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FEBBRAIO 2012: AGGIORNAMENTI SU NEVE E GELO IN ITALIA

Daniele Cat Berro, Claudio Castellano, Valentina Acordon, Giorgia Allais
Redazione Nimbus - Società Meteorologica Italiana
 
AGGIORNAMENTO DI VENERDI 17 FEBBRAIO, ORE 18

SINTESI DELLE STRAORDINARIE NEVICATE SULLA PIANURA
DELL'EMILIA-ROMAGNA

con il contributo di Luca Lombroso (osservatorio Geofisico di Modena)
e Lorenzo Marani (socio SMI, Cesena)

Il persistente afflusso di aria fredda continentale insieme ad aria umida marittima, nel periodo 31 gennaio -  12 febbraio 2012, ha determinato a più riprese diffuse nevicate in Emilia-Romagna, abbondanti anche su pianure e litorale adriatico.

Spettacolare immagine nel canale visibile del satellite Terra - sensore Modis, ripresa
il 14.02.2012 alle ore 10:15 UTC. E' ben visibile l'esteso innevamento dal Nord-Ovest
italiano alla pianura emiliana e tutto il versante adriatico
, rimasto in costante
situazione di sbarramento delle correnti fredde e umide orientali nella prima metà di
febbraio 2012. Sul versante tirrenico i rovesci nevosi, pur diffusi e di insolita intensità,
sono stati più irregolari. ll Nord-Est è invece rimasto quasi del tutto al margine delle
nevicate salvo fugaci spruzzate domenica 12 tra Veneto e Friuli occidentale.

A Modena si sono registrati 9 giorni con nevicata per un totale di 82 cm di neve fresca e l'altezza totale al suolo ha raggiunto un massimo di 42 cm il 2 febbraio (si ringrazia Salvatore Quattrocchi dell'Osservatorio Geofisico per la misura dei dati nivometrici).

A Modena il febbraio 2012 ha per ora registrato un apporto di 71 cm di neve fresca,
che lo pongono in terza posizione tra i mesi di febbraio più ricchi di neve dall'inizio delle
misure nel 1830. La media degli apporti nevosi in febbraio, nell'intero periodo storico dal 1830, ammonta a 10 cm. Si ricorda tuttavia che il mese più nevoso in assoluto fu il dicembre 1844
con ben 209 cm di neve fresca totale.

Sulla pianura romagnola le nevicate sono state ancora più importanti e di carattere eccezionale.
La stazione di Cesena Nord gestita dal socio SMI Lorenzo Marani ha registrato, dal 31 gennaio 2011 al 12 febbraio 2012, 11 giorni di nevicata per un totale di 190 cm di neve fresca.
L'altezza massima stimata al suolo ha oscillato tra 100 e 120 cm.

Sulle colline romagnole si sono inoltre rilevate quantità totali di neve fresca di circa 290 cm
in località come Bertinoro, Polenta e Novafeltria, a quote di 300-350 m.

 

AGGIORNAMENTO DI LUNEDI 13 FEBBRAIO, ORE 12
La gelida depressione “Lucina”, rimasta stazionaria per tutto il fine settimana al Sud Italia, si sta indebolendo e nelle prossime ore si sposterà verso il Mar Nero permettendo un attenuazione del tempo perturbato anche sulle regioni centrali italiane, tuttavia nevicate irregolari insisteranno ancora sul versante adriatico, talora fin sulle coste.

Le bufere di neve sono proseguite quasi ininterrottamente sabato e domenica in particolare dalla Romagna a buona parte del lato adriatico dell'Appennino, rendendo estremamente critica la situazione specialmente negli entroterra tra il Cesenate e le Marche, dove la viabilità è compromessa e il carico di neve minaccia la stabilità di molti edifici.

Repubblica di San Marino, 13 febbraio 2012 (f. Cristiano Guerra).
 

Il Teatro Titano a San Marino, come appariva durante le nevicate dell'inverno 1941-42 (a sinistra),
il più nevoso del XX secolo, con circa un metro e mezzo di neve totale al suolo, e oggi, 13 febbraio 2012 (a destra, f. Cristiano Guerra), con un manto di 200-220 cm misurato nel centro storico, in
zona poco disturbata dal vento; 70-90 cm sono caduti con la sola nevicata del 10-11 febbraio.
L'episodio nevoso in corso è ragionevolmente il più importante da oltre cent'anni, superiore anche a quelli del 1929 e 1956.
 

Un angolo del centro storico di Urbino sotto l'imponente manto nevoso, spesso circa 2 m,
la sera di sabato 11 febbraio 2012 (f. Piero Paolucci, osservatorio “Serpieri”).


Urbino: due metri di neve al suolo, più che nel 1929 e 1956
Dai primi aggiornamenti pervenutici dall'osservatorio “Serpieri” risulta che fino a ieri mattina - dopo 12 giorni di nevicata quasi continua - il totale di neve fresca caduta dal pomeriggio del 31 gennaio ammontava a ben 326 cm (di cui 93 in sole 24 ore tra le h 08 di venerdì 10 e le h 08 di sabato 11 febbraio), con uno spessore massimo al suolo di 200 cm.
 

All'osservazione delle h 14 di sabato 11 febbraio, lo spessore nevoso a Urbino ammontava
a ben 200 cm, tuttavia misure precise sono difficili per il vento che rende irregolare
la distribuzione della neve (f. Piero Paolucci).

 

L'azione del vento, che rende irregolare la deposizione del manto, nonché le gravi difficoltà negli spostamenti attraverso una città letteralmente sepolta dalla neve, rendono tuttavia quasi impossibile l'esecuzione di misure precise, ma nonostante la situazione di emergenza i responsabili sono riusciti a mantenere in efficienza le attività dell'osservatorio universitario.

In ogni caso l'evento appare di portata storica, superiore, per le quantità di neve caduta e totale al suolo, agli storici “nevoni” del febbraio 1929 e febbraio 1956.

Sulla costa, all'osservatorio “Valerio” di Pesaro si è toccato un massimo spessore al suolo di 48 cm la sera di sabato 11, mentre nel cuore dell'Appennino, all'osservatorio dell'Università dell'Aquila la quantità di neve fresca totalizzata dal 3 febbraio è di almeno 140 cm.

 

AGGIORNAMENTO DI SABATO 11 FEBBRAIO, ORE 9

Durante la settimana il gelo si è stemperato al Nord-Ovest, in parte per le notti più nuvolose, in parte per l’attenuazione del flusso gelido nord-orientale fino a giovedì 9 febbraio 2012, quando le temperature massime sono tornate estesamente sopra lo 0 °C su pianure e colline.

I minimi raggiunti finora in pianura sono dunque stati, tra lunedì 6 e martedì 7 febbraio:
-24.4 °C a Romano Canavese (Rete Agrometeorologica Regione Piemonte)
-23.9 °C a Candiolo (Rete Agrometeorologica Regione Piemonte)
-23.8 °C a Villanova Solaro (ARPA Piemonte)

Estremi di questa entità non venivano ragionevolmente più toccati dal febbraio 1956, quando nella pianura a Sud di Torino si scese a -26 °C (Lombriasco, 14.02.1956).



 


All'osservatorio di Moncalieri - Collegio Carlo Alberto, dopo il picco di gran gelo del 6-7 febbraio
(fino a -15.4 °C) la temperatura è risalita a 4.3 °C nel pomeriggio del giorno 8, favorendo
un disgelo solo parziale e momentaneo, poiché i valori sono tornati in gran parte negativi
nelle ore seguenti con l’arrivo del nuovo nucleo di aria gelida continentale.

Tuttavia, al di là della Valpadana occidentale, altrove in Italia per il momento le temperature minime non sono scese a valori confrontabili con quelli delle grandi ondate di gelo del passato (febbraio 1956, gennaio 1985).

Ecco alcune altre minime rilevate finora in questo mese di febbraio dalla rete dell’Aeronautica Militare (un migliore resoconto statistico con opportuni confronti storici sarà possibile nei prossimi giorni):

Plateau Rosa (3488 m)
Malpensa
Piacenza - San Damiano
Venezia - Tessera
Verona - Villafranca
Ancona - Falconara
Firenze - Peretola
Genova - Sestri
Roma - Ciampino
Napoli - Capodichino
Bari - Palese
Palermo - Punta Raisi
-26 °C
-18 °C
-15 °C
-9 °C
-8 °C
-5 °C
-3 °C
-3 °C
-3 °C
1 °C
0 °C
6 °C
(10.02.2012)
(06.02.2012)
(04.02.2012)
(06.02.2012)
(04.02.2012)
(06.02.2012)
(04 e 06.02.2012)
(05-07.02.2012)
(05.02.2012)
(02 e 04.02.2012)
(07.02.2012)
(05 e 07.02.2012)

Una nuova irruzione di aria gelida continentale (con valori termici di -12 °C alla superficie isobarica di 850 hPa, circa 1450 m, sul Nord-Est italiano) ha accompagnato, nelle prime ore di ieri venerdì 10 febbraio, la discesa della depressione “Lucina” dall’Est europeo verso l’Italia centrale, con i seguenti effetti:

- la bora ha superato i 150 km/h a Trieste (con una punta straordinaria di ben 183 km/h questa notte al Molo “Fratelli Bandiera”, rete di misura CNR-ISMAR;

- nuove copiose nevicate lungo la penisola, dall'Emilia-Romagna giù lungo tutto l'Appennino, ma pure le coste si sono imbiancate ieri, sia sul lato adriatico fino al Gargano, sia su quello tirrenico fino al Lazio, talora sotto vere tormente: straordinari i 40 centimetri caduti fino a ieri sera sul litorale tra Pescara e Ancona, così come è inconsueto vedere i fiocchi sulle isole dell'arcipelago toscano (Elba, Giglio);


- tra il pomeriggio e questa notte, come previsto, la neve è tornata anche a Roma, depositando circa
5 cm in centro città (3 cm al Collegio Romano) e 15-20 nei quartieri periferici settentrionali.

Ecco come appariva all’alba di oggi Piazza San Pietro, con i circa 5 cm di neve caduti
tra il pomeriggio di ieri e questa notte, secondo episodio nevoso di questo inverno.
Fonte: Città del Vaticano.

- La situazione è particolarmente critica ancora una volta negli entroterra romagnoli e marchigiani, subissati da nuovi abbondanti apporti nevosi (anche prossimi al metro) per lo sbarramento dei venti freddi e umidi nord-orientali contro l’Appennino.

Il centro di Urbino (Piazza Rinascimento) all’alba di oggi, sabato 11 febbraio 2012, dalla webcam dell’Università: la città marchigiana (quota 476 m) è sepolta da spessori nevosi talora superiori
ai 2 metri, di gran lunga superiori a quelli osservati nel febbraio 1956 e gennaio 1985.

- Ieri mattina in quota sulle Alpi la temperatura è scesa a -37.0 °C ai 4555 m della Capanna “Regina Margherita” (Monte Rosa, rete ARPA Piemonte). Si rammenta che nel gelido febbraio 1929 il minimo lì registrato fu di -41 °C.

 

AGGIORNAMENTO DI LUNEDI 6 FEBBRAIO, ORE 18
URBINO: MAI COSI' TANTA NEVE DA ALMENO 60 ANNI

La serie di nevicate che da una settimana investe il versante adriatico dell'Appennino, soggetto a una prolungata situazione di sbarramento di venti freddi e umidi orientali, risulta eccezionale tra Romagna, Montefeltro e Urbinate.

L'osservatorio meteorologico “Serpieri” dell'Università di Urbino ha rilevato in totale una caduta di 178 cm di neve fresca tra le h 14 di martedì 31 gennaio e le h 8 di oggi, lunedì 6 febbraio 2012, mentre lo spessore totale del manto al suolo ha toccato un massimo di 125 cm alle h 8 di domenica 5 febbraio (vedi qui i metodi di misura della neve).

Si tratta di valori mai rilevati negli ultimi 60 anni nella città marchigiana, perfino superiori a quelli del febbraio 1956, quando si misurarono 148 cm di neve fresca (peraltro caduti in un numero maggiore di giorni durante il mese) e una massima altezza al suolo di 84 cm.



Urbino sotto l'imponente nevicata dei primi giorni del febbraio 2012 (f. Piero Paolucci)



Urbino (f. Olivia Nesci)

Urbino (f. Simonetta Tombari)

Nella vicina Repubblica di San Marino lo spessore della neve è ancora più impressionante:
tra 180 e 220 cm, probabilmente simile alla storica nevicata del febbraio 1895
quando il manto nevoso dovette pure approssimarsi ai 2 m (f. Cristiano Guerra).


 

AGGIORNAMENTO DI LUNEDI 6 FEBBRAIO, ORE 12
Prosegue l'intenso flusso di aria gelida dall'Est europeo verso l'Italia e il Mediterraneo, tanto che l'episodio in corso sta assumendo proporzioni straordinarie per durata e intensità sull'orizzonte temporale dell'ultimo mezzo secolo, in particolare per quanto riguarda le temperature minime in Valpadana occidentale e per le copiose nevicate sul versante adriatico dell'Appennino.



Carta dell'altezza del geopotenziale (m) e della temperatura (°C) alla superficie isobarica
di 850 hPa alle h 12:00 UTC del 06.02.2012. A quote di 1300-1400 m le temperature
variano tra -15 °C sul Carso e 0 °C in Sicilia orientale.
 

Temperature siberiane al Nord-Ovest: in alcune località valori mai più raggiunti dopo il 1956
In condizioni di cielo sereno, calma di vento e suoli innevati, dopo il tramonto di ieri le temperature sono precipitate, raggiungendo all'alba di oggi valori che in alcune località non venivano più misurati dalla storica ondata di gelo del febbraio 1956, dunque superando talora il caso del gennaio 1985.

La minima più bassa in zona di pianura e collina spetta a Villanova Solaro (267 m, pianura cuneese, presso Saluzzo), dove la stazione ARPA Piemonte ha rilevato ben -23.8 °C (gli apparecchi sono qui attivi dal 1993, e non sono possibili confronti con le grandi ondate di gelo del passato).
Ma, sempre secondo la capillare rete di misura dell'ARPA, la soglia dei -20 °C è stata superata anche in altre località, soprattutto nella pianura a Sud di Torino e delle colline del Po (-22.0 °C a Castell'Alfero, nel Monferrato, -21.4 a Carmagnola, -21.0 a Santena, -20.5 ad Asti), più raramente a Nord, dove il ristagno dell'aria fredda è un po' meno efficace rispetto alla piana cuneese e alle convalli astigiane (-20.0 °C a Verolengo).

Ecco qui un prospetto statistico riassuntivo (aggiornato con i valori del 7 febbraio 2012).

(*) confronto storico eseguito tramite la serie termometrica della vicina località di Lombriasco, in situazione geografica e climatica analoga, 5 km a ovest



All'osservatorio di Moncalieri - Collegio Carlo Alberto la temperatura minima è scesa a -15.4 °C alle h 7:30 del 06.02.2012: si tratta del valore più basso mai registrato nel periodo successivo al 1956, e comunque molto prossimo ai -15.8 °C misurati il 13 febbraio di quell'anno.

Tra gli effetti, si segnala che inizia a ghiacciare il Tanaro ad Asti, ed è prevedibile che entro alcuni giorni possa avvenire un congelamento più generalizzato di corsi d'acqua di pianura a flusso lento (non esclusi alcuni tratti del Po) e di laghi minori (Candia, Grande di Avigliana).



05.02.2012: il Tanaro comincia a ghiacciare ad Asti (f. Giovanni Perona).

Nelle zone padane più a Est, invece le inversioni termiche al suolo sono state meno pronunciate (per via della maggiore copertura nuvolosa, del rimescolamento dell'aria dovuto al vento o della minore presenza di neve al suolo), così le temperature minime per ora non sono scese a valori straordinari, rimanendo generalmente comprese tra -8 °C (Brescia, Treviso) e -12 °C (aeroporti di Linate, Bologna, Bergamo).

L'osservatorio urbano di Parma - Università, ad esempio, ha rilevato questa mattina una minima di -10.2 °C, lontana dai -18.0 °C del gennaio 1985.

Anche in Italia centrale il freddo per ora non è stato fuori dal comune: ad esempio a Firenze-Peretola, mentre nel gennaio 1985 si scese allo straordinario valore di -23 °C, durante questo episodio la minima non si è spinta oltre i -3 °C dei giorni 4 e 6 febbraio.

Molto freddo questa mattina sull'Appenino Tosco-Emiliano, ma senza punte eccezionali (-17 °C al Passo delle Radici, 1529 m, fonte LAMMA Toscana).



Anomalie termiche nell'ultima settimana in Europa: dal 29 gennaio al 4 febbraio 2012
valori complessivamente sotto media anche di 10 °C dal Mar Nero alla Finlandia e di 3-5 °C
su gran parte del Centro-Nord italiano, con punte tra -5 °C e -7 °C di scarto rispetto al
normale al Nord-Ovest (fonte NOAA).
 

 
AGGIORNAMENTO DI SABATO 4 FEBBRAIO, ORE 16


La depressione “Julia” si è portata al Sud Italia, e prosegue l’intenso richiamo di aria continentale molto fredda da Est-Nord-Est verso le regioni del Centro-Nord, mentre il Meridione va ancora soggetto a un richiamo di aria subtropicale nettamente più mite: alla superficie isobarica di 850 hPa (circa 1400 m di quota) la temperatura in libera atmosfera varia infatti dai -16 °C della Lombardia ai 15 °C della Sicilia.

GELO FUORI DAL COMUNE AL NORD
La scorsa notte, complici i suoli innevati e le schiarite seppure parziali, le temperature minime sono scese a valori fuori dal comune soprattutto sulla Valpadana occidentale, tra il basso Piemonte, la Lombardia occidentale e l’Emilia. Ecco alcuni minimi registrati (tra parentesi è indicata la rete di rilevamento):


Torino-Caselle
Piacenza-San Damiano
Milano-Malpensa
Carmagnola (TO)
Castell'Alfero (AT)
Villanova Solaro (CN)

-11.4 °C (ARPA Piemonte)
-15.0 °C (Aeronautica Militare)
-16.0 °C (Aeronautica Militare)
-18.4 °C (ARPA Piemonte)
-19.3 °C (ARPA Piemonte)
-19.7 °C (ARPA Piemonte)

E’ ancora presto per “tirare le somme” ed eseguire confronti statistici significativi, dal momento che l’episodio non è terminato e anzi un ulteriore raffreddamento è atteso nelle prossime due notti, tuttavia si può già affermare che l’evento di gelo in corso si avvii a porsi nel medesimo ordine di grandezza di quello del gennaio 1985 per intensità e durata, quanto meno al Nord-Ovest italiano (allora si scese fino a -17.8 °C a Milano-Malpensa, a -20 °C a Lombriasco, nella pianura a Sud di Torino a soli 4 km da Carmagnola, ma a ben -22 °C a Piacenza).

Peraltro ai tempi delle grandi ondate di freddo del passato molte delle stazioni meteorologiche che oggi hanno registrato i valori più bassi ancora non erano attive, tuttavia, come termine di confronto per le zone extraurbane del Piemonte centro-meridionale, si può considerare che il 14.02.1956 si giunse all’eccezionale valore di
-26 °C a Lombriasco (TO).

Emilia-Romagna e Marche: continua a nevicare
L’intenso flusso di aria fredda da Est-Nord-Est continua ad addensare nubi e precipitazioni sul versante adriatico, e in particolare tra Emilia-Romagna e Marche: sono segnalate altezze totali di neve al suolo di 60-70 cm a Bologna, circa un metro a Cesena, e anche oltre un metro e mezzo a San Marino.



Ecco come appariva, già al mattino di giovedì 2 febbraio 2012, il centro di San Marino, con circa 125 cm di neve. La nevicata, straordinaria, è  proseguita ancora ieri e oggi, superando il metro e mezzo di altezza totale al suolo (f. Cristiano Guerra)

 

Violenta bora a Trieste
Per il settimo giorno consecutivo la bora ha superato i 100 km/h a Trieste, e oggi si sono toccate punte di 126 km/h alla sede CNR-ISMAR e 151 km/h al Molo Fratelli Bandiera. Le violente raffiche sollevano spruzzi di acqua marina (temperatura dell’acqua 6.2 °C) che congela subito in spessi strati di ghiaccio sulle banchine, data la temperatura dell’aria che oggi in riva al mare ha oscillato tra -5.5 e -1.9 °C.



Trieste - Molo Audace: l'acqua del mare spazzata dalla bora congela sulla
banchina, venerdì 3 febbraio 2012 (f. Roberto Colucci)

 

Neve a Roma: non se ne vedeva così dal 1986
Tra il pomeriggio di ieri, venerdì 3 febbraio, e stamattina, il passaggio del minimo di pressione sul Tirreno, alimentato dall’aria fredda nord-orientale, ha richiamato correnti umide da Sud-Ovest, determinando le condizioni favorevoli a una importante nevicata anche su Roma.
Al Collegio Romano, in centro città, si sono rilevati 18 cm di neve fresca, che rappresenta il più notevole apporto nevoso dalla nevicata di 23 cm del 10-11 febbraio 1986. Negli ultimi 26 anni, solo in un altro caso la neve era caduta in quantità misurabile in centro alla capitale, il 12 febbraio 2010, con 4 cm di deposito, peraltro fuso nel giro di poche ore.
Si tenga tuttavia presente che nell’episodio attuale i quartieri periferici verso Nord e Nord-Est hanno ricevuto apporti anche superiori a 30 cm.

Roma-Trastevere sotto gli 8 cm di neve al termine dell'episodio,
al mattino di sabato 4 febbraio 2012 (f. Franca Mangianti)





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