DOVE MI TROVO:  Nimbus Web » Eventi meteorologici » Inverno 2014, pioggia e neve
INVERNO 2013-14: PIOGGE E NEVI ECCEZIONALI AL NORD ITALIA
Daniele Cat Berro, SMI redazione Nimbus - 8 febbraio 2014
 
A due terzi di stagione ormai trascorsa, l'inverno 2013-14 in Italia sempre più conferma i suoi caratteri di mitezza e precipitazioni straordinarie.

La configurazione meteorologica a grande scala responsabile di tali anomalie è costituita a Ovest da vaste e profonde depressioni sull'Atlantico, con tempeste frequenti e violente tra Golfo di Biscaglia, Francia settentrionale e Isole britanniche, e a Est da promontori di alta pressione tra Balcani, Mar Nero e Russia europea.
Da oltre un mese e mezzo l'Italia si trova proprio in posizione intermedia tra tali figure bariche dominanti, soggetta così a continui flussi d'aria molto mite e umida tra Sud-Ovest e Sud, caratteristici più dell'autunno che delle settimane centrali dell'inverno.

Carta dell'anomalia del geopotenziale alla superficie isobarica di 500 hPa (circa 5500 m) sull'Europa nel periodo 20 dicembre 2013 – 5 febbraio 2014: evidenti le depressioni nord-atlantiche più profonde del normale a Ovest delle Isole britanniche (viola, anomalie di quota del geopotenziale > -100 gpm), nonché gli anticicloni prevalenti dall'Est Europa fino alla Scandinavia e all'Artico (anomalie anche > +150 gpm). Nel mezzo, l'Italia è stata soggetta a continue invasioni di aria subtropicale da Sud, mite e molto umida (fonte: ESRL-NOAA).




La spettacolare struttura della depressione atlantica “Petra”, con le nubi spiraleggianti intorno al profondo minimo barico di 947 hPa poco a Ovest dell'Irlanda, alle h 19 UTC di martedì 4 febbraio 2014. Una delle numerosissime tempeste che nell'inverno 2013-14 hanno attraversato l'Europa da Ovest a Est scorrendo all'incirca lungo il 50° parallelo. In questo periodo si sono frequentemente registrati venti a 100-130 km/h (fino a 150 km/h in Bretagna), furiose mareggiate e inondazioni costiere (travolta e interrotta la ferrovia Exeter – Plymouth, UK; sabato sera 1° febbraio, onda di 14,2 m nel Mer d'Iroise, tra l'Ile d'Ouessant e l'Ile de Seine, quest'ultima devastata da una mareggiata eccezionale). Fonte: Meteosat10 - Eumetsat.


Gennaio 2014: molto mite, ma precipitazioni eccezionali
in Liguria, Toscana e al Nord-Est


Il mese è stato il terzo più mite dal 1800 in Italia secondo l'ISAC-CNR, con 2 °C in eccesso, ma le anomalie hanno superato anche i 3 °C tra Appennino Tosco-Emiliano, bassa Pianura Padana e Triveneto, quest'ultimo raggiunto maggiormente dallo scirocco in risalita dall'Adriatico. 

Gli osservatori storici di Piacenza, Parma, Modena e Pontremoli hanno registrato il loro secondo gennaio più tiepido nelle lunghe serie di misura (inizio nella seconda metà dell'Ottocento salvo Pontremoli, nel 1929 per le temperature), dopo il caso del 2007 (anomalie tra 3 e 4 °C). Nella più breve serie di Villafranca Lunigiana, qui con inizio nel 1982, il gennaio 2014 (con media mensile di 8.0 °C) ha superato quello del 2007 (7.5 °C) collocandosi così in prima posizione a causa della completa assenza di notti rigide per inversioni termiche, caratteristiche di questo fondovalle appenninico.

Gennaio 2014 è stato inoltre il più piovoso da circa un secolo in diverse località di Liguria, Toscana, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, con apporti da 4 a 7 volte superiori al normale. Ecco alcuni totali mensili:

184 mm a Piacenza-Alberoni, a un soffio dal record di 185 mm del gennaio 1978
340 mm a Genova-Università (DICCA)
345 mm a Cortina d'Ampezzo (BL), 7 volte la norma
360 mm a Lucca
408 mm a Pordenone, record di gennaio dal 1920 (inizio misure)
516 mm a Sant'Antonio Tortal (BL)
648 mm a Pontremoli (MS), record di gennaio dal 1920 (inizio misure)
963 mm al Passo del Cerreto (Appennino Tosco-Emiliano)
1060 mm a Campagrina (Alpi Apuane)
1071 mm a Musi (UD), record di gennaio dal 1923 (inizio misure)

(Fonte dati: SIR Toscana, Università di Genova, ARPA Veneto, OSMER-FVG, osservatorio Piacenza-Alberoni)


Gennaio 2014, con un totale di 648 mm, è stato il più piovoso almeno dal 1920 all'osservatorio SMI di Pontremoli (Lunigiana),
un apporto pari al quadruplo del normale.



Dall'inizio del periodo diffusamente perturbato (20 dicembre 2013) diverse località montane delle Prealpi orientali e tra Alpi Apuane e Appennino Tosco-Emiliano hanno raccolto da 1000 a 1500 mm di pioggia e neve fusa. Qui il grafico delle precipitazioni giornaliere e cumulate a Campagrina (Alpi Apuane), uno dei siti più piovosi d'Italia. I  1491 mm raccolti in un mese e mezzo rappresentano circa la metà dell'apporto medio annuo (fonte: SIR Toscana).

Pisa, 31.01.2014 - Gennaio si è chiuso con una grande piena dell'Arno: il fiume ha ricevuto ingenti deflussi soprattutto dagli affluenti in sinistra (fiumi Elsa, Era, Orme), in questo caso per piogge di per sé non eccezionali, ma abbondantemente distribuite su tutta la Toscana (per lo più 40-100 mm in 24 ore, con punte superiori tra Garfagnana e Montagna Pistoiese) e cadute su suoli già saturi per le continue perturbazioni delle settimane precedenti (f. Alessandro Nerelli).
 

Il colmo di piena dell'Arno a Pisa è transitato nelle ore centrali di venerdì 31 gennaio 2014, con un livello di 4,91 m, che non si era più raggiunto dal 31 ottobre 1992
(fonte: SIR Toscana).


Nevicate eccezionali sulle Alpi centro-orientali, di meno su quelle occidentali

I frequentissimi sistemi perturbati hanno scaricato per lo più pioggia sotto i 1000 metri, specialmente sull'arco ligure-toscano e sul Triveneto, più esposti al flusso mite marittimo, ma alle quote più elevate sulle Alpi si sono depositate quantità di neve straordinarie dal Monte Rosa verso Est.

Al Nord-Ovest il limite pioggia-neve è stato mediamente più basso, con alcune effimere nevicate anche in pianura (29-30 gennaio), ma le quantità di neve cadute in montagna sono state inferiori rispetto al Nord-Est, a causa della parziale “ombra pluviometrica” a cui va soggetto il Piemonte occidentale in situazioni di venti da Sud-Ovest, sottovento alle Alpi Marittime e Cozie. 

Sulle Alpi venete, tra le più interessate dalle imponenti nevicate, nel gennaio 2014 si sono totalizzate quantità di neve fresca di 134 cm ad Auronzo (875 m), 244 a Cortina d'Ampezzo (1265 m), 275 a Falcade (1200 m), 276 ad Arabba (1630 m) e 315 cm a Cima Pradazzo (2200 m), valori
molto simili a quelli misurati nei nevosissimi mesi di gennaio 1977, 1978 e 1985.

All'alba di sabato 8 febbraio 2014 il manto nevoso
lungo le Alpi italiane era spesso:

83 cm a Tarvisio (701 m, Alpi Giulie, UD)
106
cm a Bardonecchia (1353 m, alta Val di Susa, TO)
177
cm ad Argentera (1680 m, Valle Stura di Demonte, CN)
181 cm a Formazza (1226 m, alta Ossola, VB)
210
cm a Cortina d'Ampezzo (1265 m, Dolomiti Bellunesi)
213
cm ad Arabba (1630 m, Dolomiti Bellunesi)
234 cm a Pecol di Zoldo (1370 m, Dolomiti di Zoldo, BL)
243
cm a S. Bernardino (1640 m, Grigioni; qui record per inizio febbraio)
248
cm al Passo del Tonale (1884 m, TN)
250
cm al Passo Falzarego (2117 m, Dolomiti Bellunesi)
287
cm al Monte Baldo (1751 m, Prealpi Veronesi)
317
cm alla Casera Pieltinis (1742 m, Alpi Carniche, UD)
360
cm al Passo Rolle (1990 m, Pale di San Martino, TN)
366
cm al Col dei Baldi (1900 m, Dolomiti Meridionali, BL; record dal 1986)
369
cm alla Forcella Savalons (1943 m, Dolomiti Friulane, UD)
557
cm al Livinal Lunc (1837 m, Alpi Giulie, UD).

(Fonte dati: ARPA Piemonte, MeteoSvizzera, MeteoTrentino, ARPA Veneto, Protezione Civile FVG)


Le straordinarie nevicate hanno penalizzato la viabilità montana (chiusi i passi dolomitici, numerose località isolate) e destato preoccupazioni per l'eccessivo carico sui tetti (crollo di un cinema a San Martino di Castrozza).
A tal proposito, ARPA Veneto ha preliminarmente calcolato, a inizio febbraio, valori di carico al suolo di 402 kg/m2 a Falcade, 431 ad Arabba... fino a 824 kg/m2  al Col dei Baldi.

Numerose grandi valanghe (spesso di neve umida, dalle caratteristiche primaverili) hanno talora interferito con la rete stradale e le infrastrutture: in alta Val Passiria (Alto Adige) giovedì 5 febbraio 2014 due slavine hanno rispettivamente danneggiato un maso in località Pill (Moso in Passiria) e devastato il Rifugio Petrarca (2875 m).


Ecco alcune immagini dell'inconsueto innevamento sulle Alpi giunte alla redazione di Nimbus. Invitiamo chiunque avesse fotografie in buona risoluzione che illustrino la situazione in atto sull'arco alpino (paesi, boschi e montagne innevati, spalatori in azione, valanghe e loro effetti...) a inviarcele su redazione@nimbus.it,
indicando data, luogo e autore. Le migliori verranno pubblicate in questa galleria, sulla pagina Facebook SMI e su un prossimo numero della rivista Nimbus.

Grazie, aspettiamo le vostre foto!


ALPI OCCIDENTALI



Gressoney - La Trinité (AO), 02.02.2014. La nevicata è in corso, e al vicino osservatorio di Gressoney - D'Ejola (1850 m) lo spessore nevoso al suolo è di 150 cm (f. Roberto Cilenti).




Gressoney - La Trinité (AO), 03.02.2014. Prosegue l'apporto di umidità mediterranea verso le Alpi, e altri 30 cm circa di neve fresca si aggiungono nella giornata
 (f. Roberto Cilenti).




Gressoney - La Trinité (AO), 04.02.2014. Breve pausa, poi la precipitazione riprende, qui vista nelle ore serali, con manto al suolo prossimo al metro e mezzo
a quota 1600 m (f. Roberto Cilenti).




05.02.2014: un suggestivo scorcio di Balme (TO), ripreso dal socio e collaboratore SMI Gianni Castagneri, da quasi 20 anni responsabile delle misure pluvio-nivometriche in questo piccolo comune a 1450 m nelle Valli di Lanzo. Lo spessore della neve al suolo era di 127 cm, e altri 15 cm circa si sono aggiunti il giorno 7 febbraio.




06.02.2014: il Colle del Lys (1311 m, tra Val di Viù e bassa Val di Susa) nell'unico intervallo soleggiato di inizio febbraio. Nonostante la quota non elevata, lo spessore nevoso totale è di circa un metro, con almeno 50 cm caduti durante le nevicate
del 29 gennaio - 5 febbraio (f. Luca Mercalli).




06.02.2014: un'altra veduta del Colle del Lys (f. Luca Mercalli).

 

ALPI CENTRO-ORIENTALI



Sauris (Alpi Carniche, UD), 31.01.2014: tra giovedì 30 e venerdì 31 sono caduti 130 cm di neve fresca, il paese (quota 1400 m) è rimasto isolato per una valanga e soggetto a un lungo black-out elettrico (f. Massimiliano Calligola).




Sauris (Alpi Carniche, UD), 02.02.2014: molto lentamente la situazione si normalizza dopo la grande nevicata (f. Massimiliano Calligola).




Cortina d'Ampezzo (BL), 06.02.2014: si alleggeriscono i tetti dal soverchio carico di neve. La misura ufficiale di ARPA Veneto al mattino di sabato 8 febbraio indicava
210 cm totali al suolo, valore non così distante dal primato storico di 251 cm raggiunto qui a inizio febbraio 1951 (f. Roberto Noli - Soccorso Alpino XII Delegazione Canavesana).




Cortina d'Ampezzo (BL), 06.02.2014: dopo una settimana di nevicate quasi continue, torna il sole tra banchi di Altocumulus stratiformis, ma solo per qualche ora...
 (f. Roberto Noli - Soccorso Alpino XII Delegazione Canavesana).


Cortina d'Ampezzo (BL), 06.02.2014: spalatori sul tetto
della scuola elementare "Duca d'Aosta" (f. Roberto Noli - Soccorso Alpino XII Delegazione Canavesana).




Lozzo di Cadore (BL), baite Pian dei Buoi, 08.02.2014 (f. Renato Deppi).




I maggiori spessori nevosi in questo periodo appartengono alla porzione di Alpi compresa tra le Dolomiti e le Alpi Giulie: qui un'immagine ripresa al mattino dell'8 febbraio 2014 dalla webcam del Rifugio Kredarika (2526 m, Slovenia),
dove il manto era alto 3-4 metri.



Aggiornamento della situazione e bilancio nazionale a chiusura dell'inverno.
 


Torna indietro

Guida al   sito    |    Contattaci    |    Segnala il sito    |   Credits    |   Copyrights