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RIVISTA DI METEOROLOGIA, CLIMA E GHIACCIAI
  

ATLANTE
DELLE NUBI

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Corso multimediale di meteorologia

 EVENTI METEOROLOGICI 
LA DEPRESSIONE “NICOLE” E LE PIOGGE INTENSE DEL 5-6 GIUGNO 2002: ANALISI METEOROLOGICA DELL’EVENTO
Claudio Castellano, SMI redazione Nimbus - 10 giugno 2002
Introduzione, Martedi' 4 giugno
Mercoledì 5 giugno 2002, ore 00-12
Mercoledì 5 giugno 2002, ore 12-24
Giovedì 6 giugno 2002

Mercoledì 5 giugno 2002, ore 12-24: sistema convettivo a mesoscala e alluvione (flash-flood) sul Biellese

La seconda fase dell’evento, che si sviluppa nel pomeriggio del 5 giugno, è caratterizzata dalla formazione di un sistema convettivo a mesoscala di tipo rigenerativo quasi stazionario, che determina una ripresa delle piogge con grande intensità su bassa Valle d’Aosta, Eporediese, Biellese, Sesia e Verbano, con picchi di 80-90 mm in un’ora. Sarà tale sistema a determinare gli episodi alluvionali che colpiscono il bacino del Sesia.

Un sistema convettivo a mesoscala (MCS) è una struttura temporalesca indipendente con estensione regionale e con un proprio ciclo evolutivo. Un MCS è sovente rilevabile dalle immagini satellitari e radar dalla caratteristica forma a “V”. Il vertice della “V”, stazionario per alcune ore, è la zona in cui le nubi raggiungono la tropopausa e talvolta la oltrepassano, è sede dei moti verticali più elevati e delle precipitazioni più intense (BARRET & al., 1994). In tali sistemi le quantità di precipitazioni che si possono accumulare in poche ore sono rilevanti e dell’ordine dei 200-400 mm in 3-8 ore. Queste sistemi temporaleschi sono all’origine degli episodi alluvionali di Vaison-la-Romaine (Provenza) e della  Liguria il 22 settembre 1992, nonché della Versilia il 19 giugno 1996.

Il contesto sinottico del 5 giugno 2002 era altamente favorevole alla formazione di una struttura MCS ed è ben rilevabile dalle carte delle ore 12 UTC.

La presenza del getto ha  un ruolo determinante nella formazione di una struttura MCS. In particolare se una regione si trova nella zona di uscita dell’aria dal massimo del getto, ovvero zona di divergenza dell’aria in alta troposfera, nei bassi strati si crea una zona di convergenza per il sensibile calo della pressione al suolo e i moti convettivi sono favoriti, come da una sorta di aspirazione che rimane fissa per alcune ore sul medesimo territorio. La stazione meteorologica di Oropa registra infatti nelle prime 12 ore del 5 giugno un calo di pressione di 12 hPa. Tale congiuntura ha attivato la formazione di una supercella temporalesca, la cui alimentazione è stata favorita dal contesto sinottico caratterizzato da un flusso di aria calda e umida nei bassi strati, dal sollevamento orografico della massa d’aria, dalla convergenza dei venti verso l’imbocco delle valli.

In tale congiuntura nel primo pomeriggio del 5 giugno si forma un sistema convettivo che sviluppa i primi temporali tra Canavese e Biellese; tale sistema evolverà rapidamente in sistema rigenerativo a forma di V, con spostamento molto lento verso est. Questo sistema convettivo rimarrà pressochè stazionario per circa 4 ore, riversando piogge di intensità monsonica sulle stesse zone che avevano raccolto la massima quantità di pioggia nella prima parte della giornata (si accumulano dai 200 ai 400 mm). I temporali proseguono fino a sera sulle stesse zone e raggiungono parte del Novarese. 

In tarda serata i fenomeni si attenuano ovunque, tuttavia la fase di maltempo non è ancora esaurita.

Rispetto alla situazione rilevata dall’analisi delle 00 UTC si apprezza un lieve spostamento verso est della saccatura depressionaria. L’evoluzione più significativa nel corso delle prime 12 ore della giornata vede l’aria fredda penetrare sulla Spagna e affluire in quota anche sulla Francia meridionale e sull’Italia nord-occidentale. I flussi meridionali rimangono sostenuti a tutte le quote, ma il ramo ascendente del getto attraversa il Piemonte (65 nodi a 7280 m e raffiche oltre i 100 km/h da sud si rilevano alla stazione meteorologica svizzera dello Jungfraujoch, a quota 3500 m).


L’immagine ripresa dal satellite polare NOAA (Dundee Rec. Stat., UK) alle ore 16:55 UTC del 6 giugno 2002 mostra un sistema convettivo a mesoscala a forma di V sul nord del Piemonte

I numeri indicano rispettivamente: 1) il massimo del getto; 2) l’uscita dell’aria dal massimo del getto; 3) la goccia fredda in quota; 4) avvezione di aria calda e umida nei bassi strati, da sud al livello di 850 hPa, da sud-est al suolo; 5) sistema convettivo a mesoscala a forma di V

 

Dall’animazione radar è molto evidente la struttura a V della supercella temporalesca. All’interno della struttura quasi stazionaria le celle temporalesche si sono rigenerate per alcune ore (fonte: Radar Monte Lema, CH, Meteosvizzera)

 

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