Sempre nell’ambito della campagna di
osservazioni promossa dal
Comitato
Glaciologico Italiano, gli operatori della Società Meteorologica
Italiana il 9 settembre 2012 hanno eseguito le misure frontali al
Ghiacciaio Basei (presso il Colle del Nivolet, Gran Paradiso).
Anche qui un sottile strato di neve recente, in via di fusione,
copriva parte dell’apparato glaciale che tuttavia nel corso della
calda estate aveva visto scomparire tutto il nevato stagionale
fino alla sommità del bacino presso la Punta Basei (attorno a 3300 m).

09.09.2012: il
ghiacciaio Basei, con in centro l’omonima vetta di 3333 m,
ripreso dai terrazzi erbosi lungo il sentiero per il Colle di
Nivoletta
a quota 2900 m circa. Sottile strato di neve recente, assenza di neve
residua, emersione di nuove “finestre” rocciose a causa della forte
perdita di spessore avvenuta nell’estate (stimata in circa 2 m nel
settore frontale).
I rilievi ai segnali FL2006 e FL1 hanno
evidenziato un regresso medio frontale di 8 m, con una punta di 17
m osservata dal FL2006 in direzione 250° (Ovest-Sud-Ovest), valori
straordinari per un apparato di questo tipo, la cui morfologia e
posizione su versante nord-orientale limitano in genere a meno di 5
metri i regressi annui del margine inferiore.
Ormai da anni le misure presso lo storico segnale CL59 sono invece
divenute scarsamente rappresentative per i frequenti accumuli di neve
trasportata dal vento - spesso permanenti fino a estate inoltrata,
limitando così l’ablazione in una minuscola porzione del ghiacciaio,
non rappresentativa della situazione reale - nonché per l’imminente
frammentazione del settore frontale. Prosegue infatti l’emersione
di nuove “finestre” rocciose alla sommità del ripido pendio
glaciale, attorno a quota 3050 m, tanto che se ne può immaginare la
completa separazione dal bacino superiore entro 3-5 anni.

Dal segnale FL2006,
vista sul ripido pendio glaciale sottostante,
alla base del quale si trova il caposaldo di misura CL59,
oggi non più utilizzato. Profonde bédières incidono il ghiaccio
a testimonianza di una fusione estiva di insolita intensità.

Il segnale di
misura FL2006, da cui si ripetono ogni anno i rilievi di distanza dal
ghiaccio per la determinazione delle variazioni frontali.

Luca Mercalli di
fronte a una cavità apertasi sul margine frontale
a poche decine di metri dal segnale FL1.
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