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GHIACCIAIO BASEi 2011: CONTINUA IL
REGRESSO DOPO UN AGOSTO ROVENTE

SMI Redazione Nimbus - 8 settembre 2011

Il sopralluogo condotto il 3 settembre 2011 al ghiacciaio Basei (alta Valle Orco, Gran Paradiso) dagli operatori della Società Meteorologica Italiana nell'ambito dell'annuale campagna di rilievi del Comitato Glaciologico Italiano ha evidenziato l'ennesima stagione negativa e sfavorevole.

Se le temperature relativamente fresche di giugno e luglio avevano rallentato la fusione della modesta copertura nevosa invernale, i calori tardivi e straordinari di agosto (terzo tra i più caldi dal 1753 a Torino) hanno interamente spogliato il ghiacciaio della neve stagionale sotto i 3150-3200 m, e hanno fatto arretrare la fronte di 3 m (media dei 3 segnali di misura considerati).
 

Veduta d'insieme del Ghiacciaio Basei ripresa il 28.08.2011 dai pressi del Lago Rosset
(f. E. Bergerone). Solo sul settore superiore, sopra i 3150-3200 m, resiste parte
della neve invernale, mentre più in basso, verso la fronte, si sono ulteriormente
ampliati gli affioramenti rocciosi che testimoniano la perdita di spessore glaciale.

In corrispondenza del segnale di misura 2006 FL il margine frontale è arretrato
rispettivamente di 2,5 e 5 m, in direzione 220° e 250°.

Il settore frontale del ghiacciaio, completamente privo di neve residua,
visto dai pressi del segnale 2006 FL. Sono scomparsi anche gli accumuli eolici
e valanghivi solitamente presenti alla fronte presso il segnale CL59.

Il settore centrale del ghiacciaio visto dal segnale 2006 FL. Al centro si nota
l'affioramento roccioso emerso nel 2009 e poi via via ampliatosi.

La forte perdita di spessore nel settore frontale (valutabile nell'ordine di un metro), dovuta alle straordinarie condizioni di ablazione, ha causato l'emersione di residuati bellici: si tratta di spezzoni incendiari di origine britannica, probabilmente utilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale per appiccare il fuoco ai solai degli edifici di Torino. Trovandosi in una zona di alta montagna completamente fuori bersaglio, potrebbero essere stati scaricati da un bombardiere di ritorno da una missione fallita.

Per la prima volta dal 2008 è tornato a scoprirsi il margine frontale in corrispondenza
del segnale CL59 (la cui indicazione di richiamo "2003" è pure riapparsa dopo 3 anni);
da allora la variazione frontale non era più stata misurabile a causa di persistenti
accumuli di neve da valanga o riportata dal vento, nonostante il resto dell'apparato
risultasse sempre in gran parte privo di neve residua. La protezione offerta da
questi accumuli localizzati di nevato negli anni recenti ha ostacolato il regresso
in questo settore della fronte, situazione non rappresentativa delle generali
condizioni di intensa perdita di massa del ghiacciaio. Qui la misura ha evidenziato
un ritiro di appena 1 m rispetto alle posizioni (identiche) del 2003 e del 2008.

La zona frontale, ormai smembrata dalla nuova emersione di fasce rocciose
e sconvolta da frequenti crolli di massi.

Al segnale CL59 il ritiro frontale di 1 m ha portato a 45 m il regresso totale dal 1969,
tuttavia le variazioni rilevate in questo tratto della fronte – a causa della morfologia che favorisce persistenti accumuli nevosi fino al termine dell'estate - sottostimano fortemente le reali condizioni di regresso del ghiacciaio, meglio rilevabili con i recenti segnali 2006 FL e FL1.

Al segnale 2006 FL il regresso lungo la direzione 220° è stato di 2,5 m, con ritiro totale di 40 m negli ultimi 5 anni. Il dato eclatante del 2010 (-25 m) deriva dal rapido smembramento di un sottile strato di ghiaccio in corrispondenza di un gradino roccioso.

 


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