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INVERNO 2018-19: MITE E SECCO AL NORD ITALIA,
PIU' FREDDO E PIOVOSO AL SUD

Daniele Cat Berro - SMI Redazione Nimbus
1° marzo 2019

 

Con giornate anticicloniche e di tepori straordinari su gran parte d'Europa si è chiuso il trimestre dell'inverno meteorologico 2018-19.

Al Nord Italia la stagione è stata nel complesso più mite e secca del normale a causa della prevalenza di alte pressioni o di venti settentrionali con effetto-foehn sul versante sudalpino.

Si è verificato un solo evento perturbato intenso e significativo, l'1-3 febbraio 2019, con un po' di neve in Valpadana occidentale (5 cm a Piacenza, 3 cm a Torino), libeccio e scirocco impetuosi, e piogge molto forti sull'Appennino settentrionale e al Nord-Est (388 mm all'Abetone, rotta del fiume Reno nel Bolognese, grande piena sotterranea del Timavo nel Carso).

Precoce fioritura di un Prunus a Cavoretto, a circa 400 m sulla collina di Torino,
il 27 febbraio 2019, giornata tra le più calde mai registrate in questo mese al Nord Italia e in Toscana: 22,5 °C al vicino osservatorio di Moncalieri (4° valore più elevato in febbraio dal 1865), ma in particolare nuovi record assoluti di temperatura massima a Faenza-Oss. Torricelli (22,3 °C),
Ferrara-San Luca (24,0 °C) e Grosseto-aeroporto (22,8 °C) (f. Domenico Rosso).
 

Caratteristica dominante della stagione è stata l'anomala insistenza di alte pressioni sull'Europa occidentale e di basse pressioni tra i Balcani e il Mediterraneo centro-orientale (carta sotto): ne sono conseguiti flussi in prevalenza settentrionali, con carenza di precipitazioni al Nord Italia, sottovento alle Alpi (e spesso episodi di foehn tiepido soprattutto al Nord-Ovest), al contrario tempo frequentemente perturbato, piovoso, ventoso e piuttosto freddo al Meridione.

Anomalie del geopotenziale alla superficie isobarica di 500 hPa
(circa 5500 m di quota) nel trimestre dicembre 2018 - febbraio 2019 in Europa.
Come evidenziato dai colori arancio-rosso, gli anticicloni in quota hanno insistito ben più del consueto sull'Europa occidentale, al contrario il tempo è stato frequentemente depressionario tra i Balcani, il Sud Italia e il Mediterraneo centro-orientale, con ripetute situazioni di vento da Nord (Fonte: ESRL-NOAA).
 

TEMPERATURE: CIRCA 1 °C SOPRA MEDIA AL NORD-OVEST,
PIU' FREDDO AL CENTRO-SUD, SPECIE IN GENNAIO

Sulle pianure del Nord-Ovest le temperature medie trimestrali sono state circa
1 °C superiori al normale, in particolare con il contributo dei valori massimi a causa dell'elevato numero di giorni sereni (dunque con ampie escursioni termiche tra notti di freddo ordinario e pomeriggi troppo miti).

All'osservatorio di Moncalieri, con media di 4,5 °C (scarto +1,0 °C dal trentennio 1981-2010), è stato il 13° inverno più mite dal 1865.

Gli unici periodi freddi si sono verificati a metà dicembre 2018 e nella terza decade di gennaio 2019, e solo in qualche zona di pianura e fondovalle a Sud del Po si sono toccate minime giornaliere inferiori a -10 °C a bassa quota, nelle notti serene successive alla nevicata del 23 gennaio (-14,6 °C a Castell'Alfero, Asti, il 25 gennaio 2019).
 

Serie delle temperature medie invernali a Moncalieri - Collegio Carlo Alberto: 13° inverno più mite dal 1865, con media di 4,5 °C, e scarto di +1,0 °C rispetto al trentennio 1981-2010. Evidente la tendenza al riscaldamento,
pari a +1,7 °C/secolo.
 

Situazione termica analoga all'osservatorio universitario di Parma, con media trimestrale di 5,5 °C e scarto di +1,3 °C rispetto al 1981-2010, 8° inverno più tiepido dal 1878.

All'osservatorio SMI di Pontremoli l'anomalia mite dell'inverno 2018-19 è stata un po' meno pronunciata (scarto trimestrale +0,7 °C), e procedendo verso il Sud Italia la stagione si è fatta perfino moderatamente più rigida del normale soprattutto con il contributo del freddo mese di gennaio 2019 (scarto mensile -1 °C a scala nazionale, con punte prossime a -3 °C in Sicilia; fonte: CNR-ISAC).


Carte delle anomalie termiche di dicembre 2018, gennaio e febbraio 2019 in Europa. Al Nord Italia - e soprattutto al Nord-Ovest a causa dei frequenti episodi di foehn - hanno prevalso scarti positivi (più mite del normale), mentre al Centro-Sud è stato relativamente più freddo, specie in gennaio, per la maggiore esposizione a flussi balcanici (fonte: Weatherbell).
 

PRECIPITAZIONI: SCARSE AL NORD, COPIOSE AL SUD

Il Nord-Ovest è stato la zona più asciutta d'Italia durante l'inverno 2018-19, quasi continuamente sottovento alle Alpi rispetto alle correnti settentrionali prevalenti.

A Torino si sono raccolti appena 27 mm di pioggia e neve fusa, un quarto del consueto, e più secchi di questo nell'ultimo secolo furono soltanto, andando a ritroso, gli inverni (quasi tutti recenti) 2012-13, 1999-2000, 1989-90, 1980-81 (il più asciutto di tutti con 5,6 mm) e 1951-52.

Serie delle precipitazioni del trimestre dicembre-febbraio dal 1803 a Torino: non si individuano tendenze significative, tuttavia cinque dei dieci inverni più secchi in 217 anni di osservazioni si sono concentrati nell'ultimo quarantennio. L'inverno 2018-19, con 27 mm di pioggia e neve fusa (barra rossa; fonte: stazione ARPA Piemonte di via della Consolata), si colloca all'11° posto tra i più asciutti, mentre in prima posizione tra i minimi troviamo la stagione 1980-81, con appena 5,6 mm d'acqua.
 

La carenza stagionale di precipitazioni si è un po' smorzata procedendo verso Est, con 76 mm totali a Parma e 144 mm a Udine-Sant'Osvaldo (circa metà della norma).

Decisamente abbondanti invece le precipitazioni al Sud Italia, raggiunto dai frequenti fronti freddi da Nord che scorrevano sul lato orientale dei tenaci anticicloni sull'Europa occidentale: in Sicilia, spiccano i 351 mm piovuti a Messina e i 461 mm di Monreale-Vigna Api (rete SIAS), e già il 1° febbraio 2019 l'insieme dei laghi artificiali dell'isola conteneva 601 milioni di metri cubi d'acqua, come non si vedeva dal febbraio 2010, e vicino alla massima capacità d'invaso: una situazione incoraggiante per la campagna irrigua della prossima estate (fonte: Osservatorio delle Acque).

In un inverno complessivamente piuttosto secco al Nord Italia, ha spiccato tuttavia l'intenso evento perturbato dell'1-3 febbraio 2019, l'unico con caratteristiche sciroccali di tutta la stagione. Qui sopra, il Reno in piena a Sasso Marconi (Bologna), gonfiato da piogge torrenziali cadute fin sul crinale appenninico
a 2000 m (388 mm in 3 giorni all'Abetone). Più a valle il fiume rompe gli argini allagando gravemente la pianura tra Castel Maggiore e Bonconvento
(f. Riccardo Grimaldi, via pagina fb Emilia-Romagna Meteo).


POCHI CENTIMETRI DI NEVE IN VALPADANA,
MA GRANDI NEVICATE SULLE ALPI DI CONFINE CON L'AUSTRIA

Per le stesse ragioni indicate sopra, quanto a nevicate sulle pianure del Nord è stato un inverno magro, con totali di neve fresca di appena 7 cm a Torino, 10 cm a Piacenza-Alberoni e 11 cm a Parma-S. Croce (le medie annue del periodo 1961-2017 in queste città erano rispettivamente di 23, 43 e 30 cm...).

Le nevicate copiose a bassa quota sono state solamente un paio, e per lo più a Sud del Po: il 16-17 dicembre 2018 tra Emilia orientale e Romagna (10 cm a Bologna), e il 23 gennaio 2019 sul basso Piemonte (30 cm a Cuneo, circa 40 cm intorno a Ovada).


Sulle Alpi il manto nevoso è rimasto abbondante per tutta la stagione solo oltre i 2000-2500 m grazie alle copiose precipitazioni avvenute tra fine ottobre e metà novembre 2018, mentre a quote inferiori, a parte effimeri episodi, hanno prevalso prati secchi e brulli.

Hanno fatto eccezione i settori alpini al confine con l'Austria, esposti a prolungate precipitazioni da sbarramento da Nord, specialmente tra il periodo natalizio e la prima metà di gennaio 2019, quando a quote di 1500 m in Valle Aurina la neve era spessa circa 1,5 m.

L'unica nevicata abbondante dell'inverno fino a quote di fondovalle su gran parte delle Alpi italiane si è verificata a inizio febbraio 2019
, soprattutto tra le Alpi Marittime e l’alta Val Susa (rari gli 80 cm caduti in circa 30 ore a Bardonecchia, traffico paralizzato in Valle Stura di Demonte), nonché sulle Alpi orientali (70 cm a Vipiteno e fino a 90 cm sulle Dolomiti, chiusa l’Autobrennero per una valanga presso il confine con l’Austria, e diversi passi tra cui il Sella, il Pordoi e il Falzarego; ben 168 cm di neve fresca in 48 ore al Rifugio Gilberti, a 1850 m sulle Alpi Giulie).


Il Centro-Nord Italia visto dal satellite NASA-Terra (sensore MODIS, canale visibile) il 25 gennaio 2019 (h 10:10 UTC), circa 36 ore dopo una delle poche nevicate che durante l'inverno 2018-19 hanno interessato le pianure del Settentrione, con un massimo di circa 40 cm di neve fresca intorno a Ovada (AL). Si nota il territorio innevato a Sud di una linea che va dalla via Emilia, alla Lomellina e all'Anfiteatro Morenico di Ivrea.

La borgata Vazon di Oulx (1650 m, alta Val di Susa) durante le effimere schiarite al mattino del 2 febbraio 2019, dopo la copiosa nevicata da 70 cm del giorno precedente. Benché sia stato l'unico episodio nevoso di rilievo dell'inverno 2018-19 alle quote sotto i 2000 m sulle Alpi occidentali, verrà ricordato per l'inconsueta intensità. Il nivometro automatico ARPA Piemonte al vicino Rifugio Rey (1800 m) conferma una caduta di 72 cm di neve fresca quasi interamente concentrati nella giornata del 1° febbraio. Nella serie di misura dal 2002, pochi altri eventi avevano totalizzato quantità confrontabili in un solo giorno: 87 cm il 1° novembre 2003 e 66 cm l'8 gennaio 2018 (f. Luca Mercalli).


FINE FEBBRAIO 2019: BREVE TEMPESTA TRA GIORNI DI CALDO RECORD

Dopo un inizio perturbato, febbraio 2019 ha visto un lungo periodo di stabilità a partire dal giorno 13, con temperature straordinariamente elevate all'interno di anticicloni sull'Europa centro-occidentale. I 13 giorni consecutivi di cielo sereno osservati a Parma dal 13 al 25 febbraio costituiscono un primato per questo mese nella serie dal 1878.

La tranquillità meteorologica è stata temporaneamente interrotta il 23-24 febbraio dall'intensa depressione "Xaver" con annessa tempesta di vento da Nord-Est (in Lazio e Campania centinaia di alberi abbattuti, molti danni e 5 vittime per le raffiche a 100 km/h, talora oltre).

Ma presto l'anticiclone si è di nuovo rinforzato sulla Mitteleuropa, con isoterme fino a +13 °C a 850 hPa sulle Alpi (circa 1600 m), e alcuni nuovi record mensili di temperatura massima stabiliti tra Nord Italia e Toscana il 27 febbraio (valori sopra media di 10-12 °C):

22,3 °C a Faenza-Oss. Torricelli (vecchio primato: 21,5 °C il 16/02/1998)
22,8 °C a Grosseto-aeroporto (vecchio primato 22,6 °C nel febbraio 1991)
24,0 °C a Ferrara-San Luca (vecchio primato: 21,6 °C nel febbraio 1990).


Caldo record anche in molti altri Paesi d'Europa: tra il 26 e il 28 febbraio, nuovi primati nazionali di temperatura massima nel Regno Unito (21,2 °C a Londra-Kew Gardens), in Svezia (16.7 °C a Karlshamn), in Austria (24,2 °C a Güssing e Deutschlandsberg) e in Slovacchia (20,6 °C a Hurbanovo).


In Francia il 27 febbraio 2019 è stato il giorno d'inverno con le temperature massime più elevate come media nazionale nella serie dal 1950 (21,2 °C). Impressionanti i 26,7 °C registrati a Mont-de-Marsan (Nouvelle Aquitaine), record dall'inizio delle misure nel 1945.
 

Eccezionali anomalie di temperatura fin oltre 12 °C sopra media in Europa Centrale il 27 febbraio 2019, al livello isobarico di 850 hPa, a circa 1600 m
(fonte: GEFS, Global Ensemble Forecast System, via Tropical Tidbits).


L'INVERNO 2018-19 IN ALTRI PAESI EUROPEI

Francia - Tra i dieci inverni più miti dal 1950. Precipitazioni modeste. Febbraio è il più soleggiato in molte località, da Caen, a Strasburgo a Tolosa.

Svizzera - In Ticino, secondo inverno più tiepido dal 1864, con il contributo del föhn frequente; soleggiamento generoso (come in Francia, febbraio più soleggiato da un secolo anche a Ginevra e Basilea).

Austria - Mite (1,9 °C sopra media a Vienna), ma con precipitazioni e nevicate record sulle Alpi per i ricorrenti flussi umidi da Nord (totali da primato di 545 mm di pioggia e neve fusa a Kufstein, in Tirolo, e 559 cm di neve fresca agli 814 m di Bad Mitterndorf, in Stiria). Molto secco al contrario nel Sud-Est, sottovento (solo 37 mm a Deutschlandsberg, inverno più asciutto della serie).

Germania - Anche qui inverno tra i più miti nella serie nazionale dal 1881 (+1,9 °C rispetto al 1981-2010), ma, come in Austria, precipitazioni abbondanti: +17% nell'insieme del Paese, ed eccezionale totale trimestrale di 975 mm di neve fusa alla Zugspitze (2962 m, vetta e osservatorio meteo più alti della Germania). Copiose nevicate in Baviera e Sassonia.

Regno Unito - Nella serie dal 1910, febbraio 2019 è il secondo più mite dopo quello del 1990, considerando le temperature medie nazionali (6,0 °C, anomalia +2,4 °C), ma è il più tiepido in assoluto per quanto riguarda le temperature massime (10,0 °C, anomalia +3,4 °C). Soleggiamento inconsueto (+26% nel trimestre in Inghilterra).
 

RINGRAZIAMENTI
Grazie a Maurizio Ratti e a Paolo Fantini per la condivisione dei dati
degli osservatori di Pontremoli e Parma, nonché a Luciano Grinza per la regolare misura della neve fresca a Torino-città.

 


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