05.2019
- SMI/Redazione Nimbus
Le prime due decadi di
maggio 2019 sono state tra le più fredde da un trentennio in Italia e
su gran parte d'Europa, con 2-4 °C sotto media e inconsuete nevicate a bassa quota (come
il 5 maggio in Emilia), tuttavia si tratta di un evento locale e
temporaneo che non contraddice il riscaldamento globale.
Più straordinario fu il caso di inizio maggio 1957, con diffuse
gelate in pianura al Centro-Nord Italia, ma episodi molto freschi in
questa stagione si ebbero anche nel 1980, 1984, 1987, 1991... (per un
bilancio completo e definitivo occorrerà comunque attendere la fine del
mese).
E mentre parte dell'Europa per qualche giorno era al freddo, altre
zone del mondo vivevano eccezionali anomalie di caldo, con 32 °C nel
Nord-Ovest della Russia presso il Circolo Polare domenica 12 maggio
(valori oltre 20 °C sopra il normale), e 38 °C nel Sud della Spagna.
La carta delle anomalie
di temperatura nel periodo 1-19 maggio 2019 evidenzia con efficacia la
situazione di blocco che ha visto da un lato il frequente riproporsi di saccature fredde in Europa (blu-verde, zone con temperature fino a oltre
3 °C sotto media), ma dall'altro la risalita di aria molto calda più a
Est, sulla Russia fino a latitudini artiche (in rosso scuro, punte di
oltre +4 °C rispetto alla media delle prime due decadi del mese tra la
zona di Mosca e i Monti Urali).
Fonte:
Weatherbell.
Allargando lo sguardo
al monto intero, si nota come le prime due decadi di maggio 2019 siano
state fredde (colori blu-verdi) solo su parte dell'Europa,
dell'Asia centrale, del Nord America e dell'Australia.
Altrove hanno prevalso le anomalie calde (giallo-rosso), e
nell'insieme del pianeta il mese si chiuderà come uno tra i più roventi
mai registrati in almeno un secolo e mezzo, con uno scarto termico
molto probabilmente vicino a +1 °C rispetto alla media del XX secolo
(fonte:
Weatherbell).
Nell'insieme del pianeta, già aprile 2019 (carta qui sotto) è stato il secondo più caldo in
140 anni di osservazioni in base alle
elaborazioni del programma EU-Copernicus (anomalia mensile +0,6 °C
rispetto al già caldo trentennio recente 1981-2010, circa +1 °C
rispetto alla media del XX secolo); sempre in aprile la banchisa
intorno al Polo Nord ha toccato un
nuovo minimo storico di estensione a causa di temperature
mensili fino a 9 °C sopra media, e anche maggio 2019 a livello
mondiale sta mostrando temperature oltre il normale di quasi 1 °C
nonostante il freddo localizzato in Europa, parte del Nord America, Asia
centrale e
Australia.
Carta delle anomalie termiche di aprile
2019 nel mondo e in Europa,
elaborata dal
Copernicus Climate Change Service (C3S). A livello globale si è
trattato del secondo aprile più caldo, superato solo da quello del 2016.
Il riscaldamento
globale è un fenomeno planetario a lungo termine che non esclude locali
e brevi periodi più freddi del consueto, peraltro sempre più rari.
All'osservatorio di
Moncalieri (Torino), riconosciuto dall'Organizzazione
Meteorologica Mondiale come una delle
stazioni di riferimento centenarie in Italia, nel periodo 2010-2018
i record di caldo sono stati 12 volte più numerosi di quelli di
freddo.
Rappresentazione
dei nuovi record giornalieri di temperatura stabiliti
nel periodo 2010-2018 all'osservatorio di Moncalieri - Collegio Carlo
Alberto.
Negli anni recenti i primati di caldo (in rosso, temperature
minime e/o massime più elevate in singoli giorni rispetto all'intera
serie 1866-2018) sono stati 12 volte più numerosi di quelli di freddo
(in azzurro, temperature minime e/o massime giornaliere più basse a
scala ultrasecolare).
QUALCHE
GIORNO DI TEMPO FREDDO
IN UN CLIMA IN RISCALDAMENTO
Non
bisogna confondere i concetti di tempo - ovvero le situazioni
meteorologiche a scala locale nell'orizzonte di ore o pochi giorni, come
il freddo italiano di questo periodo - e di clima - ovvero
l'evoluzione delle condizioni medie su lunghi periodi, alla scala di
decenni e secoli.
Secondo il
CNR-ISAC di Bologna l'aumento delle temperature medie
annue in Italia dal 1800 è stato di ben 2 °C, e il 2018 è stato
l'anno più caldo della serie.
Sempre secondo il
CNR-ISAC, il primo quadrimestre del 2019 in Italia è stato
0,9 °C più caldo del normale, e per ora solo in questa prima parte di
maggio le temperature sono risultate inferiori alla media.
RISCALDAMENTO GLOBALE:
UNO DEI RISCHI MAGGIORI,
ANCHE PER L'ECONOMIA
Il
riscaldamento globale, con i suoi effetti a lungo termine, resta
pertanto una grave minaccia per gli ecosistemi e la società umana,
come continuamente ricorda non solo l'intera comunità scientifica
internazionale, ma ormai anche il mondo dell'economia e della finanza:
secondo il “Global
Risks Report 2018” del World Economic Forum, i tre maggiori
rischi globali per impatto e probabilità di accadimento nel prossimo
decennio sono rappresentati dagli eventi meteo estremi, dai disastri
naturali e dal possibile fallimento delle politiche climatiche.
Diagramma dei rischi globali
classificati dal World Economic Forum in base a livello di probabilità
(asse orizzontale) e di vastità dei potenziali impatti (asse verticale):
le maggiori minacce all'umanità derivano non da attacchi terroristici,
crisi economiche o disoccupazione, ma dagli eventi meteorologici estremi
(sempre esistiti, ma oggi intensificati dai riscaldamento globale),
disastri naturali ed eventuale fallimento delle politiche di mitigazione
e adattamento ai cambiamenti climatici
(clicca sull'immagine per ingrandirla).
Fonte:
"The Global Risks Report 2018", World Economic Forum.
|