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FINE OTTOBRE 2021: CICLONE MEDITERRANEO "APOLLO"
E NUBIFRAGI IN SICILIA E CALABRIA

SMI / Redazione Nimbus
31 ottobre 2021

 


Un vigoroso ciclone mediterraneo collocato tra la Sicilia e la Libia ha caratterizzato l'ultima settimana di ottobre 2021 determinando nubifragi talora alluvionali sul settore orientale dell'isola, sulla Calabria centro-meridionale (soprattutto sul versante ionico), ma anche a Malta e nelle regioni costiere di Tunisia e Algeria.

26 ottobre 2021, piazza Duomo a Catania inondata da un'alluvione urbana.
I danni sono stati ingenti, e purtroppo si tratta di una situazione ricorrente nel capoluogo etneo, sperimentata più volte negli anni recenti, e che evidenzia l'insufficiente capacità di smaltimento della rete di drenaggio di fronte a episodi temporaleschi di ricorrenza quasi annuale
(fonte: www.informasicilia.it).
 

Una prima ondata di violenti rovesci, correttamente segnalati in anticipo da un'allerta rossa dalla Protezione Civile, ha investito Sicilia e Calabria tra domenica 24 e martedì 26 ottobre, scaricando in totale, nelle 72 ore terminanti alle h 16:20 UTC del 26, ben 268 mm di pioggia a Catania, 341 mm a Lentini (Siracusa), 452 mm a Fabrizia (Vibo Valentia) e 603 mm a Linguaglossa-Monte Conca (Catania), stazione a quota 1875 m sul versante nord-orientale dell'Etna particolarmente esposta allo sbarramento dei venti umidi orientali, e che in queste situazioni registra di solito le piogge più abbondanti di tutta la Sicilia (dati Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano - SIAS, e ARPA Calabria - Centro Funzionale Multirischi).

Il SIAS comunica altresì che il pluviometro di Lentini ha registrato 280,6 mm nella sola giornata del 24 ottobre, stabilendo un nuovo record di precipitazione giornaliera nella serie dal 2001 (precedente: 213,2 mm il 1° novembre 2015).


Carta delle precipitazioni cadute in Sicilia nelle 72 ore fino alle 16:18 UTC
del 26 ottobre 2021. I rovesci più intensi hanno colpito l'est dell'isola, dove era pronunciato lo sbarramento orografico dei venti umidi orientali da parte dei rilievi compresi tra i Monti Peloritani, l'Etna e i Monti Iblei.
Massimo di ben 603 mm a Linguaglossa-Monte Conca (fonte: SIAS).
 

I peggiori effetti sul territorio si sono verificati proprio sul Catanese.

Domenica 24 ottobre fiumi d'acqua e fango hanno investito il paese di Scordia, dove due persone sono annegate (ma in serata una flash-flood localizzata ha fatto gravi danni anche ad Alcamo, nel Trapanese).

Lunedì 25 l'intensità delle precipitationi (114 mm in 6 ore a Catania-via San Francesco La Rena) e lo straripamento del Simeto (principale fiume siciliano per ampiezza del bacino) e del Gornalunga hanno allagato vari territori compresi tra la zona industriale a Sud di Catania e la foce del Simeto.

Ma soprattutto martedì 26 una grave alluvione urbana, originatasi dai pendii collinari (con un altro morto annegato a Gravina di Catania) ha colpito il centro-città evidenziando ancora una volta l'inadeguatezza delle reti di drenaggio durante nubifragi che in autunno sono ricorrenti sulle regioni meridionali italiane, e la fragilità dei territori eccessivamente artificializzati di fronte a eventi piovosi intensi. I numerosi video dell'evento pubblicati in rete mostrano battenti d'acqua corrente dell'ordine del mezzo metro in via Etnea e in piazza Duomo, con edifici inondati e auto e arredi urbani trascinati via.

Negli anni recenti a Catania e dintorni situazioni simili si erano già sperimentate il 9 settembre 2015 e con particolare insistenza nell'ottobre 2018, nei giorni 3-4, 12 e 19, tuttavia l'episodio del 26 ottobre 2021 ha assunto caratteri più straordinari quanto a effetti sul territorio.

E' opportuno sottolineare che la stazione SIAS di Catania, ubicata in via San Francesco La Rena alla periferia Sud della città, e che il giorno 26 ha ricevuto 97,4 mm di pioggia, non è rappresentativa del centro di scroscio dell'evento che - più a Nord e a ridosso dei quartieri e paesi collinari ai piedi dell'Etna - ha determinato l'alluvione urbana. Nei prossimi giorni si conta di poter analizzare i dati di altre stazioni meccaniche più rappresentative che dovrebbero permettere anche una migliore caratterizzazione storica dell'evento (cortese info del dr. Luigi Pasotti, Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia).


28-29 OTTOBRE 2021: LA DEPRESSIONE SI INTENSIFICA
E DIVENTA "APOLLO"
, TEMPESTA DALLE CARATTERISTICHE ALMENO IN PARTE TROPICALI

Mercoledì 27 ottobre il maltempo ha concesso una pausa grazie al temporaneo allontanamento della depressione verso Sud, in direzione delle coste libiche, ma in seguito il vortice ha ripreso forza risalendo nuovamente verso la punta meridionale della Sicilia, e assumendo tra giovedì 28 e venerdì 29 caratteristiche quanto meno da tempesta subtropicale.

In ragione della sua peculiare evoluzione e intensificazione, il Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare ha battezzato il sistema "Apollo", seguendo l'elenco di nomi predefinito per la stagione 2021-22 nel quadro della nuova nomenclatura EUMETNET (federazione dei servizi meteorologici nazionali dell'Europa).

Questa è stata avviata a partire dal 2015 per omogeneizzare a livello europeo l'attribuzione dei nomi delle tempeste che attraversano il continente, e prevede la suddivisione del territorio in settori di competenza di specifici gruppi di Paesi. La responsabilità di attribuire il nome a ciascuna tempesta spetta al primo paese interessato, in questo caso l'Italia, che rientra nel gruppo operativo del Mediterraneo centrale (Italia, Slovenia, Croazia, Montenegro, Macedonia del Nord e Malta).

Tale nomenclatura si aggiunge a quella più antica, operativa dal 1954, dell'Istituto di Meteorologia della Libera Università di Berlino, che proprio dall'autunno 2021 recepisce i "nuovi" nomi delle tempeste affiancandoli ai propri nelle sue carte di analisi quotidiane, preceduti dall'indicazione "Int".

Carta di analisi delle isobare e dei fronti emessa dall'Istituto di Meteorologia della Libera Università di Berlino per le h 00 UTC del 29 ottobre 2021.
"Apollo" si posiziona al largo della punta sud-orientale della Sicilia, e nelle ore successive risalirà ancora un po' verso Nord approfondendosi fino ad almeno 999 hPa in superficie. Dalla stagione delle tempeste europee 2021-22 il nome del ciclone stabilito nel quadro della nomenclatura EUMETNET viene riportato in nero, oltre ai consueti nomi in colore attribuiti da Berlino a partire dal 1954 (blu per gli anticicloni, rosso per le depressioni). Se il sistema meteorologico ha attraversato l'Europa continentale l'attribuzione del nome viene eseguito nell'ambito di entrambe le nomenclature (come la tempesta del 20-21 ottobre 2021, "Heindrik" per l'Università di Berlino, e "Aurora" per il sottogruppo EUMETNET Francia-Belgio-Lussemburgo-Spagna-Portogallo), se invece si forma direttamente molto a Sud, nel Mediterraneo centrale, in genere l'Università di Berlino non vi assegna un nome, e non c'è possibilità di sovrapposizioni e confusioni, come nel caso di Apollo.

 

Il vortice "Apollo" ha dunque mostrato caratteristiche quanto meno "subtropicali", ovvero intermedie tra quelle dei cicloni extratropicali ovvero le depressioni della fascia temperata a cui siamo normalmente abituati (tra cui un "cuore" di aria fredda in quota, la successione di fronti - caldo, freddo, occluso - e una configurazione baroclina, ovvero con minimo barico al suolo e in quota non sovrapposti), e quelle dei cicloni tropicali (ad esempio: "cuore" caldo in quota, assenza di fronti, convezione profonda e organizzata con rigenerazione di intensi temporali intorno a un centro - occhio - molto compatto e con isobare/isoipse concentriche, struttura simmetrica, wind share debole nel profilo verticale dell'atmosfera, configurazione barotropica, ovvero con sovrapposizione tra minimo barico al suolo e in quota).

La completa transizione verso un sistema mediterraneo "simil-tropicale", ovvero con caratteristiche dinamiche di fatto analoghe a quelle dei cicloni tropicali veri e propri (TLC, Tropical-Like Cyclone, o più genericamente "Medicane", da Mediterranean hurricane), per molti versi attesa, pare tuttavia che non sia avvenuta, in quanto caratteri tropicali come il nucleo caldo in quota o la barotropicità del sistema erano presenti solo in parte e debolmente.

Peraltro la classificazione dei Medicanes, studiati da relativamente poco tempo, non è ancora univoca, né ufficiale, e non esiste al momento un'agenzia appositamente preposta alla loro analisi e previsione, come invece avviene in Nord America per gli uragani tropicali atlantici e pacifici con il National Hurricane Center (segnaliamo tuttavia il team del progetto ESTOFEX di previsione e censimento degli eventi meteo estremi in Europa).

Inoltre gli elementi utili a una corretta denominazione sfuggono talora alle osservazioni. Ad esempio, essendo il centro di "Apollo" rimasto in mare, non è noto se, in zona marina non strumentata, la velocità del vento abbia davvero raggiunto la soglia dei 119 km/h di vento medio su 1 minuto (maximum sustained wind) necessaria per la definizione di uragano di categoria 1 sulla Scala Saffir-Simpson. Pertanto l'indicazione di "uragano" riferita da molti mezzi di informazione non è da ritenersi corretta.

Intorno all'Italia eventi classificabili come "Medicane" si osservano quasi ogni anno, soprattutto tra autunno e inverno: di recente nello Jonio si ebbero Numa (16-19 novembre 2017), Zorbas (27 settembre - 1° ottobre 2018) e Ianos (14-20 settembre 2020).

Non si sa ancora con certezza se stiano aumentando o no in frequenza e intensità con il riscaldamento globale (per ora non paiono esserci tendenze significative in base a questo studio del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) ma l'atmosfera e il mare più caldi del solito contribuiscono probabilmente ad aggiungere energia e vapore acqueo alle tempeste, e a rendere l'ambiente più favorevole a intensificarne gli effetti, qualora si verifichino le condizioni propizie al loro innesco (la superficie marina del Mediterraneo si è riscaldata di 1,3 °C nel periodo 1982-2019 secondo questa analisi).

La definizione e la sorveglianza di sistemi meteorologici di questo tipo non è solo questione di raffinatezze da esperti del settore, ma ha importanti risvolti pratici in quanto la loro previsione permette di allertare la popolazione riguardo al rischio di piogge violente e flash-floods, venti impetuosi, mareggiate e maree di tempesta (storm surges), fenomeni spesso associati ai Medicanes.


Immagine di "Apollo" ripresa nel canale visibile dal sensore VIIRS (Visible Infrared Imaging Radiometer Suite) del satellite in orbita polare S-NPP
(Suomi National Polar-orbiting Partnership, NOAA), ore 12:18 UTC
del 28 ottobre 2021 (fonte immagini qui).
 

Stavolta, nella fase del 28-30 ottobre 2021, il Siracusano è stata la zona più colpita da inondazioni, interruzioni di viabilità stradale e ferroviaria, e mareggiate; numerosi gli interventi di salvataggio di popolazione, e fortunatamente nessuna vittima in questo caso, anche grazie al fatto che l'intensità e l'impatto in terraferma della tempesta sono stati un po' meno marcati delle attese.
 
A Siracusa-Contrada Monasteri (la stazione SIAS che l'11 agosto 2021 registrò il possibile record italiano ed europeo di 48,8 °C) sono caduti 302 mm di pioggia nelle 72 ore terminanti alle h 16 di sabato 30 ottobre, ovvero più di metà della media annua!
 
Forti piogge anche in Sardegna orientale per sbarramento orografico tra mercoledì 27 e giovedì 28 (80,8 mm nelle 48 ore a Barisardo, rete SAR Sardegna), ma senza disagi di sorta.



Carta delle precipitazioni cadute in Sicilia nelle 72 ore fino alle 16 UTC
del 30 ottobre 2021. In questa seconda fase i rovesci più intensi hanno colpito il Siracusano, fino a un massimo di 302 mm nell'immediato entroterra di Siracusa, con inondazioni ed evacuazioni di popolazione in particolare nelle zone del capoluogo e di Augusta (fonte: SIAS).

 

Leggi un approfondimento su attualità e futuro dei "Medicanes", sul sito "Scienza in rete", con commenti di Mario Marcello Miglietta del CNR-ISAC: questi fenomeni in futuro potrebbero divenire meno numerosi nel Mediterraneo a causa di una maggiore stabilità atmosferica, ma più violenti.
 

GRAZIE A...

Claudio Cassardo, docente di fisica dell'atmosfera e del sistema-Terra all'Università di Torino, per la condivisione di informazioni sulla dinamica meteorologica di "Apollo";

Luigi Pasotti, dell'Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia, per le riflessioni sull'intensità e i riscontri storici dell'evento alluvionale di Catania.



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