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FRIDAYS FOR FUTURE MILANO
OTTIENE DAL SINDACO SALA LA DICHIARAZIONE
DELLO STATO DI EMERGENZA CLIMATICA

      21.05.2019 - SMI/Redazione Nimbus

In vista del secondo sciopero mondiale per il clima di venerdì 24 maggio, che coinvolgerà anche diverse piazze italiane, il gruppo milanese di “Fridays for Future” ha chiesto al Sindaco Giuseppe Sala la dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale, già sancito pochi giorni fa dai parlamenti di Regno Unito e Irlanda.

Leggi il documento di richiesta, accolto e approvato durante la riunione del Consiglio comunale di lunedì 20 maggio 2019.

Come già rilevato nel fotoracconto dello sciopero del 15 marzo 2019,
le giovani generazioni paiono oggi più determinate a impostare una nuova rotta verso un mondo decarbonizzato e un futuro a minore impatto ambientale.
 

 



Con questo documento, la Città si impegna a intraprendere ulteriori percorsi di sostenibilità, in aggiunta a quelli già maturati di recente.

Infatti, il Comune di Milano ha appena diffuso i risultati del "contatore ambientale", secondo cui nel 2018, grazie alla raccolta differenziata, è stata evitata l'emissione di 350.000 tonnellate di biossido di carbonio, e sono stati risparmiati tre milioni di metri cubi di acqua e duemila megawatt di energia elettrica.

Inoltre, secondo uno studio dell'Università di Milano Bicocca, proprio il capoluogo lombardo sarebbe la città con l'economia più “circolare” d’Italia (seguita da Firenze e Torino) "grazie all'offerta e all'utilizzo del trasporto pubblico e dei servizi di car-sharing, all'efficienza della rete idrica, all'alto livello di raccolta differenziata e all’alto fatturato delle attività di vendita dell’usato" (Fonte: Ufficio Stampa Università Bicocca).
 

STATO DI EMERGENZA GIUSTIFICATO DALLE PIU' RECENTI
RICERCHE SCIENTIFICHE INTERNAZIONALI

Iniziative di questo genere sono sempre più urgenti e cruciali per il nostro futuro alla luce di autorevoli ricerche internazionali che segnalano la gravità della situazione climatica e ambientale, in particolare:

-  Il Global Assessment Report on Biodiversity and Ecosystem Services, diramato dall'IPBES a Parigi a inizio maggio 2019, è il più completo rapporto mai apparso sullo stato degli ecosistemi globali, prodotto da 145 scienziati di 50 Paesi, e dipinge un quadro drammatico: il sovrasfruttamento umano di terre e oceani, i cambiamenti climatici e l'inquinamento stanno devastando gli ambienti terrestri e marini preparando per i prossimi decenni l'estinzione di un milione di specie animali e vegetali, una catastrofe inedita negli ultimi milioni di anni che minaccia la complessa rete della vita su questo pianeta e la sopravvivenza dell'umanità stessa.

- Stando alla ricerca “Humans may be reversing the climate lock, by 50 million years” dell’Università del Wisconsin (dicembre 2018), senza riduzioni dei gas climalteranti le temperature terrestri dal 2030 potrebbero somigliare a quelle del Pliocene (3 milioni di anni fa), e attorno al 2150 perfino a quelle dell'Eocene (50 milioni di anni fa), quando il pianeta era circa 13 °C più caldo, privo di ghiaccio, con livelli marini di decine di metri più elevati rispetto a oggi, condizioni completamente diverse da quelle che hanno permesso l’evoluzione della specie umana.

Ecco perché è davvero ora di... "darsi una mossa" !

 


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