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1994-2024: TRENT'ANNI FA
L'ALLUVIONE IN PIEMONTE

SMI/Redazione Nimbus - 5 novembre 2024


In questi giorni il Piemonte ricorda, a trent'anni di distanza, la devastante alluvione del 5-6 novembre 1994. L'evento fu tra i peggiori dell'ultimo secolo nel bacino padano e colpì con estrema severità i territori lungo il Tanaro da Garessio ad Alessandria, e le adiacenti colline delle Langhe, portando tuttavia effetti rovinosi su gran parte della regione con un totale di 70 vittime, oltre duemila senzatetto, 150 ponti crollati o lesionati, oltre a migliaia tra abitazioni, negozi, aziende, biblioteche e archivi storici andati sott'acqua.

 

6 novembre 1994: l'inondazione di Alessandria da parte del Tanaro
(f. E. Rossi).


Nei giorni seguenti la piena del Po si propagò verso il Delta con portata di circa 11 mila metri cubi al secondo a Piacenza, superata solo negli eventi del maggio 1926, novembre 1951 e, in seguito, dell'ottobre 2000.

La severa lezione darà impulso negli anni successivi al miglioramento della catena di monitoraggio, previsione meteorologica, allertamento e protezione civile (che all'epoca era appena agli albori) a salvaguardia di vite umane e beni materiali, un progresso di cui oggi dovremmo essere maggiormente consapevoli, e che si inquadra nell'obiettivo dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale di dotare tutte le popolazioni del pianeta di sistemi di allarme precoce di fronte ai rischi meteo-idrologici (Early Warmings for All). Un compito irrinunciabile e peraltro non ancora scontato, come ha insegnato la recente catastrofe di Valencia, in Spagna.

Allo stesso tempo sono migliorati la conoscenza del territorio e le normative che ne regolano l'utilizzo di fronte al rischio geo-idrologico, tuttavia ci portiamo ancora dietro l'elevata vulnerabilità indotta da quasi un secolo di intenso sviluppo urbanistico che, spesso irrispettoso delle dinamiche fluviali e di versante, amplifica l'impatto di precipitazioni più o meno straordinarie.

Per cui molto resta da fare per adeguare i piani di gestione del territorio alle varie scale dei bacini idrografici, anche e soprattutto alla luce dei cambiamenti climatici che - come ormai ampiamente sancito dalla fisica del clima e dagli studi di attribuzione - tramite l'aumento delle temperature di oceani e atmosfera alterano il ciclo dell'acqua e le caratteristiche delle precipitazioni rendendone più frequenti e intensi gli estremi, anche opposti (sia piogge alluvionali, sia siccità).

Inoltre, è indispensabile migliorare la consapevolezza della popolazione e l'acquisizione di buone pratiche di autoprotezione civile (si veda a tal proposito la campagna "Io non rischio" del Dipartimento della Protezione Civile).

Di questi aspetti si è parlato ieri, 4 novembre 2024, nel convegno "Trent'anni dall'alluvione del 1994: uno sguardo al passato, al presente, al futuro", organizzato da Arpa Piemonte, Università di Torino, Ordine dei Geologi del Piemonte, CNR-IRPI e SIGEA (Società Italiana di Geologia Ambientale), presso l'auditorium della Città Metropolitana di Torino in Corso Inghilterra.

L'alluvione del novembre 1994 venne ampiamente descritta e illustrata nel numero speciale 6-7 di Nimbus: la versione cartacea è esaurita da tempo, ma chi è interessato può trovare quella digitale in pdf nel nostro Meteoshop, al prezzo simbolico di 5 euro.
 

 


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