PUBBLICATO IL NUOVO CATASTO DEI GHIACCIAI ITALIANI
14.05.2015
SMI
- Redazione Nimbus
E' stato presentato giovedì 7 maggio 2015
all'Alpine Glaciology Meeting di Milano, e ora disponibile
integralmente anche
on line
in formato pdf, il Nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani,
coordinato dal glaciologo Claudio Smiraglia (Università di Milano) con la
collaborazione di Guglielmina Diolaiuti, Roberto Azzoni, Carlo D’Agata e Davide Maragno,
grazie a una borsa di studio offerta da
Levissima.
Il nuovo inventario era
particolarmente atteso, in quanto aggiorna la situazione della
criosfera nazionale a oltre mezzo secolo dal precedente, l'unico prima
d'ora disponibile e realizzato tra il 1959 e il 1962 dal
Comitato
Glaciologico Italiano e dal Consiglio
Nazionale delle Ricerche.
L’analisi è stata sviluppata elaborando soprattutto ortofotografie ad alta
definizione riferite al periodo 2005-2011, e il corposo atlante (400
p.) è riccamente illustrato con immagini di ampio formato (cui in
parte ha contribuito anche il team SMI), cartografie, e corredato da
numerose tabelle di riepilogo e grafici.
I
risultati mostrano che il glacialismo attuale italiano è costituito da
903 apparati glaciali, in gran parte di tipo «montano» e «glacionevati»
di ridotte dimensioni
(l’84% ha superficie inferiore a 0.5 km2), con area
totale di 370
km2.
La regione maggiormente glacializzata è la Valle d’Aosta (134
km2, 36% del totale italiano), seguita da:
Lombardia
88
km2 (24%)
Alto Adige
85
km2 (23%)
Trentino
31
km2 (8%)
Piemonte
29
km2 (8%)
Veneto
4
km2 (1%)
Friuli Venezia Giulia 0.2
km2 (0.05%)
Abruzzo
0.04
km2 (0.01%)
Distribuzione
dell'area glacializzata per regioni, in km2
e relativa frazione percentuale rispetto al totale italiano.
Sono solo tre i ghiacciai con
superficie superiore a 10 km2; fra questi con 16.4 km2 spicca per
dimensioni e tipologia il ghiacciaio dell’Adamello nel gruppo montuoso
omonimo, seguito dal ghiacciaio dei Forni (11.3 km2) nell’Ortles-Cevedale
e dal Miage (10.5 km2) nel Monte Bianco.
Tutti i ghiacciai sono
situati sulle Alpi con l’unica eccezione del Calderone, in Appennino,
nel gruppo del Gran Sasso, un piccolo glacionevato (0.04 km2), ormai
suddiviso in due placche.
La frammentazione è forse il fenomeno più
evidente che emerge dal confronto fra l’attuale catasto e quello del CGI. È infatti lievemente aumentato il numero degli apparati glaciali
(da 835 a 903), ma in un cinquantennio la superficie complessiva è sensibilmente diminuita
(-30%), passando da 527 km2 a 370 km2
(va sottolineato che le modalità
di raccolta ed elaborazione dati - molto diverse fra i due catasti
- rendono difficile un confronto quantitativo preciso, ma la tendenza
all’intenso regresso, concretizzato con sensibili
modificazioni del paesaggio d’alta montagna, è indiscutibile). |