Il 7 settembre 2012 gli operatori della
Società Meteorologica Italiana hanno eseguito le consuete misure di
fine estate al Ghiacciaio Ciardoney (versante piemontese del Gran
Paradiso) per la determinazione del bilancio di massa e delle
variazioni frontali, in collaborazione con il Comitato Glaciologico
Italiano e grazie all’importante appoggio logistico di
IREN Energia e
dell’Ente Parco Nazionale
del Gran Paradiso.
Al termine di un'estate straordinariamente calda (in terza
posizione dal 1753 a Torino), tutto il ghiacciaio appariva privo di
neve residua, pertanto i rilievi hanno evidenziato nuovamente una
considerevole perdita di massa, pari a una lama d'acqua media di 2,16
m, mentre la fronte si è ritirata di 20 m.

Una veduta
panoramica del Ghiacciaio Ciardoney e dell'antistante pianoro
fluvio-glaciale. I 5-10 cm di neve caduti nei primi giorni di
settembre sono già quasi interamente fusi (f. Franco Borrelli).

Veduta del Colle
Ciardoney (3100 m): qui il ghiaccio, appena “spolverato” di neve
fresca,
si è ridotto in spessore di ben 140 cm rispetto a un anno fa.

Fabrizio Gaudio
(Responsabile Comunicazione di IREN Energia) e Luigi Bonifacino
(Direttore Produzione Idroelettrica di IREN Energia) all’arrivo al Colle Ciardoney
con
l'elitrasporto di
Airstar elicotteri (f. Franco
Borrelli).

Anche quest'anno il
gruppo di lavoro è stato seguito dagli operatori della RAI di Torino
(redazione TGR). Qui il direttore degli impianti IREN della Valle
Orco, Luigi Bonifacino, spiega l'importanza delle misure glaciologiche
per la corretta gestione della risorsa idroelettrica.

Veduta del settore
superiore del ghiacciaio Ciardoney, tra i siti di misura n. 1 e 2
(3050 m): i 5-10 cm di neve fresca presenti al momento del sopralluogo
saranno fusi rapidamente entro 2-3 giorni, riportando allo scoperto la
superficie glaciale completamente priva di nevato e annerita dal
detrito roccioso (f. Franco Borrelli).


L'intensa fusione
intervenuta negli ultimi anni specialmente sul settore mediano e
inferiore
del ghiacciaio (con riduzioni di spessore glaciale quasi sempre oltre
i 2 m/anno) ha reso necessaria
la posa di nuove paline ablatometriche
ai siti n. 6 e 7 tramite perforazione
del ghiacciaio fino a 10 m di profondità con sonda a vapore
gentilmente concessa da
CNR-IRPI, sezione di Torino (f.
Franco Borrelli).

Verso il settore
frontale la neve recente era in rapida fusione, riportando allo
scoperto la superficie del ghiacciaio completamente priva di nevato,
rimasta esposta alla radiazione solare e all'ablazione per quasi due
mesi, dalla seconda metà di luglio.

Un momento delle
riprese TV RAI-Torino durante le operazioni di perforazione del
ghiacciaio con sonda a vapore.

Inserimento della
nuova palina ablatometrica n. 6 nel foro profondo 10 m, appena
eseguito. Via via che – nelle prossime stagioni estive – la fusione
ridurrà lo spessore glaciale, gli elementi lignei emergeranno, e se il
tasso di ablazione rimarrà analogo a quello osservato di recente
(oltre 3 m/anno nel settore frontale), nel volgere di 3 anni la palina
andrà nuovamente rinnovata (f. Franco Borrelli).

Una delle profonde
bédières (fino a 1,5 m) che pressoché ogni anno - per effetto
dell'intenso ruscellamento dell'acqua di fusione - incidono la
superficie del ghiacciaio, contribuendo a frammentare l'area della
fronte, dove peraltro la presenza di fine e scuro detrito roccioso
incrementa l'assorbimento della radiazione solare e dunque
l'ablazione.

Il ghiaccio in
prossimità della fronte ha subito nelle settimane di fine estate
alcuni sprofondamenti in corrispondenza dell'uscita principale del
torrente ablatore.

Uno dei rami del
torrente ablatore in uscita presso il segnale di misura A4C. Dopo la
temporanea interruzione dovuta al freddo e alla neve fresca avuti a
inizio settembre, la fusione ha ripreso a intensificarsi, pur senza
raggiungere la straordinaria intensità mostrata specialmente nella
seconda metà di agosto 2012, quando la stazione meteorologica
automatica poco a valle della fronte, a quota 2850 m, ha registrato
un’inconsueta punta di 18.4 °C, il giorno 19.

Serie delle
variazioni frontali e cumulate dal 1971 al 2012 al Ghiacciaio
Ciardoney. Quest'anno il ritiro è stato pari a 20 m come media dei due
segnali di misura attualmente utilizzati, e il regresso totale
dall'inizio dei rilievi nel 1971 è giunto a ben 387 m.

Serie dei bilanci
di massa annuali (accumulo, ablazione, bilancio netto) e cumulati
dalla stagione idrologica 1991-92, espressi in metri di equivalente
d’acqua. La stagione 2011-12 ha visto perdite di spessore glaciale
comprese tra i 140 cm della palina n. 1 (Colle Ciardoney) e i 310 cm
della palina n. 7 (settore frontale), corrispondenti a una lama
d’acqua media di 2,16 m. Dunque un nuovo bilancio pesantemente
sfavorevole, il quinto più negativo dall’inizio delle misure, che
porta il valore cumulato in 20 anni a -27,9 m.

Oltre che per le
misure glaciologiche, la missione sul ghiacciaio è stata programmata
per eseguire la manutenzione della stazione meteorologica automatica:
rafforzamento dei tiranti di controventatura e dell’ancoraggio al
suolo del traliccio, verifica della connettività web via radio, posa
di una nuova asta nivometrica per il monitoraggio dello spessore
nevoso via webcam, scarico dati… in collaborazione con i tecnici di
CSP-Innovazione nelle ICT e con il glaciologo francese
Sylvain Jobard, che già nel 2010 partecipò attivamente al montaggio
delle apparecchiature (f. Franco Borrelli).

Luca Mercalli (SMI)
e Andrea Molino (CSP) eseguono lo scarico dei dati meteorologici
(f. Franco Borrelli).


Taratura di una
scala per la determinazione dei valori di portata del torrente
glaciale attraverso diluizione di una soluzione salina (in alto, ad
opera di Luca Mercalli) e misura della conseguente variazione della
conducibilità elettrica dell’acqua (qui sopra, Sylvain Jobard annota i
risultati delle prove).

Panoramica del
ghiacciaio e del pianoro antistante dalla stazione fotografica S2, in
prossimità della stazione meteorologica. L'intero bacino si trova in
condizioni nettamente sfavorevoli al glacialismo, senza più alcuna
traccia di neve residua. Solo un sottile strato di neve recente
interessa la porzione superiore del ghiacciaio, determinando un
temporaneo rallentamento dell’ablazione.

La nuova asta
nivometrica, alta complessivamente 473 cm incluso il basamento
roccioso su cui è installata, permetterà di stimare a vista l’altezza
del manto nevoso attraverso le immagini della webcam (si ringrazia
CAPMA Torino per la fornitura degli strumenti di fissaggio).

Durante la fase
anticiclonica e molto calda della seconda metà di agosto 2012 alcuni
temporali brevi ma intensi si sono sviluppati sulle Alpi occidentali,
interessando anche il ghiacciaio Ciardoney nelle sere del 19 e del 22.
In particolare quest’ultimo ha scaricato 25 mm d’acqua, di cui 18 in
un’ora, determinando un’improvvisa piena del torrente glaciale, che
alle h 21:40 ha toccato un livello di 70 cm, massimo
dall’installazione del sensore di altezza idrometrica nell’agosto
2010. Qui sopra, andamento del livello torrentizio e precipitazioni
registrate in 10 minuti: oltre alla regolare oscillazione giorno/notte
dovuta alla fusione, si notano i picchi raggiunti subito a seguito dei
forti scrosci temporaleschi, con tempi di corrivazione di appena pochi
minuti data la piccola area del bacino sotteso alla soglia del pianoro
fluvio-glaciale del Ciardoney.
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