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21-25 NOVEMBRE 2016:
ALLUVIONI NEL NORD-OVEST ITALIANO


Daniele Cat Berro, SMI redazione Nimbus - 26 novembre 2016
(con aggiornamenti del 28 novembre 2016)
 


Un prolungato episodio di sbarramento di venti umidi da Sud - SudEst (scirocco) ha determinato piogge intense e persistenti sul Nord-Ovest italiano tra lunedì 21 e il mattino di venerdì 25 novembre 2016, con effetti alluvionali tra il Ponente ligure e il Piemonte centro-meridionale.

La presenza di un anticiclone sulla Russia ha impedito il rapido spostamento a Levante della depressione "Queenie" formatasi sull'Europa occidentale, contribuendo così allo stazionamento del flusso umido e piovoso per diversi giorni sulle stesse zone.

In una prima fase (lunedì 21 - martedì 22), con il flusso umido proveniente da Sud, i rovesci più abbondanti si sono scaricati sul Ponente genovese, sulle Alpi Liguri e Marittime e sull'alto Piemonte, in seguito, tra mercoledì 23 e venerdì 25, la rotazione delle correnti da Sud-Est ha esposto alle precipitazioni più esorbitanti gli entroterra del Savonese e dell'Imperiese, l'alta Val Tanaro, nonché rilievi e fascia pedemontana tra il Monviso e le Valli di Lanzo, esposti perpendicolarmente o quasi alle correnti sud-orientali negli strati medio-bassi della troposfera.

24 novembre 2016, ore 9: il Tanaro sormonta il ponte nel centro di Garessio, come già era avvenuto durante la terribile alluvione del 5 novembre 1994
(f. Massimo Sciandra).


22 novembre 2016: nubifragio straordinario
sull'entroterra di Voltri (Genova), ma pochi danni

Tra gli episodi più importanti del periodo si segnalano i violenti nubifragi rigeneranti che hanno insistito per tutta la notte e la giornata di martedì 22 novembre tra l'entroterra di Voltri e il Passo del Turchino (settore occidentale della provincia di Genova), scaricando fino a un massimo di 583 mm a Fiorino, di cui ben 126,2 tra le 3:40 e le 4:40 (fonte: ARPA Liguria).
Precipitazioni di tale intensità sono state causate da una linea di convergenza quasi stazionaria nei bassi strati tra il flusso di scirocco in arrivo dal mare e quello di tramontana traboccante dalla bacino padano.
Gli effetti sul territorio sono stati relativamente contenuti, con alcuni straripamenti di rii e allagamenti, ma senza gravi conseguenze, grazie alla localizzazione dei massimi pluviometrici su un'area piuttosto ristretta e poco antropizzata.
Il medesimo fenomeno pochi chilometri più a Est, su Genova, avrebbe probabilmente avuto ben peggiori conseguenze. Invece la stazione di Genova-Albaro (DICCA - Università di Genova) ha rilevato appena 9 mm!

A Ventimiglia risulta disperso nella piena del Roja un migrante che si era accampato sotto un ponte.

Nel frattempo pioveva in abbondanza anche tra Biellese, Val Sesia, Cusio e Verbano (241 mm in Valstrona tra il 22 e il 23), ma senza disagi di sorta in queste aree già di norma molto piovose.

La spettacolare spirale della nuvolosità intorno alla depressione "Petrine", centrata sulla Gran Bretagna lunedì 21 novembre 2016, e responsabile peraltro di una violenta tempesta intorno alla Manica (fonte immagine Meteosat10. canale infrarosso: Eumetsat, da Wetterzentrale). Sul NW italiano si intensifica il flusso umido meridionale e già piove intensamente sulle Alpi Marittime e l'Appennino Ligure (nella giornata, 217 mm a Limone-Pancani, e 235 mm a Fraconalto,
dati Arpa Piemonte).
 

Precipitazioni cadute in Liguria tra le h 9 del 22 e le h 9 del 23 novembre 2016:
i diluvi si sono concentrati tra Savonese e Ponente genovese,
con apporti > 100 mm, culminati nei 583 mm del giorno 22 a Fiorino
(piccola area viola nella carta delle isoiete). Quasi all'asciutto il territorio da Genova verso Est, e la Riviera dei Fiori. Fonte: Arpa Liguria.
 

Precipitazioni orarie e cumulate a Fiorino (GE) il 22 novembre 2016. Si è trattato di una quantità di pioggia perfino superiore a quella che ha scatenato le gravi alluvioni del 3 novembre 2011 e del 9-10 ottobre 2014 su Genova, ma caduta fortunatamente su un territorio meno antropizzato. Fonte: Arpa Liguria.


Seconda fase: piogge torrenziali del 24-25 novembre 2016
su Ponente Ligure e Piemonte sud-occidentale,
grandi piene di Po, Tanaro e affluenti

Intanto cresceva la preoccupazione per la fase di ulteriori piogge molto intense attese soprattutto giovedì 24 novembre, tanto da spingere - mercoledì 23 - Arpa Piemonte e Arpa Liguria a emettere i massimi codici di allerta, rispettivamente il livello "3" tra Alpi Graie, Cozie e alto Tanaro, e il livello "rosso" dal Genovesato a tutto il Ponente ligure.

Previsione DWD della pressione e dei fronti al suolo per le h 12 UTC del 24.11.2016 (+36 h). La depressione "Queenie" si approfondisce sulla Galizia e pilota un massiccio flusso umido e mite dal Mediterraneo verso il Nord Italia. 
 

Precipitazioni previste nell'intervallo tra le h 12 UTC del 23 novembre e le h 18 UTC del 25 novembre 2016. Come effettivamente avverrà, accumuli oltre 300 mm in 54 ore sono attesi nell'entroterra tra Savonese e Imperiese,
e tra il Monviso e le Valli di Lanzo (emissione previsione h 12 UTC
del 23 novembre).

 

In Liguria di Ponente i nuovi e intensi rovesci temporaleschi in risalita dal mare, furiosi specialmente sul crinale montuoso verso il confine con la Val Tanaro, e caduti su suoli già saturi (il 24, totali di 366,6 mm a Calizzano, 349.0 a Pieve di Teco, 334.6 al Monte Settepani e 322.8 mm al Colle del Melogno), hanno scatenato grandi piene e straripamenti dei corsi d'acqua, soprattutto del Centa e dell'Arroscia nell'Albenganese. Ponti crollati a Murialdo e Bardineto (Savona). Diffuse le frane con coinvolgimento di viabilità, edifici e acquedotti, dalla Valle Arroscia alla Valle Argentina (Imperiese). Dettagli di cronaca sulle pagine de "Il Secolo XIX".




L'esondazione del T. Cisano a Pietra Ligure (da "Il Secolo XIX").

Precipitazioni cadute in Liguria tra le h 22 del 23 e le h 22 del 24 novembre 2016:
rispetto alla prima fase dell'evento perturbato, precipitazioni diffusamente superiori a 150-200 mm/24 h si sono spostate più a Ovest, negli entroterra savonesi e imperiesi, sconvolti da gravi alluvioni e dissesti. Fonte: Arpa Liguria.


In questa seconda fase, in Piemonte gli apporti pluviometrici più importanti e gli effetti al suolo più vistosi si sono riscontrati da un lato nei bacini del Bormida e del Tanaro, entrambi enormemente ingrossati dalle piogge di inconsueta violenza alle testate verso la Liguria, dall'altro in quelli occidentali tra la Val Pellice a Sud e la Stura di Lanzo a Nord.

Nella sola giornata di giovedì 24 novembre si sono raccolti 383 mm d'acqua a Barge (pedemontana saluzzese), 361 mm a Viù-Niquidetto (Valli di Lanzo), e 346 mm a Ormea (alta Val Tanaro), per citare solo i valori più elevati.

Data l'intensità del flusso umido, precipitazioni copiose si sono spinte insolitamente anche all'interno della catena alpina: 137 mm sono piovuti, sempre giovedì, a Bardonecchia (alta Val Susa), valore giornaliero che non ha riscontri nella serie di misure dal 1914.

Nuovo primato secolare di quantità di pioggia giornaliera anche a Salbertrand, sempre in Val Susa: 182 mm (stazione privata del socio SMI Luigi Schiara, perfettamente in linea con i 180 mm della stazione ARPA Piemonte), record da inizio misure nel 1913. Totale di 308 mm in 3 giorni, pari a circa il 40% della media annua!

24 novembre 2016, ore 9 UTC: la depressione "Queenie" sulla Spagna pilota l'intenso flusso meridionale in seno a cui si sviluppano numerose celle temporalesche tra Sardegna, Tirreno e Nord-Ovest italiano (fonte immagine Meteosat10. canale infrarosso: Eumetsat, da Wetterzentrale).
 

Un'impetuosa onda di piena si è propagata a partire dal mattino del 24 lungo il Tanaro, che è straripato inondando vaste zone del fondovalle, da Garessio a Ceva, similmente a quanto accaduto nel novembre 1994. In seguito la piena si è trasferita - con livelli sempre 1-2 m sopra le soglie di pericolo - verso Alba, Asti e Alessandria, dove è giunta nel pomeriggio-sera del 25. In piena straordinaria anche il Bormida (commenti del nostro lettore Davide Notti su AlessandriaNews).

Gli affluenti in sinistra del Po, dal Pellice alla Stura di Lanzo e al Malone, hanno raggiunto le massime portate in genere tra la notte e il mattino del 25: gravi danni a viabilità ed edifici per numerose colate detritiche e straripamento di rii laterali in bassa Val Chisone (un disperso a Perosa Argentina), diffusi allagamenti sulla pianura pinerolese e saluzzese, ma anche più a Nord, con l'esondazione del Ceronda e l'evacuazione dello stabilimento Magneti Marelli a Venaria Reale, già al mattino del 24 novembre. Innumerevoli le frane sui versanti (colamenti per fluidificazione superficiale. o crolli): una di queste ha travolto un'abitazione ad Almese (bassa Val Susa).

Tra la sera del 24 e l'alba del 25 sulla fascia alpina e pedemontana del Piemonte occidentale sono proseguiti forti rovesci - accompagnati da raffiche di vento da Sud-Est, tuoni e lampi (inconsueti a fine novembre) - che hanno ulteriormente alimentato impetuose piene dei corsi d'acqua e dissesti sui versanti montuosi, poi finalmente le prime schiarite sono apparse nella tarda mattinata del 25.

Nonostante la cessazione delle piogge, il Po a Torino è salito fino alla notte tra il 25 e il 26 novembre, quando è transitato il colmo di piena (6,35 m sopra lo zero idrometrico ai Murazzi-Ponte di Corso Regina Margherita, e circa 5,70 m nella serie storica omogenea, vedi grafico e spiegazione più in basso): si tratterebbe del terzo episodio più importante dal 1791, dopo i casi dell'ottobre 1839 e dell'ottobre 2000!

Gravi inondazioni nella parte bassa di Moncalieri (non solo per l'esondazione del Po, ma anche del T. Chisola, che più a monte ha allagato pure la zona di Candiolo come non avveniva dal dicembre 1960) nonché a valle del capoluogo, intorno a Chivasso e Crescentino.

Due battelli per la navigazione turistica hanno rotto gli ormeggi al mattino del 25 novembre ai Murazzi, incagliandosi contro il ponte Vittorio Emanuele I, e in seguito uno di questi - affondato - è stato trascinato via dalla piena. Chiusi i ponti di Corso Potenza e via Bologna sulla Dora Riparia.

Nell'alto bacino del Po, l'intero periodo dal 20 al pomeriggio del 25 novembre ha registrato i seguenti totali di precipitazione, talora pari a metà degli apporti medi annui:
693 mm a Piaggia (alta Val Tanaro)
653 mm al Monte Settepani (Appennino Ligure)
651 mm a Ormea-Ponte di Nava (alta Val Tanaro)
615 mm a Viù-Niquidetto (Valli di Lanzo)
587 mm a Barge (pedemontana saluzzese)



Piogge maggiori del novembre 1994 sulle Alpi,
specie in alta Val Tanaro, più contenute in pianura

Molte località alpine, soprattutto dell'alto bacino del Tanaro, hanno ricevuto quantità di pioggia ben superiori a quelle che - nello stesso intervallo di 6 giorni - attivarono la grave alluvione del novembre 1994 (vedi confronti nel grafico sotto), tuttavia allora, a differenza del recente episodio, piovve in maniera eccezionale anche sulla pianura torinese e sulle Langhe, causando un'inedita e rovinosa sequenza di frane e colate di fango sulle colline, questa volta rimaste invece quasi indenni.




Inoltre, rispetto all'evento del 1994, che causò 69 vittime in Piemonte anche per carenze nel sistema di allertamento, al bilancio meno triste di quest'ultima alluvione hanno almeno in parte contribuito i significativi progressi compiuti in un ventennio nella catena di monitoraggio, previsione e comunicazione al pubblico dei rischi naturali, nonché probabilmente i lavori di sistemazione idraulica eseguiti proprio a seguito del disastro del 1994, soprattutto lungo l'asta del Tanaro.




Al mattino del 24 novembre 2016 il Tanaro si appresta a sormontare il ponte in centro a Garessio, proprio come avvenuto a inizio novembre 1994
(f. Fabio Luino, CNR-IRPI Torino).




Ed ecco gli effetti dell'impetuoso sormonto del ponte e dello straripamento del fiume, nelle ore centrali del 24 novembre (f. Giuseppe Claudio Gai).
 

Livello del Tanaro a Garessio: sono transitati due colmi di piena straordinari,
nel primo pomeriggio del 24, e la notte seguente (fonte: ARPA Piemonte).




Sempre al mattino del 24 novembre 2016, il Tanaro al ponte romanico di Bagnasco (f. Fabio Luino, CNR-IRPI Torino).




Il Tanaro a Ceva (f. Fabio Luino, CNR-IRPI Torino).

 




Inondazione di edifici da parte del Tanaro nei dintorni del ponte di Naviante, Farigliano (f. Fabio Luino, CNR-IRPI Torino).

 




Il Tanaro presso il Cotonificio Olcese a Clavesana
(f. Fabio Luino, CNR-IRPI Torino).




Bastia Mondovì, ponte sul Tanaro ricostruito nel 1929 a seguito dell'alluvione
del 1926. Inizio del sormonto
(f. Fabio Luino, CNR-IRPI Torino).




Tra le valli torinesi, la bassa Val Chisone è stata la più duramente colpita, per lo straripamento non solo del Chisone, ma anche di diversi rii laterali. Qui è ritratta la colata detritica del Rio Agrevo (Perosa Argentina, frazione Brandoneugna) che ha interrotto la SP23R (f. Simone Curti).




Perosa Argentina, trasporto torrentizio in massa da parte di un rio laterale
in località Ciabot.




La Dora Riparia si è pure molto gonfiata, specialmente in bassa valle, straripando a valle di Almese. Qui la vediamo a Bussoleno, dove è invece rimasta sotto ai livelli della piena di fine maggio 2008 (f. Sergio Nodelli).
 

Il T. Messa in piena ad Almese al primo mattino del 25 novembre (f. Luca Mercalli). Qui sono caduti ben 447 mm di pioggia dal 21 al 26, di cui 391 concentrati tra il 24 e il 25, e 281,8 nella sola giornata del 24, primato nella serie di misure iniziata nel 2000. Il marcato sbarramento orografico dei venti tesi da Sud-Est contro le pendici del M. Musiné e del M. Civrari ha contribuito ad incentivare le precipitazioni sui versanti, determinando un forte gradiente rispetto al vicino fondovalle della bassa Val Susa: sorprendente, infatti, il divario con i 274 mm rilevati in tutto l'evento ad Avigliana, a meno di 5 km di distanza da Almese.
Si segnalano inoltre i 615 mm caduti a Viù-Niquidetto, nel bacino limitrofo della Stura di Lanzo, appena oltre il Colle del Lys.
 



Allagamenti lungo la SS 24 a Caselette (bassa Val Susa)
al mattino del 25 novembre (f. Luca Mercalli).




Torino, il T. Sangone al ponte di Corso Unione Sovietica, primo mattino
del 25 novembre 2016 (f. Andrea Merlone).
 

Due immagini della Dora Riparia al Parco della Pellerina (Torino Ovest),
h 10.30 del 25 novembre (f. Pier Francesco Currado). 




A Torino la grande piena del Po ha rotto gli ormeggi dei battelli per la navigazione turistica "Valentino" e "Valentina", che al mattino del 25 si sono incagliati contro il ponte Vittorio Emanuele I, presso la Gran Madre di Dio (f. Claudio Castellano).




Ore 10 del 25 novembre: i Murazzi di Torino invasi dal Po (f. Claudio Castellano).
 

Livello del Po ai Murazzi di Torino (ponte Corso Regina Margherita): con il massiccio contributo dei tributari in sinistra, il fiume è cresciuto fino alla notte tra il 25 e il 26 novembre, toccando i 6,35 m sullo zero idrometrico (fonte: ARPA Piemonte), e rivelandosi come una tra le piene più importanti degli ultimi due secoli
nel tratto torinese.

A seguito di una calibrazione delle misure al ponte di Corso Regina Margherita per renderle confrontabili con quelle delle storiche aste idrometriche dei Murazzi, e in base a un sopralluogo eseguito sul posto, si è valutato in circa 5,70 m il livello raggiunto dal Po nella serie storica omogenea dal 1791. Al di là di possibili errori centimetrici nella stima, è ragionevolmente certo che si sia trattato della
terza piena più elevata in oltre due secoli in questo tratto torinese del fiume.



Torino, il Po al ponte Vittorio Emanuele I (Gran Madre di Dio) alle h 20.30
del 25 novembre 2016, circa 10 cm sotto il colmo di piena che sarà raggiunto
circa 4 ore più tardi (f. Luca Mercalli).
 

Torino, ponte Vittorio Emanuele I (Gran Madre di Dio) alle h 20.30
del 25 novembre 2016. Si lavora per la rimozione di uno dei due battelli incagliati, mentre l'altro era stato trascinato via dalla piena nel pomeriggio (f. Luca Mercalli).
 


 

Due immagini del Po ai Murazzi di Torino, sempre alle h 20.30
del 25 novembre 2016 (f. Luca Mercalli).
 

Il Po al ponte nuovo di San Mauro Torinese, qui con livello analogo al 15-16 ottobre 2000. Il rifacimento degli argini e il raddoppio delle luci delle opere di presa del canale Cimena ha scongiurato effetti disastrosi (f. Gabriele Savio).




Ore 10 del 25 novembre 2016: il Po in piena straripa a Chivasso
(f. Claudio Santacroce).
 

Mattino del 25 novembre 2016: il Po straripa e allaga il Parco del Bricel a Chivasso
(f. Andrea Miola).
 

Forti nevicate in quota, riduzione dei deflussi a valle

Imponenti nevicate si sono registrate in alta montagna tra le Alpi Cozie e Graie, generalmente sopra i 1800-2000 m (ma fiocchi temporaneamente in calo a 1400 m nel pomeriggio del 24, es. a Balme, Valli di Lanzo): al Ghiacciaio Ciardoney (2850 m, Gran Paradiso) il manto nevoso al suolo è cresciuto dai 25 cm del 20 novembre ai 265 cm del 25 novembre (245 cm di neve fresca in 5 giorni di nevicata quasi ininterrotta!). 

La caduta di neve in quota ha ridotto i deflussi a valle per lo meno nelle Alpi Cozie e Graie, mentre l'effetto positivo è stato trascurabile in Val Tanaro (limitata porzione di territorio sopra i 2000 m rispetto all'insieme del bacino coinvolto). La medesima configurazione meteorologica in settembre-ottobre avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori.



Sestriere sotto ben 115 cm di neve al mattino del 25 novembre 2016: se il limite delle nevicate fosse stato solo di alcune centinaia di metri più elevato, i danni per le piene a valle sarebbero stati nettamente più gravi (f. Elena Regazzoni).


Balme (Valli di Lanzo), valanga sulla strada (ormai chiusa per l'inverno) verso il Pian della Mussa (f. Gianni Castagneri, 25 novembre 2016).



Immagine webcam dal Ghiacciaio Ciardoney (Gran Paradiso), h 8 del 27 novembre 2016: all'asta nivometrica il manto nevoso è spesso 225 cm, ma al termine dell'imponente nevicata, al mezzogiorno del 25 novembre, misurava ben 265 cm, di cui ben 245 caduti in 5 giorni!


Rapporto d'evento preliminare Arpa Piemonte


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