La situazione
La situazione meteorologica responsabile delle
precipitazioni
alluvionali del 17-19 gennaio 2014 in Emilia è quella tipica di altri grandi eventi del
passato, con la presenza di una profonda saccatura di origine
nord-atlantica.
Il tutto ha preso origine il giorno 17 gennaio 2014
(dopo che già il 13-14 si erano verificate piogge abbondanti in
Appennino, anche > 150 mm), con l’approfondimento della depressione
atlantica “Helga” verso la Spagna e l’avvicinarsi di un esteso e
intenso sistema frontale, preceduto da scirocco. Nell’ambito di tale
flusso, il 18 gennaio si è formata una depressione secondaria sul
Golfo di Genova, modesta ma determinante per l’Appennino, con un
fronte stazionario ondulato fra Sardegna, Corsica e Pianura Padana
(ramo caldo sull’Appennino): ne sono derivate intense precipitazioni
piovose fin presso il crinale, a carattere convettivo e accentuate
dell'interferenza con l’orografia.
Il giorno 19 gennaio sulla Spagna si è formato un altro minimo barico
secondario denominato “Ilona” dal
Dipartimento di Meteorologia
dell’Università di Berlino, che poi si è chiuso («cut off») sulla
Sardegna determinando l’ultima fase di piogge diffuse e intense.
Finalmente dal 20 gennaio “Ilona” si è allontanata verso il medio
Adriatico portando un'attenuazione delle precipitazioni.

17.01.2014, ore 12 UTC: nell'immagine
Meteosat (canale visibile) si apprezza l'estesa copertura nuvolosa
sull'Italia centro-settentrionale, prodotta dall'intenso flusso mite e
umido da SSW. Forti precipitazioni si abbattono tra Liguria, alta
Toscana e Appennino Tosco-Emiliano (intensità fino a circa 15 mm/h a
Lagdei, alto bacino del T. Parma), mentre l'effetto-föhn rasserena i
cieli su parte del versante adriatico (fonte:
Eumetsat).
Le precipitazioni
Sulla pianura modenese e reggiana le piogge non sono state
particolarmente abbondanti. A Modena-Osservatorio Geofisico, 22.9 mm il 19 gennaio e
complessivamente nell’episodio 44.5 mm fra il 17 e il 19; finora sono
64.7 i millimetri caduti nell’intero mese, già superiori alla media
mensile (33 mm nel periodo 1981-2010) ma non certo straordinarie (nel
2013 furono superiori, 84.6 mm). Inconsueto però, per la stagione, il
temporale osservato nella serata di sabato 18 gennaio, con tuoni e
fulmini durante un forte rovescio di pioggia, come in piena estate. Le
statistiche sui temporali sono scarse e incomplete, comunque sia
l'attività temporalesca è veramente inusuale in gennaio, a Modena si
contano solo 9 episodi nel periodo 1876-2005.
A Reggio Emilia la nuova stazione meteorologica presso l'Università ha
registrato 54.8 mm in tre giorni con un massimo di 29.7 mm il 18.
Anche qui è stato osservato il temporale della sera di sabato 18
gennaio.
Se le piogge in pianura non giustificano la grande piena fluviale
sviluppatasi nel Modenese, quelle dell’Appennino invece risultano
particolarmente abbondanti e straordinarie, soprattutto per il periodo
dell'anno. Questo a causa della configurazione sinottica, che accentua
le precipitazioni sui crinali appenninici per il sollevamento
orografico forzato – sul lato toscano - dei flussi perturbati
meridionali, carichi di umidità raccolta nel lungo viaggio dello
scirocco sopra al Mediterraneo.
In questi casi, con flusso da SSW alle quote medio-basse della
troposfera, le precipitazioni più importanti riescono a spingersi
anche oltre la cresta dell'Appennino, a interessare le alte valli
emiliane, per poi decrescere rapidamente scendendo verso la Pianura
Padana, posta sottovento al flusso umido mediterraneo. Peraltro, fattore determinante e anche
questo inconsueto per gennaio, l'isoterma 0 °C elevata e la
conseguente caduta di neve solo sulle cime più alte dell’Appennino
Tosco-Emiliano
(come all'osservatorio del Monte Cimone, 2165 m). Se le sciroccate e
la pioggia in gennaio non sono un fatto nuovo, specie negli ultimi
anni, in Appennino quello che colpisce è il perdurare a lungo del
flusso da scirocco.
La stazione di Civago (RE) nel bacino del Secchia (Rete
ARPA EMR) ha
registrato 163.6 mm il giorno 18, 396.2 mm in 3 giorni (17-19
gennaio), 536.2 mm in 7 giorni (13-19 gennaio) e ben 663 mm da inizio
gennaio 2014. Tanto per dare un’idea, nell’alto bacino del Secchia è
piovuto in 20 giorni quanto di norma piove a Modena in un anno!

Riepilogo delle precipitazioni del
gennaio 2014 in alcune località tra pianura e Appennino Emiliano. Nel
bacino del Secchia, la stazione di Civago ha rilevato 396 mm in 3
giorni, 536 in 7 giorni e 663 mm da inizio gennaio fino al giorno 19,
mentre, nel bacino del T. Parma, il pluviometro di Lagdei ha raccolto
rispettivamente 413, 603 e 838 mm
(fonte dati: ARPA
EMR e Università
di Modena e Reggio Emilia).
(1) alcune lacune
(2) probabili sottostime

Andamento delle precipitazioni orarie e
cumulate a Lagdei (1254 m, Appennino Emiliano) dal 13 al 20 gennaio
2014: un primo episodio ha scaricato 151 mm di pioggia in meno di 24
ore tra il 13 e il 14 gennaio, contribuendo alla totale saturazione
dei suoli. La successiva perturbazione giunta nel pomeriggio del
giorno 16 ha dato avvio a un più lungo e importante episodio piovoso,
conclusosi nelle prime ore del 20 con un ulteriore apporto di 468 mm
d'acqua in 4 giorni. Il totale del periodo 13-17 gennaio ammonta a 620
mm, quantità straordinaria per la stagione e che, in concomitanza con
le temperature elevate e la caduta di pioggia anziché neve sulla quasi
totalità dei bacini appenninici, ha determinato le notevoli onde di
piena dal T. Enza al F. Reno, ma in particolare lungo il Secchia
(fonte dati: ARPA
EMR).
Un primo confronto con le grandi alluvioni del passato mette in
evidenza come le precipitazioni sull'alto bacino del Secchia siano paragonabili, o perfino
superiori, a quelle degli eventi del novembre 1966, settembre 1972 e
settembre 1973.
Ad esempio tra il 3 e 7 novembre 1966 risultano 276.2 mm a Piandelagotti, poco inferiori alla quantità caduta dal 13 al 19
gennaio 2014 (286.2 mm). A Lagdei (PR) il totale di 7 giorni nel
gennaio 2014 (dal 13 al 19) è di 601 mm, mentre nel novembre 1966 la vicina di Rimagna vide
cadere
341 mm, sempre in un periodo di 7 giorni (massimo in 24 ore di 150 mm il 4).
Decisamente inferiori, invece, le precipitazioni nel medio bacino e
sulla pianura, dove nel 1966 gli apporti furono assai più abbondanti.
Dunque, a un primo sommario esame, le piogge di questo episodio
alluvionale in Emilia risultano effettivamente straordinarie, tanto
più per il mese di gennaio in cui in passato, sempre da una prima
verifica, non risultano altri eventi paragonabili nel bacino del
Secchia.
L’argine rotto e l’area allagata
La rottura dell’argine destro del Secchia è avvenuta poco a nord di Modena,
in località San Matteo, a 200 m dal viadotto TAV e poco
distante dal ponte del “Passo dell’Uccellino”. La rottura è stata
riscontrata alle h 06:30 di domenica 19 gennaio da un passante, che ha
dato l’allarme. Subito l’acqua ha invaso la vicina SS 12 nazionale
"Canaletto" (il nome ricorda come la strada si trovi nei pressi di un
antico canale). A seguire si è allagata la località Albareto di
Modena, e in successione i paesi di Sorbara e Bastiglia, ma in
particolare la cittadina di Bomporto (10.000 abitanti, interamente
evacuati), a circa 15 km dall'argine rotto e posta non sul fiume
Secchia ma sul Panaro! Quindi l’acqua ha raggiunto alcune frazioni di
San Prospero di Modena e di Medolla (località già colpite dal terremoto
del maggio 2012) e alcune zone di Camposanto nella giornata di lunedì
20 gennaio. Martedì 21, allagamenti hanno interessato parte di San
Felice sul Panaro e di Finale Emilia, distanti oltre 30 km dal punto
di rottura. L’area allagata è di circa 200 km2 (volume d'acqua stimato
in circa 20 milioni di m3), con battenti idrici fino a 1,5 – 2 m anche
in aree urbane.
Qui di seguito, alcune vedute aeree della breccia sull'argine del
Secchia e delle conseguenti inondazioni nella bassa pianura modenese,
riprese il 20 gennaio 2014 da Roberto Ferrari (Protezione Civile
Modena e Aeroclub di Marzaglia).

Modena - San
Matteo, la rottura dell'argine destro del Secchia
(f. R. Ferrari, Protezione Civile Modena - Aeroclub Marzaglia).

La rottura
dell'argine destro del Secchia
(f. R. Ferrari, Protezione Civile Modena - Aeroclub Marzaglia).

L'area
commerciale-industriale di Bomporto, cittadina di 10.000 abitanti tra
le più penalizzate dall'alluvione, e interamente evacuata
(f. R. Ferrari, Protezione Civile Modena - Aeroclub Marzaglia).

Campagne
inondate tra Bomporto e Albareto
(f. R. Ferrari, Protezione Civile Modena - Aeroclub Marzaglia).

Campagne
inondate tra Bomporto e Albareto
(f. R. Ferrari, Protezione Civile Modena - Aeroclub Marzaglia)..

Inondazione dell'area golenale del
Secchia a Campogalliano, presso Modena
(f. R. Ferrari, Protezione Civile Modena - Aeroclub Marzaglia).

Elenco delle principali inondazioni
dell'ultimo secolo nel Modenese, e stima degli ettari di territorio
allagati dal Secchia e/o dal Panaro (fonte: Moratti & Pellegrini,
Società dei naturalisti e matematici di Modena). L'episodio del
gennaio 2014 (non incluso nella tabella),
con oltre 40.000 ettari invasi, si pone come il più gravoso, ma per una
stima più precisa della magnitudo dell'evento, ancora in corso,
occorrerà attendere le prossime settimane.
Alluvione, cambiamenti climatici ed eventi estremi
Come sempre è difficile attribuire la causa di un singolo evento
atmosferico direttamente ai cambiamenti climatici, tuttavia è indubbio
che questo episodio si pone in linea con gli scenari futuri di aumento
dei fenomeni estremi, inoltre in un clima invernale normale, con
precipitazioni nevose per lo meno dalle quote collinari, l’alluvione non
si sarebbe verificata.
D'altronde, quanto a temperature, per il momento gennaio 2014 a Modena
rivaleggia con il gennaio 2007, che fu il più caldo dal 1830 con una
media mensile di 7,2 °C. Gli ultimi giorni del mese dovrebbero essere
più freddi, ma non tali da cambiare in modo significativo tale
situazione.
Alcuni video dell'alluvione (da Youreporter):
Bomporto, prima e dopo
Bomporto, l'alluvione vista dal gommone
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