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12 GIUGNO 2023, NUBIFRAGIO ECCEZIONALE A TORINO

SMI / Redazione Nimbus
16 giugno 2023

 


A Torino e dintorni, tra gli eventi talora intensi del lungo periodo di tempo instabile e piovoso cominciato a fine aprile 2023 e terminato a metà giugno, si è distinto per violenza il nubifragio della notte tra domenica 11 e lunedì 12 giugno.

Le celle temporalesche, formatesi nella tarda sera dell'11 giugno sul Piemonte settentrionale all'arrivo di un impulso di aria relativamente fresca e instabile da Nord-Est, sono poi migrate verso Sud-Sud-Ovest, passando per Biella, Ivrea e la pianura centrale del Canavese, rinvigorendosi in un ampio sistema a multicella fino ad approdare su Torino intorno all'una di notte.

Precipitazioni cumulate in Piemonte tra le h 22:30 UTC dell'11 giugno e le
h 04:30 UTC del 12 giugno 2023 (ovvero tra le 00:30 e le 06:30 ora legale italiana). Si nota un nucleo >100 mm proprio su Torino-centro
(fonte: Arpa Piemonte).


Gran parte dell'area urbana ha ricevuto precipitazioni importanti, prossime o superiori a 50 mm, ma i valori più significativi sono stati registrati dalla stazione meteorologica Arpa Piemonte dei Giardini Reali, con 73,5 mm in periodo di un'ora terminante alle h 00:12 UTC, ovvero le 02:12 ora legale italiana, e 98,5 mm nelle tre ore con termine alle h 02:04 UTC, le 04:04 in Italia (*).

Quest'ultimo valore, superando i 94,2 mm del 22 giugno 2021 in via della Consolata (anche questo un pluviometro Arpa Piemonte), rappresenta il nuovo primato di piovosità noto su tre ore per l'intero territorio cittadino, ovvero si è trattato della pioggia più intensa su un intervallo così breve mai rilevata da tutte le stazioni succedutesi nel tempo a Torino per lo meno dal 1928, anno in cui in centro città si avviò la registrazione continua delle precipitazioni con apparecchi a bascula.

Molto probabilmente l'eccezionalità si estende anche ai periodi precedenti fino al 1802 (osservatori dell'Accademia delle Scienze, Palazzo Madama, Istituto di Fisica), in cui la registrazione dell'intensità oraria delle precipitazioni non era regolare, tuttavia un evento di questa entità sarebbe stato ragionevolmente notificato in dettaglio dai responsabili delle misure.

Quanto al periodo di un'ora, resta invece imbattuto il record cittadino di 83,4 mm dell'11 agosto 2010 alla Consolata.

L'evento ha prodotto allagamenti di strade ed edifici (quasi inevitabili con tali intensità di precipitazione su superfici urbane impermeabilizzate), tuttavia l'ora notturna in cui è avvenuto per lo meno ne ha ridotto l'impatto sulle attività dei torinesi e sulla circolazione stradale.

(*) I valori originali registrati dal pluviometro dei Giardini Reali, e pubblicati tra le misure in tempo reale Arpa Piemonte, corrispondevano a 87,4 mm in 1 h e 114,4 mm in 3 h, tuttavia in fase di validazione da parte dell'ente sono stati ricalcolati rispettivamente in 73,5 e 98,5 mm tramite le correzioni - suggerite in letteratura per intensità di pioggia elevate - da applicare alle precedenti generazioni di pluviometri.


Da un estremo di precipitazioni all'altro, anche con
il contributo dei cambiamenti climatici antropogenici

La violenza del nubifragio e in generale l'insistenza e l'abbondanza delle piogge dell'ultimo mese e mezzo stupiscono soprattutto per la loro rapida insorgenza dopo l'eccezionale periodo secco durato da dicembre 2021 ad aprile 2023.

A tal proposito, uno studio pubblicato a maggio 2023 sulla rivista scientifica internazionale Nature Communications (Increasing global precipitation whiplash due to anthropogenic greenhouse gas emissions) identifica il ruolo dei cambiamenti climatici antropogenici (emissioni di gas serra) nel rendere più rapide, frequenti e intense le transizioni da un estremo di precipitazioni a quello opposto nel giro di poche settimane o mesi, come avvenuto questa primavera in Italia.


Grazie a ...

Arpa Piemonte, e in particolare a Roberto Cremonini del Dipartimento Rischi Naturali, per la tempestiva comunicazione di dati e informazioni sul nubifragio; inoltre a Gennaro Di Napoli, che insieme a Luca Mercalli ha analizzato tre secoli di storia meteorologica torinese nel libro "Il clima di Torino".

 



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