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Misure di fine estate 2011 al ghiacciaio ciardoney:
bilancio negativo, forte regresso


SMI Redazione Nimbus - 16 settembre 2011

Il 14 settembre 2011 gli operatori della Società Meteorologica Italiana hanno eseguito le consuete misure di fine estate al Ghiacciaio Ciardoney (versante piemontese del Gran Paradiso) per la determinazione del bilancio di massa e delle variazioni frontali, in collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano e grazie all’importante appoggio logistico di IREN Energia e dell’Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso.



Il Colle Ciardoney (circa 3140 m), settore più elevato del ghiacciaio,
completamente spoglio di neve residua dopo un agosto tra i più caldi
mai registrati sulle Alpi occidentali (f. SMI).

L'arrivo dell' équipe SMI - RAI Torino al Colle Ciardoney (f. SMI).


Nonostante la prima parte dell’estate 2011, fino alla prima decade di agosto, sia trascorsa con tempo spesso fresco e perturbato che ha rallentato la fusione nivale in alta quota (il 1° agosto si misuravano ancora 130 cm di neve residua ai 3140 m del Colle Ciardoney), il successivo e tardivo ritorno di calori intensi e fuori dal comune tra la metà di agosto e la metà di settembre ha causato la totale scomparsa del manto nevoso invernale sul ghiacciaio, e la fusione di notevoli spessori di ghiaccio sottostante.

Colle Ciardoney: ghiaccio annerito dal detrito ed esposto alla forte fusione di fine estate. Qui l'ablazione stagionale su ghiaccio è stata di 105 cm, valore più sfavorevole dal 2006. Probabilmente, in questo settore, non rimangono più di 8-10 m di
spessore glaciale (f. L. Giunti).




Il piccolo Ghiacciaio Meridionale di Valsoera visto dal Colle Ciardoney,
totalmente privo di neve residua
(f. SMI).

Il Ghiacciaio Settentrionale di Valsoera è ormai completamente ricoperto dal detrito che frana dalla soprastante Punta Scatiglion (f. SMI).

L'operatore SMI-CGI Fulvio Fornengo alla palina ablatometrica n. 2: qui l'ablazione
estiva su ghiaccio è stata di 180 cm
(f. L. Giunti).

Veduta generale del ghiacciaio verso valle (Est-Nord-Est). Ore 9,30: a 3000 m il cielo è perfettamente sereno in regime di correnti da Ovest-Nord-Ovest, mentre i cumuli iniziano a ingombrare la sottostante Val Soana, più soggetta alla risalita di aria caldo-umida dalla vicina pianura (f. SMI).

“Fungo” glaciale sul settore mediano del ghiacciaio (f. L. Giunti).

Il grande blocco roccioso poco a valle della palina n. 3 è slittato di alcuni metri rispetto al “piedistallo” di ghiaccio che, rimasto in rilievo per la minore fusione all'ombra
della roccia, lo sosteneva
(f. L. Giunti).

Le morene laterali in sinistra orografica mostrano l'entità della perdita di spessore glaciale intervenuta dal 1850 circa, valutabile in un centinaio di metri (f. SMI).
 

I valori di ablazione su ghiaccio sono stati compresi tra 105 cm (sito di misura n.1, Colle Ciardoney, circa 3140 m) e 255 cm (sito di misura n. 7, settore frontale, circa 2900 m), risultando in un bilancio di massa  specifico di -1,72 m di acqua equivalente. Si tratta del bilancio più sfavorevole dalla stagione idrologica 2005-06, in sesta posizione tra i più negativi della serie iniziata nel 1992 (dopo i casi delle stagioni 1997-98, 2002-03, 1998-99, 2004-05 e 2005-06, in ordine decrescente di entità delle perdite di massa).

Serie dei valori annuali di accumulo, ablazione e bilancio netto del ghiacciaio Ciardoney
tra le stagioni idrologiche 1991-92 e 2010-11. Il valore di bilancio specifico della
stagione 2010-11, pari a -1,72 m, porta il bilancio cumulato dal 1991-92
a ben -25,8 m di equivalente d'acqua.

La lettura dell'emergenza delle paline che apparivano già scoperte da neve residua durante il sopralluogo intermedio del 1° agosto 2011 consente di calcolare il tasso di fusione media giornaliera dei 45 giorni successivi, variabile tra 4,3 cm/giorno (palina n. 6) e 4,6 cm/giorno (palina n. 7). Se si tiene presente che il periodo di osservazione comprende la prima decade di agosto, che è trascorsa ancora piuttosto fresca, si deduce che nelle più calde giornate attorno al 20 agosto la fusione abbia probabilmente asportato anche 7-8 cm di spessore glaciale al giorno.

Notevole anche il regresso della fronte: -17 e -18 m rispettivamente ai segnali di
misura A3D e A4C. L’arretramento medio di -17,5 m porta dunque a
363 m il ritiro complessivo dal 1971
.

Durante il sopralluogo la fusione, salvo un’interruzione notturna dovuta a lievi condizioni di rigelo limitato alla superficie del ghiacciaio, si presentava ancora intensa in rapporto alla stagione ormai avanzata, e non vi era alcuna traccia di neve recente. Modeste placche di neve residua resistevano solo alla base delle creste delle Uje di Ciardoney, in virtù della posizione molto ombreggiata.

Ore 9,30: dopo il modesto rigelo notturno sulla superficie del ghiacciaio,
la fusione riprende con intensità più simile alle settimane centrali dell'estate
che a una giornata di metà settembre (f. SMI).

Particolarmente profonde le bédières, fino a circa 2 m,
segno dell'intensa fusione estiva (f. SMI).

Sempre a causa della fusione estiva particolarmente intensa, i “pozzi” glaciali sul settore mediano del ghiacciaio si presentavano ampi e attivi (f. L. Giunti).

La stazione meteorologica automatica Campbell installata nell’agosto 2010 continua a funzionare in modo ottimale registrando i dati in locale, in attesa di perfezionare il meccanismo di trasmissione dati che già ad oggi permette di ricevere in tempo reale il filmato catturato da una webcam. In 13 mesi di attività nessuna avaria è stata riscontrata nonostante le difficili condizioni ambientali (f. SMI).

Andrea Molino (CSP–Innovazione nelle ICT) provvede allo scarico dei dati meteo
registrati dalla stazione durante l'estate a intervalli di 10 minuti (f. SMI).

Alcune curiosità sulle condizioni meteo-climatiche registrate negli ultimi 12 mesi (6 settembre 2010 – 14 settembre 2011):

Temperatura media: -1,5 °C
Temperatura estrema minima: -22,2 °C il 21 gennaio 2011
Temperatura estrema massima: 16,9 °C il 26 giugno 2011
Massima intensità pluviometrica in 10 minuti: 8,4 mm, h 18:30 del 18 agosto 2011
Massima intensità pluviometrica in 1 ora: 23,3 mm, h 17 del 3 settembre 2011
Massima quantità giornaliera di precipitazione: 69,8 mm il 4 settembre 2011
Velocità media del vento: 10,2 km/h
Velocità massima del vento: 84 km/h il 9 dicembre 2010

Andamento della temperatura media oraria durante la stagione idrologica 2010-11. Si notino le più forti oscillazioni termiche giornaliere che si registrano nella stagione primaverile ed estiva, quando il soleggiamento è più efficace, rispetto alle più brevi e ombrose giornate invernali, periodo in cui sono invece più ampie le variazioni termiche imputabili all'alternanza di irruzioni fredde dall'Artico e avvezioni di aria temperata meridionale.

Precipitazioni orarie e cumulate dal 15 giugno al 14 settembre 2011, periodo in cui – in assenza di nevicate abbondanti – il pluviometro non riscaldato ha potuto registrate fedelmente gli apporti meteorici. In 3 mesi si sono totalizzati 456 mm di pioggia (e in piccola parte neve fusa). Spicca in particolare l'intenso episodio pluviometrico del 3-4 settembre 2011 (vedi sotto).
 

Controllo dell'operatività dei sensori di livello del torrente glaciale e
di temperatura e conduttività dell'acqua
(f. L. Giunti).

I violenti temporali del 26 agosto e del 3-4 settembre 2011, associati a precipitazioni liquide su tutto il bacino del ghiacciaio, hanno determinato intenso ruscellamento con erosione delle morene laterali, e alluvionamenti di inconsueta estensione sul pianoro antistante la fronte, riconoscibile per i depositi freschi di limi e sabbie su vaste superfici.
Sulla base dei dati registrati dalla stazione meteorologica il fenomeno più rilevante va probabilmente collocato nella tarda mattinata del 4 settembre 2011, quando il torrente glaciale ha toccato il massimo livello stagionale, pari a 55 cm, a seguito di precipitazioni che durante l'intero evento hanno totalizzato 109 mm (circa 30 ore).

Erosioni prodotte sul fianco interno della morena laterale sinistra dai
violenti rovesci di fine agosto – inizio settembre 2011 (f. SMI).

Il vasto pianoro detritico antistante la fronte è stato interamente alluvionato,
con massiccio deposito di limi e sabbie, durante uno di questi episodi
temporaleschi, più probabilmente nella giornata del 4 settembre 2011 (f. L. Giunti).

Il 3-4 settembre 2011 un vigoroso flusso di aria calda e molto umida da Sud associato al transito dell'ex-uragano tropicale “Irene” ha determinato abbondanti rovesci di pioggia su tutto il bacino del ghiacciaio Ciardoney. Il grafico mostra la corrispondenza tra le fasi di pioggia intensa (apporti fino a 6,8 mm in 10 minuti alle h 17:50 del 3 settembre) e i livelli del torrente.
Il picco di livello (55 cm) si è raggiunto nel primo pomeriggio del giorno 4 a seguito di ulteriori scrosci, che hanno totalizzato ben 108,6 mm di precipitazione in poco più di 30 ore.
E' probabilmente in questa fase che si è verificata l'intensa erosione dei versanti morenici e l'alluvionamento del pianoro antistante la fronte glaciale. L'aumento di livello registrato tra
le h 8 e le h 13:30 del 3 settembre, prima delle precipitazioni, è invece attribuibile al
normale ciclo di fusione giornaliera in presenza di residue schiarite e aria calda
in quota (temperatura massima 9,2 °C).

Confronto tra l'andamento del livello torrentizio e quello della temperatura dell'aria in 3 giornate anticicloniche, soleggiate e molto calde (19-21 agosto 2011). Si nota la tipica fluttuazione giornaliera dei deflussi di origine glaciale, con minimo all'alba e massimo tra le h 12 e le h 18 circa. In queste circostanze si stima che la perdita di spessore glaciale possa aver raggiunto valori di 7-8 cm/giorno.

Panoramica del ghiacciaio e del pianoro antistante dalla stazione fotografica S2, in prossimità della stazione meteorologica. L'intero bacino si trova in condizioni nettamente sfavorevoli al glacialismo, pressoché senza più traccia di neve residua (f. SMI).

.
AGGIORNAMENTO 17 OTTOBRE 2011

SMI Redazione Nimbus

Il 17 ottobre 2011 un nuovo sopralluogo è stato condotto al ghiacciaio Ciardoney per aggiornare i dati di ablazione e bilancio di massa, dal momento che le condizioni estive e la fusione si sono prolungate in modo anomalo dopo la missione del 14 settembre scorso.

Veduta generale del ghiacciaio dalla stazione fotografica S2. Le ombre autunnali delle Uje di Ciardoney si allungano, coprendo ormai il settore mediano e inferiore
anche nelle ore centrali del giorno.

Infatti, in 33 giorni si sono avute ulteriori perdite di spessore glaciale variabili tra i 30 cm della palina n. 2 e i 65 cm della palina n. 7, con tassi medi giornalieri di fusione compresi tra 0.9 e 2.0 cm, davvero notevoli per le settimane di inizio autunno.

Le perdite di spessore totale della stagione ammontano dunque a ben 153 cm al sito n. 1 (Colle Ciardoney), fino ai 320 cm del sito n. 7 (settore frontale).

Solo l'afflusso di aria fresca orientale intervenuto venerdì 14 ottobre 2011 ha completamente interrotto l'ablazione su ghiaccio, tanto che anche nel primo pomeriggio del giorno 17, durante le misure, il torrente emissario era del tutto privo d'acqua nonostante l'intensa radiazione solare.

Sottile strato di ghiaccio nell'alveo del torrente emissario del ghiacciaio, completamente privo d'acqua di fusione anche nelle ore più soleggiate del 17 ottobre 2011.

L'ablazione intervenuta tra il 14 settembre e il 17 ottobre 2011, pari a -0.41 m di equivalente d'acqua, si somma dunque al valore di bilancio specifico di -1.72 m che era stato rilevato durante il precedente sopralluogo del 14 settembre, portando il bilancio definitivo della stagione 2010-11 a -2.13 m, quarto valore tra i più sfavorevoli al ghiacciaio dall'inizio delle misure nel 1992.

Tra la metà di settembre e la metà di ottobre 2011 anche il margine frontale ha ancora avuto modo di arretrare di 4 m, portando a 21.5 m il regresso stagionale e a 367 m il totale dal 1971.


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