A due terzi di stagione ormai trascorsa,
l'inverno 2013-14 in Italia sempre più conferma i suoi caratteri di
mitezza e precipitazioni straordinarie.
La configurazione meteorologica a grande scala responsabile di tali
anomalie è costituita a Ovest da vaste e profonde depressioni
sull'Atlantico, con tempeste frequenti e violente tra Golfo di
Biscaglia, Francia settentrionale e Isole britanniche, e a Est da
promontori di alta pressione tra Balcani, Mar Nero e Russia europea.
Da oltre un mese e mezzo l'Italia si trova proprio in posizione
intermedia tra tali figure bariche dominanti, soggetta così a
continui flussi d'aria molto mite e umida tra Sud-Ovest e Sud,
caratteristici più dell'autunno che delle settimane centrali
dell'inverno.

Carta dell'anomalia
del geopotenziale alla superficie isobarica di 500 hPa (circa 5500 m)
sull'Europa nel periodo 20 dicembre 2013 – 5 febbraio 2014: evidenti
le depressioni nord-atlantiche più profonde del normale a Ovest delle
Isole britanniche (viola, anomalie di quota del geopotenziale > -100
gpm), nonché gli anticicloni prevalenti dall'Est Europa fino alla
Scandinavia e all'Artico (anomalie anche > +150 gpm). Nel mezzo,
l'Italia è stata soggetta a continue invasioni di aria subtropicale
da Sud, mite e molto umida (fonte:
ESRL-NOAA).

La spettacolare
struttura della depressione atlantica “Petra”, con le nubi
spiraleggianti intorno al profondo minimo barico di 947 hPa poco a
Ovest dell'Irlanda, alle h 19 UTC di martedì 4 febbraio 2014. Una
delle numerosissime tempeste che nell'inverno 2013-14 hanno
attraversato l'Europa da Ovest a Est scorrendo all'incirca lungo il
50° parallelo. In questo periodo si sono frequentemente registrati
venti a 100-130 km/h (fino a 150 km/h in Bretagna), furiose mareggiate
e inondazioni costiere (travolta e interrotta la ferrovia Exeter –
Plymouth, UK; sabato sera 1° febbraio, onda di 14,2 m nel Mer d'Iroise,
tra l'Ile d'Ouessant e l'Ile de Seine, quest'ultima devastata da una
mareggiata eccezionale). Fonte: Meteosat10 -
Eumetsat.
Gennaio 2014: molto mite, ma precipitazioni eccezionali
in Liguria, Toscana e al Nord-Est
Il mese è stato il terzo più mite dal 1800 in Italia secondo
l'ISAC-CNR, con 2 °C in eccesso, ma le anomalie hanno
superato anche
i 3 °C tra Appennino Tosco-Emiliano, bassa Pianura Padana e Triveneto,
quest'ultimo raggiunto maggiormente dallo scirocco in risalita
dall'Adriatico.
Gli osservatori storici di Piacenza, Parma, Modena e Pontremoli
hanno registrato il loro secondo gennaio più tiepido nelle
lunghe serie di misura (inizio nella seconda metà dell'Ottocento salvo
Pontremoli, nel 1929 per le temperature), dopo il caso del 2007
(anomalie tra 3 e 4 °C). Nella più breve serie di Villafranca
Lunigiana, qui con inizio nel 1982, il gennaio 2014 (con media
mensile di 8.0 °C) ha superato quello del 2007 (7.5 °C) collocandosi
così in prima posizione a causa della completa assenza di notti rigide
per inversioni termiche, caratteristiche di questo fondovalle
appenninico.
Gennaio 2014 è stato
inoltre il più piovoso da circa un secolo in diverse località di
Liguria, Toscana, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, con apporti da 4 a 7
volte superiori al normale. Ecco alcuni totali mensili:
184 mm a Piacenza-Alberoni, a un soffio dal record di 185 mm del
gennaio 1978
340 mm a Genova-Università (DICCA)
345 mm a Cortina
d'Ampezzo (BL), 7 volte la norma
360 mm a Lucca
408 mm a Pordenone, record di gennaio dal 1920 (inizio misure)
516 mm a Sant'Antonio Tortal (BL)
648 mm a Pontremoli (MS), record di gennaio dal 1920 (inizio misure)
963 mm al Passo del Cerreto (Appennino Tosco-Emiliano)
1060 mm a Campagrina (Alpi Apuane)
1071 mm a Musi (UD), record di gennaio dal 1923 (inizio misure)
(Fonte dati:
SIR Toscana,
Università
di Genova,
ARPA Veneto,
OSMER-FVG, osservatorio Piacenza-Alberoni)

Gennaio 2014,
con un totale di 648 mm, è stato il più piovoso almeno dal 1920 all'osservatorio
SMI di Pontremoli (Lunigiana),
un apporto pari al quadruplo del normale.

Dall'inizio del
periodo diffusamente perturbato (20 dicembre 2013) diverse località montane
delle Prealpi orientali e tra Alpi Apuane e Appennino Tosco-Emiliano
hanno raccolto da 1000 a 1500 mm di pioggia e neve fusa. Qui il
grafico delle precipitazioni giornaliere e cumulate a Campagrina (Alpi
Apuane), uno dei siti più piovosi d'Italia. I 1491 mm raccolti in un
mese e mezzo rappresentano circa la metà dell'apporto medio annuo
(fonte: SIR Toscana).

Pisa, 31.01.2014 - Gennaio si è chiuso
con una grande piena dell'Arno: il fiume ha ricevuto ingenti deflussi
soprattutto dagli affluenti in sinistra (fiumi Elsa, Era, Orme), in
questo caso per piogge di per sé non eccezionali, ma abbondantemente
distribuite su tutta la Toscana (per lo più 40-100 mm in 24 ore, con
punte superiori tra Garfagnana e Montagna Pistoiese) e cadute su suoli
già saturi per le continue perturbazioni delle settimane precedenti
(f. Alessandro Nerelli).

Il colmo di piena dell'Arno a Pisa è
transitato nelle ore centrali di venerdì 31 gennaio 2014, con un
livello di 4,91 m, che non si era più raggiunto dal 31 ottobre 1992
(fonte: SIR
Toscana).
Nevicate
eccezionali sulle Alpi centro-orientali, di meno su quelle occidentali
I frequentissimi
sistemi perturbati hanno scaricato per lo più pioggia sotto i 1000
metri, specialmente sull'arco ligure-toscano e sul Triveneto, più
esposti al flusso mite marittimo, ma alle quote più elevate sulle Alpi
si sono depositate quantità di neve straordinarie dal Monte Rosa verso
Est.
Al Nord-Ovest il limite pioggia-neve è stato mediamente più basso, con
alcune effimere nevicate anche in pianura (29-30 gennaio), ma le
quantità di neve cadute in montagna sono state inferiori rispetto al
Nord-Est, a causa della parziale “ombra pluviometrica” a cui va
soggetto il Piemonte occidentale in situazioni di venti da Sud-Ovest,
sottovento alle Alpi Marittime e Cozie.
Sulle Alpi venete, tra le più interessate dalle imponenti
nevicate, nel gennaio 2014 si sono totalizzate quantità di neve
fresca di 134 cm ad Auronzo (875 m), 244 a Cortina d'Ampezzo (1265
m), 275 a Falcade (1200 m), 276 ad Arabba (1630 m) e 315 cm a Cima
Pradazzo (2200 m), valori
molto simili a
quelli misurati nei nevosissimi mesi di gennaio 1977, 1978
e 1985.
All'alba di sabato 8 febbraio
2014 il manto nevoso
lungo le Alpi italiane era spesso:
83
cm a Tarvisio (701 m,
Alpi Giulie, UD)
106 cm a
Bardonecchia
(1353 m, alta Val di Susa, TO)
177 cm ad
Argentera
(1680 m, Valle Stura di Demonte, CN)
181 cm a
Formazza
(1226 m, alta Ossola, VB)
210 cm a
Cortina d'Ampezzo (1265 m,
Dolomiti Bellunesi)
213 cm ad
Arabba
(1630 m, Dolomiti Bellunesi)
234
cm a
Pecol di Zoldo (1370 m,
Dolomiti di Zoldo, BL)
243 cm a
S.
Bernardino
(1640 m, Grigioni; qui
record per
inizio febbraio)
248 cm al
Passo
del Tonale
(1884 m, TN)
250 cm al
Passo Falzarego (2117 m,
Dolomiti Bellunesi)
287 cm al
Monte Baldo (1751
m, Prealpi Veronesi)
317 cm alla
Casera Pieltinis (1742 m,
Alpi Carniche, UD)
360 cm al
Passo Rolle
(1990 m, Pale di San Martino, TN)
366 cm al
Col dei Baldi (1900 m,
Dolomiti Meridionali, BL; record dal 1986)
369 cm alla
Forcella Savalons (1943 m,
Dolomiti Friulane, UD)
557 cm al
Livinal Lunc
(1837 m, Alpi Giulie, UD).
(Fonte dati:
ARPA Piemonte,
MeteoSvizzera,
MeteoTrentino,
ARPA Veneto,
Protezione Civile FVG)
Le straordinarie
nevicate hanno penalizzato la viabilità montana (chiusi i passi
dolomitici, numerose località isolate) e destato preoccupazioni per l'eccessivo
carico sui tetti (crollo di un cinema a San Martino di Castrozza).
A tal proposito,
ARPA Veneto ha preliminarmente calcolato, a inizio febbraio,
valori di carico al suolo di 402 kg/m2 a Falcade, 431 ad
Arabba... fino a 824 kg/m2 al Col dei Baldi.
Numerose grandi valanghe (spesso di neve
umida, dalle caratteristiche primaverili) hanno talora interferito con
la rete stradale e le infrastrutture: in alta Val Passiria
(Alto Adige) giovedì 5 febbraio 2014 due slavine hanno rispettivamente danneggiato
un maso in località Pill (Moso in Passiria) e devastato il Rifugio
Petrarca (2875 m).
Ecco alcune immagini dell'inconsueto innevamento sulle Alpi giunte
alla redazione di Nimbus. Invitiamo chiunque avesse fotografie in
buona risoluzione che illustrino la situazione in atto sull'arco
alpino (paesi, boschi e montagne innevati, spalatori in azione,
valanghe e loro effetti...) a inviarcele su
redazione@nimbus.it,
indicando data, luogo e autore. Le migliori verranno pubblicate in
questa galleria, sulla
pagina
Facebook SMI e su un prossimo numero della rivista Nimbus.
Grazie, aspettiamo le vostre foto!
ALPI OCCIDENTALI

Gressoney - La Trinité (AO), 02.02.2014. La nevicata è in corso, e al
vicino osservatorio di Gressoney - D'Ejola (1850 m) lo spessore nevoso
al suolo è di 150 cm (f. Roberto Cilenti).

Gressoney - La
Trinité (AO), 03.02.2014. Prosegue l'apporto di umidità mediterranea
verso le Alpi, e altri 30 cm circa di neve fresca si aggiungono nella
giornata
(f. Roberto Cilenti).

Gressoney - La
Trinité (AO), 04.02.2014. Breve pausa, poi la precipitazione riprende,
qui vista nelle ore serali, con manto al suolo prossimo al metro e
mezzo
a quota 1600 m (f. Roberto Cilenti).

05.02.2014: un suggestivo scorcio di
Balme (TO), ripreso dal socio e
collaboratore SMI Gianni Castagneri, da quasi 20 anni responsabile
delle misure pluvio-nivometriche in questo piccolo comune a 1450 m
nelle Valli di Lanzo. Lo spessore della neve al suolo era di 127 cm, e
altri 15 cm circa si sono aggiunti il giorno 7 febbraio.

06.02.2014: il Colle del Lys (1311 m, tra
Val di Viù e bassa Val di Susa) nell'unico intervallo soleggiato di
inizio febbraio. Nonostante la quota non elevata, lo spessore nevoso
totale è di circa un metro, con almeno 50 cm caduti durante le
nevicate
del 29 gennaio - 5 febbraio (f. Luca Mercalli).

06.02.2014: un'altra veduta del Colle del
Lys (f. Luca Mercalli).
ALPI
CENTRO-ORIENTALI

Sauris (Alpi Carniche, UD), 31.01.2014:
tra giovedì 30 e
venerdì 31 sono caduti 130 cm di neve fresca, il paese (quota 1400 m)
è rimasto isolato per una valanga e soggetto a un lungo black-out
elettrico (f. Massimiliano Calligola).

Sauris (Alpi Carniche, UD), 02.02.2014:
molto lentamente la
situazione si normalizza dopo la grande nevicata
(f. Massimiliano Calligola).

Cortina d'Ampezzo (BL), 06.02.2014: si
alleggeriscono i tetti dal soverchio carico di neve. La
misura ufficiale di ARPA Veneto al mattino di sabato 8 febbraio
indicava
210 cm totali al suolo, valore non così distante dal primato storico
di 251 cm raggiunto qui a inizio febbraio 1951 (f. Roberto Noli -
Soccorso Alpino XII Delegazione Canavesana).

Cortina d'Ampezzo (BL), 06.02.2014: dopo
una settimana di nevicate quasi continue, torna il sole tra banchi di
Altocumulus stratiformis, ma solo per qualche ora...
(f. Roberto Noli - Soccorso Alpino XII Delegazione Canavesana).

Cortina d'Ampezzo (BL), 06.02.2014:
spalatori sul tetto
della scuola elementare "Duca d'Aosta" (f. Roberto Noli - Soccorso
Alpino XII Delegazione Canavesana).

Lozzo di Cadore (BL), baite Pian dei Buoi, 08.02.2014 (f. Renato Deppi).

I maggiori spessori nevosi in questo periodo
appartengono alla porzione di Alpi compresa tra le Dolomiti e le Alpi
Giulie: qui un'immagine ripresa al mattino dell'8 febbraio 2014 dalla
webcam del Rifugio Kredarika (2526 m, Slovenia),
dove il manto era alto 3-4 metri.
Aggiornamento della situazione e bilancio nazionale a chiusura
dell'inverno.
|